Roma, 25 settembre 2017 - La campionessa in maschera. Sara Cardin ha vissuto un weekend da protagonista assoluta in mezzo a oltre tremila bambini presenziando al Trofeo Coni di Senigallia, ha ritrovato energia, entusiasmo e la carica giusta per continuare a prepararsi in vista del rientro previsto fra due settimane nella Premier League di Karate a Salisburgo. “Ho recuperato bene - sottolinea l’atleta veneta - mi alleno quotidianamente con la maschera, fin quando non saranno trascorsi trenta giorni dalla frattura al naso non posso correre rischi, ma ho già ripreso gli allenamenti a pieno regime”.
Come ha vissuto l’esperienza al Trofeo Coni di Senigallia?
“E’ stata un’esperienza bellissima, ho assistito a una vera e propria invasione di bambini, è stato un weekend all’insegna dell’agonismo, della passione e della condivisione dei valori sportivi. Vedere oltre tremila ragazzi provenienti da tutta Italia per dar vita a una mini olimpiade è stato qualcosa di entusiasmante”.
Qual è stato l’aspetto che l’ha più colpita di questa manifestazione?
“E’ stato un evento multidisciplinare che ha consentito ai ragazzi di condividere la propria passione trasmettendola ai loro coetanei, c’è stato un confronto aperto, una condivisione di valori che solitamente nelle manifestazioni di una stessa disciplina non sempre emergono in questo modo. A Senigallia non mi sono fermata un solo istante, ho cercato di vedere quante più gare possibili, ma devo confessare che alla fine mi sono piazzata dentro al Palazzetto per seguire le nostre discipline: Karate, Lotta e Judo. Devo dire che c’era un entusiasmo contagioso: bambini super motivati, leggevi nei loro occhi l’emozione per una competizione così importante, ma al tempo stesso c’era in quegli sguardi quella tenacia, quell’energia, quella grinta tipica di chi fa sport e vuole primeggiare”.
A Senigallia c’era anche la torcia olimpica.
“All’inizio ero indecisa: toccarla o non toccarla? Poi ho deciso di lasciare da parte la scaramanzia, e mi sono avvicinata alla fiamma! Ho vissuto questa vicinanza quasi come fosse un oracolo: Sacro Fuoco Olimpico ti attrae, quasi vorresti parlarci, vorresti chiedergli di rivelarti il futuro. Finalmente il Karate non è più chiuso in se stesso, adesso c’è un sogno più grande da inseguire, ma anche maggiori responsabilità. Dopo l’infortunio sono pronta a tornare sul tatami, sono più determinata che mai…”.