IL RICORDO DI CARLA VERDE SAGLIETTI
Vittorio Capriolo, nato a Torino l’11 marzo 1932 e deceduto a Torino il 27 maggio 2020, lascia nel cuore di quanti hanno avuto l’onore di incontrarlo un grande senso di malinconia e di tristezza.
Persona di altissima caratura morale, incarnava tutti i valori dell’Uomo Sabaudo: il senso del dovere, la famiglia, il lavoro, la dignità, la disponibilità nei confronti del prossimo.
La Sua inclinazione scolastica di tipo umanistico, lo indirizza al Ginnasio, ma in seguito la passione per le lingue straniere lo porta a soggiornare per lunghi periodi di studio in Francia e successivamente a frequentare un college a Londra. Dopo la pausa del servizio di leva, espletato in Campania nel 1952/1953, intraprende un nuovo ciclo triennale di studi, questa volta a Graz (Austria) dove apprende la lingua tedesca.
Rientrato in Italia, nel 1957 viene assunto all’Ufficio Personale FIAT e inizia da subito a frequentare l’allora Gruppo Sportivo Fiat che diventerà SISPORT FIAT nel 1978 e della cui sezione Lotta-Pesi Vittorio diventerà Dirigente fino allo scioglimento avvenuto il 31 dicembre 2002.
La Sua professionalità, le Sue capacità organizzative, la Sua spiccata comunicatività, unite al talento tecnico del Maestro Calafiore, allora allenatore della squadra, porteranno la Sisport Fiat a conquistare ben 22 scudetti nazionali e a raggiungere traguardi prestigiosissimi nel panorama nazionale e internazionale della Lotta. La Sua eredità sportiva, insieme a quella dell’amico Lorenzo Calafiore, verrà raccolta dai fratelli Alessandro e Massimiliano Saglietti che, cresciuti e formatisi nella Sua scuola, proseguiranno la diffusione della Lotta Olimpica al Centro Universitario Sportivo di Torino.
Per molti anni Vittorio ricoprirà nel Comitato Regionale Piemonte e Valle d’Aosta della FIJLKAM la carica di Vice Presidente del Settore Lotta prima e di Presidente poi.
Il Consigliere Federale Alessandro Saglietti lo ricorda così:
“Vittorio Capriolo per la Lotta piemontese è stato Il Dirigente!
Nel nostro mondo forse è stato il primo a inventare una figura fondamentale che affiancava l'allenatore facendo da organizzatore, gestore e padre di tutti quelli che intraprendevano la dura strada della lotta.
Un uomo di una cultura infinita; il suo sapere lo elevava a tal punto da far rumore quando, quasi come un ossimoro, calcava i campi di gara di uno sport che in quegli anni lasciava poco spazio all'erudizione personale.
Personalmente gli devo molto; mi ha affiancato amorevolmente nel mio percorso di crescita, prima sportiva e poi personale.
Personaggi come Vittorio non possono che lasciare un vuoto incolmabile in quanti hanno avuto la fortuna di conoscerli.”
Per concludere questo ritratto di Vittorio Capriolo vorrei condividere anche il mio personale ricordo. Con la scomparsa di Vittorio ho perso una persona molto cara, un amico, un secondo padre. Nel corso dei molti anni nei quali abbiamo lavorato insieme per il Comitato Regionale mi ha insegnato ad amare questa disciplina ed è stato determinante nella mia formazione come Dirigente Federale e come persona. Mi ritengo onorata di aver goduto della Sua stima e della Sua amicizia. Per me è un privilegio averlo conosciuto e aver fatto un lungo tratto di strada al Suo fianco.
IL RICORDO DI CANDIDO BENSO
Per andare sul sicuro comincerei con il senso del dovere, che ci accompagna dalla culla alla tomba.
Al centro del sistema dei valori del piemontese, e Capriolo lo era, c’è (o c’era una volta) il lavoro; solo il lavoro che conferisce dignità e definisce la posizione sociale di una persona. Deve essere, però, un lavoro vero, visto con la curiosità di un bambino, fatto con la fatica e la sofferenza dell’impegno per raggiungere l’obiettivo.
Centralità del lavoro significa accettare le gerarchie che questo comporta, innanzitutto conoscere se stessi e valutarsi, sapere di volta in volta ubbidire e comandare, non mischiare doveri e affetti e, suprema virtù, “saper stare al proprio posto”.
Un altro pilastro che sorregge l’edificio dei valori piemontesi è la fedeltà, fedeltà ai valori morali, alla famiglia, fedeltà agli amici, quelli veri, scelti con cura e portatori di valori aggiunti.
Nell’ultimo decennio degli anni ’90 Vittorio Capriolo, che era Responsabile del settore Lotta-Pesi della prestigiosa SISPORT FIAT, è stato chiamato a fare parte del Consiglio Piemonte e Valle d’Aosta del CONI come Presidente Regionale della F.I.L.P.J. (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo) e ha voluto inserire un ex atleta della Sisport, diventato Arbitro Federale di lotta, come Consigliere Tecnico nel Direttivo e un collaboratore esterno per i rapporti con la stampa.
Erano anni di grandi cambiamenti, belli e stimolanti. Nel 1995 il karate entrava nella F.I.L.P.J., che diventava F.I.L.P.J.K. (Federazione Italiana Lotta Pesi Judo Karate) e nell’anno 2000 la Pesistica si staccava dalla Federazione diventando F.I.P.C.F. (Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica).
Vittorio Capriolo fu il protagonista in Piemonte, perché la sua formazione professionale, la sua vasta ed eclettica cultura, la sua umanità, unita a uno spiccato talento nell’entrare in empatia con le persone, ha contribuito in modo fondamentale ai positivi cambiamenti di quel periodo che si sono consolidati con le celebrazioni del centenario della fondazione della Federazione che nel frattempo si è trasformata in F.I.J.L.K.A.M. (Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali).