Doha Masters, la seconda giornata dei sette azzurri in gara
Doha 12 gennaio 2021 Seconda giornata di gare a Doha, per un World Judo Masters che continua ad evidenziare molti spunti notevoli, da considerare tuttavia assieme alle particolari condizioni in cui si svolge. Il risultato non ha premiato i sette azzurri impegnati in questa seconda giornata, ma la loro condotta di gara si è fatta ugualmente apprezzare nonostante qualche episodio ‘fuori norma’. Andiamo per ordine. Il primo degli azzurri a salire sul tatami è stato Fabio Basile, che nei 73 kg ha aperto la giornata con il cubano Magdiel Estrada. A Basile sono bastati 50 secondi per chiudere i conti, wazari al primo attacco e bis subito dopo, con il suo magico de ashi barai. È stato poi un incontro capolavoro quello di Giovanni Esposito nei 73 kg con il turco Bilal Ciloglu, ricco di guizzi, attacchi fulminanti su un avversario che non stava certo ad aspettare. Ma al golden score, con due shido a carico del turco, l’ennesimo spunto del napoletano è stato coincidente con l’abbraccio (bear hug) di Ciloglu, che ha incassato il massimo vantaggio. Negli 81 kg Antonio Esposito con Eduardo Yudy Santos ha impresso un ritmo forsennato al quale il brasiliano ha risposto come ha saputo e potuto, rendendosi anche pericoloso con quelle gambe lunghe ed in grado di partire ed agganciare da lontano. Arrivati al golden score con due sanzioni a carico di Santos, Esposito ha continuato a piazzare un attacco dopo l’altro e per il brasiliano è arrivata puntuale la terza e definitiva sanzione. Arriva il turno di Edwige Gwend nei 63 kg, che ha messo sotto pressione la coreana del sud Han Hee Ju, anticipando e contrastando sempre, anche nell’azione a terra in chiusura del tempo regolare. Andate al golden score in situazione di corpo a corpo Edwige ha affondato agganciando in o uchi gari, ma con una rotazione la coreana ha rovesciato a suo vantaggio l’azione. Ancora i 63 kg ed è il turno di Maria Centracchio, che porta alla passività Prisca Awiti Alcaraz dopo un minuto, poi pareggiato da un falso attacco al secondo minuto. Ma Maria continua a muoversi e per la messicana arriva il secondo shido a 30 secondi dal termine. Si va così al golden score ed il primo seoi nage di Maria Centracchio coglie completamente di sorpresa Awiti Alacarz, che crolla a peso morto dalla parte opposta, ippon! È quindi il turno di Christian Parlati, 81 kg, che affronta il belga Sami Chouchi e nell’attesa che sia l’altro a prendere l’iniziativa, il primo a partire è l’arbitro che, dopo 45”, richiama con shido entrambi. Il napoletano cambia marcia e dopo 1’35” parte con un ‘o soto gari’ a destra con una mano sola e coglie di sorpresa Chouchi. È wazari! L’azione successiva il belga forza i tempi e con l’azione che insegue la rimonta trova la contro tecnica di Parlati che lo castiga agganciandolo e schiacciandolo a terra.
