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Judo

Addio Massimo Da Prato... Judoka Maestro Amico gentile

Domenica scorsa, il 21 luglio, è venuto a mancare Massimo Da Prato. L’avventura Judoistica di Massimo inizia nel lontano 1965 in una saletta dell’oratorio “Don Bosco” e, ad eccezione di un periodo di pratica e insegnamento nel Kodokan Versilia, è stato il “Maestro” della Fujiyama Pietrasanta.
Prima, atleta dotato di una tecnica limpida ed efficace accompagnata da un’educazione e serenità uniche. Si avvale di numerosi e prestigiosi risultati agonistici: medagliato nei campionati italiani assoluti, universitari e, vincitore con i Carabinieri del campionato italiano a squadre.

Senza dimenticare i numerosi trofei: coppa mar Ligure, Malatesti, campionati Regionali, ecc… . Punto di forza dei C.P.O. Centro Nord e della squadra regionale Toscana. Cintura nera 5° Dan.

Poi, fino a qualche anno fa, “Maestro” attento, scrupoloso e intraprendente. Seguiva passo per passo gli atleti nella loro avventura sportiva, portandoli al conseguimento di numerosi risultati ai campionati regionali e vari piazzamenti in gare nazionali e internazionali, dando lustro e notorietà in Italia e all’estero alla Fujiyama Pietrasanta.

Alla famiglia le più sincere condoglianze da parte di questo Comitato

Così lo ha ricordato sulla sua pagina social il Judo Pietrasanta Fujiyama

Con grande rammarico abbiamo appreso la triste notizia della scomparsa del Maestro Massimo Da Prato, colonna portante della Fujiyama Pietrasanta settore judo. Istruttore dalle qualità ineguagliabili. Massimo ha allenato schiere di ragazzi portando lustro alla società in tutto il panorama locale, regionale e nazionale.
Fortissimo atleta del gruppo sportivo Carabinieri, plurimedagliato a livello nazionale e internazionale. Ci stringiamo alla sua famiglia con grande affetto e al nostro Massimo Benedetti , suo collaboratore da una vita. Cieli blu caro Massimo...
 
Questo invece il ricordo di Jiménez Deredia, dal cui profilo abbiamo tratto la foto in home page
 
Durante la mia carriera ci sono state figure fondamentali che mi hanno accompagnato dal punto di vista umano e professionale durante il viaggio della vita. Oggi voglio rendere onore a Massimo Da Prato che con grandissimo amore e professionalità durante più di 20 anni ha collaborato in tantissimi progetti che hanno segnato la mia carriera professionale. Massimo era proprietario di una delle più importanti fonderie di Pietrasanta dove tantissimi artisti di tutto il mondo abbiamo trasformato in bronzo i nostri sogni, le nostre idee e la nostra spiritualità per poterli mostrare cosi al mondo intero. Oggi ti stringo la mano e ti ringrazio profondamente per la tua amicizia e il tuo appoggio incondizionato.
Arrivederci Massimo, ti abbraccio come potrei abbracciare un fratello
Jiménez Deredia
 
Massimo Da Prato 7Il ricordo del "fratello acquistato... Massimo Benedetti Massimo Da Prato 3

Capelli castani con una leggera brizzolatura sulle tempie, un ovale piccolo con bei lineamenti, occhi vivaci e intelligenti ma anche un poco tristi perché leggermente tagliati verso il basso. Talvolta un leggero rossore traspariva sulle gote, in alto, a dimostrazione della sua naturale timidezza.
Era Massimo, per i più, qualche volta “Il Da Prato” per me era “Il Dap”. Era forte come solo i veri forti sanno essere. Non aveva i guizzi geniali del fuoriclasse, lui era pura concretezza, costruiva tutto il suo judo con intelligenza, tattica e incrollabile fiducia nei suoi mezzi tecnici, fisici e mentali.
Il Dap non mollava mai. Allora ero un ragazzotto innamorato del judo e nomade come i ronin, con un compagno più grande, senza maestri, quella situazione nel bene e nel male, mi piaceva, mi sembrava un poco “eroica”.
Il mio Sempai, che mi aveva fatto innamorare del judo, mi affidò a lui una sera, nella sua palestra e mi disse “quando hai occasione vai da lui”, Massimo mi sorrise con i suoi occhi sinceri e ribadì l’invito “Vieni quando vuoi, ci fai piacere”.
Incominciò la lezione con una corsa che mi sembrava interminabile, ero stato attratto dall’arte, dall’estetica della tecnica, con lui scoprii cos’era l’abnegazione dell’allenamento, la fatica e la resistenza. Dopo un lavoro di tecnica e studio situazionale, una pausa per le fasciature, ci si preparava al randori.
Ci si fasciava lungamente e Massimo, oltre a kilometri di fasce aveva anche un paio di tute sotto il judogi, perché combatteva, sempre, prima di tutto con il peso e poi con il resto. Il cuore del gruppo era costituito da 4 “apostoli”, Massimo, il maestro, che era come uno schiacciasassi, inarrestabile e potente, poi gli allievi, Manù che era grosso e forte, Massimino (io), che era leggero ma zompava come un grillo e la Giovanna che era gentile ma coriacea.
C’erano anche altri ma loro erano il gruppo che conobbi negli anni ’80. In quel periodo ci allenavamo in una scuola elementare, il tatami appoggiato a terra e null’altro, a fine lezione la doccia era un tubo di gomma, ci si sciacquava così nella palestra di Ripa, scherzando e ridendo assieme come ragazzini ingenui e felici. Il gruppo poi si, spostò nuovamente, nella storica palestra Fujiyama di Pietrasanta, austera e grandissima per l’epoca, a pochi metri dalla stazione ferroviaria, ma io ripenso con nostalgia alla spartana Ripa, ai nostri anni e al nostro “amore” per te Massimo, che ci facevi vivere tutto con leggerezza e con intensità. Penso alle nostre escursioni sulle Apuane, le risate, le soste per il caffè che portavi sempre….
Grazie Massimo di come sei stato con me e con noi, sempre un fratello maggiore su cui appoggiarsi e chiedere consiglio, non eri un maestro qualsiasi, né un maestro consumato nella parte, eri sincero, tu facevi e noi ti seguivamo, ognuno a suo modo ognuno secondo le sue possibilità. Tu avevi occhi per tutti, la tua riservatezza non era esclusione, i tuoi silenzi non erano di respingimento, eri attento e scrupoloso con la gente attorno a te, e la gente non poteva che amarti. Sei stato un amico sincero, oggi ti piango e ti piangiamo ma, finite le lacrime cercheremo di portarti con noi, chi nel ricordo, chi sulla materassina o nella vita di tutti i giorni. Ciao amico mio insostituibile o, come spesso ti dicevo “il fratello acquistato”. ❤️ Massimo Da Prato 6