Sarajevo 2022 ed un bilancio azzurro del mondiale cadetti

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20220827 Italia cuoreArchiviata l'edizione 2022 dei mondiali cadetti a Sarajevo con il torneo a squadre miste vinto dalla Francia, 4 a 3 sull'Azerbaijan in finale e con i terzi posti ad Uzbekistan e Turchia, la squadra azzurra può festeggiare un altro 'best event', subito dopo quello degli junior a Guayaquil. Alessandro Comi, a nome dell'intero staff tecnico che ha guidato la spedizione in Bosnia, ha tracciato un bilancio condiviso.

"Quattro giornate di gara, cinque medaglie: che dire…è storia? Sì lo è. Ma andiamo per gradi. A Sarajevo sono tornati i mondiali cadetti dopo due anni di stop forzato, il 2021 è stato un anno di prova nella pandemia, quest’anno abbiamo affrontato una stagione internazionale vera, iniziata a febbraio con la prima tappa del World Tour a Lignano, terminata ieri con otto atleti tra i cadetti migliori del mondo. Nel mezzo, quello dei cadetti è stato un percorso in divenire, con innegabili alti e bassi, uno staff rinnovato e giovane, una nuova Direzione, ma con la consueta voglia di arrivare che, come da tradizione, pone le giovanili azzurre tra le migliori del mondo.

Prima d’arrivare qui c’è stato anche un Campionato Europeo che, con una squadra molto simile, come ha sottolineato qualcuno nei mesi scorsi ha ottenuto la prestazione peggiore, probabilmente dal 2015: beh, la prestazione di questo mondiale è la migliore di sempre. La prima considerazione parte proprio da qui: le statistiche servono,  alle analisi e alle chiacchiere e ci stanno sia le analisi che le chiacchiere, ma ciò che conta alla fine sono i fatti. Anzi, in una rassegna giovanile come questa, ciò che conta più dei fatti sono probabilmente le sensazioni, le emozioni e le impronte che un’esperienza del genere lascia per il futuro di questi atleti. Siamo troppo abituati a basare tutto sui numeri e sul colore delle medaglie esasperando il peso di questi risultati al punto da farli bastare per destinare la carriera di atleti che non sono neanche maggiorenni…forse le analisi e le considerazioni più serie – ma anche le chiacchiere – dovrebbero muovere da qui, più che dai numeri.

Abbiamo celebrato cinque medaglie: Rebecca ha spianato la strada in prima giornata mostrando a tutti che si poteva fare e se non fosse stato per quel fatidico attimo, probabilmente la sua medaglia sarebbe stata anche più pesante; il giorno è stata la volta dello show di Federico e, soprattutto, della rivalsa di Gaia – lei che era stata sempre seconda quest’anno – incoronata campionessa del mondo; sono arrivate poi Savita e quindi Serena, bronzo e argento: impareggiabili.  In Italia tendiamo ad essere un po’ troppo “medagliofili” dimenticandoci di imprese preziose anche quando sono al massimo di legno….eppure sono imprese. Qui il giorno dopo lo sono state quella di Ilaria e Michela, quinte classificate con la consapevolezza di valere quel podio, e il settimo posto di un esuberante Francesco.

E’ stato un grande mondiale, senza dubbio; si poteva fare meglio? Certo e per fortuna: abbiamo visto una squadra femminile capace di mostrare il proprio valore, così come era stato pochi giorni fa a Guayaquil ai mondiali junior; abbiamo d’altro canto una squadra maschile che – con l’eccezione di Federico, gelido e caparbio sul tatami di Sarajevo – ha soltanto bisogno di credere di più nelle proprie enormi capacità…sarà genetica? Non saprei, di certo bisogna lavorarci per permettere a questi giovani di portare il meglio di sé sul tatami. La cosa buona è che abbiamo uno staff giovane e una Direzione Tecnica di larga esperienza pronti a fare sintesi di questa esperienza in ottica futura. Dopo quello che avevamo già visto tra gli junior, terminare il mondiale cadetti con otto atleti tra i primi sette al mondo è una responsabilità che chiama tutti in causa: club, Comitati Regionali, Federazione centrale. La sfida che questi ragazzi ci lasciano tra le mani è un pezzo del loro futuro.

Al di là di ogni analisi personalmente mi porto a casa l’entusiasmo che solo atleti di questa età sanno regalare: hanno affrontato con responsabilità ed ironia la fatica di una stagione interminabile crescendo come squadra dentro e fuori il tatami. Prima di partire ho chiesto loro di essere orgogliosi di rappresentare l’Italia a questo mondiale, di essere responsabili nel farlo al loro meglio ma anche e soprattutto entusiasti. Lo sono stati al meglio, ripagando col loro modo di essere i sacrifici delle loro famiglie e delle società d’appartenenza a cui va il merito di averli portati fin qui.

A conclusione di questa che rappresenta l’ultima tappa della stagione internazionale – è vero che nei prossimi mesi ci saranno altri due appuntamenti internazionali di Coppa Europa, ma si tratta di gare di transizione verso la prossima stagione – un doveroso ringraziamento va allo staff Federale cadetti: Francesca, Massimiliano e Luca hanno interpretato al meglio l’arduo compito di prendere per mano questi atleti per accompagnarli, nel momento più importante della stagione, ad esprimersi al massimo. Un ringraziamento infine ad Andrea che ha curato l’organizzazione delle trasferte dagli uffici e allo staff sanitario, rappresentato in questa occasione dalla impareggiabile presenza del Dottor Stefano Bonagura e della fisioterapista Virginia Vecchi".