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Judo

Lucy Renshall: il mio segreto? Non mollare mai! Parola di numero 1!

730 sono i punti che Lucy Renshall, judoka della nazionale inglese, ha messo tra sé e la francese Clarisse Agbegnenou nella ranking list mondiale dei -63 kg. Un risultato conseguito di recente, dopo aver conquistato il quinto posto nel Grand Slam di Parigi e l’oro al Grand Slam di Antalya e che segue il bel percorso iniziato dopo le Olimpiadi con un argento a Parigi nel Grand Slam 2021 e due ori nei Grand Slam di Baku e Abu Dhabi, che avevano chiuso l’anno passato nel migliore dei modi.

Era dal 2017 che una judoka inglese non finiva prima in ranking: l’ultima volta era toccato a Natalie Powell nei -78 kg. Non stupisce quindi la gioia di Renshall che, alla notizia di aver conquistato il vertice dei -63 kg ha commentato in una recente intervista: Sono così felice di essere la numero uno al Mondo. All’inizio dell’anno avevo buttato giù una lista di obiettivi personali che avrei voluto raggiungere nel 2022. Siamo soltanto a giugno e ne ho già raggiunto uno.  Per quanto ci sia il mio nome in cima alla ranking, non avrei raggiunto niente di tutto questo senza avere un fantastico team che mi supporta. Senza Jamie e tutto il team del British Judo National Training Centre dalla mia parte nei buoni e nei cattivi momenti, non sarei arrivata dove sono oggi.

E proprio con Jamie Johnson abbiamo scambiato due chiacchiere, in un momento di pausa allo Stage FIJLKAM di Lignano, nell’intervallo tra l’allenamento femminile e quello maschile.

Com’è cambiato il judo negli ultimi anni e quanto ha influito la pandemia sul modo di affrontare gli allenamenti e le gare?

In realtà questo è un bel momento, perché, dopo la pandemia, tutto sta tornando alla normalità. Certo, la pandemia ha avuto un effetto sconcertante non soltanto sul nostro sport, ma su tutto il Mondo… per cui, ora che si può, tutti stanno partecipando a più gare e training camp possibili, per cercare il confronto.

Che cosa significa essere qui al Training camp di Lignano e quali sono le sensazioni?

Molto buone! Dopo i campionati europei, dove abbiamo conquistato due medaglie d’oro (ndr: Chelsie Giles nei 52 kg e Gemma Howell nei 63 kg), ora avremo una settimana di riposo in cui torneremo a casa e poi continueremo con altri training camp in preparazione per i prossimi impegni. Come già detto, è molto positivo ritrovarsi ad allenarsi tutti insieme e questa settimana a Lignano è stata particolarmente buona perché il clima era ottimo e ci siamo trovati benissimo con il team italiano e con le altre squadre presenti.

Qualche secondo e Johnson è di nuovo sul tatami, a dare indicazioni alle sue atlete, lasciandoci un paio di minuti per parlare con Lucy al termine dell’allenamento del mattino. Iniziamo parlando di qualcosa che esula dal mondo del judo. Il tempo è poco e Lucy sorridente, ma di poche parole, per cui ci lanciamo in una fitta serie di veloci botta e risposta.

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Lucy, vedo che hai più di qualche tatuaggio: puoi dirci che cosa significano?

Niente, mi piacciono e basta… be’, tranne questo, che è il nome del mio cane!

Hai un nomignolo?

No, perché il mio nome è corto, semplicemente Lucy!

Hai un portafortuna o un rito propiziatorio che segui prima delle gare?

No, ascolto semplicemente della musica per cercare di concentrarmi, sia negli allenamenti più importanti che nelle competizioni.

Qual è il tuo partner preferito per allenarti tra quelli presenti qui allo stage?

Ce n’è più di uno in realtà: ci sono atleti validi che vengono dal Portogallo, il team canadese e quello austriaco.

Qual è il tuo judoka preferito in assoluto?

Questa è difficile… ma credo di poter dire la giapponese Chizuru Arai, che combatteva nei 70 kg: è venuta in Inghilterra per allenarsi con noi e insegnarci un po’ delle sue strategie e ho amato il suo modo di intendere il judo!

Qual è il tuo obiettivo principale nella vita, al di là del judo?

Certo, per adesso il judo è ancora al centro dei miei pensieri, ma non soltanto come atleta: sto iniziando a studiare, perché vorrei diventare un'insegnante quando terminerò la mia carriera agonistica.

Considerata questa ambizione, qual è secondo te la cosa più importante da insegnare ai giovani?

Tutto è importante! Bisogna fare attenzione a un sacco di elementi per farli crescere nella maniera giusta, ma più di tutto, aiutarli a sviluppare le loro abilità mentali.

Ovviamente, come atleta, il tuo obiettivo ultimo è, al momento, Parigi 2024. Quali sono i passi intermedi per arrivarci?

Credo che la cosa più importante sia continuare ad allenarsi duramente, con il team, ma anche individualmente, concentrandomi sui miei obiettivi, sugli incontri che mi aspettano e affrontare tutto giorno per giorno, senza mollare mai.

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