Judo

Bruyere e Chyurlia: eccellenze europee "Made in Italy"

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Roma, 26 aprile 2025. Il marchio Made in Italy a Podgorica non riguarda soltanto gli eccellenti risultati del team azzurro che con un oro, due argenti e il tris di bronzi si piazza già al terzo posto del medagliere, ad evento non ancora terminato. Sono infatti Roberta Chyurlia e Francesco Bruyere ad ottenere riconoscimenti importanti da parte della European Judo Union, a riconferma di un lavoro di altissima qualità che li vede anche collaborare con lo scopo di garantire agli atleti della nazionale maggior conoscenza del regolamento e conseguentemente, un impeccabile lavoro specifico sul tatami.

Roberta Chyurlia ha ricevuto per la quinta volta il premio come “miglior arbitro europeo donna 2024”. Roberta è figlia d’arte e sin dai primi anni il tatami diventa la sua seconda casa. La mamma è judoka e il papà è arbitro olimpionico. Inizia la sua carriera da agonista, ottenendo risultati ai campionati nazionali e universitari. È studentessa di giurisprudenza e decide di intraprendere la carriera da arbitro, cominciando molto presto a far parlare di sé per bravura a competenza. Consegue la qualifica di arbitro continentale e la convocazione a ben otto campionati del mondo. Raggiunge il record a Tokyo 2020, in cui stacca il pass olimpionico laureandosi prima donna italiana ad ufficiare i Giochi Olimpici. Nel suo secondo quadriennio Roberta alterna il lavoro da avvocato penalista a quello di arbitro e ottiene la partecipazione alle olimpiadi di Parigi 2024, eguagliando le presenze olimpiche del padre. Ieri sera, a Podgorica, è arrivato un quinto premio e Roberta, emozionata, commenta: “Questo premio lo dedico interamente alla mia famiglia e mai come questa volta a mio Padre. Non smetterò mai di ringraziarli per i loro insegnamenti: lavorare duro, impegnarsi ed avere fede. Questa volta davvero mi emoziona come la prima volta. Raggiungere un obiettivo così importante una volta nella vita e’ già un sogno, per 5 volte lo considero un privilegio ed allo stesso tempo una grande responsabilità. Per me e’ solo l’inizio; devo dimostrare ogni giorno a me stessa ( e chi mi conosce sa che sono molto esigente ) di essere all’altezza di condividere lo stesso tatami con atleti straordinari. Rispetto troppo i loro sacrifici e i loro sforzi, ragion per cui devo assolutamente essere al loro livello, quantomeno provarci con tutta me stessa”

Francesco Bruyere, è di solito al lato opposto di Roberta, sulla sedia da coach. Ha ricevuto il premio come “miglior coach europeo femminile 2024”, dopo un quadriennio che l’ha visto accompagnare un team femminile di immenso valore, che conta, tra tutti i risultati, una campionessa del mondo (Odette Giuffrida) e una campionessa olimpica (Alice Bellandi). Francesco, classe 1980, inizia il suo percorso da atleta a sei anni, assieme a suo fratello Alessandro, per poi calcare i tatami internazionali più prestigiosi. Nel 2005 è medaglia d’argento mondiale a Il Cairo e l’anno successivo vince l’oro alla prestigiosa Jigoro Kano Cup. Docente alla facoltà di Scienze Motorie alla Università degli Studi di Torino, Francesco conferma il suo valore diventando sin da subito, una volta terminata la magnifica carriera da atleta, uno dei migliori tecnici del panorama nazionale e internazionale. Un rapida transizione che Francesco sembra aver sapientemente costruito che gli permette oggi di guidare una squadra sempre più solida e competitiva. "Sono profondamente onorato di ricevere questo prestigioso riconoscimento e desidero ringraziare di cuore l’EJU per avermi scelto tra tanti tecnici di altissimo livello in Europa, da cui traggo ogni giorno ispirazione per continuare a crescere e migliorare. Questo premio rappresenta la ricompensa per i tanti sacrifici affrontati negli anni, ma non è un riconoscimento personale: è un premio da condividere con tutti i tecnici societari italiani che, con passione, dedizione e professionalità, hanno contribuito in modo determinante agli straordinari successi di questa squadra. Il ringraziamento più grande va alle atlete e alla squadra: senza il loro talento, impegno e spirito da vere campionesse, nulla sarebbe stato possibile. Dedico infine questo premio alla mia famiglia, a mia moglie e alle mie bambine, che con amore, pazienza e comprensione, mi accompagnano ogni giorno in questo percorso."