Siamo ai 70 kg ed Alice Bellandi affronta la croata Barbara Matic. Il tabellone registra movimenti soltanto sui led delle sanzioni, due shido a uno. Poi su un o soto della croata Alice rimane ferma e cade, wazari sotto. Bellandi continua a pressare Matic che, a 4 secondi dalla fine, si vede assegnare il terzo shido per un falso attacco evidente. Secondo turno di 73 kg per Fabio Basile che affronta il tedesco Igor Wandtke. I due rimangono a distanza per un paio di minuti, poi Fabio forza con un doppio attacco, uchi mata e seoi, poco dopo aggiunge o uchi e de ashi, mentre il tedesco risponde con un sumi gaeshi appena accennato. Si va al golden score, shido al tedesco dopo 40” e Fabio porta o uchi gari dopo 3’ che fa cadere Wandtke. Si salva girandosi, ma riceve il secondo shido. La reazione del tedesco porta un pericoloso sumi gaeshi, perde continuità e non c’è punteggio. Siamo al minuto 4’23” e Fabio estrae la mossa sbagliata dal cilindro e l’hansokumake è inevitabile. Arrivano il momento degli 81 kg ed Antonio Esposito affronta il campione d’Europa Tato Grigalashvili. Si parte con shido ad entrambi dopo 20”, sembra quasi una prassi. Nell’azione successiva Antonio si piega sulla presa alta del georgiano che ‘vede’ l’opportunità e scivola sotto e spinge con la gamba con sumi gaeshi. L’azzurro si solleva ed atterra in ponte ed è ippon. Secondo turno per Christian Parlati che affronta il campione del mondo Sagi Muki. Gli attacchi sono potenti da parte di entrambi per i 4 minuti regolamentari, anche se quelli di Parlati in almeno un paio di casi hanno fatto sobbalzare sulla sedia tanto sono stati vicino al risultato. Dopo 30 secondi di golden score shido a entrambi, dieci secondi più tardi il secondo per Christian per braccio puntato a difendere. Dopo 2’09” l’israeliano osa un sasae in sutemi e la partita si chiude. Categoria 63 kg, sul tatami Maria Centracchio e Maylin Del Toro Carvajal, Cuba. È una sfida senza fine combattuta da attacchi da una parte e dall’altra, molti dei quali non sono considerati quali azioni efficaci e si arriva così a maturare due sanzioni per parte, senza che l’incontro perda in intensità ed interesse. Mancano dieci secondi al quinto minuto di golden score però, quando l’uchi mata sul bordo della cubana conclude la gara dell’azzurra. È Alice Bellandi l’ultima azzurra che sale sul tatami in questa seconda giornata, nei 70 kg con la tedesca Giovanna Scoccimarro, alta quanto la bresciana, guardia destra come la bresciana. Cercano l’aggancio da lontano entrambe e non basta per evitare uno shido a ciascuna dopo un minuto. Prima che scocchi il terzo minuto il secondo shido è solo per Alice, che insiste in posizione estrema. Si va al Golden score, Alice alza il ritmo, ma su una serie di attacchi sul bordo rimane inforcata dall’uchi mata di Scoccimarro. Che poi ha messo al collo la medaglia di bronzo. Domani terza ed ultima giornata di gare a Doha con Nicholas Mungai impegnato nei 90 kg.
A Doha non decolla il Masters di Giuffrida e Lombardo
Odette Giuffrida squalificata con la spagnola Estrella Lopez Sheriff, Manuel Lombardo eliminato dal moldavo Denis Vieru, purtroppo è andata così la prima giornata al Masters a Doha per la squadra azzurra. Le aspettative, giustamente elevate, riposte sui due top ranking della squadra italiana non hanno portato quel risultato che proprio loro, Odette e Manuel, hanno indotto a considerare non solo possibile, ma anche probabile grazie alla loro continuità di risultati. Questa volta invece è andata storta, nonostante un inizio brillante come per le migliori occasioni dopo che un ‘de ashi barai-wazari’ ha steso Lopez al primo hajimè. Poi Odette ha continuato a guidare il match da leader vera fino ad un minuto e mezzo, quando ha portato un attacco in cui la perdita della seconda presa ha messo in pericolo l’incolumità del braccio dell’avversaria e determinato così la squalifica.
“Odette stava benissimo -ha detto il coach azzurro Francesco Bruyere- durante il riscaldamento l’ho vista lucida, reattiva e presente come nelle migliori occasioni e lo ha confermato nelle fasi iniziali dell’incontro. Purtroppo sull’attacco in ginocchio ha perso un presa e cercando di concludere lo stesso ha raddoppiato la presa sullo stesso braccio, nello stesso momento la spagnola si è lanciata dalla parte opposta... il risultato è stato un attacco al limite del regolamento che le è valsa la squalifica. Mi dispiace perché avevo ottime sensazioni ma sicuramente, come per Manuel a Praga, c’è da lavorare su quell’attacco perché sia la prima ed ultima volta che le accade”.
