La mancata Olimpiade del 1944: Londra batte Roma 20 a 11

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Roma 16 aprile 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!

In due precedenti articoli ho sinteticamente raccontato le vicende che spinsero il CIO ad assegnare la XII Olimpiade a Tokyo, che dovette rinunciarvi in seguito alla decisione presa dal governo nipponico il 16 luglio 1938. L’arduo compito toccò quindi a Helsinki. Nemmeno un anno dopo fu necessario assegnare la XIII Olimpiade.
Dal 5 al 10 giugno 1939 il CIO si riunì a Londra e l’argomento principale all’ordine del giorno fu la scelta della sede per i Giochi del 1944. Vennero presentate le candidature di Atene, Detroit, Losanna, Roma e Londra. È curioso trovare Detroit tra le città candidate. Il Comitato Organizzatore era formato dalle case automobilistiche General Motors, Ford e Crysler. La Camera di commercio di Detroit si dichiarò pronta a mettere a disposizione degli organizzatori una somma di 300 milioni sia per l’organizzazione dei Giochi, sia per la costruzione di uno stadio da 110.000 posti e di un villaggio olimpico.
Assieme a tutta la stampa nazionale anche il CONI nel 1939 sostenne la candidatura della Città Eterna pubblicando un opuscolo intitolato, come nel 1935, Roma Olimpiaca. Alla sessione di Londra la nostra causa fu perorata dal conte Alberto Bonacossa, membro della Commissione Esecutiva del CIO, e va pure ricordato che l’Italia schierava ben tre delegati: Bonacossa, Paolo Thaon de Revel e Giorgio Vaccaro. Inoltre, il 21 aprile 1942, Roma avrebbe inaugurato l’Esposizione Universale, definita “Olimpiade della Civiltà”: un bel viatico per ottenere anche i Giochi del 1944.
Tuttavia, il 9 giugno 1939, Londra ebbe la meglio su Roma con 20 voti contro 11. La delusione italiana fu notevole e l’insuccesso contro la “perfida Albione” va certamente ascritto alla nostra aggressiva politica internazionale, che ci aveva spinti a occupare l’Albania in aprile e a stringere il Patto d’Acciaio con Hitler il 22 maggio. Quale magra consolazione l’Olimpiade invernale venne assegnata a Cortina d’Ampezzo, che prevalse su Montreal e Oslo. All’inizio di settembre, tuttavia, ebbe inizio la seconda guerra mondiale e pertanto anche i Giochi del 1944 furono annullati, ma Londra si rifece nel 1948. Solo molti anni più tardi, invece, Roma (nel 1960) e Tokyo (nel 1964) riuscirono a ospitare la XVII e la XVIII Olimpiade.
2. Villaggio Olimpico x GO 19441. 3. Manifesto E422.4. Henri de Baillet Latour3.

Non possiamo dimenticare, però, che Roma ha inanellato un’incredibile serie di fallimenti quale candidata ai Giochi: dopo aver rinunciato all’Olimpiade del 1908, non ricevette il sostegno del governo per quella del 1920, fu superata da Parigi nel 1924 e da Berlino nel 1936, rinunciò all’Olimpiade del 1940 e venne sconfitta da Londra per quella del 1944. Infine, dopo l’indimenticabile esperienza del 1960, fummo battuti da Atene per i Giochi del 2004 e ci siamo chiamati fuori da quelli del 2020 e 2024.
Molti, a causa della rinuncia del 1940 e del recente rinvio al 2021, hanno scritto che le Olimpiadi sono maledette per il Giappone! E per noi, allora?

Didascalie:

In Copertina: La copertina di Roma Olimpiaca

1. Il Villaggio Olimpico progettato per l’Olimpiade 1944 a Roma

2. Il manifesto dell’Esposizione Universale di Roma 1942 (E42)

3. Il conte Henri de Baillet-Latour, presidente del CIO dal 1925 al 1942

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