Finalmente finito il ‘Mondiale’ di Daniele Accogli, venerdì sarà a casa
Santiago del Cile, 15 agosto 2017. Il Campionato del mondo cadetti a Santiago del Cile è finito anche per Daniele Accogli e per il coach azzurro Vito Zocco. Con un ritardo di qualche giorno rispetto il resto della squadra, che è già rientrata in Italia, ma l’infortunio alla spalla che l’atleta romano ha patito domenica scorsa, nel match che l’ha visto opposto negli 81 kg a Vladimir Akhalkatsi, per il quinto punto della gara a squadre con la Georgia, ha richiesto infatti il ricovero nella Clinica Santa Maria a Santiago del Cile, dov’è stato sottoposto ieri ad intervento chirurgico. Fortunatamente tutto è andato per il meglio e dopo la dimissione dalla clinica, avvenuta poco fa, Vito Zocco e Daniele Accogli possono organizzare finalmente il ritorno in Italia, che avverrà venerdì mattina. “Fortunatamente è andato tutto per il meglio – ha detto Daniele Accogli all’uscita dalla clinica - ringrazio calorosamente chi mi è stato vicino ed ora penso già a ritornare più forte di prima! Oltre chi mi ha fatto sentire la sua vicinanza in questi due giorni tengo a ringraziare il Presidente della Federazione Cilena, Aquiles Gomez, per la sua piena disponibilità”. Sollevato e finalmente sorridente anche Vito Zocco, il coach azzurro che è sempre rimasto al fianco di Accogli: “Mi dispiace davvero per il ragazzo – ha detto Zocco - purtroppo sono inconvenienti che possono accadere nel nostro sport. L’infortunio fra l’altro ha nascosto un’insidia inattesa, infatti dagli accertamenti è emerso che la lussazione sterno-clavicolare verso l'interno sfiorava la vena anonima sinistra, rendendo la situazione comprensibilmente delicata e, di conseguenza, l'intervento chirurgico. Ma è andato tutto benissimo ed anche in questo caso Accogli ha dimostrato di essere un vero guerriero. Sul tatami e fuori. Sono certo si riprenderà quanto prima”.
Azzurri in volo per Taipei, le emozioni degli azzurri prima delle Universiadi
Ostia, 15 agosto 2017. È decollata da Fiumicino, destinazione Taipei, la rappresentativa italiana che, dal 20 al 24 agosto, sarà impegnata nelle gare di judo della 29esima edizione delle Universiadi estive. La squadra, guidata dal coach Massimo Sulli, è composta da Giulia Pierucci (52), Anna Righetti (57), Valentina Giorgis (63), Carola Paissoni (70), Valeria Ferrari (78), Andrea Regis (81), Nicholas Mungai (90) e Vincenzo D’Arco (100) e salirà sui tatami allestiti nel Hsinchu County Gymnasium secondo il seguente calendario, domenica 20: -78, +78, -100, +100 kg; lunedì 21: -63, -70, -81, -90 kg; martedì 22: -52, -57, -66, -73 kg; mercoledì 23: -48, Open F, -60, Open M; giovedì 24: team competitions F & M. Il commento degli azzurri alla partenza. Giulia Pierucci (52 kg): “Come in ogni gara il mio obiettivo è quello di vincere, il livello sarà alto e sarà la mia prima Universiade, ma questo non mi spaventa. Sono onorata di far parte della squadra, siamo un gruppo molto unito e affiatato. Non ci resta che dare il massimo!”. Anna Righetti (57 kg): “Ci siamo allenati molto e siamo una squadra affiatata. Combatterò col cuore, dando il massimo sperando di ottenere un buon risultato. Mi impegno molto sia nel judo che negli studi, perciò sento questa competizione molto vicina e cercherò di fare del mio meglio per conquistare una medaglia”. Valentina Giorgis (63 kg): “Non è la mia prima Universiade, quindi spero che l’esperienza sia dalla mia parte. Nonostante gli infortuni ora mi sento di nuovo in forma e pronta per ottenere un buon risultato. Sono convinta delle mie possibilità e determinata a dare tutta me stessa in questa competizione cui tengo molto”. Carola Paissoni (70 kg): “Contentissima di partecipare a questa Universiade e mi giocherò tutte le mie carte per conquistare questa prestigiosa medaglia. Le sensazioni sul tatami sono state assolutamente positive e la preparazione ottimale. Forza Italia!”