L’incontro fra Manuel Lombardo e Denis Vieru è stato degno dell’altissima classifica di entrambi, ma dopo 3 minuti e 40 di golden score l’energia dell’azzurro ha fatto accendere la spia della riserva e ha lasciato campo aperto all’attacco di Vieru. “Manuel lo abbiamo visto stanco e le motivazioni possono essere molteplici -ha detto Bruyere- sicuramente Vieru è un avversario ostico per la sua tipologia di judo e questo ha portato ad un incontro lungo e molto fisico, ma non può essere una giustificazione, mancano 6 mesi all’obiettivo principale e dobbiamo aggiustare il tiro per presentarci nelle migliori condizioni”.
Domani è il turno per sette azzurri, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, Fabio Basile, Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Christian Parlati.
I dieci azzurri ‘top’ pronti per il Doha Masters
È partita questa mattina la squadra azzurra che parteciperà al Masters in programma a Doha dall’11 al 13 gennaio. Con il Direttore Tecnico Kiyoshi Murakami, i tecnici Dario Romano e Francesco Bruyere, il Covid Manager Alessandro Comi ed i medici Stefano Bonagura e Paolo De Persio ci sono i dieci atleti che si sono guadagnati il prezioso ‘invito’ grazie alla posizione ‘top 32’ nella classifica mondiale. Si tratta, come noto, di quattro donne, Odette Giuffrida, Maria Centracchio, Edwige Gwend, Alice Bellandi, e sei uomini, Manuel Lombardo, Fabio Basile, Giovanni Esposito, Antonio Esposito, Christian Parlati, Nicholas Mungai. L’evento registra una partecipazione di 370 atleti (203 M, 167 F) provenienti da 68 nazioni rappresentanti i cinque continenti e, nell’ultramoderna Multipurpose Hall di Lusail, festeggia l’assegnazione a Doha dell’organizzazione per il campionato del mondo 2023.
“I ragazzi stanno bene -ha detto Francesco Bruyere- la data scelta per questo Master è certamente un po’ particolare e, fra le feste ed il lockdown, non è stato facile prepararlo. Abbiamo fatto comunque un bel carico di lavoro prima di Natale e siamo ripartiti subito il 2 gennaio con la rifinitura pregara. Ovviamente siamo di nuovo in bolla con tutte le misure di sicurezza necessarie e al primo tampone siamo risultati tutti negativi. La squadra sta bene è consapevole delle proprie possibilità ed è pronta a dimostrarlo come sempre”.
Questo invece, è stato il commento di Odette Giuffrida: “Abbiamo dato tutti noi stessi per questo Master, abbiamo saltato Natale e Capodanno, ci siamo allenati in qualsiasi modo possibile. Questo Masters lo abbiamo veramente voluto, adesso è arrivato il momento di raccogliere”. Maria Centracchio: “Sono molto contenta di affrontare questa gara. Sono pronta a dare tutto e a mettere dei nuovi mattoncini per la costruzione del mio percorso”. Edwige Gwend: “Una gara speciale per un periodo altrettanto particolare… La mia speranza è di riuscire a vivere questa gara appieno e che il risultato arrivi altrettanto positivo”. Fabio Basile: “Non sarò al cento per cento a causa di quegli infortuni che, grazie all’impegno straordinario dei nostri dottori, si fa tutto il possibile per recuperare. Ad ogni modo sono sempre un animale”. Antonio Esposito: “Sono pronto a dare tutto, mi sento in forma e non vedo l’ora di combattere!!!”. Le fasi finali delle tre giornate potranno essere seguite in diretta su Sky Sport Arena con il commento di Ivano Pasqualino e Ylenia Scapin (lunedì 15-17.30, martedì 15-17, mercoledì 15-17.30).
Il programma
Lunedì 11: F 48, 52, 57 kg; M 60, 66 kg
Martedì 12: F 63, 70 kg; M 73, 81 kg
Mercoledì 13: F 78, +78 kg; M 90, 100, +100 kg
Soloveychik ancora alla guida della EJU. Ezio Gamba confermato Segretario Generale
Roma, 17 dicembre 2020 – Ieri, 16 dicembre, si è svolto il 72° Congresso Ordinario della EJU, per la prima volta su una piattaforma online, che ha visto la partecipazione del Comitato Esecutivo EJU, dei membri onorari e delle 48 federazioni membri.
