È stato davvero un gran mondiale quello dei cadetti azzurri a Zagabria. Talmente bello e soddisfacente sotto molti punti di vista, che tutti i commenti letti ed ascoltati sono risultati entusiastici. Del resto, le medaglie piacciono a chiunquee vederne ben cinque, messe in fila nel medagliere alla voce Italia, con tre finali per l’oro disputate, lasciano poco spazio alle critiche.
In tutta questa storia però, di per sé straordinaria, ce n’è una davvero speciale che merita un altro momento di attenzione. E non tanto perché fino ad ora nessun club italiano era ancora riuscito a tanto, ovvero piazzare due atleti in finale ad un campionato del mondo. Per quanto sia un nuovo record da mettere in memoria, non è per questo, ma perché quei due ragazzi sono cresciuti assieme, nel vero senso della parola. A scuola assieme, in palestra assieme, tutto o quasi assieme. Anche la finale mondiale, ad una manciata di minuti una dall’altra.
Una storia in una cittadina di quasi 50mila abitanti, che apre uno spiraglio anche nella marea di brutta cronaca che riempie abitualmente media e social. A farlo infatti, ci ha pensato il Liceo Scientifico “F. Masci” di Chieti che, proprio ieri, ha scritto così sui social: “E, dopo gli europei, i nostri Lucio Tavoletta e Alessandro Bruno D’Urbano (entrambi della classe 4B) non smettono di stupire e si prendono anche la vetta del mondo! Sottolineiamo che, oltre a dimostrarsi atleti di livello assoluto, questi ragazzi hanno grandi qualità umane e, nonostante i mille impegni sportivi, sono studenti encomiabili. Complimenti di cuore a loro, alle loro famiglie e alla società”.
“Pensavo di riposarmi oggi -ha detto ieri Silvio Tavoletta- e invece stiamo tifando i ragazzi della nazionale italiana urlando come non mai. Lucio e Ale sono andati al palazzetto presto con la squadra e hanno fatto riscaldare i loro compagni. Questa è la forza della squadra, la bellezza del judo. Questa notte non ho dormito, l'ho passata a rispondere ai tantissimi messaggi e a guardare di nuovo gli incontri dei ragazzi e le foto della gara. Tra tutte una, quella in cui ridiamo con Lucio, io Alessandro e il papà di D'Urbano. Motivo: la prima cosa che ha detto prima di abbracciarci è stata ho fame, voglio mangiare. Tutti e due ringraziano i loro compagni di squadra. Senza di loro non saremmo qui ora. La bellezza della nostra vittoria è che la condivideremo con tutta la nostra squadra, con tutti i ragazzi con cui siamo cresciuti e con cui abbiamo condiviso gioie e dolori”.
Alessandro: “Dopo la delusione dei campionati europei ho passato dei momenti in cui ho pensato che un risultato come questo non sarebbe mai potuto arrivare. E invece... ho battuto quello che per me era un mostro invincibile, il serbo Grahovac, e prima il vicecampione europeo. Sono un pochino deluso dalla finale ma mi sto godendo la mia medaglia bellissima”.
Lucio: “Non mi rendo ancora conto di quello che è successo. All'inizio di quest'anno chi poteva immaginare tutto questo. Ho scommesso che mi sarai rasato a zero se avessi vinto gli europei. Incredibile è successo. Mi hanno graziato. Ho promesso che l'avrei fatto se avessi vinto il mondiale. E ora? Ahaha a parte gli scherzi, sto vivendo un sogno, sogno che auguro a tutti i ragazzi come noi che fanno mille sacrifici per provare a vivere un giorno come quello di ieri”.