Presenti il ds azzurro il maestro Valastro il tecnico della Nazionale Tamanti gli azzurri hanno dato prova di forza e coesione a Lisbona.

La ventiquattrenne judoka messinese figlia del compianto maestro Franco Costa e della due volte olimpica Katarzyna Juszczak, vittima di Cheratocono (una malattia progressiva della cornea, che si assottiglia e si deforma, assumendo una caratteristica forma conica), che gli ha fatto perdere l’ottanta per cento della vista dall’oc - chio sinistro e il cinquanta dal destro, non si è voluta arrendere alla malattia, ma ha reagito con determinazione e temperamento, lottando con tutte le forze contro un destino crudele. Inserita nella pool A della categoria oltre i 70 kg, la messinese dopo aver superato l’ucraina Harnyk, si aggiudica la vittoria di pool battendo la brasiliana Rebeca Silva, ma deve cedere nell’incontro che l’avrebbe proiettata in finale alla vincitrice della categoria la cinese Hongyu Wang, atleta possente che supera abbondantemente il quintale. Per nulla demoralizzata ma determinata più che mai a conquistare una medaglia si assicura la finale per il bronzo battendo per ippon la portacolori dell’Uzbekistan, Feruzakon Yusupova. Un risultato che apre ampie prospettive per quello che è l’obiettivo finale della messinese che punta decisa alla qualificazione delle Paralimpiadi in programma a Tokyo nel 2020.