Il Presidente Sergey Soloveychik, che ricopre il ruolo dal 2007, è stato confermato anche per il quadriennio 2021-2024 insieme a tutto il suo team. Fra loro, il segretario generale sarà ancora il nostro Ezio Gamba, primo oro olimpico azzurro a Mosca 1980 e argento a Los Angeles 1984.
Dalla FIJLKAM, il Presidente Domenico Falcone e il Segretario Generale Massimiliano Benucci si congratulano ed inviano i migliori auguri per il rinnovato Comitato Esecutivo che guiderà ancora l’European Judo Union.
Clicca qui per maggiori informazioni e per vedere il Comitato Esecutivo EJU al completo.
La nascita dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo
Roma 10 dicembre 2020 Pubblichiamo oggi il primo di una serie di articoli in cui ripercorreremo la storia dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo. Buona lettura!
Era il 30 aprile 1971. Alle 10.30 di quel giorno, al quarto piano del Palazzo delle Federazioni di viale Tiziano a Roma, si riuniva il Consiglio di Settore Judo presieduto dal Presidente Zanelli e condotto dall’ Avv. Augusto Ceracchini per deliberare l’istituzione dell’Accademia Nazionale Italiana Judo, organismo al quale fu delegato il compito di formare la classe dei futuri Tecnici federali.
Frequentando corsi tri/quadrimestrali gli “allievi” seguivano lezioni di:
-Metodo globale di Judo
-Etica e Deontologia
-Didattica
-Arbitraggio
-Preparazione fisica
-Fisiologia
-Cardiologia
-Dietologia
-Psicologia
-Nozioni di lingua inglese e giapponese
-Diritto Sportivo
-Elementi di Karate, Ju Jutzu, Akido, Kendo
-Organizzazione
-Amministrazione
sostenendo un esame finale e la discussione di una tesi.
Al termine di questo percorso gli allievi venivano abilitati all’insegnamento con la qualifica si “Istruttori”.
Dal 1971 al 1982 – anno in cui l’Accademia cessò le attività, si svolsero 24 corsi identificati dalle lettere dell’alfabeto greco (dal corso ALFA al corso OMEGA) e altri 4 corsi (dal 25° al 28° corso), abilitando oltre 350 tecnici.
Il Motto Accademico “ Nel progresso la Tradizione” ha rappresentato, in quegli anni, lo spirito che permeava l’attività del settore judo: l’accademia stessa, le qualificazioni ai Campionati Italiani, il Centro di preparazione Olimpica, La rivista del settore e, così via.
Anche dopo la scomparsa repentina dell’Avv. Ceracchini, in qualche modo, questo spirito è stato ripreso dalla presidenza Pellicone che negli anni ha realizzato importantissime iniziative coinvolgendo gli interessi delle molteplici discipline sportive che sono rappresentate dalla Federazione, conquistando importantissimi risultati sportivi ed organizzativi che avevano trovato il 2seme” negli anni ‘70.
Il prossimo anno si compiranno quindi i 50 anni dall’istituzione dell’A.N.I.J e, anche se attualmente l’Accademia non opera (mai dire mai!), ha rappresentato un’importante momento nell’ultracentenaria storia della federazione. Un gruppo di “Accademisti” ha inteso formare un comitato per l’organizzazione di un raduno commemorativo che inizialmente era stato convocato per il 30 aprile 2021 ma che di fronte alle difficoltà dovute alla pandemia, è stato prorogato al 12 settembre – data in cui iniziò il primo corso Accademico – .
Questo comitato ha dato vita ad un gruppo FaceBook – Amici dell’ A.N.I.J. e del C.P.O. anni ’70 – e un gruppo WhatsApp – Amici dell’ANIJ per stimolare la riunione degli Accademisti e lo scambio di ricordi ed esperienze. Chiunque fosse interessato, anche se non appartenente al mondo accademico, può richiedere ed ottenere l’iscrizione ai gruppi per seguirne l’attività.