. Valeria Ferrari (78 kg): “Contenta di aver intrapreso questa esperienza, voglia di dare il massimo divertirmi con la consapevolezza di essermi allenata intensamente”. Andrea Regis (81 kg): “Direttamente dall’Areoporto di Fiumicino in partenza per Taipei posso solo dire che la squadra è molto motivata, compatta e pronta per qualcosa di importante. La preparazione svolta tra il Centro Olimpico ad Ostia e quello a Bardonecchia ci ha permesso di arrivare in condizione mentale e fisica ottimale. Ora tocca a noi dimostrare il nostro valore e prenderci quello che ci meritiamo”. Nicholas Mungai (90 kg): “Sono appena uscito da un periodo intenso di allenamento, lo stage a Izola e il collegiale a Bardonecchia. Mi sento abbastanza in forma e tra noi ragazzi c’è una buona armonia per cui ci sono tutti i presupposti per una buona prestazione”. Vincenzo D’Arco (100 kg): “Per me è una nuova esperienza e la voglio vivere al meglio. Ci siamo preparati bene per questa manifestazione e siamo fiduciosi. Voglio dare il massimo e spingermi oltre le mie aspettative”.
Di ritorno dal mondiale, l’analisi della Commissione Attività Giovanile
Ostia, 14 agosto 2017. Disputare un mondiale giovanile all’inizio di un quadriennio è un’occasione ed una responsabilità: di ritorno dal Cile è opportuno fare alcune considerazioni, sia per valutare questi primi mesi di attività della nuova Commissione Nazionale Attività Giovanile, sia per guardare al futuro con senso critico e con l’idea che comunque sia il bilancio, ci sia sempre molto su cui lavorare.
E’ necessario partire da alcuni dati: non si tratta di fare confronti semplicistici, ma di valutare l’attività a partire da alcuni, inconfutabili numeri.
In primo luogo, la stagione 2017 vede l’Italia stabile al secondo posto per numero di medaglie tra tutte le nazioni che hanno partecipato al World Tour Cadetti: con l’eccezione della Russia che con ben 117 medaglie viaggia su un’altra lunghezza d’onda rispetto agli altri paesi, l’Italia si conferma tra le nazioni più vivaci del circuito internazionale in quanto a partecipazione (180 atleti) e a risultati (48 medaglie per 26 atleti a medaglia).
Ristringendo l’analisi alle tre competizioni estive, va osservato che per la prima volta sono stati ben 28 gli atleti azzurri che hanno partecipato a queste competizioni maggiori: alla base di questo dato risiede una scelta educativa che antepone alla ricerca del risultato qui ed ora, la possibilità di far crescere gli atleti anche attraverso la partecipazione a Campionati Europei, EYOF e Campionati Mondiali; è un primo passo che come osservato da diversi tecnici, può e deve portare alla creazione di un nucleo di atleti talentuosi da far crescere in proiezione olimpica.
I risultati dell’estate di fuoco dei cadetti sembrano confortare questa scelta: basti pensare che l’Italia è stata la terza nazione per numero di medaglie conquistate al Campionato Europeo di Kaunas, la sesta tra le europee al Campionato Mondiale di Santiago del Cile; se è vero che la prestazione alla gare individuali dell’EYOF è stata sotto la media di due medaglie conquistate nelle precedenti 4 edizioni con l’eccezione del glorioso 2015, sommando le medaglie conquistate nei tre appuntamenti internazionali conclusi col Mondiale, l’Italia si attesta al sesto posto tra le europee, davanti a nazioni con tradizioni, numeri e possibilità di gran lunga superiori alle nostre: si tratta di una prestazione che storicamente è seconda soltanto al già citato 2015.
