Ci ha lasciati nella giornata di ieri, venerdì 27 marzo, Domenico Angelini, classe 1939, campione italiano di judo nei pesi medio-massimi nel 1969 a Gorizia.
Dopo la perdita della moglie, viveva da un po' di tempo nel Lazio presso il nipote.
Al di là dei meriti sportivi, Domenico viene ricordato per il suo grande cuore, da uomo, da amico e da insegnante, con l'incoraggiamento che dava sempre sul tatami ed in gara.
La FIJLKAM FVG si stringe nel suo ricordo attorno a tutti gli affetti.
Domenico Angelini, classe 1939, arrivò a Trieste nel 1963. Era un valente atleta delle Fiamme Oro, conquistò fra l’altro il titolo italiano nei 93 kg nel 1969, ma come accadeva normalmente a quei tempi venne impiegato anche nell’insegnamento e dal 1964 divenne il tecnico titolare del Dopolavoro Ferroviario Trieste. Guidati dal Maestro Angelini, Italo Riggi e Fabio Fortunat sono saliti più volte sul podio ai campionati italiani, ma la sua impronta didattica ha lasciato il segno anche sulle generazioni successive. Da atleta, Domenico Angelini è stato convocato quattro volte nella squadra azzurra (rif. Il Judo a Trieste - Storie dell’altro secolo, p. 79) ottenendo un terzo posto nei +93 kg nella Jadran Cup del 1970 a Spalato e, dopo l’incontro a squadre Belgio-Italia a Mons nel 1971, si dedicò soltanto all’insegnamento. Una decisione che avrebbe voluto prendere già un paio d’anni prima, “Lo convinsi io – ha ricordato infatti Palmiro Gaio – a non ritirarsi dall’agonismo nel 1969, quando aveva deciso di dedicarsi alla carriera in Polizia. Feci bene a convincerlo perché proprio quell’anno vinse il titolo italiano. Rimase contento anche lui”.
Nella foto: Gino Zanchetta (+93 kg) e Domenico Angelini (93 kg) con la fascia tricolore di campione italiano a Gorizia 1969