New York 1980: "Grazie Donne! Pioniere e coraggiose"
“Carissima judo-family, in occasione del 40° anniversario del primo Campionato mondiale femminile di judo, desidero congratularmi ed esprimere tutta la mia gratitudine alle donne della nostra famiglia del judo, assieme a coloro che hanno contribuito a promuovere, incoraggiare e condividere la nostra passione per il judo e dei suoi valori. Celebriamo dunque questo evento significativo e stimolante per il judo, lo sport e la società. Oggi il judo è vissuto e visto come un modello di uguaglianza ed equità tra uomini e donne. Ed è con orgoglio che posso sottolineare la conquista di una partecipazione ai Giochi Olimpici che, a Tokyo, sarà esattamente del 50% per gli uomini e del 50% per le donne. Ma la strada per arrivare fino a qui non è stata facile ed è stato proprio questo campionato del mondo che ha aperto la strada a tutte le generazioni di atlete passate, presenti e future”. Sono state queste le parole pronunciate dal presidente IJF Marius Vizer in apertura dell’evento che, nei giorni scorsi, ha celebrato il quarantennale del primo campionato del mondo femminile. È stato un appuntamento importante, che ha saputo annullare distanze, riallacciare relazioni, scovare piccole e grandi storie, raccogliere immagini emozionanti, sul quale hanno lavorato e contribuito in tante e tanti. “Desidero ringraziarle tutte -ha detto il Presidente Domenico Falcone- quelle donne pioniere e coraggiose, che hanno aperto la strada al judo femminile in Italia e nel mondo”. Donne italiane che, in quel lontano mese di novembre del 1980, partirono per New York guidate da Maria Bellone ed Alfredo Monti, ciascuna con i propri sogni e le proprie ambizioni, certamente inconsapevoli di scrivere una pagina di storia davvero importante. Margherita De Cal, che a New York conquistò la corona mondiale, ha ricordato così le sue emozioni. “È difficile iniziare questo grande evento, ma con il mio inglese zoppicante, provo ugualmente a parlare di emozioni. E la prima fu arrivare a New York! Io vivo a Venezia, ci sono tante città belle come la mia, ma la prima volta che sono arrivata a New York ho visto una città completamente diversa, con molta vita, molte luci, molte persone, molte costruzioni… tutto molto diverso. Credo però, che la cosa più emozionante fu arrivare al Madison Square Garden. Quando partii dall’Italia scelsi di non pensare al risultato, ed anche se tutti mi dicevano che avrei preso una medaglia, per me rimaneva solo una gara. Così mi dissi: ‘va bene, proviamoci ed affrontiamo questa nuova esperienza!’ Ed è stato così che poi è andata com’è andata. Ero insegnante di scuola, già da 8 anni insegnavo educazione fisica e non è che mi rimanesse molto tempo per gli allenamenti di judo. Ricordo che mi allenavo 3 volte a settimana per due ore, nulla di più, perchè poi lavoravo. Obiettivamente non era molto per preparare quel mondiale, il primo mondiale! Ma mi sono detta “proviamoci”. Cos’è cambiato nella mia vita dopo il mondiale? Pochissimo, già lavoravo ed ero autonoma, vivevo da sola e la mia vita era normale e felice. Con i miei 30 anni, credo di esser stata la più vecchia atleta in gara. In Italia fu vista come una normale gara, della serie “Sì, hai vinto qualcosa, ma non è così importante”. In realtà è stato importantissimo per tutte le donne del judo, perché l’intuizione ed il lavoro di Rusty hanno rivoluzionato il nostro mondo, hanno letteralmente spalancato le porte delle competizioni internazionali alle donne. Rusty è stata stata una donna meravigliosa. Ho avuto il privilegio di ospitarla a Venezia, è venuta a casa mia ed è stata con me e con la mia famiglia per diversi giorni e sono state delle giornate bellissime, indimenticabili. È così che siamo arrivati fin qui e così concludo questo mio intervento, ormai mi sono ritirata dal lavoro, sono in pensione e sono una “vecchia” signora con diversi acciacchi fisici. Ho smesso di praticare judo, ma non ho smesso di amare il judo. Ora sono una dirigente nel mio Dojo e sogno di vivere assieme alla famiglia del judo il resto della mia vita”.
New York 40 anni dopo… domani e domenica la festa online!
Domani, sabato 28 novembre, il mondo del judo celebra il 40esimo anniversario dall’organizzazione del primo campionato del mondo femminile, che si svolse nel Madison Square Garden a New York il 29 e 30 novembre 1980. Per questo vero e proprio evento la federazione internazionale judo (IJF) ha predisposto due tavole rotonde con la partecipazione di illustri ospiti alle quali tutti gli interessati sono invitati a partecipare su tutte le piattaforme IJF accessibili online. Per l’occasione sono state raccolte anche numerosissime immagini di quelle storiche giornate di novembre e riportate all’attualità con la pubblicazione su questa bella ed emozionante galleria fotografica.