Va notato in ultimo come il mondiale sia una gara se stante nel panorama internazionale, basti pensare che molti campioni europei come la serba Obradovic o l’ungherese Sipocz sono stati eliminati al primo turno: il ripescaggio ai quarti, combinato con la presenza di numerose nazioni che prendono parte esclusivamente alle tappe extraeuropee del World Tour, altera la distribuzione delle teste di serie…vero è che con l’eccezione di uno, tutti gli azzurri che hanno perso, hanno perso con atleti che hanno disputato una finale: con questa considerazione non si vuole giustificare prestazioni che in parte possono aver deluso le aspettative, ma prendere atto di una criticità che nella classe cadetti può rappresentare un serio ostacolo e che impone un lavoro mirato.
Ai risultati individuali, si aggiungono i due risultati storici ottenuti nelle competizioni a squadre: il bronzo maschile all’europeo a squadre a Kaunas e l’oro femminile all’EYOF di Gyor. Ogni gara a squadre va considerata con le dovute cautele: combattere a pochi giorni dalla gara individuale può rappresentare un ostacolo per alcuni atleti, così come condividere le responsabilità del risultato con i propri compagni di squadra può creare sinergie vincenti tali da amplificare le possibilità dei singoli; nel caso degli azzurri l’alchimia sperimentata in questi appuntamenti ha fatto la differenza e anche quando il risultato non è arrivato, la squadra ha saputo reagire traendo il massimo dall’esperienza in termini di crescita.
Se i numeri permettono di avere uno sguardo analitico, al fine di trarre delle conclusioni è necessario rileggere “la quantità” alla luce di quanto osservato in termini di “qualità”.
Innanzitutto, va osservato che se la partecipazione all’attività internazionale giovanile è diventata una consuetudine per la gran parte dei club italiani, un passaggio quasi naturale del percorso di crescita, solo il 14% degli atleti impegnati nell’attività internazionale 2017 è arrivato a conquistare una medaglia: di questi solo 7 hanno centrato l’obiettivo europeo, uno solo dei quali si è ripetuto al mondiale, mentre la seconda medaglia iridata è arrivata da un’atleta ai piedi del podio al campionato continentale.
Alla luce di questi dati sorge spontaneo chiedersi quali siano le caratteristiche individuate negli atleti che hanno vinto di più.
Detto in estrema sintesi a fare la differenza è stata la combinazione di una solida preparazione di base e di un atteggiamento mentale predisposto alla fatica e alla vittoria come possibilità di spingersi oltre i propri limiti intesi come ansie, paure, insicurezze: un lavoro tecnico di base solido, la capacità tecnico-tattica di applicare gaeshi e renraku e di proseguire da tachi-waza in ne-waza, durezza mentale, dedizione alla fatica e capacità di concentrarsi e di rimanere focalizzati sull’obiettivo nel qui ed ora e in prospettiva.
Si tratta di considerazioni sommarie, che in apparenza possono sembrare scontate: tuttavia sono la base di un lavoro che partendo dai settori giovanili possa trasformare i talenti di oggi nei campioni di domani.
Il primo semestre della Commissione Nazionale Attività Giovanile parte da qui: da un lato la vivacità dei risultati, dall’altro la consapevolezza che l’interazione e la collaborazione “di squadra” tra staff nazionale e club continui ad essere un elemento fondamentale affinché il judo italiano sia sempre più competitivo nel panorama internazionale.
La Commissione Nazionale Attività Giovanile
Primo titolo misto alla Russia ai Mondiali U18, Italia fermata dalla Georgia
Santiago del Cile, 13 agosto 2017. È andata alla Russia la prima edizione del campionato del mondo a squadre con la formula mista che si è disputata a Santiago del Cile, a chiusura della rassegna iridata U18. La sfida fra squadre nazionali composte da quattro donne e quattro uomini ha ottenuto, alla sua prima uscita ufficiale, un eccellente riscontro in termini di ritmo e gestione di gara, spettacolarità, che sono gli obiettivi individuati per l’ammissione olimpica a Tokio 2020. Sul podio con la Russia sono salite Brasile (secondo), Georgia e Giappone (terze). L’Italia è stata fermata al primo turno dalla Georgia (6-2), che, il turno successivo, ha rimontato e sconfitto il Giappone, 4-4 il punteggio, 32-25 i punti judo che hanno premiato gli avversari degli azzurri. Questo il tabellino di Georgia-Italia 6-2 (69-23) - 44 kg: nobody-Avanzato 0-10; 55 kg: Kapanadze-nobody 10-0; 52 kg: Tatunashvili-Silveri 0-12; 66 kg: Bakhbakhashvili-Zaraca 10-0; 63 kg: Tchanturia-Favorini 11-0; 81 kg: Akhalkatsi-Accogli 14-0; +63 kg: Somkhishvili-Esposito 12-0; +81 kg: Tchelidze-Bergamelli 12-1.
