Medaglia di bronzo! L’Italia è sul podio nella gara mixed-teams mondiale e per questa rassegna iridata ad Abu Dhabi non ci sarebbe potuto essere un epilogo migliore di questo.
Dopo il quinto posto nel medagliere generale individuale ed il primo posto nel medagliere individuale femminile, ecco la medaglia che completa il capolavoro azzurro: terzo posto nella gara a squadre miste ed un biglietto da visita per un’altra, eventuale medaglia a Parigi.
Il mixed-team azzurro ha iniziato il suo viaggio mondiale proprio con l’Olanda, il paese che Kim Polling ha lasciato acquisendo recentemente il passaporto italiano. Da anni residente a Torino, recentemente sposata con Andrea Regis che, fra l’altro, l’ha resa madre.
Ma la sorte, com’è ben noto, è cieca e non solo nel tabellone ha messo di fronte Italia ed Olanda al primo turno, ma ha voluto anche rigirare il coltello nella ferita e dopo il 3 a 3, con i punti azzurri di Polling, Capanni e Giovanni Esposito, ha sorteggiato la categoria 70 kg per lo spareggio.
Kim Polling ha vinto un’altra volta con Hilde Jager, wazari di sumi gaeshi e poi è scoppiata in lacrime. Un modo per sfogare la tempesta emotiva che ha vissuto e, forse, sta ancora vivendo.
Troppo forte per noi la Francia, ma l’orgoglio azzurro impone il punto della bandiera con una brillante Thaunany Capanni che costringe Priscilla Gneto allo shido-3.
Si va ai recuperi e l’Ungheria viene travolta dall’onda azzurra con Simonetti che piazza wazari di de ashi barai a Czerlau, Pirelli si aggiudica la partita degli shido con Krisztian Toth (3 a 2) e lo stessa fa Capanni con Reka Pupp (3 a 2), quindi Manuel Parlati si impone su Bence Pongracz con due wazari, un gaeshi ed un seoi nage.
La finale per la medaglia, con l’Uzbekistan, è tutt’altro che semplice, ma Capanni parte benissimo e piazza due wazari a Keldiyorova, seguita da Giovanni Esposito che trova l’o uchi gari vincente (wazari) fra le scintille della sfida con Ahadov. Tocca a Pedrotti con Matnyazova. L’uzbeca fa uchi mata: ippon! Ma il care-system ravvisa il diving: hansokumake. E andiamo sul 3 a 0. Lorenzo Rigano affronta Sharofiddin Boltaboev e questa volta è l’azzurro ad essere squalificato: 3 a 1. Non è finita. Asya Tavano e Rinata Ilmatova salgono sul tatami e la friulana mette la marcia in più che serve per l’occasione e passa in vantaggio con un o soto gari-wazari, ma non si accontenta e continua a macinare. Si arriva ad un’azione a terra e dal groviglio di corpi esce una mano che batte, è la Ilmatova che si arrende al waki gatame di Asya Tavano e l’Italia può festeggiare. La squadra mixed-team è medaglia di bronzo ai campionati del mondo 2024 ad Abu Dhabi. Ed anche questa è storia.
“Bravissimi! -è un’esplosione la voce di Laura Di Toma, direttore tecnico della nazionale italiana che fa sintesi a fine gara- sono stati tutti bravissimi. Le ragazze in particolare hanno concretizzato il grande lavoro fatto, ma è eccezionale questo terzo posto a squadre, con i giovani che si sono fatti trovare pronti e lo saranno ancora di più nel prossimo quadriennio. Un applauso speciale lo rivolgo a Kim. È stato molto difficile per lei, l’abbiamo capito tutti, ma sul tatami è stata una grande, grandissima atleta. E molto bravo è stato anche Mungai, il capitano, che ha saputo parlare sempre al momento e nel modo giusto, tenendo la squadra al top. Bravi tutti!”.
“Che Italia… mamma mia. -ha detto Francesco Bruyere, capoallenatore femminile- Vincere una medaglia a squadre e qualcosa di incredibile, condividere la vittoria è molto più bello che festeggiarla da soli. Oggi questi ragazzi ci hanno regalato un’emozione immensa e per questo non possiamo che ringraziarli. Sapevamo di poter vincere con chiunque, ma affrontare una gara a squadre dopo un mondiale individuale è complicato, c’è chi ha vinto e si rilassa, che chi ha perso ed è demoralizzato e c’è chi è acciaccato. Questi ragazzi però hanno reagito in maniera straordinaria e si sono messi tutti a disposizione per combattere al meglio delle loro possibilità. In tutto questo sono stati fondamentali i rinforzi freschi arrivati dall’Italia, Erica, Tata, Lorenzo, Nick e tutta la squadra sugli spalti che ha urlato e combattuto con noi. Una menzione particolare per Kim che ha accettato di combattere la sua nazionale di origine per essere l’ago della bilancia nella vittoria. Questa è la medaglia che arriva alla conclusione di un mondiale storico ed è la medaglia di tutta l’Italia, una medaglia che nasce dalla base, nelle società, per arrivare in cima al mondo”.