Il programma delle due giornate è così organizzato:
- Apertura dell’evento
- Saluto di benvenuto IJF
- Saluto di benvenuto della famiglia Kanakogi
- Esposizione del progetto IJF
- Qualche minuto a diposizione dei relatori per raccontare chi sono e com’è stata la loro vita in questi 40 anni
- Domande e risposte di approfondimento
- Conclusioni IJF e chiusura
Sabato dalle 18:00
Webinar: Zoom
YouTube: Link
Domenica dalle 11:00
Webinar: Zoom
YouTube: Link
Ospiti
Sabato: Jean Kanokogi, Jane Bridge (GBR 48 kg), Mary Lewis (USA 48 kg), Monica Guadagnini (ARG 61 kg), Xiomara Orozco (VEN 61 kg), Anita Staps (NED 61 kg), Dawn Netherwood (GBR 66 kg), Margherita De Cal (ITA +72 kg).
Domenica: Jean Kanokogi, Loretta Doyle (GBR 56 kg), Karen Krüger (GER 66 kg), Kerrye Daniels (AUS 72 kg), Jocelyn Triadou (FRA 72 kg), Cristina Fiorentini (ITA 72 kg), Ingrid Berghmans (BEL +72 kg and open), Marjolein Van Unen (NED +72 kg and open)
Queste le altre notizie recenti su questo evento:
12 agosto: Il compleanno speciale di una Donna Speciale
18 settembre: Preparando un evento per i 40 anni del primo mondiale femminile
16 novembre: Quarant’anni fa il primo Mondiale femminile
“Voglio vincere. È arrivato il momento di farlo”, bilancio di questo novembre un po' particolare…
Odette Giuffrida, Mattia Miceli, Giulia Carnà, Veronica Toniolo sono i nomi dei quattro azzurri che, nel corso di questo mese di novembre, hanno messo al collo una medaglia nel campionato d’Europa cui hanno partecipato. Novembre infatti, in questo balordo 2020, è stato il periodo in cui fra gli innumerevoli ‘postponed’ e ‘cancelled’ sono stati raccolti tre campionati d’Europa, gli Junior dal 4 al 6 e gli U23 il 9-10 a Parenzo, i senior dal 19 al 21 a Praga. E ben 46 sono stati gli atleti che hanno rappresentato l’Italia nelle tre manifestazioni continentali, 13 nell’U21, 17 nell’U23 e 16 a Praga, che hanno ottenuto due medaglie d’oro, una d’argento, una di bronzo, sette quinti e sette settimi posti. Una quota-piazzamento pari al 40% che rappresenta il commento più efficace su come ragazze e ragazzi, donne e uomini del judo italiano abbiamo saputo e voluto affrontare le molteplici difficoltà cui questo periodo impone a chiunque. E che cos’altro si potrebbe aggiungere, se non i commenti di chi ha coronato a Praga questo ciclo novembrino di Europei? Iniziando però, dal commento che Odette Giuffrida ha fatto “prima” e non dopo la gara…
“Questa volta sarò breve. – disse Odette alla partenza per Praga - Ho passato un momento veramente non facile a livello personale. Come forse hai potuto notare ho voluto distaccarmi da tutto, social ecc e concentrare le mie energie sulle mie motivazioni. Questa volta voglio tenere i miei pensieri per me stessa e sfogare tutto sul tatami tra qualche giorno. Non so come arriverò a livello fisico ma una cosa è sicura voglio vincere questo Europeo. Ho una carica dentro difficile da descrivere a parole. Voglio vincere per me stessa, per tutto quello che ho superato, per la mia famiglia e per tutti noi italiani. Voglio vincere. È arrivato il momento di farlo. Me lo merito, ce lo meritiamo. Poi con la medaglia d'oro al collo ti racconterò tutto quanto. Ci vediamo tra qualche giorno”.
