Odette Giuffrida, Mattia Miceli, Giulia Carnà, Veronica Toniolo sono i nomi dei quattro azzurri che, nel corso di questo mese di novembre, hanno messo al collo una medaglia nel campionato d’Europa cui hanno partecipato. Novembre infatti, in questo balordo 2020, è stato il periodo in cui fra gli innumerevoli ‘postponed’ e ‘cancelled’ sono stati raccolti tre campionati d’Europa, gli Junior dal 4 al 6 e gli U23 il 9-10 a Parenzo, i senior dal 19 al 21 a Praga. E ben 46 sono stati gli atleti che hanno rappresentato l’Italia nelle tre manifestazioni continentali, 13 nell’U21, 17 nell’U23 e 16 a Praga, che hanno ottenuto due medaglie d’oro, una d’argento, una di bronzo, sette quinti e sette settimi posti. Una quota-piazzamento pari al 40% che rappresenta il commento più efficace su come ragazze e ragazzi, donne e uomini del judo italiano abbiamo saputo e voluto affrontare le molteplici difficoltà cui questo periodo impone a chiunque. E che cos’altro si potrebbe aggiungere, se non i commenti di chi ha coronato a Praga questo ciclo novembrino di Europei? Iniziando però, dal commento che Odette Giuffrida ha fatto “prima” e non dopo la gara…
“Questa volta sarò breve. – disse Odette alla partenza per Praga - Ho passato un momento veramente non facile a livello personale. Come forse hai potuto notare ho voluto distaccarmi da tutto, social ecc e concentrare le mie energie sulle mie motivazioni. Questa volta voglio tenere i miei pensieri per me stessa e sfogare tutto sul tatami tra qualche giorno. Non so come arriverò a livello fisico ma una cosa è sicura voglio vincere questo Europeo. Ho una carica dentro difficile da descrivere a parole. Voglio vincere per me stessa, per tutto quello che ho superato, per la mia famiglia e per tutti noi italiani. Voglio vincere. È arrivato il momento di farlo. Me lo merito, ce lo meritiamo. Poi con la medaglia d'oro al collo ti racconterò tutto quanto. Ci vediamo tra qualche giorno”.
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Francesca Giorda: “Riuscire ad arrivare a partecipare a questo europeo è stata davvero una sfida, tra quarantene, infortuni e problemi alla schiena sono dovuta stare ferma per tanto tempo e praticamente da dopo Dusseldorf non sono mai riuscita a seguire una preparazione continua. Ho preparato questa gara in due settimane senza fare randori da 8 mesi. Nonostante questo, in gara ho avuto ottime sensazioni che mi fanno capire che la linea adottata da staff Fiamme Gialle e me, è quella giusta. Adesso sono pronta per andare ad allenarmi e preparare al meglio la prossima gara”.
Francesca Milani: “Aspettavo tanto l’arrivo di questa gara e volevo veramente dare del mio meglio. Purtroppo, non ho potuto dedicare tanto tempo ad allenarmi per la mia positività al COVID. Nonostante questo, ho cercato di rimettermi in forma nel più breve tempo possibile. La delusione per la gara è tanta ma sono consapevole di quello che posso fare e dare, quindi posso solo chiudere questo brutto periodo e ricominciare ad allenarmi per i prossimi eventi futuri”.
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Angelo Pantano: “Sono contento di essere tornato sul tappeto e di aver avuto la possibilità di partecipare ad un evento così importante come l’europeo. Dopo uno stop così lungo ritrovare certe sensazioni è stato stupendo, nonostante la gara non sia andata come desideravo. Ringrazio i tecnici, lo staff medico e tutti coloro che si sono messi a disposizione di noi atleti per farci arrivare nel migliore dei modi sul tatami di Praga”.
Biagio D’Angelo: “Beh, che dire? Partecipare ad un campionato d’Europa mi fa provare sempre grandi emozioni, sicuramente non è andata come mi aspettavo, era una gara di altissimo livello che ho affrontato con tutte le mie forze nonostante i pochi allenamenti fatti a causa della situazione che noi tutti stiamo affrontando. Adesso testa bassa e si ricomincia più forte di prima!!”
