Roma, 26 novembre 2017 - E’ stata un’alba esaltante quella vissuta da tutti gli appassionati di Karate che hanno seguito con frenetico entusiasmo la finale di Luigi Busà nel Kumite maschile alla WKF Karate1 Series A di Okinawa. L’atleta azzurro dei Carabinieri ha vinto la medaglia d’oro nella categoria 75 kg contro il giapponese Mori Yuta. Una vittoria che vale, conseguita per hantei dopo il punteggio maturato durante il combattimento di 3 a 3. Sono stati i giudici di gara di Okinawa ad attribuire le loro preferenze al campione azzurro, proiettato nell’Olimpo del Karate mondiale. Un successo che ribadisce le potenzialità, la tecnica, la classe dell’atleta siciliano che punta senza indugi alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dalla kermesse giapponese arrivano altre tre medaglie: un argento e due bronzi; Nello Maestri - nella categoria 84 kg - conquista la medaglia d'argento. L'esaltante percorso dell'azzurro si interrompe a un passo dalla gloria contro il giapponese Araga che in finale lo supera per 2-0. Nello stesso raggruppamento Michele Martina vince i primi quattro combattimenti, ma perde la finale di pool sbattendo - anche lui - contro Araga: alla fine conquista un buon piazzamento chiudendo al quinto posto. Va meglio ad Angelo Crescenzo (60 kg) che vince la finale di pool superando i primi tre incontri con il kazako Shubayev (4-2), il giapponese Sago (2-0) e l’arabo Alharbi (1-0). L’azzurro viene fermato in semifinale dal brasiliano Dos Santos, ma si riscatta nella finale per il bronzo portando a casa una preziosa medaglia. Nel Kumite femminile stesso risultato per Alessandra Mangiacapra che sale sul podio dopo una prestazione di rilievo; l'azzurra supera tre turni vincendo altrettanti combattimenti, prima di fermarsi al cospetto dell’ucraina Terliuga. Ma la delusione della mancata finalissima non frena la Mangiacapra che si riscatta e vince la medaglia di bronzo. Le prestazioni degli altri azzurri in gara sono in chiaro scuro: Rabii Jendoubi supera brillantemente i primi due turni prima di cedere contro il kazako Ainazarov. Nei 60 kg Samuele Marchese parte con il piede giusto (7-0 al giapponese Imoto, poi 3-0 al coreano Song) prima di cedere nel terzo incontro all’iraniano Mehdizadeh. Giuseppe Cartelli, nella categoria 67 kg, vince quattro combattimenti prima di cedere all’ungherese Tamas nella finale di pool: la sconfitta di misura mette fine a un percorso iniziato in maniera esaltante. Nella gara di Kumite femminile non brilla la stella di Sara Cardin che viene sconfitta al primo turno dalla brasiliana Kumizaki. Nel raggruppamento dei 50 kg, Erminia Perfetto vince i primi due incontri ma viene estromessa dal torneo dalla tedesca Hubrich. Stesso percorso per Laura Pasqua che nei 61 kg vince i primi due combattimenti contro la finlandese Aronen (1-0) e la belga De Vos (2-0), ma è fatale il terzo confronto con la statunitense Orbon. Silvia Semeraro conferma il suo buon momento, pur costretta a rinunciare al podio: l'azzurra si fa largo a suon di vittorie, perde di misura la semifinale contro la danese Pedersen, e cede - sempre per 1-0 - nella finale per il terzo posto contro la Czagany. Clio Ferracuti non va oltre il secondo turno. Nelle gare individuali di Kata maschile e femminile non arrivano risultati significativi; Mattia Busato chiude al settimo posto, l’atleta veneto vince i primi tre incontri, poi cede nella finale di pool contro il giapponese Kiyuna. Nei ripescati altra sconfitta con il giapponese Shimbaba. Non c’è gloria neanche per le ragazze; Viviana Bottaro supera il primo turno (5-0) contro la giapponese Shiota, poi si ferma contro la ceca Miskova. Non fa meglio Sara Battaglia, fuori al primo turno contro la giapponese Iwamoto.