Il commento della giornata dello staff tecnico è stato affidato ad Alessandro Comi: “I nostri ragazzi si sono battuti tutti con onore, determinazione e voglia di vincere, ma la Georgia è stata più forte e non è bastato. Brillante la gara di Federica Silveri, che ha annientato la sua avversaria con un micidiale sankaku, ma anche gli altri ragazzi hanno messo in seria difficoltà i loro avversari... sono mancate alla fine solo quella cattiveria e quella spavalderia che fanno dei georgiani la squadra compatta e temibile che si è dimostrata. Un pensiero va infine a Daniele Accogli, che nel corso dell’incontro, che ha disputato alla grande, si è procurato una lussazione sterno-clavicolare. Da parte di tutta la Commissione e dalla squadra, l’augurio per una rapida e completa guarigione”.
Bergamelli ‘non ripete’, è settimo nel Mondiale U18 a Santiago
Santiago del Cile, 12 agosto 2017. Enrico Bergamelli si deve accontentare del settimo posto al Mondiale U18 a Santiago del Cile. Le ambizioni del campione d’Europa dei 90 kg erano legittime, ed a maggior ragione dopo essersi guadagnato l’accesso ai quarti di finale con un ippon in 45 secondi sull’uzbeco Buranov. Senso del tempo, potenza, determinazione, con un singolo gesto tecnico Bergamelli ha dimostrato tutto questo. Poco più tardi però, è stato il romeno Serban che gli ha catturato il braccio e glielo ha steso in una banale azione a terra, ippon! Con il russo Gadzhiev, nel recupero per accedere alla finale per il bronzo, Bergamelli non ha trovato la soluzione più opportuna e ha pagato un attacco di tomoe nage valutato generosamente waza ari. È partita molto bene anche la tolmezzina Betty Vuk nei 70 kg, che al primo turno ha liquidato la mongola Sarantsetseg con due azioni, harai maki komi (waza ari) e 30 secondi più tardi ippon con la stessa tecnica. Ma la stessa sorte è stata poi riservata a lei dalla tedesca Igl, waza ari di uchi mata ed ippon con tate shiho gatame. Rammarico e rabbia infine, è quanto deve aver provato sempre nei 70 kg Martina Esposito che, in vantaggio per un waza ari di seoi nage marcato all’inizio del match con la brasiliana Milena Silva, ha visto sfumare la vittoria quando le è stato assegnato il terzo shido. Mancavano 22 secondi. Alla fine Milena Silva ha messo al collo l’argento e Raffaela Igl il bronzo. Domenica gara a squadre che, per la prima volta applicherà la formula mista, 4 uomini e 4 donne insieme sul tatami. Diciotto le squadre al via, con la poule A che propone Ungheria-Giappone e Gerogia-Italia.
Il commento dei protagonisti - Day 4
“La gara è iniziata bene, ma poi qualcosa non ha funzionato... – è la riflessione a voce alta di Enrico Bergamelli - con il rumeno ho sbagliato e mi sono lasciato sorprendere e col russo ho cercato di dare il massimo, ma non è stato abbastanza. Ne faccio tesoro e mi rimetto a lavorare”.
“Oggi ero convinta di poter ottenere un posto sul podio – ha commentato invece Betty Vuk - mi sentivo carica fin dal primo incontro, al secondo però qualcosa in me è cambiato e non mi ha permesso di superare la tedesca. In ogni caso ne faccio tesoro per la prossima occasione”.
