Il mondo della lotta libera italiana e di tutta la FIJLKAM piange la scomparsa del Maestro Luigi Marigliano. Nato a Napoli il 12 dicembre 1938, soltanto pochi giorni fa aveva compiuto 84 anni ed al dolore dei famigliari si uniscono i numerosissimi allievi che hanno avuto la fortuna, o meglio, il privilegio di conoscerlo e frequentarlo nel percorso di una vita interamente dedicata ad uno sport come la lotta. “L’avevamo soprannominato il tedesco di Napoli -ha ricordato Feliciano Marotto- per il carattere ed il rigore con il quale gestiva atleti e squadra, ma sotto la superfice batteva un grande cuore”. “In gara si emozionava anche se cercava di non farlo vedere -ha aggiunto Dario Arfè- e per riprenderci ci chiamava cachissi, sì è così che ci chiamava affettuosamente per stimolarci e spingerci a fare sempre di più. Era proprio questo il suo scherzoso complimento. Per me e per tutti gli atleti che ha cresciuto ed allenato, che sono stati davvero tantissimi fra i quali c’è stato anche Claudio Pollio, medaglia d’oro alle Olimpiadi, Luigi Marigliano è stato come un padre. Un uomo dal cuore grande e dal carattere forte, sempre corretto e rispettoso delle regole che ha saputo coinvolgere e gestire anche i ragazzi difficili. A muoverlo è stata sempre una grandissima passione che ha trasmesso fino a qualche mese fa, fino all’ultimo infatti ha frequentato la palestra pur di poter “respirare” la lotta e viverla come priorità”.