Aria olimpica a Lignano ed applausi per il mondo sportivo FVG, che sono stati dedicati anche alla judoka triestina Veronica Toniolo, seduta in prima fila assieme alle eccellenze sportive regionali invitate al Bella Italia Efa Village a Lignano Sabbiadoro in occasione dell’incontro con il Presidente del comitato olimpico italiano, Giovanni Malagò. “Sono troppo giovane per Tokio – ha detto Veronica, nel commento che le è stato chiesto dopo Mara Navarria e Margherita Granbassi – ma mi impegno per essere pronta per Parigi 2024”. Parole che il numero uno dello sport italiano ha ascoltato annuendo, alle quali ha replicato così: “Io conosco bene la sua storia, peraltro è una famiglia eccezionale, con Pierangelo che tutti sanno che è il tecnico di Fabio Basile, la medaglia d’oro numero 200 della nostra storia olimpica, per cui sono molto legato alla famiglia Toniolo”. Le belle parole spese per la famiglia Toniolo non sono state le uniche dedicate alla Fijlkam, perché in un passaggio del suo intervento, Giovanni Malagò ha dato la notizia (praticamente in tempo reale) dell’avvenuta qualificazione olimpica della karateka ligure Viviana Bottaro. (quì il video dell'intervento) In un altro passaggio del suo discorso, riferendosi all’organizzazione di eventi importanti in Italia ed alle disponibilità raccolte sul territorio, Malagò ha detto: “…è una grandissima opportunità per rimettere insieme i pezzi di questo nostro strano e meraviglioso paese…”. Poco più di un mese fa, nello stesso Bella Italia Efa Village, in occasione del Judo Winter Camp sono state dette le stesse cose… indubbiamente pronunciate da una voce meno autorevoli, ma il senso voleva essere identico e tale rimane.
Profumo di Olimpiadi. A 6 mesi e mezzo da Tokyo 2020 ieri lo si respirava a pieni polmoni al Bella Italia Efa Village di Lignano Sabbiadoro. Studenti dei licei dello sport o di Scienze motorie, atleti, ex atleti, volontari, sportivi, amministratori, insomma il mondo dello sport si è ritrovato per l'ideale inizio "in salsa Friuli Venezia Giulia" del count down olimpico. Un'Olimpiade lanciata alla grande dal numero uno dello sport italiano, Giovanni Malagò. Il presidente del Coni arriva accompagnato dal braccio destro in Fvg, Giorgio Brandolin e dall'ex campionessa Margherita Granbassi (in stampelle per una caduta...dal treno). Saluta i padroni di casa, su tutti l'arcivescovo Mazzocato e il sindaco Fanotto, e "detta" quattro telegrammi che sanno tanto di investitura. Perché, sia chiaro, puoi dire quel che vuoi di Malagò, ma non che non conosca uno a uno i “suoi” atleti. Mara Navarria è appena entrata in auditorium. Malagò sente il suo nome e “sale” in pedana spada in mano. «È un’atleta a cui sono legato moltissimo. Sono grato a lei per quello che sta facendo. Dimostra in modo encomiabile come si possa essere una grande atleta e una grande mamma. È un simbolo perfetto della vostra terra cui è molto legata. Da lei, come da tutta la forte squadra di scherma mi aspetto moltissimo». Altra mamma, altra argenteria preziosa, Chiara Cainero. Quinta Olimpiade in vista per la tiratrice di Cavalicco, un oro e un argento. E se facesse la portabandiera. Malagò sorride: «Calma, cominciano a esserci più nomi che bandiere da portare. In molti aspirano a questo ruolo. Chiara è fantastica, è una super mamma. Con Diana Bacosi, sua amica, sta dando vita a una bella rivalità». Poi c'è Alexandra Agiurgiuculese. Malagò ci stoppa. Non servono presentazioni, sulla ginnasta sa tutto. «La sua è una storia da incorniciare, di nuove generazioni che arrivano nel nostro Paese e sono più legate all'Italia di quanto lo siano molti di noi. E poi, qualificandosi a Tokyo con la Baldassarri, ha fatto un capolavoro in una disciplina regno delle ginnaste dell'Est». E Alessia Trost, saltatrice pordenonese dal potenziale enorme? «La sto seguendo tantissimo, ha cambiato allenatore, rincorsa. Ha mezzi, deve riprendere fiducia. Io ci credo. Forza Alessia». E prima di prendersi l'ovazione dell'auditorium torna ai Mondiali di biathlon di Anterselva. «Ma quanto brava è stata con quell'argento la sappadina Lisa Vittozzi?». Sì, per una Regione di 1,2 milioni di abitanti non è male. E mancano i ciclisti e altri che si aggiungeranno. Malagò entra, racconta storie, snocciola dati, come i 184 atleti già qualificati a Tokyo («meravigliosamente 92 donne e 92 uomini», dice). Fa i complimenti alla famiglia Pozzo per il modello Udinese e aver avuto il coraggio di costruire uno stadio. «Abbiamo vinto 28 medaglie a Rio, faremo meglio», dice. Un piccolo miracolo in una Nazione dove la scuola latita, e i talenti nascono dal caso e dalla passione dei volontari. Il Friuli, incrocia le dita. (Antonio Simeoli, Messaggero Veneto)