“Questa gara era molto importante per me – ha detto Martina Esposito - mi ero preparata e ci contavo molto, ma non è andata come volevo. Ciò nonostante oggi ho imparato una bella lezione e cioè che non si può sempre vincere, a volte si cresce di più con una sconfitta che con una vittoria... e oggi doveva andare così. La mia carriera non è finita qui, amo il mio sport e continuerò a dare il massimo. Voglio ringraziare il maestro e le persone che oggi mi sono state accanto per avermi insegnato anche oggi qualcosa”.
Il commento dello staff tecnico è stato affidato ad Alessandro Comi: “Anche oggi le possibilità di salire sul podio erano consistenti, ma non è andato tutto come avremmo voluto. Martina è un’atleta talentuosa con una fame di vittoria rara, alle volte pecca in zelo e sul tatami è tanto esuberante da non riuscire ad amministrare il vantaggio, ed è stato così con la brasiliana, poi argento. Con un wazari di vantaggio Martina ha dato troppo, perdendo l'equilibrio necessario a gestire la situazione e ha commesso alcuni errori che le sono valsi tre sanzioni. Betty è partita bene dominando con determinazione l’atleta mongola, bronzo ai campionati asiatici. Purtroppo nel secondo incontro, al primo calo di tensione, la tedesca ne ha approfittato, eliminandola. La gara di Enrico invece è cominciata alla grandissima, con un ancata da manuale all’uzbeco Enrico ha superato un primo turno che sulla carta era ostico. È stato invece il rumeno Serban, di lì a poco campione del mondo, a tagliargli la strada sorprendendolo con una rapidissima transizione tachiwaza-newaza e costringerlo alla resa in leva. Il recupero col russo, dopo un wazari discutibile, la tensione l’ha fatta da padrona ed Enrico non è riuscito a restare concentrato per recuperare. Salire sul tatami mondiale da Campione Europeo è una responsabilità che appesantisce il contesto già difficile. I ragazzi hanno lavorato bene per arrivare qui ed essere all’altezza della situazione, sono atleti talentuosi che possono dare molto e gli errori di oggi pesano, ma devono trasformarsi in esperienza utile a crescere. Oggi dobbiamo pensare alla gara a squadre, la Georgia è un brutto cliente, ma siamo venuti in Cile per fare due gare importanti e sul tatami oggi tutti daranno il massimo”.
Un altro bronzo a Santiago, Giovanna Fusco sul podio al Mondiale U18
Santiago del Cile, 11 agosto 2017. L'ambita medaglia, alla fine, è stata conquistata. È di bronzo ed è andata al collo di Giovanna Fusco, con il terzo posto nei 57 kg. La terza giornata del campionato del mondo U18 a Santiago del Cile ha dunque portato la seconda medaglia per l’Italia, e si aggiunge a quella di Carlotta Avanzato nei 44 kg. Le aspettative sui sei atleti in gara, erano consistenti e legittime, il riscontro di ‘bronzo’ le ripaga in parte, perchè tutti si siano battuti senza riserve, ma soddisfa. E non poco. La prova di Giovanna Fusco è iniziata con il waza ari di seoi nage sulla Krapman (Canada) per concludersi poi anzitempo (Shido 3). Quindi la sfida con Nakaya (Jpn), giocata sul filo di un equilibrio che è sembrato potersi infrangere a favore dell’azzurra, ma l’azione non è stata valutata, e che ha poi premiato la nipponica a fil di sirena. Il recupero con la croata Cvjetko è stato regolato con una superiorità che non è mai stata in discussione (waza ari e shido 3), mentre la finale per il bronzo è stata una prova di resistenza fisica e mentale. Che Fusco si è aggiudicata con uno shime waza dopo 7 minuti e mezzo. Così gli altri azzurri, subito fuori Mattia Prosdocimo nei 73 kg, superato dal polacco Stodolski, e subito fuori Elisa Toniolo nei 63 kg, eliminata dalla tedesca Winzig. Eliminato anche Daniele Accogli negli 81 kg, che ha incassato il gaeshi decisivo (waza ari) a 4 secondi da un golden score mentre il kazako Shyntas era già caricato da due shido. Belle vittorie sono state ottenute invece da Kenny Bedel nei 73 kg, che ha superato il canadese Antic (shido 3), e Flavia Favorini, che nei 63 kg ha sconfitto per ippon l’australiana Swan. Il turno successivo purtroppo, è stato fatale sia Bedel con Nakahashi (Jpn) nei 73 kg, che per Favorini, sconfitta da Kim (Prk) nei 63 kg. Sabato ultima giornata di gare individuali con Enrico Bergamelli nei 90 kg, Martina Esposito e Betty Vuk nei 70 kg.
