Dopo l’oro a Rio nei 100 kg Lukas Krpalek ha riconquistato il titolo olimpico anche a Tokyo, ma in questo caso nei +100 kg ed affianca così l’impresa del polacco Waldemar Legien, fino ad oggi l’unico ad aver conquistato due titoli in due categorie diverse, nei 78 kg a Seul 1988 e negli 86 kg a Barcellona 1992.
Teddy Riner invece, sconfitto dal russo Tamerlan Bashaev, si è dovuto accontentare (si fa per dire) della medaglia di bronzo che, a prescindere dal colore, è la sua quarta medaglia olimpica.
Al termine delle sette giornate individuali il medagliere esprime la superiorità assoluta del Giappone con undici medaglie, di cui nove d’oro. Le altre cinque sono state conquistate dal Kosovo (2), Francia, Georgia, Repubblica Ceka.
Sono state venticinque le nazioni a medaglia a Tokyo 2020, un risultato che riconosce l’impegno IJF nella promozione e diffusione del judo. A Seul 1988 infatti sono state soltanto 13, nel 1992 a Barcellona 19, Atlanta 1996: 17, Sydney 2000: 25, Atene 2004: 24, Pechino 2008: 25, Londra 2012: 23, Rio 2016: 26.
Le classifiche della settima giornata
+78: 1. Akira Sone (Jpn), 2. Idalys Ortiz (Cub), 3. Iryna Kindzerska (Aze) e Romane Dicko (Fra)
+100: 1. Lukas Krpalek (Cze), 2. Guram Tushishvili (Geo), 3. Teddy Riner (Fra) e Tamerlan Bashaev (Rus)
Dopo l’odioso episodio di lunedì scorso, quando l’algerino Fethi Nourine ed il sudanese Mohamed Abdalrasool non si sono presentati sul tatami dei 73 kg per non dover incontrare nel turno successivo l’israeliano Butbul, oggi c’è stata invece Tahani Alqahtani, un’atleta dell’Arabia Saudita che non solo ha combattuto nei +78 kg con l’israeliana Raz Hershko, ma dopo la sconfitta ha corrisposto l’abbraccio della rivale che l’ha ringraziata alzandole il braccio al centro del tatami.
“Un notevole passo avanti -è stato giustamente sottolineato dall’IJF- nel segno del rispetto e dell’amicizia a dimostrazione di come lo sport possa andare oltre ogni influenza politica o estranea ai valori olimpici”.
A questo punto, l’Olimpiade del judo si concluderà domani con l’ultima prova, il Mixed Teams Event, la gara a squadre miste.
Dodici le squadre ammesse, in pratica si tratta delle nazioni che hanno qualificato il numero sufficiente di atleti nell’individuale per coprire le sei categorie stabilite (-57, -70, +70, -73, -90, +90).
L’Italia è fra le dieci nazioni che hanno centrato l’obiettivo, cui si aggiunge il Giappone quale paese ospitante e la squadra dei rifugiati.
Così ha presentato la squadra azzurra Francesco Bruyere, a nome dello staff tecnico.
“Non partiamo come favoriti, perché le categorie di questa gara a squadre non sono le nostre categorie di qualificazione.
Nei +70 e +90 dobbiamo far scalare i ragazzi, così come nei 57 kg potranno combattere sia Odette che Francesca, ma questo non ci spaventa perché in questi anni più di una squadra si è creata una vera e propria famiglia, nella quale ciascuno di noi ha fiducia nell’altro, nel compagno ed in quello che gli sta accanto.
Ognuno di loro sono certo che combatterà al 100% per sé, per la squadra e per quello che sta rappresentando oggi qui, in queste Olimpiadi, il nostro Paese, l’Italia.
Tutti sono ugualmente motivati, anche chi ha perso è ritornato in pista, c’è la voglia di rifarsi dalla delusione per chi l’ha avuta e di ritrovare le motivazioni giuste.
Non dubito che le troveranno tutti e combatteranno con tutte le forze per fare la storia anche in questo caso.
È la prima volta che si fa la gara a squadre alle Olimpiadi, solo dodici squadre hanno avuto i requisiti per partecipare ed è un grande orgoglio esserci, l’evento è percepito in tutta la sua grandezza e nessuno si tirerà indietro quando sarà necessario salire nella categoria superiore, in tutti i casi ognuno esprimerà il massimo possibile.
Questa nostra grande squadra ha già dimostrato più volte che nessun risultato le è precluso.
Siamo pronti!”
57: Francesca Milani e Odette Giuffrida
70: Maria Centracchio
+70: Alice Bellandi
73: Manuel Lombardo e Fabio Basile
90: Christian Parlati
+90: Nicholas Mungai