Roma, 10 ottobre 2023 – Purtroppo il karate non sarà presente alle Olimpiadi di Los Angeles 2028. Dopo la prima storica apparizione a Tokyo 2020 e l’esclusione, invece, da Parigi 2024, arriva una brutta notizia per lo sport nato a Okinawa e gestito, a livello internazionale, dalla World Karate Federation (WKF).
Ne abbiamo parlato con Davide Benetello, Vicepresidente FIJLKAM settore Karate, membro del Comitato Esecutivo WKF, della Commissione Olimpica WKF e della Steering Committe del CIO e presidente della Commissione Atleti WKF.
“Sapevamo che il percorso in vista di Los Angeles 2028 sarebbe stato molto arduo. I comitati organizzatori propongono gli sport che vanno bene per la propria nazione. Facendo un’analisi generale, noi abbiamo tutti i requisiti per essere inclusi nel programma centrale delle Olimpiadi, e non come sport aggiuntivo. Questo è quello che ci aspettiamo e che crediamo un nostro diritto. Noi, in tutto il mondo, abbiamo numeri molto importanti ed anche una qualità organizzativa almeno al pari di ogni altro sport olimpico. E questo anche senza i fondi destinati, appunto, agli sport olimpici.”
A Tokyo abbiamo partecipato, come sport aggiuntivo, proprio perché il Giappone ha una grande tradizione di karate e lo ha proposto. Per Parigi 2024 le speranze c’erano, perché anche la Francia ha un’ottima tradizione di karate e poi con l’oro olimpico di Steven Da Costa erano anche cresciute. “Sì, l’esclusione da Parigi ci ha sinceramente sorpreso. Ma non credo sia tutta colpa del karate, anzi. Credo che ci siano delle dinamiche che devono cambiare all’interno della valutazione degli sport da includere, come centrali o come aggiuntivi.”
A Los Angeles sono stati proposti i seguenti sport aggiuntivi: baseball e softball, lacrosse, flag football, cricket e squash. “Sì, hanno scelto perlopiù sport di squadra, con l’aggiunta dello squash, che hanno un seguito negli Stati Uniti. Flag Football e Squash avranno la possibilità di assaggiare per la prima volta le Olimpiadi. Noi siamo stati sfortunati perché Tokyo è stata una manifestazione del tutto particolare: senza pubblico, con le restrizioni, posticipata di un anno. È stata un’Olimpiade sottotono.”
Ma come avviene il processo decisionale? “Il comitato organizzatore del paese ospitante propone degli sport aggiuntivi e poi il CIO decide se prenderli o meno. Gli sport aggiuntivi scelti devono rispettare i criteri imposti dal CIO e fare gli interessi del comitato organizzatore, che è diverso dal comitato olimpico nazionale”.
C’entra con l’esclusione il problema della sicurezza? Problema con cui devono fare i conti gli sport da combattimento? “No, assolutamente. La sicurezza è il nostro primo obiettivo ed un requisito essenziale per noi. L’indice di pericolosità ed infortuni nel nostro sport è bassissimo. Molto più basso di qualsiasi altro sport da combattimento e anche non da combattimento, dove avvengono sicuramente più infortuni.
Lo ripeto, noi dobbiamo lavorare per l’inclusione negli sport centrali. Il karate merita questo!”
Come si lavora per questo obiettivo? Si punta al 2032? “Le sconfitte fanno male ma noi, certamente, non ci arrendiamo. Il karate sopravvive con numeri altissimi anche senza Olimpiadi. E questo non può dirsi di tutti gli sport olimpici. Quindi sì, noi lavoriamo per Brisbane 2032 e, nel frattempo, proseguiamo nella nostra naturale evoluzione di federazione. Miglioreremo ancora di più la qualità organizzativa e le connessioni con i vari organi. Ci saranno grossi cambiamenti, in generale, perché ci sono cicli sportivi che si evolvono. La federazione mondiale, ad esempio, modificherà il proprio metodo di qualificazioni ai Mondiali Assoluti e incrementerà la chiarezza del regolamento tramite i joystick. Nelle Commissioni Mondiali analizziamo continuamente i dati su possibili cambiamenti e il loro impatto.”
