Gwend quinta nel Grand Slam ad Osaka, bene anche Marconcini

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Osaka 24 novembre 2018 Cinque incontri, tre vittorie e quinto posto per Edwige Gwend, tre incontri e due vittorie per Matteo Marconcini nel Grand Slam ad Osaka. È andata in questo modo per i due ‘big’ azzurri impegnati rispettivamente nei 63 kg e negli 81 kg nel super-torneo giapponese con 415 atleti di 70 nazioni. Non è arrivata una medaglia, ma poco c’è mancato e questo è l’indicatore che, coerentemente con le premesse, sposta la lancetta su un segno sostanzialmente positivo. Ad Osaka infatti, hanno gareggiato soltanto Edwige Gwend e Matteo Marconcini, due azzurri di spessore al rientro da periodi più o meno lunghi di assenza dai grandi palcoscenici che, in Giappone, hanno cercato la conferma di essere pronti per l’alto livello. La risposta è stata chiara e limpida per entrambi, dalle tre vittorie di Edwige con la nepalese Phupu Ihamu Khatri e, soprattutto, a quelle con Juul Franssen (Olanda) e Maylin Del Toro Carvajal (Cuba), per le quali dev’essere tenuto in considerazione che, fino ad oggi, l’olandese è sempre stata ‘bestia nera’ per Edwige, mentre la 24enne cubana è una che al mondiale a Baku è arrivata in fondo e ha portato a casa il quinto posto. Sulle due sconfitte c’è da dire che sono arrivate entrambe dalle giapponesi, con Masako Doi nei quarti e con Aimi Nouchi nella finale per il bronzo, ma va detto anche che nei 63 kg è stato giapponese il podio intero, con Masako Doi al primo posto, Nami Nabekura al secondo, Aimi Nouchi e Miku Tashiro al terzo. Il valore dei due quinti posti, ottenuti da Edwige Gwend e della campionessa olimpica, la slovena Tina Trstenjak, appare esplicitamente positivo. È stata chiara anche la risposta di Matteo Marconcini che, dopo il primo approccio in gara del mese scorso a Malaga (European Cup), ha scelto Osaka per misurarsi la tensione agonistica d’alto livello e ha avuto soddisfazione, vincendo prima con Srdjan Mrvaljevic, montenegrino 34enne, anche lui già vicecampione del mondo a Parigi (2011) e poi con il kazako Didar Khamza che, soltanto negli ultimi 30 giorni, si è messo al collo l’oro nel Grand Prix a Tashkent ed il bronzo nel Grand Slam ad Abu Dhabi. Più che soddisfacente, si può ben dire, anche per l’atteggiamento che Marconcini ha saputo esprimere sul tatami, attento, propositivo, efficace. La sconfitta è arrivata da Vladimir Zoloev, 25enne del Kirgyzistan che è stato bravo a cogliere l’attimo in cui, su uno spostamento, ha blindato una spalla del campione aretino ruotando ed accompagnandolo a terra. Zoloev poi, si è fermato al quinto posto e, sul podio, sono saliti tre giapponesi, Takeshi Sasaki al primo posto, Kenya Kohara secondo e Takanori Nagase terzo. L’altro terzo è il turco Vedat Albayrak.
“Considero la gara di oggi un buon rientro a livello di competizioni top. – ha commentato Luigi Guido, coach azzurro e del C.S. Carabinieri - In particolare il secondo incontro con Khamza, atleta giovane e negli ultimi mesi molto performante, credo abbia evidenziato che Matteo c’è. Peccato per l’incontro con Zoloev, ritengo che Matteo sia colto di sorpresa da quell’attacco, in una fase in cui l’incontro si doveva ancora sviluppare. L’azione è stata valutata giustamente ippon, ma se avesse cercato di difendersi da quella posizione avrebbe rischiato l’integrità della spalla, quindi bene così. Sarei stato curioso di vederlo arrivare ai quarti per giocarsi una medaglia, ma penso sinceramente che per oggi ci si possa accontentare, raccogliere dati e dare continuità ad un lavoro che mi sembra proceda nella giusta direzione”.
Nel medagliere, dopo le prime due giornate, c’è sostanzialmente il Giappone che si è accaparrato 8 primi posti su 9 categorie disputate, cui aggiunge – per il momento – sei secondi e dieci terzi, per un totale di 24 medaglie. Le altre 12 se le sono divise sette nazioni, Canada, Russia, Mongolia, Svezia, Corea del Sud, Francia e Turchia. In tutto questo, le gare di Edwige Gwend e Matteo Marconcini lasciando un sereno senso di soddisfazione.

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