In questo periodo di ripartenza degli sport da contatto la Federazione Italiana ha voluto gratificare un 'Umbro Doc' che ha portato con onore nel mondo l'immagine del Judo italiano, insignendo il maestro perugino Marco Migni di uno dei più alti gradi come il settimo dan federale.
Il duemilaventi é stato per tutti un anno speciale e lo è stato ancor di più per il Maestro Marco Migni che ha festeggiato i suoi cinquanta anni passati sul tatami praticando Judo.
L’arte del combattere giapponese, così veniva presentato il Judo negli anni sessanta quando approdava in Umbria per merito del mitico Maestro Ernesto Giaverina, ha attratto Marco, allora ragazzetto non certo posato. E’ stato un amore a prima vista, la forte passione con le tante ore passate in palestra tra cadute, prese, proiezioni, ha portato il giovane e intraprendente Migni a raggiungere presto il sogno di vestire la maglia azzurra.
La medaglia di vice-campione italiano senior nel 1981 è solo l'apice di un set di risultati e podi conquistati a partire dalla categoria Speranze nel 1977 tra cui spicca anche un titolo di Campione Italiano Universitario.
L’agonismo praticato a braccetto con la passione per l’insegnamento portano Migni a diventare un apprezzato tecnico a livello nazionale. Ma tutto questo non é sufficiente per chi come Marco si nutre di Judo e quella che inizia quasi per caso, la carriera di ufficiale di gara, diventa un qualcosa di importante, tanto da rendere Marco Migni arbitro internazionale prima, continentale poi per approdare alla massima qualifica di arbitro mondiale di kata IJF.
Molte le trasferte in ogni continente in rappresentanza dell’Italia, tanti i riconoscimenti ed attestati di stima..
Il Cus Perugia é ormai per Migni una seconda casa, i colori rosso e blu della polisportiva universitaria lo hanno da sempre accompagnato, prima come atleta ancora oggi come tecnico.
I piccoli Judoka vedono nel Maestro Marco un simbolo da imitare per le sue grandi doti di educatore e le sue qualità umane
Parla il tecnico perugino: "Questo riconoscimento mi riempie d'orgoglio perché arriva in un momento davvero difficile per il movimento delle arti marziali. Il Judo è parte integrante della mia vita e lo è stato sin dall'adolescenza, permettendomi di emergere in un contesto non facile per il tempo. Il percorso non solo sportivo ha incanalato tutte le mie energie di giovane esuberante in maniera corretta e positiva."
Prosegue il neo settimo dan "La fine dell'agonismo con l'inizio dell'attività di istruttore mi ha permesso di restituire in parte tutto quello che il Judo mi aveva dato. Riuscire a trasmettere ai miei piccoli allievi i principi insiti nelle arti marziali, gli insegnamenti del Maestro Gigoro Kano sono per me sono motivo di gran orgoglio. La carriera arbitrale, condotta sempre con modestia e professionalità è stata un'appendice che mi ha dato grandi soddisfazioni tanto da poter rappresentare il movimento italiano nelle competizioni mondiali: un vero onore".
Termina il maestro Marco Migni "Spero che questa situazione particolare termini presto e si possa ritornare quanto prima a calpestare il tatami, non tanto per me ma per tutti quelli come bambini e ragazzi che hanno davvero bisogno di un contatto umano, di una autentica socializzazione, di assaporare quei valori etici, sportivi, morali che poche altre discipline come il Judo sanno offrire".