Le basi da cui ricominciare a lavorare per l’obiettivo olimpico sono dunque la FIJLKAM e la WKF che, come detto, mostrano numeri di seguito e partecipazione davvero elevati. “Noi siamo una federazione aperta. Sia la FIJLKAM che la WKF non negano l’ingresso a nessuno. Se qualcuno vuole entrare a farne parte basta seguire le procedure corrette. La WKF ha un livello organizzativo, qualitativo, di diffusione in tutto il mondo, un livello di riconoscimento dei comitati olimpici nazionali e di inclusione in tutti i Giochi continentali, che ne fa una federazione internazionale con basi solide e forti. Siamo riconosciuti dal Comitato Olimpico. Non vogliamo essere migliori di nessuno, ma dimostriamo con i fatti e con la partecipazione ad ogni livello che sappiamo fare il nostro lavoro. Nella WKF ci sono 200 federazioni nazionali, tra le quali la FIJLKAM, una delle più organizzate e presenti in tutte le attività.
Anche a livello nazionale vediamo un entusiasmo fortissimo. Dobbiamo sempre chiudere le iscrizioni alle gare in anticipo perché ci sono troppi ragazzi. Le società sono attivissime e vogliono partecipare a tutte le gare, nonostante i nuovi regolamenti sulla ranking nazionale non lo impongano. Stiamo affrontando dei cambiamenti, sì. Vogliamo aumentare il livello qualitativo, ad esempio con gli Open a partire da gennaio 2024. Stiamo alzando l’asticella, non c’è dubbio. Ma dove non c’è crescita, c’è decrescita.
Inoltre, le società italiane, che fanno un grande lavoro con i giovani dal punto di vista della motivazione e della preparazione, amano gareggiare sotto la bandiera WKF, garanzia di qualità e codificazione, e lo dimostrano i numeri di partecipazione italiana alle Youth League in giro per il mondo.
FIJLKAM e WKF sono in ottima salute, basti vedere i numeri della Youth League di Jesolo (prevista dal 7 al 10 dicembre, ndr), che ha stracciato tutti i record mondiali di partecipazione con 4000 atleti e 77 nazioni. Tutto il mondo vuole venire a gareggiare qui. E questo è il preambolo per i Mondiali Giovanili di Venezia-Jesolo del 2024, che verranno organizzati dallo stesso team, composto da WKF, FIJLKAM e dal comitato organizzativo locale Multisport Veneto.
Sempre a proposito di progetti federali vorrei fare un accenno al FIJLKAM Symposium previsto per metà marzo (dal 7 al 10 al Bella Italia di Lignano). Sarà una riunione delle nazionali giovanili con seminario della Direzione Tecnica Nazionale, di tutte le Commissioni Nazionali karate e con la presenza più ampia possibile di tecnici della nazionale e dei club. L’obiettivo è avviare un dialogo tecnico e uno scambio di opinioni per migliorarci ancora e ritrovarsi tutti insieme.”
La prossima fondamentale tappa sono i Mondiali Assoluti di Budapest, in scena dal 24 al 29 ottobre. Come ci arriva l’Italia? “La federazione italiana è una delle più forti a livello mondiale. Lo dimostrano gli ultimi risultati, partendo dai Mondiali di Dubai 2021 dove abbiamo fatto tante medaglie, compreso l’oro con la squadra di kumite. A Budapest affrontiamo la gara con ottimismo, sappiamo che il mondo intorno cresce e ambisce a sorpassarci. Facciamo i conti con il cambio generazionale e nella rotazione, quando si hanno certi campioni, non è facile. Ma siamo preparati e motivati e sappiamo che, quando arriva l’Italia sui tatami, ci si aspetta una certa preparazione. Abbiamo vinto gli Europei giovanili e seniores come numero di medaglie, vogliamo fare la stessa bella figura. L’Italia ci sarà.”