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Judo

Il diario olimpico di Annamaria Fridrich: le emozioni di un arbitro a Tokyo

Anche se le gare di judo si sono concluse, le emozioni olimpiche sono ancora vive. 
Oggi, grazie alla collaborazione con Elisabetta Fratini, condividiamo con voi quelle che sono state le sensazioni che l'arbitro ungherese Annamaria Fridrich ha raccolto per noi calcando il tatami di Tokyo giorno per giorno.

25/07: "Il sogno diviene realtà. Questo significa, non mollare mai: se credete in voi stessi, lavorare duro e amate ciò che fate, l'aiuto di Dio sarà con voi. Sarete i campioni. E gli arbitri sono dei campioni nella loro anima, nel profondo, perché non hanno medaglie, ma la loro ricompensa è nel vivere e vedere i futuri campioni del judo." 

26/07: "Questi giorni sono un grande regalo per tutti noi. Tutti i combattimenti in questa Olimpiade sono un regalo all'arbitraggio. I judoka hanno lavorato sodo per tutto questo negli ultimi 5 anni. Anche negli incontri delle eliminatorie possiamo arbitrare campioni olimpici, mondiali e continentali, Masters, GS e GP vincitori. È meraviglioso."

27/07: "Quando abbiamo avuto una brutta giornata, non siamo chiamati ad arbitrare nel blocco finale. Ma abbiamo la possibilità di farlo di nuovo il giorno successivo. Quando sono invece i judoka ad avere una brutta giornata, sono fuori dalle Olimpiadi, devono ricominciare il loro lavoro fino ai prossimi Giochi. Abbiamo davvero una grande responsabilità..."

WhatsApp Image 2021 07 23 at 23.43.3228/07: "Oh, abbiamo passato la metà dei nostri Giochi Olimpici! Ma non mi sento affatto stanca, mi sto godendo tutti i combattimenti sia arbitrandoli che in qualche caso semplicemente guardandoli! Questo è il meglio che potevo desiderare per questa estate! Il meglio per la nostra vita!"

29/07: "Di solito nella mia vita di tutti i giorni, sorrido sempre, sono una donna felice, una madre, e sono felice nel mio lavoro, ma sul tappeto non posso sorridere, naturalmente, gli arbitri devono essere seri, rigorosi e completamente concentrati, ma nella mia mente, nel mio cuore, sorrido anche io. Felice di arbitrare i migliori atleti del mondo, a Tokyo."

30/07: "Molti judoka hanno un piccolo rituale prima di salire sul tatami per la competizione. Alcuni di loro hanno una bambola, un piccolo oggetto con ricordi fortunati, o qualche movimento, come un rituale, che fanno ogni volta prima dei combattimenti. Essendo io stessa una judoka, ho fatto anche questo. Come arbitro ho un piccolo rituale: mentre sto al centro e aspetto i combattenti, guardo al centro il simbolo/logo della competizione. Nei tour IJF per esempio in mezzo al logo IJF. Qui a Tokyo ho un movimento speciale: come vado al centro faccio sempre un passo attraverso i 5 cerchi olimpici ai lati del tappeto. Perché stiamo arbitrando per tutti i judoka del mondo nei 5 continenti. E stiamo augurando a loro e anche a noi buona fortuna!"

31/07: "Oh mio Dio! L'ultimo giorno! Non sono stanca, anche se abbiamo lavorato sodo in questi 8 giorni. Per me tutto questo è un divertimento incredibile, non un lavoro...Oggi la prima competizione a squadre nella storia delle Olimpiadi! Squadre miste uomini e donne, tutti insieme. Che bello, questa è la vera uguaglianza tra i generi. Felice di essere qui, come arbitro in questa giornata storica!"

Le Olimpiadi non sono solamente un evento unico per gli atleti, ma è bellissimo scoprire come anche gli arbitri stessi, investiti delle loro responsabilità, vivano in un modo così intenso questo evento unico.