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Manuel Lombardo: “Non è facile fare il bilancio di una gara durata un incontro, in più non voglio cadere in luoghi comuni e mi limito col dire che sto già pensando alla prossima gara. Quello che posso dire è che mi sentivo bene, ero pronto per tornare a vincere e quindi lo sarò anche la prossima volta, merito del lavoro svolto da tutto lo staff nazionale, il quale ci tengo a ringraziare per l’ottimo lavoro svolto nonostante le circostanze per niente facili”. Giovanni Esposito: Mi sentivo veramente in forma, peccato un piccolo errore che non mi ha lasciato andare avanti e divertirmi
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Silvia Pellitteri: “Non ho grandi commenti da fare sulla gara… Solo che è stato un onore e una grande emozione combattere in una gara con un livello così alto al fianco di grandi campioni. È un periodo difficile e non combattevo da 14 mesi quindi a prescindere dal risultato è stata un’esperienza importante”.
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Fabio Basile: “È stata una gara un po' particolare. Fisicamente non ero al top, ma già lo sapevo. Il sorteggio è stato piuttosto sgradevole, perché per arrivare in semifinale ho incontrato i più forti, ma la cosa che più mi rammarica è che proprio in semifinale ho mollato. Ed un campione olimpico non può permettersi queste distrazioni, sono opportunità e come tali vanno colte sempre. Ho fatto un quinto posto in una categoria che, nonostante l’abbia adottata ormai da due-tre anni, continua a non essere la mia. Non cerco alibi, nemmeno su questi mesi strani! Non ci siamo allenati. Tutta la nazionale non si è allenata. Fa male, fa male, perdere fa male. Adesso è difficile pensare positivo, perché un quinto posto, nonostante sia nel campionato d’Europa, fa male per un campione olimpico. Non va bene! Oggi pensavo troppo all’oro, e dopo aver perso la semifinale per uno sbaglio tutto mio, non ho saputo visualizzare il bronzo che doveva arrivare. E non è arrivato perché ho sbagliato un’altra volta. Ho sbagliato io, lo sbaglio è tutto mio. Ora, l’unica cosa che devo fare è abbracciare il calvario, rimanere forte e guardare avanti. Continuare ad allenarci per quanto ci è consentito, perché la situazione non è facile per nessuno. Devo vedere positivo, non ci sono altre opportunità! I will be strong… tornerò più forte!”.
Giovanni Esposito: “Mi sentivo veramente in forma, peccato un piccolo errore che non mi ha lasciato andare avanti e divertirmi”.
63
Edwige Gwend: “C'è poco da commentare, perchè non riuscire ad esprimersi minimamente è un gran dispiacere... Peccato chiudere l'anno così…”.
Maria Centracchio: “A freddo posso dire che è stato bello sentire le sensazioni di gara dopo tanto tempo, sicuramente non ne è venuto fuori quello che volevo e per cui lavoro ogni giorno, ma fa parte del gioco. Non vedo l’ora di gareggiare di nuovo”.
81
Antonio Esposito: “Nonostante sia stata una gara particolare e difficile da preparare per i tanti motivi che in questi mesi mi hanno colpito, ero andato lì con la testa di voler fare bene… ci sono rimasto male e tutta questa rabbia la trasformerò in forza sul tatami per allenarmi e recuperare la preparazione persa in questi mesi per arrivare al master al top!”.
Christian Parlati: “Purtroppo la gara non è andata bene, avevo tanta voglia di combattere ma purtroppo 9 mesi senza gare si son fatti sentire. Contento comunque di essere tornato a gareggiare, ora si lavora guardando i prossimi obiettivi”.
70
Alice Bellandi: “Questa volta il dispiacere è veramente grande, perché la medaglia la sentivo già in mano. Avevo immaginato tanto questo momento, con la medaglia al collo proprio nel giorno del mio compleanno, poi vederla sfumare così… sono abbastanza dura con me stessa, quindi il dispiacere e la frustrazione sono grandi. È un boccone molto duro da ingoiare, sicuramente nei prossimi giorni andrà meglio e riuscirò ad essere un po' più obiettiva ed apprezzare la prestazione ed altre cose che sicuramente ci sono state, ma adesso, ancora no!”.
90
Nicholas Mungai: “Avrei voluto fare di più. A parte le prime azioni del primo incontro, in cui ancora mi sono sentito un pochino bloccato, poi ho avuto delle buone sensazioni. Mi è mancato forse quell’allenamento in più che non è stato possibile fare, ma anche un po' di grinta per portare a casa l'incontro con l'azero. Sicuramente le settimane in cui sono dovuto rimanere in quarantena non hanno aiutato, però sono contento di aver potuto combattere nuovamente a questi livelli, in particolare dopo i problemi fisici vari avuti lo scorso anno”.
