Il judo, una disciplina che regala tanto, che richiede precisione, coordinazione, impegno fisico e mentale e che, in cambio, dona valori come amicizia, lealtà, rispetto, accettazione di sé e dell’altro. Tutte caratteristiche che trovano riscontro nella bella giornata trascorsa a Pasiano di Pordenone, all’evento FISDIR organizzato oramai da ben 27 anni dal Sekai Budo, a cura di Ermanno Furia, con la collaborazione di Mauro Basso, Ezio Turcolin, Ingrid Carmelos e di tutto il club pordenonese.
Presenti alla gara rappresentative provenienti da Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia, ma anche dalla Bosnia Erzegovina e dalla Croazia, per un incontro nato diversi anni fa e portato avanti da diverse persone prima di venir gestito da Furia, alla presenza anche del Presidente Regionale FVG del Comitato Internazionale Paralimpico, Giovanni De Piero.
Ci ritroviamo da anni per questo appuntamento –dice al microfono Furia, con una nota di emozione nella voce, mentre dà l’avvio alla giornata -. Rimaniamo sempre giovani dentro e stiamo attenti a non rovesciarci!
All’incirca trenta gli atleti partecipanti, tutti contraddistinti da una caratteristica comune: un prepotente sorriso che esprime tutta la loro felicità e l’orgoglio di essere presenti.
La gara ha un buon livello tecnico e anche la partecipazione mi sembra aumentata rispetto alle ultime volte, se si pensa che abbiamo avuto due anni terribili, direi che questo è un buon risultato – a parlare è Paola Baroncelli, referente tecnico nazionale. Portare in giro questi ragazzi è meraviglioso, basta guardarli! Tutti amici, vincono, perdono, è esattamente la stessa cosa… è bellissimo portarli in giro perché aumentiamo la loro autonomia: dormono fuori in albergo, è tutto un mondo differente dalle loro famiglie, cosa che a loro fa un bene incredibile.
La loro disabilità è di carattere intellettivo relazionale. Esistono tre categorie: i +1 che sono quelli che hanno cominciato da poco o che sono meno forti, i +2 che va’ in crescendo e poi gli agonisti, che sono atleti a tutti gli effetti e combattono con regolamento federale quasi in toto, certo, adattato, perché non fanno leve né strangolamenti; per il resto è quasi tutto uguale.
Vengo qui da dodici anni e conosco Ermanno dal 2010, quando ci siamo incontrati a una gara a Ravenna – ci racconta il coach croato René Petrovic – e da allora veniamo ogni anno. Sappiamo che troviamo un buon torneo, perché non è troppo grande e qui posso testare i miei judoka per tornei più importanti; inoltre l’ambiente è molto amichevole, che è la cosa più importante per noi! Il nostro obiettivo principale è l’amicizia: incontrare gente nuova, farci nuovi amici e ritrovare quelli vecchi!
Sentimenti condivisi anche da Giosuè Giglio, coach del team siculo, oltre che componente dello staff tecnico nazionale per la FISDIR: la gara è ben organizzata: è il primo anno che partecipiamo con la nostra società e io, in particolare, in qualità di componente tecnico federale. Ho visto un buon numero e un buon livello tecnico da parte degli atleti. Molto interessante è stato vedere lavori a destra e a sinistra, con cambi di direzione, che fanno capire che, nelle loro rispettive società, i ragazzi lavorano ad altissimo livello. Sicuramente il lavoro integrato con i normodotati aiuta, perché stimola i ragazzi ad avere sollecitazioni diverse, che portano a una crescita educativa e sportiva dell’atleta a 360°. Quindi ritengo che sia importante partecipare a più gare possibili, per far incontrare molto più spesso i nostri atleti. E il fatto che il progetto di collaborazione con la FIJLKAM sia stato promosso e portato avanti dimostra che la crescita del livello tecnico dei ragazzi con disabilità intellettive potrà migliorare di anno in anno.
Il successo della manifestazione è dovuto anche alla disponibilità con cui tre persone hanno donato il loro tempo oggi. Si tratta di Chiara Adami, arbitro veneto e di due arbitri internazionali: la croata Jadranka Pongrac e il friulano Mirko Tambozzo.
Essere qui è l’essenza e la grandezza del judo – commenta Tambozzo – lo possono praticare tutti, ciascuno adattandolo alle proprie capacità. Vedere felici persone che ogni giorno devono affrontare tante difficoltà nella vita rafforza la voglia di fare le cose per gli altri. C’è chi è scontento e protesta anche quando vince e chi, come questi ragazzi, è semplicemente felice di salire sul tatami.
Non potrebbe essere più d’accordo Jadranka Pongrac: è una competizione bella ed emozionante, che dona energia positiva! Ho partecipato ai campionati europei di kata due settimane fa, sono un arbitro internazionale e ho preso parte alle finali nazionali in Croazia lo scorso fine settimana. Però essere qui oggi mi dà gioia, è positivo per il mio spirito: quando guardo negli occhi di questi ragazzi penso a quegli arbitri che non comprendono questa forma di judo e lo snobbano, ma è questo il vero judo di alto livello! Quando partecipo a questo genere di manifestazioni mi commuovo ogni volta.
Per dirla con Ermanno Furia: judo è quella cosa che si adatta a chi ha di fronte.
A dare il senso della giornata la corsa sfrenata e gioiosa di un bambino a fine gara in braccio al suo allenatore urlando: Ho vinto!
A guardarlo ci siamo sentiti tutti vincitori insieme a lui.