Essere un insegnante dell’IJF Academy è un compito impegnativo, ma estremamente soddisfacente, perché ti porta a insegnare e a esaminare gli studenti in diverse realtà del Mondo, come ci spiega Slavisa Bradich, intervistato alcune settimane fa, a ridosso della partenza per la Niger e lasciato andare con la promessa di raccontarci come quell’esperienza sarebbe andata.
A spingerlo così lontano il compito di esaminare i progressi dei suoi studenti diplomatisi all’IJF Academy, ma anche la promessa di fare visita a uno dei suoi allievi più promettenti, Karimou Bagna Boubacar del Judo club Releve di Niamey. Recentemente diplomatosi al secondo livello dell'IJF Academy e ora coach per il suo club per allievi di diverse età.
Il mio primo contatto con lui è avvenuto a Benin, dove si teneva il corso per il secondo livello dell'IJF Academy, ci spiega il Maestro Bradich. Quando mi ha invitato a visitare il suo club, in occasione del mio soggiorno in Niger, ho accettato con gioia naturalmente. Il Club è stato creato come parte della casa di famiglia in cui Karim vive ed è formato da 50 mq di tatami. Ciò che mi ha affascinato maggiormente è stato l'entusiasmo e il desiderio di apprendere mostrato dai suoi studenti.
Inoltre, sono rimasto colpito dalla conoscenza dei termini giapponesi dimostrata tanto dai bambini più piccoli, a partire dai 3 anni di età, quanto dagli allievi più maturi: la motivazione e la passione che guidano i membri della sua Società sono fantastici, se si tiene conto delle incredibili difficoltà in cui il club lavora. Il talento dei suoi studenti è fenomenale e, sfortunatamente, è il sistema che impedisce al loro talento di manifestarsi pienamente: il numero delle competizioni è esiguo, inoltre c'è molta povertà e, contestualmente, mancanza di appoggio da parte della Federazione e delle Istituzioni in generale, fatto che soffoca progressi e risultati.
Una situazione di difficile gestione, con una sede fatiscente e forse inadeguata, ma anche con tanta passione, condivisa tra insegnante e allievi. Forse sarà per questo che le circostanze in cui si trova a far lezione non paiono spaventare affatto Karim, che, seppur di poche parole, è molto generoso del suo poco tempo.
Quanti club esistono a Niamey e quanti in tutta la Nigeria?
Ce ne sono 18 soltanto qui a Niamey e 35 nell'intero Paese.
Qual è il club più importante?
Il Samouraï Judo Club di Niamey, che conta oltre cento iscritti.
Qual è il motivo principale che ti spinge a lavorare come coach?
Semplicemente l’amore per il judo: insegno come volontario, non vengo pagato per quello che faccio. Insegno quando ho terminato di lavorare come membro della sicurezza per l’Ambasciata americana e anche il sabato e la domenica. Cerco di spingere le persone a fare attività fisica per migliorare la propria salute.
Che cos’è per te il judo?
È la mia vita, un amore incondizionato.
Che obiettivi ti poni come insegnante?
Voglio che i miei studenti apprendano a vivere secondo i valori educativi del judo, conducendo uno stile di vita sano, dei buoni allenamenti che consentano loro di diventare dei validi agonisti, in modo da essere in grado, un giorno, di rappresentare il nostro Paese in competizioni internazionali in giro per il Mondo.
Qual è il più grande problema che riscontri nel fare il tuo lavoro di insegnante?
Il primo e più significativo è quello del denaro: non ci sono soldi per acquistare i judogi, le cinture, tatami decenti… soltanto alcuni genitori sono in grado di fornire un po’ di soldi per allenare adeguatamente i loro figli. Federazione e Governo non ci aiutano e non è facile reperire degli sponsor che possano sostenerci.
Che cosa ti ha dato il judo di così speciale da voler continuare a insegnarlo malgrado le difficoltà?
Tante cose: buona salute, sia fisica che mentale; ottime amicizie e relazioni e la possibilità di scoprire la bellezza e ampiezza del Mondo attraverso molti viaggi.