Il commento dei protagonisti - Day 3
“È stata una bella gara, tirata fino alla fine... anche se, ad essere sincera non sono proprio felice per com’è andato l’incontro con la giapponese – ha detto Giovanna Fusco - ma il fatto di essere salita sul podio ha compensato tutto. Ora però continuo a guardare avanti pensando a fare sempre meglio”.
“Sicuramente poteva andare molto meglio – è stato il commento di Flavia Favorini - si ricomincia a lavorare a testa basta, con un’esperienza in più sulle spalle”.
“Per me è stata una grande delusione – sono le parole di Elisa Toniolo - al di là del fatto che non stavo bene, ma avrei voluto fare molto meglio”.
“La pool era buona, anzi più che buona – ha commentato Mattia Prosdocimo - ma non sono riuscito a sfruttarla: la tensione e la testa mi hanno fregato e dopo aver preso wazari non sono stato più me stesso! Farò tesoro di questo incontro, in cui mio malgrado ho potuto notare alcuni difetti del mio modo di fare judo: ho molto su cui lavorare”.
“Ero in forma, mi sono allenato tanto – ha detto Kenny Komi Bedel - il sorteggio non era buono, ho trovato questo giapponese che oggi mi ha battuto… sono convinto che con tutti gli altri avrei vinto”.
“Peccato per la gara – è stato il commento di Daniele Accogli - perchè poteva - e secondo me doveva - andare molto meglio, ma so di aver dato il massimo... anche se spesso non basta! Adesso testa alta e si continua a lavorare! Un grazie di cuore a chi mi é stato vicino”.
“La giornata di oggi, purtroppo, non è cominciata con il piede giusto – ha commentato a nome dello staff tecnico Alessandro Comi - le possibilità di fare molto bene erano consistenti per tutti gli atleti, ma dapprima Mattia, poi Elisa e quindi Daniele sono stati eliminati al primo turno; Mattia, che partiva con una pool molto buona, ha sentito troppo la gara e, dopo un discutibile contraccolpo del polacco, non è riuscito a recuperare; Elisa, in gara con la febbre a 38, ha ceduto ad un potente shime waza della vicecampionessa d'Europa Winzig, poi bronzo; Daniele, ha combattuto alla grande col fastidioso kazako Shyntas (poi bronzo), salvo andare in svantaggio a pochi secondi dal termine dell’incontro. Flavia e Kenny hanno invece superato brillantemente il primo turno, sono saliti sul tatami con grinta e determinazione anche nel secondo incontro: Kenny ha gestito alla grande il futuro argento mondiale Nakahashi (JPN), ma questo non è bastato per avere la meglio; altrettanto ha fatto Flavia con la nord koreana Kim, che l'ha eliminata a pochi secondi dalla fine dopo un incontro di grande equilibrio. Spiace per questi quattro ragazzi di cui sono noti ed indiscutibili l'impegno e il valore. La star di oggi però, è stata una spumeggiante Giovanna Fusco, protagonista di una gara quasi impeccabile: il suo è stato un bronzo di caparbietà e determinazione, conquistato incontro per incontro con la fame di vittoria che la contraddistingue. Dopo il primo turno con la canadese Krapman, superata di ippon e wazari, Giovanna ha combattuto alla grande con la giapponese Nakaya dominando ampiamente l'incontro: se ad avere la meglio è stata la nipponica, che si è portata in vantaggio nelle battute finali, va anche detto che la gestione dell’incontro ha vistosamente penalizzato Giovanna. L’incontro di recupero è stato invece un’importante rivincita: Giovanna ha letteralmente annullato la campionessa d'Europa Lara Cvjetko, che l'aveva superata a Kaunas lo scorso giugno; un ottimo incontro che ha fatto da trampolino di lancio per la finale in cui è stata impegnata con la brasiliana Thayane Lemos e, dopo oltre sette minuti, la vittoria è arrivata grazie ad un micidiale koshi-jime. Il motto di Giovanna in questi giorni è stato “Compà ce màgna'mm”. È stata di parola!”.
