Essere dei professionisti IJF che girano per tutto il Mondo, avere un week end libero e venire a lavorare a casa: per Elisabetta Fratini e Huu Hanh Pham non si tratta di un impegno, ma di un piacere.
Entrambi membri del gruppo IT Tecnico IJF, Elisabetta si occupa dell’aspetto più strettamente amministrativo, mentre Huu Hanh è più focalizzato su quello tecnico.
Elisabetta, come mai, in uno dei pochi fine settimana liberi, siete venuti a Lignano?
“Siamo qui perché siamo a casa! –dice con spontaneità Elisabetta – Quando Milena ci ha chiesto se eravamo disponibili per venire a fare lo streaming, abbiamo subito detto di sì. In realtà la nostra problematica è sempre quella di riuscire ad avere un week end libero, stavolta è andata bene!”
Com’è girare il Mondo e poi trovarsi a dare una mano a un evento in Friuli?
“È sempre bello perché sei a casa, conosci tutti, l’ambiente è sereno… questo week end è anche un bel challange, perché comunque è uno streaming su sei tatami, non è una cosa che capita sempre. C’è della preparazione da fare prima certo, la solita mezz’ora di stress all’inizio, ma per ora sta andando tutto liscio”.
“Qui lavoro con gli amici - conferma Huu Hanh – La gara è bella, l’organizzazione più che buona, l’emozione che arriva a chi come me si trova anche ad arbitrare sul tatami è tanta”.
Come trovate il livello visto finora?
“Sul livello tecnico non posso pronunciarmi –risponde Elisabetta- perché non ho ancora avuto modo di vedere nemmeno un incontro completo, ma il livello dell’organizzazione è molto buono, è rodato, lo sappiamo. Il gruppo funziona bene, sia il gruppo Yama Arashi che Friuli Venezia Giulia. Il prodotto finale è sicuramente ottimo e credo che anche i club che sono venuti in gara siano più che soddisfatti, perché comunque Lignano si presta a eventi come questo: la location è ottima, perché dormi dentro, mangi dentro, non ci sono stress di spostamenti… ovviamente c’è lo step in più della gestione Covid, che, comunque, mi sembra sia andata liscissimo, quindi mi pare che tutti siano sereni e contenti! Credo si debba al fatto che viene riconosciuta la volontà di investire nel migliorare, nel dare di più a tecnici, atleti, club, malgrado le restrizioni causate dal Covid. Il servizio streaming è un di più che viene offerto e che, di questi tempi, permette anche a chi è dovuto rimanere a casa, di godersi la gara”.
Cosa vuol dire offrire un servizio streaming per una gara come questa?
“Fare streaming –risponde ancora Elisabetta - vuol dire avere la possibilità di registrare il segnale trasmesso da ciascun tatami, quindi avere una telecamera dedicata per tatami e le macchine che possano poi registrare, trasformare segnali e rimandarli su youtube”.
Come si diventa specialisti dello streaming?
“Su questo aspetto Huu Hanh potrà risponderti in maniera più tecnica, ma posso intanto dirti che, se è vero che, al giorno d’oggi, uno streaming lo può fare chiunque abbia un semplice telefono, un collegamento di qualità non è così semplice da organizzare e garantire, perché richiedere una trasmissione di un certo livello. La tecnologia aiuta, però dev’essere adeguata e guidata da qualcuno che sappia ciò che fa”.
Davanti a noi una vera e propria postazione di regia costituita da diversi schermi di computer, collegati ad apparecchiature dall’aria sofisticata. In tutto 200 kg di materiali, tra portatili, cavi di trasmissione e apparecchi vari.
“A parte il materiale c’è molto lavoro dietro, anche se Huu Hanh, da informatico appassionato, tende a minimizzarlo, ma le cose da fare sono tante, dalla preparazione del link a quella delle immagini, gli score board… c’è una parte tecnica che bisogna conoscere”.
“È vero – conferma Huu Hanh – da un punto di vista tecnico è una gara difficile, perché si svolge su sei tatami, quando, spesso, i servizi streaming che prepariamo sono per quattro. Addirittura abbiamo previsto l’eventualità che qualcosa non funzionasse a dovere e abbiamo preparato un ulteriore streaming di emergenza!”
Una grossa preparazione quindi?
“Direi proprio di sì: abbiamo cominciato a ragionare su come realizzare lo streaming quasi un mese fa e a casa abbiamo fatto già una prova quasi globale, per essere sicuri che le telecamere funzionassero, che la parte grafica fosse adeguata e non ci fossero sorprese dell’ultimo minuto. Speriamo che sia un servizio utile e apprezzato da tecnici, atleti e persone a casa”.
Quali differenze trovi tra le gare del circuito internazionale che solitamente seguite e l’Alpe Adria?
“Nessuna, a livello tecnico: ho avuto a disposizione un team che mi ha aiutato in maniera impeccabile, senza aver niente da invidiare ai professionisti. Quello che ha fatto la differenza è stata la gestione di un numero maggiore di tatami, una sfida che abbiamo affrontato volentieri e che, mi auguro, abbiamo anche vinto!”