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Judo

Coppie di judoka: due chiacchiere con Orazio D'Allura e Giulia Quintavalle

Lui, Orazio D’allura, judoka messinese, ex atleta nazionale, pluricampione italiano assoluto, bronzo ai Campionati Mondiali Militari, 3 volte Medaglia d’argento ai Campionati Militari a Squadre, Medaglia d’oro ai Campionati Europei a Squadre Senior; lei, Giulia Quintavalle, livornese, prima donna italiana a vincere alle Olimpiadi una medaglia d’oro nel judo (Pechino 2008),quinta classificata alle Olimpiadi successive (Londra 2012), coautrice del libro autobiografico "La signora del judo", mamma di due bambini. Sposati dal 2012, si dedicano entrambi all’insegnamento del judo presso il Kodokan Judo Cecina, club livornese dove, negli anni ’90, Giulia aveva seguito il suo primo Maestro, Renato Cantini.

Da judoka come state vivendo questo periodo di arresto forzato?

Giulia: È una situazione particolare, perché, fino ad oggi nessuno l’ha mai vissuta, eccetto per le persone anziane che hanno fatto la guerra… noi da judoka e da sportivi siamo abituati ad adattarci alle situazioni scomode… in questo caso non si può nemmeno uscire, però, anche se non è un bel periodo, a voler cercare dei lati positivi, perlomeno ti vivi di più la casa, ti vivi di più i tuoi affetti, i bambini e il compagno, cosa che oggi, nella vita frenetica di tutti i giorni, non è possibile e questi momenti così intimi e quotidiani un po’ si sono persi…

Che cosa ne pensate dello spostamento al 2021 delle Olimpiadi (sempre che non vengano annullate)?

Giulia: da atleta è difficile da accettare, perché le Olimpiadi sono ogni quattro anni e questo era lo sprint finale dopo quattro anni di sacrifici. Però bisogna anche vedere la situazione: è un momento di tanta paura, in cui la salute viene prima di tutto, quindi ti abitui per forza anche a questo.

Che cosa significa a livello psicologico e di preparazione per i nostri atleti?

Orazio: Certo che per gli atleti è una bella batosta, per quelli che hanno preparato l’Olimpiade per quattro anni, perché, di solito, quando si prepara una gara così importante c’è un percorso che, a questo punto, sarebbe stato in fase di rifinitura. Però nulla cambia perché i nostri atleti sono tutti giovani e, di conseguenza, possono ambire ancora ad essere competitivi anche se l’appuntamento è stato spostato al 2021. Forse qualche piccolo problema potrebbe derivare dai cambi di categoria, che comunque erano già preventivati dopo la stagione. Ad ogni modo, essendo tutti ragazzi intelligenti, si rimboccheranno le maniche e cercheranno di arrivare preparati in ogni caso.

Che consigli vi sentireste di dare ai judoka italiani costretti a starsene a casa?

Orazio: Consigliamo di non mollare, di avere sempre l’obiettivo che si erano prefissati ad inizio stagione; mentre per quelli che sono più giovani e non fanno ancora attività internazionale consigliamo di continuare a muoversi, di fare qualcosa a casa con quello che hanno a disposizione, tanto, prima o poi, ritornerà tutto come prima e si ritornerà più forti!

Ieri atleti, oggi Insegnanti Tecnici: come è cambiata la prospettiva di una gara vissuta dalla sedia?

Orazio: la prospettiva è cambiata parecchio, perché prima eri tu che eri in gioco e di conseguenza avevi meno attenzioni e premure verso gli altri, quindi, magari eri un po’ più egoista e pensavi a te stesso. Adesso, invece, ti devi preoccupare di mille cose, perché ogni atleta ha un suo modo di vivere, di essere, per cui lo devi gestire a livello tecnico e anche psicologico: ad ogni atleta è come se dovessi fare un abito su misura!

Giulia: atleta olimpica, mamma, scrittrice, laureata in Scienze Motorie... c'è un traguardo che senti di non aver ancora raggiunto o un obiettivo che ti poni per il futuro?!

Giulia: Nel mio percorso difficilmente mi sono posta dei traguardi: strada facendo ho incontrato percorsi interessanti, che mi hanno fatto decidere di pormi determinati obiettivi e di raggiungerli, giorno per giorno. Ad oggi mi piacerebbe specializzarmi di più come allenatrice dei bambini, quindi il mio obiettivo ora come ora è migliorarmi in quel campo.

Qual è l'incontro che è stato più determinante nella tua carriera sportiva?

Giulia: non è proprio un incontro, ma la gara che ho fatto ai Mondiali di Rio de Janeiro nel 2007 che mi hanno permesso l’accesso diretto alle Olimpiadi di Pechino 2008. In quella gara ho fatto sette incontri e sono arrivata quinta, perdendo la semifinale per poco e la finale uguale. Sono arrivata quinta, ma per me è stato comunque un grandissimo traguardo e poi, insomma, l’obiettivo raggiunto subito alla prima gara di quel livello, di qualificarmi subito per le Olimpiadi, per me è stata una grande vittoria, anche se non ho portato a casa la medaglia… La ricordo sempre con entusiasmo ed è stata la chiave di svolta della mia carriera.

I vostri figli praticano/praticheranno judo? È stata o sarà una scelta loro?

Giulia: Praticano tutti e due judo: Leonardo fin da piccolo, Zoe sta iniziando, a volte viene, a volte no. Penso sia un’ottima scelta perché è un modo per condividere con loro il nostro tempo, condividere con loro la nostra passione… poi, a mio avviso, sarà che a me ha dato tanto, ma penso che il judo sia uno degli sport più completi che ci siano oggi e uno dei pochi che riesce a trasmetterti i valori più importanti, che ti accompagnano non solo sul tatami, ma anche nella vita, sia da piccoli che da grandi. È avere una seconda famiglia per un judoka stare sul tatami e fare parte di un club.

Credits photo: Giuseppe Marchitto