Da Bardonecchia a Taipei, otto azzurri per le Universiadi
Ostia, 11 agosto 2017. Il tatami a Bardonecchia è affollato di judoka e la preparazione della squadra azzurra per i campionati del mondo in programma a Budapest prosegue con tutta la sensibilità necessaria a bilanciare attenzione e serenità. Al lavoro a Bardonecchia, assieme alla squadra per i mondiali, ci sono anche gli otto azzurri che a breve partiranno per Taipei, dove dal 20 al 24 agosto gareggeranno nella 29esima Summer Universiade. “La squadra è solida e compatta – ha detto Massimo Sulli, selezionatore della rappresentativa italiana universitaria - è una bella squadra e sono fiducioso che possa disputare una buona Universiade”. La squadra è composta da Giulia Pierucci (52), Anna Righetti (57), Valentina Giorgis (63), Carola Paissoni (70), Valeria Ferrari (78), Andrea Regis (81), Nicholas Mungai (90) e Vincenzo D’Arco (100).
Italia ancora bella a Santiago con Centracchio, quinto e Zaraca, settimo
Santiago del Cile, 10 agosto 2017. Luigi Centracchio quinto, Giovanni Zaraca settimo! È bella l’Italia anche nella seconda giornata del campionato del mondo cadetti a Santiago del Cile. Cinque gli azzurri in gara, con Luigi Centracchio e Giovanni Zaraca bravi a conquistarsi un posto nel final-block, battendosi brillantemente rispettivamente nei 60 kg e nei 66 kg, mentre Luca Rubeca (66) e Federica Silveri (52) hanno superato il primo turno, Chiara Palanca invece, si è imbattuta subito in Brigitta Varga (Hun), poi volata fin sul trono dei 48 kg.
Il commento dei protagonisti - Day 2
“In generale sono contento per com'è andata la gara – ha detto Luigi Centracchio - mi sentivo in forma e pronto ad affrontare la competizione in modo deciso è convinto. Sono dispiaciuto per la finale che, ovviamente, mi ha lasciato l’amaro in bocca”.
“Sto rosicando... – è stato invece il commento di Giovanni Zaraca - sapevo che questa era una gara tanto importante quanto difficile. Penso di averla affrontata al meglio, forse non ero ancora pronto al 100% per dare davvero il meglio... nell’ultimo incontro infatti, ho sprecato una grande occasione. E rosico!”.
“Sono partito bene questa mattina - ha detto Luca Rubeca - ho approcciato la gara nel modo giusto... però c'è stato un errore banale che a questo livello è stato fatale. Peccato”.
“Sono molto dispiaciuta – ha detto Federica Silveri - immaginavo e sognavo cose in grande, ma purtroppo non è andata come desideravo. Sono ancora giovane e avrò sicuramente tempo per rifarmi. È solo un punto di partenza, ricomincio da qui. Ringrazio tutti i miei amici per il supporto, mamma, papà Biagio e la mia squadra”.
“Mi dispiace per com’è andata a finire – conclude gli interventi degli atleti Chiara Palanca - potevo fare decisamente meglio. È stata comunque una bellissima esperienza che mi ha insegnato tanto. Ci saranno altre occasioni per rifarsi, si guarda avanti!”.
