Ma cosa è il Kurash?
Una materassina con al centro due uomini, o due donne, l’uno di fronte all’altro. Uno indossa una giacchetta blu, l’altro verde. Entrambi hanno pantaloni bianchi e una cintura rossa. Al via, i due lottatori entreranno in contatto e vi sembrerà di veder sventolare una bandiera dell’Uzbekistan sopra la materassina, che in questo caso chiamiamo Gilam.
Starete assistendo ad un incontro di Kurash, la lotta tradizionale e sport nazionale dell’Uzbekistan. E probabilmente sarete al PalaFijlkam, che ospiterà i Campionati Europei di Kurash e la World Series Pro tra il 10 e il 12 ottobre 2023, organizzati rispettivamente dalla Confederazione Europea di Kurash e dalla Internatioal Kurash Association (IKA), coadiuvati dalla FIKULT (Federazione Italiana Kurash e Lotte Tradizionali) e dalla FIJLKAM.
Ma cosa è il Kurash? Il Kurash è una forma di lotta tradizionale dell’Uzbekistan, di cui è anche sport nazionale. Praticato ormai in molte zone del mondo, ha la sua culla nell’Asia Centrale e la parola uzbeca significa essenzialmente “lotta”, anche se nel tempo ha preso anche il significato di “raggiungere l’obiettivo in modo giusto o equo”. Ci sono testimonianze scritte già dai tempi dello storico greco Erodoto (V a.C.), passando per il medico e filosofo islamico Avicenna (X-XI d.C.) e sappiamo che l’emiro Tamerlano (XIV d.C.) utilizzava il Kurash per formare il suo esercito. Ma se andiamo a vedere i reperti archeologici e gli studi etnografici, si può supporre che il Kurash esista da almeno 3.500 anni!
Kurash, da lotta popolare a sport internazionale. Tutto ciò che attiene il Kurash, con la sua filosofia e le sue tecniche e regole, è sempre stato tramandato oralmente, di generazione in generazione, e chi lo praticava sin da bambino, si cimentava poi in altri sport maggiormente codificati (come il judo o la lotta) per competere nelle competizioni più importanti. Dal 1980, però, Komil Yusupov ha iniziato le sue ricerche e nel 1990 ha dato vita al primo tentativo di raccolta di tali conoscenze, pubblicato l’anno successivo a seguito della disgregazione dell’ex URSS. Per questo è infatti considerato il fondatore del Kurash moderno. Yusupov riuscì a creare un regolamento che unificasse la tradizione millenaria con i requisiti sportivi odierni, con l’obiettivo primario di entrare a far parte dei Giochi Olimpici. Il Kurash partecipa agli Asian Games (Giochi Olimpici Asiatici) ed ai Martial Arts Games. Quest’anno è presente come sport dimostrativo agli European Games a Cracovia, i Giochi Olimpici del nostro continente. Partecipa, inoltre, ai World Nomad Games, grande evento biennale dedicato agli Sport Tradizionali.
Le regole del Kurash: i 2 lottatori indossano una giacchetta blu o verde, pantaloni bianchi e una cintura rossa. Si presentano inizialmente con una vestaglia, anch’essa blu o verde. Il tatami del Kurash è detto Gilam ed ogni incontro è diretto da 3 arbitri.
Gli incontri durano 5 minuti effettivi per gli uomini e 3 minuti effettivi per donne.
Il Kurash è fondamentalmente judo, ma senza lotta a terra. È vietato attaccarsi ai pantaloni dell’avversario e sono vietate tutte le tecniche che possono causare lesioni pericolose, dolorose e di strangolamento. L’obiettivo è buttare a terra l’avversario, di schiena per la vittoria immediata e di lato per guadagnare punti. Ogni tecnica che porta l’avversario a cadere comporta dei punti, per un regolamento assimilabile a quello del judo del passato.
Non c’è il Golden Score ma, d’altro canto, un pareggio è impossibile per come è pensato il sistema dei punti. In caso di parità, ad esempio, vince chi ha fatto il primo punto oppure perde chi ha preso l’ultima sanzione. Ma in caso di 0-0, senza sanzioni, se i due avversari si trovano in parità fino a metà gara, l’arbitro li costringe in una sorta di presa dell’orso (Jazo): i due avversari sono in completo contatto con il petto ed il ventre e si tengono per la cintura; da questa competizione si ricomincia a lottare. Ma da qui, finché non viene messo a segno almeno un punto, se uno dei due lascia la presa della cintura oppure mette un ginocchio a terra, subirà una penalità.
Ci vediamo a ottobre!