Peso e sorteggio, i problemi olimpici di Minguzzi e Timoncini
Pechino, 6 agosto 2008. Il cielo è nuvoloso, ma il caldo opprime ben più dei 34° indicati dal termometro e la leggera brezza che spira, ha l’effetto di un phon. Carlo Marini, il d.t. della lotta azzurra, boccheggia ma è ugualmente “positivo”. «Il caldo è spaventoso –dice- senza l’aria condizionata saremmo morti, ma il villaggio si presta a tutte le nostre esigenze. I ragazzi stanno completando la preparazione ed anche se la palestra per gli allenamenti è a un’ora di pullman, le condizioni sono buone per lavorare. Nell’impianto di allenamento ci sono 14 tappeti ed ognuno ha il suo spazio. Il clima è quello giusto –conclude– ma per noi, il sorteggio sarà decisivo, perché non ci sono le teste di serie ed il numeretto estratto può valere anche più della condizione dei ragazzi». I ragazzi sono Andrea Minguzzi e Daigoro Timoncini, entrambi gareggeranno nel China Agriculture University Gymnasium giovedì 14, rispettivamente negli 84 e nei 96 kg. «Nella mia categoria sono quattro gli atleti più forti –conferma Minguzzi– sarebbe bene non trovarsi subito con Russia, Turchia, Georgia o Svezia, ma in ogni caso mi sento bene, sto facendo un lavoro di scarico per controllare forma e peso. Mi sto mantenendo sui 3-4 kg dal limite della categoria, come sempre». Un occhio alla bilancia lo dà anche Daigoro Timoncini, che è «3,5 kg oltre il limite, ma sto facendo il peso molto meglio e prima del solito, perché voglio concentrarmi solo sulla gara». Il peso, per i lottatori, è in programma la sera prima della gara, quindi mercoledì 13 «perderò l’ultimo chilo con un po’ di corsa –aggiunge- anche se c’è tanta umidità, che non aiuta». Vincenzo e Beniamino Scibilia sono gli angeli custodi di Minguzzi e Timoncini, gli sparring partner che ogni giorno, sotto lo sguardo attento del tecnico Giuseppe Giunta, consentono di mettere a punto tecniche e tattiche, in attesa di sapere con chi, giovedì 14, saranno chiamati a confrontarle.