“Purtroppo quì la situazione trasporti non è ottimale – racconta il coach Raffaele Toniolo - per ritornare dal Palazzetto in hotel ci sono 8 km ed i bus impiegano 1 ora e 40 minuti. E soltanto in hotel abbiamo il wifi per comunicare con voi, quindi... Oggi, purtroppo sono mancate delle medaglie, che erano alla portata dei ragazzi. Luigi ha fatto una grande gara ed è arrivato ai piedi del podio. Ha perso l’incontro medaglia con lo stesso giapponese cui aveva fatto ippon in Polonia. Rimane l’amaro in bocca per la medaglia sfumata, ma c’è la consapevolezza che il ragazzo ha dato tutto. Ed è al primo anno da cadetto. Anche Giovanni ha dato tutto uscendo da un tabellone molto complicato, ha fatto fuori il coreano e perso con il giapponese. Purtroppo, con il canadese dopo aver recuperato allo scadere, ha avuto fretta di concludere al Golden Score e l’avversario lo ha punito. Luca Rubeca invece, non è riuscito a valorizzare un tabellone non impossibile e, dopo aver vinto il primo incontro, ha incassato il tai otoshi dell’argentino, cui aveva piazzato waza ari di tomoe nage in apertura. Chiara ha perso per osaekomi komi dalla Varga, che lei ha recentemente sconfitto due volte, in Polonia ed agli Europei. Oggi però, Varga si è laureata campionessa del mondo. Federica dopo aver vinto bene il primo incontro, ha perso con la giapponese negli ottavi e quindi è rimasta fuori dai recuperi”.
Italia subito sul podio iridato a Santiago del Cile, Carlotta Avanzato è bronzo!
Santiago del Cile, 9 agosto 2017. Il mondiale in Cile dei cadetti azzurri è iniziato nel migliore dei modi, Carlotta Avanzato infatti, è salita sul podio iridato dei 44 kg e ha messo al collo la medaglia di bronzo. Quattro vittorie per lei, quattro ippon, con il seoi nage sulla russa Amkhadova, nel golden score della finale per il terzo posto, a coronare una gara mirabile. La sconfitta è arrivata in semifinale dalla giapponese Kawabata, con un o uchi gari (waza ari) al golden score. Per la nipponica, che ha vinto l’oro, quello con l’azzurra è stato l’unico incontro in cui è stata costretta a proseguire nell’extra time.
Il commento dei protagonisti
“Sono molto felice di com'è andata la gara – ha detto Carlotta Avanzato al termine della premiazione – questa mattina mi sentivo in forma ed ero carica e sicura di me. Anche se l’incontro con la giapponese non è andato come volevo, credo che tutto sommato ho fatto una bella gara e, dopo il quinto posto agli Europei, la voglia di portare a casa questa medaglia era ancora più forte e determinata. Ci sono riuscita!”.
“Carlotta ha fatto una splendida gara, ha disputato cinque incontri – ha detto il coach azzurro Raffaele Toniolo – quattro li ha vinti per ippon, uno l’ha perso con la giapponese ed è stata l’unica atleta a non perdere prima del limite. Questa ragazza, al primo anno nella classe cadetti, da febbraio a ora è maturata molto, ha preso coscienza delle sue possibilità, coronando la stagione con questa impresa. Indubbiamente la delusione per la medaglia europea quasi vinta, poi sfumata sul finire, si è trasformata a Santiago in una gioia infinita. Oggi Carlotta ha messo in fila tra le altre la brasiliana testa di serie n. 1 e le due russe, teste di serie 7 e 8. I miei personali complimenti alla società ed ai tecnici di questa atleta che, ne sono certo, ci farà ancora sognare in futuro”.
Parte a Santiago del Cile il Mondiale U18 per 15 azzurrini
Santiago del Cile, 8 agosto 2017. Sono quindici gli atleti che, da mercoledì a domenica, si batteranno per il titolo mondiale di judo U18 a Santiago del Cile. Oltre 440 gli atleti in gara, 68 le nazioni in rappresentanza di 5 continenti e se, nelle prime tre giornate si disputeranno le gare delle categorie individuali, domenica è in programma la prima assoluta della gara a squadre miste, ovvero la formula che sarà applicata a Tokio 2020, quando la gara a squadre di judo farà il suo esordio olimpico. La squadra è composta dai coach Raffaele Toniolo, Sandro Piccirillo, Vito Zocco e gli atleti Carlotta Avanzato (44), Chiara Palanca (48), Federica Silveri (52), Giovanna Fusco (57), Flavia Favorini, Elisa Toniolo (63), Martina Esposito, Betty Vuk (70), Luigi Centracchio (60), Giovanni Zaraca, Luca Rubeca (66), Kenny Bedel, Mattia Prosdocimo (73), Daniele Accogli (81), Enrico Bergamelli (90).
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