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Judo

John Buchanan: quando il judo ha radici profonde

È impossibile sbagliarsi. Quando allo Skorpion stage si entra al Palasport e si sentono dei poderosi fischi, già si può intuire che John Buchanan, judoka scozzese bronzo ai Campionati del Mondo 2001, è a Piancavallo!
Simpatico, carismatico, inarrestabile, Buchanan saltella per il tatami come un folletto, con un luccichio speciale negli occhi, che si illuminano in particolare quando osserva i suoi figli fare randori.

Non c’è da stupirsi, considerato che Lexi, figlia d’arte di John e di sua moglie Clare, è considerata uno dei talenti emergenti nel panorama del judo scozzese.

Prima di iniziare l’intervista, coach Buchanan mostra con orgoglio una foto che si è fatto scattare al fianco di Ezio Gamba, super ospite di oggi allo stage e rivela: Gamba è davvero una leggenda! Ho inviato la foto insieme a Neil Adams, che di Gamba è stato storico avversario! Era felice, sono grandi amici!

Questa è la terza volta che partecipi come insegnante allo Skorpion Stage: che cosa ha caratterizzato quest’edizione e l’ha resa speciale?

Non il tempo! – ride – Direi che quest’anno c’erano tanti bambini in più dell’anno passato e, parlando personalmente, quest’anno è stato più rilassante, perché conoscevo già il format e sapevo come muovermi, le tempistiche, le modalità.

Fuori dal tatami che cosa ti dà la stessa soddisfazione di un ippon?

Non saprei, forse il divertirmi vedendo i miei figli interagire con campioni olimpici e mondiali, che li trattano da judoka pari a pari! Vederli allo stesso tavolo con judoka del calibro di Hikari [ndr Sasaki] e altri amici, è bellissimo. Il judo ti dà queste opportunità, è un circolo relativamente piccolo, dove, a un certo livello, un po’ tutti si conoscono e i giovani, a uno stage come questo in particolare, dove tutto è a portata di mano, possono interagire con le superstar in maniera davvero semplice e molto diretta.

Com’è cambiato il tuo rapporto con judo crescendo?

Ho iniziato judo che avevo nove anni e ho sempre sentito il mio coach di allora parlare di Olimpiadi, era una parola che risuonava nelle mie orecchie di continuo, per cui era quasi naturale che diventasse per me un obiettivo concreto e ineluttabile. Poi, verso i quindici anni il judo ha iniziato a riempire completamente le mie giornate e il sogno olimpico ha assunto ancora più di prima una connotazione molto pratica e reale nella mia vita. Non è stato sempre facile, anzi, è stato un percorso molto impegnativo, specialmente perché ero giovane, in una categoria di peso leggera, in cui era un’impresa sfondare… poi sono passati gli anni, ho conosciuto mia moglie sul tatami, i nostri figli ora praticano judo e il judo ha riempito quasi tutta la mia vita sotto molti aspetti diversi. La cosa singolare è che nella mia famiglia di provenienza nessuno aveva o ha mai praticato il judo, né i miei genitori, né mia sorella, io sono stato l’unico e il solo. E ora posso dire che il judo è la mia passione, la mia vita, il mio lavoro.

Hai mai avuto un periodo in cui hai desiderato lasciare il judo? E, se sì, che cosa ti ha fatto poi tornare indietro?

No, non ho mai nemmeno pensato di abbandonare il judo. Il periodo pandemico è stato quello in cui per più tempo non ho praticato judo.

Puoi dare un consiglio a quei bambini e ragazzi che hanno un periodo nero col judo e vogliono prendersi una pausa o smettere di praticarlo?

Mi rendo conto che per i giovani che praticano judo da alcuni anni e non ottengono grandi risultati può risultare frustrante continuare a provarci e avere la costante sensazione di fallire, ma credo che le motivazioni per continuare vadano ricercate e costruire nel tempo: un buon team fa sì che si desideri continuare a far parte di una squadra, perché ci si sente a casa, non si tratta soltanto di sport, ma di un gruppo che nel tempo diventa indissolubile e in cui ogni persone costituisce un elemento prezioso e insostituibile.

Ciò che mi sento di dire è che a me ci è voluto molto per sfondare e non tutti sono fatti per avere successo nel judo o per essere dei campioni, ma molto spesso chi porta avanti i club e trasmette la passione è chi semplicemente non ha mai mollato ed è ancora lì, a lottare ogni giorno, senza mai smettere di crederci e senza arrendersi mai, alla continua ricerca della soddisfazione dei propri obiettivi.

Piancavallo (PN) - 18/04/2025 - SKORPION STAGE 2025 - Foto Elia Falaschi © 2025 - https://www.eliafalaschi.it - https://www.skorpionpn.com

C’è qualcosa di te che non si conosce nell’ambiente del judo?

In questo periodo mi piace il giardinaggio: ho un grande giardino e sto provando a trasformarlo nel modo che ho in mente. Ci sono tanti alberi da frutto –di mele, di pere, di ciliegie-, ben diciassette, che hanno necessità di cure attente, anche perché il giardino era in condizioni disastrose quando ci siamo trasferiti lì. Io sono stato un potatore professionista, per cui so di che cosa necessita il mio giardino e ogni volta che ho un po’ di tempo libero, lo uso per potare gli alberi, sistemare in giro, dargli la forma che ho in mente.
Anni fa ho fatto il mestiere di potatore per un anno e mezzo di fila, a tempo pieno: avevo iniziato ad annoiarmi con la continua preparazione atletica e tecnica richiesta dal judo, avevo bisogno di staccare un po’ la spina, di allenarmi soltanto la sera per passione, ma anche di mettere da parte dei soldi per vivere, perché sappiamo bene che il judo non sempre ti ripaga economicamente in maniera adeguata per l’impegno profuso. Poi però il judo è tornato a essere preponderante nella mia vita, a darmi ciò che mi serviva e così ho accantonato il giardinaggio professionistico, mantenendo però sempre la passione.

Avrei voluto sviluppare anche la passione per la cura dei bonsai, ma mi è impossibile: ne avevo fino a qualche anno fa; mi sono morti tutti! Non è possibile curarli andando via per tre settimane di fila o comunque con la vita che faccio. Proprio prima di venire qui a Piancavallo ho potato i rami degli alberi più alti e cercato di lasciare il giardino in condizioni decenti, perché amo vedere tutti gli organismi viventi che lo compongono e dare loro una vita adeguata e rispettosa, ma con i bonsai la cura richiesta è costante e non sono proprio in grado di fornirgliela al momento.

Piancavallo (PN) - 18/04/2025 - SKORPION STAGE 2025 - Foto Elia Falaschi © 2025 - https://www.eliafalaschi.it - https://www.skorpionpn.com

Tornando allo stage: c’è un suggerimento che ti sentiresti di dare per una prossima edizione?

Non saprei: è un camp che offre già delle opportunità pazzesche per judoka di varie età, dai piccolissimi agli agonisti. Una cosa in cui trovo motivo di ispirazione è la garetta finale che viene proposta ai bambini. Mi piacerebbe che per gli agonisti venisse proposto un evento proporzionato alle loro qualità e abilità e che fosse per loro ulteriormente motivante. Penso a un team event, con atleti di varie nazionalità che si sfidano a squadre, magari con la presenza speciale di una squadra di veri campioni da sfidare! Credo creerebbe un’atmosfera ancora più speciale e aiuterebbe a chiudere lo stage con il botto.