78
Giorgia Stangherlin: “Che dire? Ero pronta a tutto!! Mi dispiace, perché mi meritavo quella medaglia. Ho passato un periodo difficilissimo, ma avevo voglia di tornare in gara e dimostrare a me stessa e agli altri che volere è potere. Volevo ringraziare i tecnici dei carabinieri Matteo Marconcini e Alessio Mascetti che mi hanno aiutato molto in questi mesi difficili e mi sono sempre vicini. Ringrazio tutto lo staff della nazionale che ci ha seguito in questo europeo”.
I tecnici
Francesco Bruyere: Nel complesso ho visto una Grande italia, veniamo da un periodo complicato in cui abbiamo dovuto restare in quarantena isolata, chi fiduciaria e chi per contagio, perdendo 10 giorni importanti nel mezzo della preparazione per questo Campionato Europeo. Successivamente siamo rimasti in bolla al centro federale senza poter svolgere un volume adeguato di judo a causa del numero ridotto di atleti. Abbiamo avuto atleti che si sono allenati per giorni in stanze di 3 mt x 3 e interi giorni persi per tutte le visite di idoneità post covid. Penso che dati i presupposti quello che ci hanno regalato questi fantastici campioni sia incredibile... Abbiamo visto una squadra unita e grintosa. Dei veri guerrieri che, per inseguire i propri sogni, ci hanno messa testa e cuore là dove forse non arrivavano le gambe. Non hanno regalato niente a nessuno e hanno dato spettacolo. I miei complimenti vanno a tutti, i complimenti di questa squadra di cui sono fiero e orgoglioso di farne parte. Un ringraziamento speciale a tutto il nostro staff medico sanitario per l’aiuto e il supporto costante”.
Ylenia Scapin: “Essere coach a questi Europei è stata una grande sorpresa per me. Ma ho dovuto mettere subito i piedi a terra e prendere decisioni difficili in pochissimo tempo, alla fine ce l’ho fatta e ho vissuto così il primo Europeo senior da tecnico. È stato come risalire in bicicletta dopo tanto tempo, un brivido e poi via, a testa bassa per rendermi utile per una causa comune. È stato davvero bello e poi, proprio questa volta è successo di riascoltare l’inno. Mi sono commossa, lo ammetto. Dodici anni fa a Lisbona ebbi un pianto liberatorio, avevo 33 anni e la mia ultima chance per conquistare il titolo. Qui mi sono commossa ugualmente, ma per la gioia di capire l’emozione che Odette stava vivendo in quel momento. Contenta per lei dal profondo. So cosa significa desiderare qualcosa e vederla sfuggire ogni volta d’un soffio, la frustrazione del lavorare tanto e dover aspettare ancora. Ma poi arriva il momento ed è gioia pura! Proprio quella che ho visto negli occhi di Odette”.
Alessandro Comi: “Il mio è stato un lavoro dietro le quinte: combattere in piena epidemia d’altronde non è semplice... la consapevolezza del rischio è presente, così come la percezione del necessario senso di responsabilità da parte di tutti. Non è mai stato possibile abbassare la guardia ma la discrezione per me è stata centrale: è stato necessario creare le condizioni per cui la preoccupazione dell’epidemia potesse passare per un momento in secondo piano e tutte le energie fossero riposte sull’obiettivo. Siamo riusciti a tenere alta l’attenzione su tutti i protocolli di sicurezza con grande collaborazione da parte di tutta la squadra: è uno stress continuo che si aggiunge alla inevitabile tensione che una gara come questa porta con sé, ma ciascuno ha preso molto seriamente il problema... abbiamo vissuto in una “bolla” per evitare ogni possibilità di contagio e ci siamo sottoposti a ripetuti test di controllo: sani siamo partiti e sani siamo tornati. Penso che questa modalità ci accompagnerà per un po’ di tempo: è un adattamento inevitabile se si vuole guardare con fiducia a Tokyo”.
Il Presidente
Domenico Falcone: “È un successo davvero speciale questo che abbiamo ottenuto a Praga. E dire brava a Odette Giuffrida non è abbastanza. Grazie grandissima Odette e grazie a tutta la squadra azzurra, atleti, tecnici, staff medico, covid manager. E grazie a chi doveva partire, ma è stato costretto a casa purtroppo, in quarantena. Grazie ai numerosissimi sostenitori che hanno espresso vicinanza ai nostri campioni, e con loro hanno condiviso, davanti ad uno schermo, gioie e sofferenze. Grazie davvero a tutti, nessuno escluso”.