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Judo

Corso PHI- Quarant'anni, ma non li dimostra

CORSO PHI – QUARANT’ANNI MA NON LI DIMOSTRA - di Enzo Failla

Una tiepida giornata romana di due anni fa ci eravamo ripromessi di vederci ancora, quando allo scoccare del quarantesimo anno avremmo ricordato una delle più belle esperienze degli anni veloci della nostra più verde età, vissuta con orgoglio e con l’amore smisurato per il Judo. ”Le promesse si mantengono sempre, noi del Corso PHI non abbiamo mai mancato alla parola data!”, la voce simpatica e decisa di Angelo, il nostro Capocorso, raccolse la nostra attenzione con le sue accattivanti parole di saluto e il caratteristico sguardo sornione, prima che cominciassimo ad abbracciarci tutti. Così, ci siamo incontrati nuovamente nel giorno del nostro atteso compleanno per ricordare i quarant’anni della nostra avventura sportiva e umana trascorsa nell’Accademia Nazionale Italiana Judo e per parlare, come allora, di passione e amicizia. Il vento leggero di quel giorno, insinuandosi tra i solchi dei nostri visi, ne attenuava i tratti di alcuni più scavati e pensierosi. Il soffio di quella brezza, accarezzando i ricordi ancora nitidi, sollevava con garbo ciuffi di capelli e lembi di sentimenti di chi era caratterialmente più restio al suo invito, lasciando fluire le emozioni senza ostacoli almeno per quel giorno. Anche l’organizzazione di quell’incontro era stata accuratamente programmata, giorno e modo di vivere insieme l’avvenimento, discusso nei dettagli. Poi le modifiche, gli aggiustamenti, l’individuazione di un gradevole agriturismo per l’attesa occasione e infine la definizione dell’appuntamento con il nostro prezioso momento comune. La campagna romana, leggermente rialzata nel luogo del nostro soggiorno per guardare favorevolmente su distese di terreni, lievi boscaglie e piccoli agglomerati di case, ci offriva il suo spettacolo di tranquillità. Lontani dai rumori e dalle grandi arterie di Roma, eravamo comunque nella periferia della grande città che ci aveva fatto percorrere quella comune strada straordinaria che avrebbe segnato profondamente la nostra vita. I delicati sbuffi d’aria, continuando con le loro carezze tranquillizzanti, ci riportavano alla mente quel percorso per diventare Insegnanti, quel cammino tanto desiderato e difficile da conquistare per la severa selezione preliminare, quell’occasione avuta per coronare il sogno tanto ambito di poter creare una Società Sportiva tutta nostra. Ci sentivamo al sicuro tutti insieme, come lo eravamo stati all’interno dell’Accademia, amata per le sue promesse di grande crescita tecnica e professionale ma anche temuta per la sua ferrea e proverbiale disciplina, quest’ultima tema leggendario e di sicuro successo in racconti epici di tanti. Era il 1979, la mitica struttura in Viale della Tecnica 180, nel quartiere dell’EUR, ci accoglieva con il motto “Nel Progresso, la Tradizione” e raccomandava, per quel periodo di quattro mesi che ci avrebbe “laureati” Istruttori, impegno, pazienza, unione e coraggio. Il nostro corso, dopo il primo periodo di grande difficoltà e di difficile adattamento, fece sua pienamente una delle frasi che rappresenta anche l’essenza del Judo stesso: “Noi e gli altri, insieme per progredire”. Il nostro Corso PHI non si sciolse mai quel giorno mite di fine maggio, non si è mai disgiunto in questi lunghi anni, non avrà mai una fine reale anche quando tutti avremo varcato l’ultima soglia da attraversare. Così come allora, il sorriso più stanco e più tranquillo del nostro incontro, sarà oggi e per gli anni a venire il sugello della nostra appartenenza ad uno dei migliori corsi accademici di una grande Federazione e la certezza di un’eterna amicizia.