Roma, 20 febbraio 2023 - Iman Madhavi, lottatore perseguitato in Iran e rifugiato in Italia, è stato subito accolto dalla FIJLKAM e dalla sua società di riferimento, il Lotta Club Seggiano di Pioltello in Lombardia. Da due anni, la società e la federazione italiana lavorano, interfacciandosi con le istituzioni nazionali e internazionali preposte, per realizzare il suo grande sogno: Parigi 2024.
Ecco la sua storia. Nato nella cosiddetta “wrestler’s region”, sulle sponde del Mar Caspio, in Iran, da un padre anch’egli lottatore di alto livello, Iman nell’ottobre del 2020 si è visto costretto a fuggire dal proprio paese. “Avevano capito che non seguivo le canoniche linee di condotta islamiche, perché sono un uomo libero”, ha detto in un’intervista del 13 gennaio a La Repubblica, riferendosi al durissimo regime iraniano che soltanto un mese prima aveva condannato a morte, fra gli altri, il lottatore Navid Afkhari, accusato di omicidio durante una manifestazione di protesta.
Iman, invece, ha deciso di scappare. Armato soltanto della sua forza e delle sue scarpe, è riuscito ad oltrepassare il confine turco a piedi e ad arrivare, infine, in Italia da “clandestino”. Iman ha lasciato tutto: la famiglia e ciò che gli manca di più, il sorriso di sua madre.
Questa è una storia tragica, una storia di oppressione, di sacrificio e di salvezza. Una storia che vede arrivare un ragazzo di 25 anni in un paese di cui non sa nulla, di cui non conosce la lingua e la cultura. Una storia, però, con un risvolto, dal suo punto di vista, inaspettato.
L’approdo a Pioltello, piccolo comune della Città Metropolitana di Milano, l’incontro con l’associazione sportiva Lotta Club Seggiano e con il suo Presidente, Beppe Gammarota, rappresentano per Iman un nuovo inizio. Il crocevia è lo sport, la lotta libera.
Iman è un campione della categoria dei 74kg, la stessa di Frank Chamizo, e finalmente ritrova aria di casa quando capisce l’amore per lo sport che hanno gli italiani. Subito accolto, dal presidente agli allenatori passando per i compagni di squadra, tutti si attivano per aiutarlo. Iman trova un lavoro, una stanza e, soprattutto, riesce ad avere il passaporto blu, quello per i rifugiati con il quale Iman “può viaggiare ovunque, tranne in Iran”, spiega il giornalista Cosimo Cito.
È da queste premesse, dalla bellissima compagnia trovata nel Lotta Club Seggiano, che Iman Mahdavi può ritornare a coltivare il suo grande sogno: lottare alle Olimpiadi!
Già vincitore di alcune Coppa Italia nazionali, Iman riesce ad allenarsi cinque giorni a settimana. Grazie a un duro lavoro burocratico del Lotta Club Seggiano e della Fijlkam, è finalmente inserito nel progetto di borse di studio del CIO per atleti rifugiati, un sostegno per la sua preparazione sportiva che durerà fino al 2024. Poi, la svolta: Iman Mahdavi è ufficialmente inserito nella squadra olimpica dei rifugiati del CIO che sarà coinvolta nelle qualificazioni per le prossime Olimpiadi di Parigi 2024. Anche il Comune di Milano fa la sua parte quando, il 6 febbraio, viene votata all’unanimità la mozione per dare sostegno all’atleta nel suo percorso verso Parigi.
“Sono molti gli enti coinvolti in questa vicenda e che sono formalmente attivi a supporto della causa dell'atleta; mi preme menzionare sopra tutti l'UNHCR, Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che ha formalmente riconosciuto al ragazzo la protezione internazionale e che nel giugno 2022 ha selezionato Iman Mahdavi come testimonial per la giornata mondiale del rifugiato con un bellissimo videoclip pubblicato sul portale internazionale”, ha detto Beppe Gammarota.
Iman Mahdavi, a dire il vero, ne ha due di sogni: la qualificazione ai Giochi, come detto, e, ancora più importante, tornare ad abbracciare i propri cari nel suo Paese finalmente liberato. Per ora, noi italiani possiamo sognare con lui. Possiamo sognare una favolosa finale olimpica tra Frank Chamizo e Iman Mahdavi, prima di un suo ritorno, felice, in Iran. Per i sogni, lo sappiamo, bisogna lottare!