Viviana Bottaro e l'impresa di Istanbul: "Ho fatto un favore a tutto il movimento"

Roma, 19 giugno 2018 - Una vittoria che simboleggia una vera e propria impresa, “un favore a tutto il movimento” come lo definisce la campionessa azzurra Viviana Bottaro che alla Premier League di Istanbul è salita sul primo gradino del podio battendo la giapponese numero uno del kata mondiale Kiyou Shimizu. Ma non solo, ad un mese dai Campionati Europei dove ha messo al collo un argento amaro, si prende la rivincita contro la spagnola Sandra Sanchez in una finale praticamente identica a quella eseguita nella rassegna continentale. L’azzurra, dopo i tanti successi a squadre con le compagne/amiche di sempre Sara Battaglia e Michela Pezzetti, si è ormai completamente dedicata all’individuale con l’obiettivo di calcare i tatami delle prime olimpiadi della storia del karate a Tokyo 2020, che ora non sembrano più un sogno. 

Viviana, che emozioni hai provato quando a Istanbul hai visto quelle bandierine alzate per te?

“Incredulità. Sono stata felicissima perché ero partita per la competizione credendoci e con la voglia di portare alla luce un prodotto fatto bene, quello italiano, ma non me l’aspettavo”.

Hai lasciato tutti col fiato sospeso dimostrando che i giapponesi non sono imbattibili.

“È una cosa che ho sempre pensato, così come ho sempre creduto che il percorso da fare per arrivare al loro livello sia notevole. Io ho lavorato molto e sinceramente ero convinta di arrivare a questo risultato fra qualche mese, invece ho avuto la riprova di aver fatto dei progressi in poco tempo che mi hanno ripagata”. 

Il tuo è stato un percorso in ascesa, hai superato tutte le atlete più forti al mondo.

“La gara è stata veramente di alto livello. Tutti guardano solo alla finale o alla semifinale con Sandra Sanchez, ma per me l’incontro prima è stato ancora più difficile: io credo che la giapponese Ono Hikaru sia l’atleta più forte in questo momento, quest’anno mi ha battuta ben tre volte in Premier League. Quando ho vinto io per 5-0 mi sono detta “ce la posso fare”.

Però, ammettiamolo, con la Sanchez ti sei presa una grande rivincita…

“In moltissimi hanno criticato il giudizio della finale europea: quel netto 5-0 era forse esagerato per le atlete che abbiamo dimostrato di essere un mese fa in Serbia. La cosa bella è che in semifinale a Istanbul abbiamo riproposto proprio gli stessi kata, eravamo addirittura con le stesse cinture, io rossa e lei blu: ho dimostrato sul campo che quello che tutti dicevano era vero”.

Ryo Kiyuna, Campione del Mondo nel kata maschile, ha perso in finale a Dubai, ora tu batti la Shimizu: qualcosa sta cambiando?

“Si, adesso non si guarda più ai nipponici come modello unico e anche gli arbitri stanno dando il giusto peso a tutti gli atleti. Prima il Giappone partecipava solo ai Campionati Mondiali: gli individualisti venivano, vincevano e tornavano a casa, fine. Oggi partecipano a quasi tutte le competizioni internazionali: se all’inizio è stato uno spettacolo vederli all’opera ora l’esposizione è tanta, si mettono in gioco e si iniziano a vedere le bandierine contro di loro. La mia vittoria a Istanbul è stata come fare un favore a tutto il movimento, non solo all’Italia, perché ora tutti possono dire “lei ce l’ha fatta, quindi è possibile batterli””. 

Che tipo di lavoro stai portando avanti per Tokyo 2020?

“Nulla di particolare, ma ammetto che il cammino individuale è completamente un’altra cosa: ti concentri su te stessa, sull’espressività o su come usi l’addome ad esempio, anche l’energia che metti nelle dita di una mano… In squadra tutto questo c’è fino ad un certo punto perché si tratta sempre di un compromesso tra quello che sei tu e quello che sono le altre due tue compagne. Campionesse come le già citate Shimizu o Sanchez sono individualiste da tanti anni, per questo avevano una marcia in più: nel lasciare la squadra il cuore ne ha risentito perché le emozioni che mi ha regalato sono incredibili, ma concentrarmi solo sull’individuale per me è stata la scelta giusta. Oggi, con l’obiettivo olimpico, non ci si può più permettere di “sprecare” energie in altro”.

Adesso vacanze e riposo?

“Purtroppo non parteciperà ai Giochi del Mediterraneo perché riguardano esclusivamente il kumite, ma per me significa un po’ di meritato relax, anche se breve: due settimane di stop poi si torna al lavoro. Il prossimo obiettivo è la Premier League di Berlino a settembre”.