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Francesca Giorda: “Riuscire ad arrivare a partecipare a questo europeo è stata davvero una sfida, tra quarantene, infortuni e problemi alla schiena sono dovuta stare ferma per tanto tempo e praticamente da dopo Dusseldorf non sono mai riuscita a seguire una preparazione continua. Ho preparato questa gara in due settimane senza fare randori da 8 mesi. Nonostante questo, in gara ho avuto ottime sensazioni che mi fanno capire che la linea adottata da staff Fiamme Gialle e me, è quella giusta. Adesso sono pronta per andare ad allenarmi e preparare al meglio la prossima gara”.
Francesca Milani: “Aspettavo tanto l’arrivo di questa gara e volevo veramente dare del mio meglio. Purtroppo, non ho potuto dedicare tanto tempo ad allenarmi per la mia positività al COVID. Nonostante questo, ho cercato di rimettermi in forma nel più breve tempo possibile. La delusione per la gara è tanta ma sono consapevole di quello che posso fare e dare, quindi posso solo chiudere questo brutto periodo e ricominciare ad allenarmi per i prossimi eventi futuri”.
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Angelo Pantano: “Sono contento di essere tornato sul tappeto e di aver avuto la possibilità di partecipare ad un evento così importante come l’europeo. Dopo uno stop così lungo ritrovare certe sensazioni è stato stupendo, nonostante la gara non sia andata come desideravo. Ringrazio i tecnici, lo staff medico e tutti coloro che si sono messi a disposizione di noi atleti per farci arrivare nel migliore dei modi sul tatami di Praga”.
Biagio D’Angelo: “Beh, che dire? Partecipare ad un campionato d’Europa mi fa provare sempre grandi emozioni, sicuramente non è andata come mi aspettavo, era una gara di altissimo livello che ho affrontato con tutte le mie forze nonostante i pochi allenamenti fatti a causa della situazione che noi tutti stiamo affrontando. Adesso testa bassa e si ricomincia più forte di prima!!”
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Manuel Lombardo: “Non è facile fare il bilancio di una gara durata un incontro, in più non voglio cadere in luoghi comuni e mi limito col dire che sto già pensando alla prossima gara. Quello che posso dire è che mi sentivo bene, ero pronto per tornare a vincere e quindi lo sarò anche la prossima volta, merito del lavoro svolto da tutto lo staff nazionale, il quale ci tengo a ringraziare per l’ottimo lavoro svolto nonostante le circostanze per niente facili”. Giovanni Esposito: Mi sentivo veramente in forma, peccato un piccolo errore che non mi ha lasciato andare avanti e divertirmi
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Silvia Pellitteri: “Non ho grandi commenti da fare sulla gara… Solo che è stato un onore e una grande emozione combattere in una gara con un livello così alto al fianco di grandi campioni. È un periodo difficile e non combattevo da 14 mesi quindi a prescindere dal risultato è stata un’esperienza importante”.
73
Fabio Basile: “È stata una gara un po' particolare. Fisicamente non ero al top, ma già lo sapevo. Il sorteggio è stato piuttosto sgradevole, perché per arrivare in semifinale ho incontrato i più forti, ma la cosa che più mi rammarica è che proprio in semifinale ho mollato. Ed un campione olimpico non può permettersi queste distrazioni, sono opportunità e come tali vanno colte sempre. Ho fatto un quinto posto in una categoria che, nonostante l’abbia adottata ormai da due-tre anni, continua a non essere la mia. Non cerco alibi, nemmeno su questi mesi strani! Non ci siamo allenati. Tutta la nazionale non si è allenata. Fa male, fa male, perdere fa male. Adesso è difficile pensare positivo, perché un quinto posto, nonostante sia nel campionato d’Europa, fa male per un campione olimpico. Non va bene! Oggi pensavo troppo all’oro, e dopo aver perso la semifinale per uno sbaglio tutto mio, non ho saputo visualizzare il bronzo che doveva arrivare. E non è arrivato perché ho sbagliato un’altra volta. Ho sbagliato io, lo sbaglio è tutto mio. Ora, l’unica cosa che devo fare è abbracciare il calvario, rimanere forte e guardare avanti. Continuare ad allenarci per quanto ci è consentito, perché la situazione non è facile per nessuno. Devo vedere positivo, non ci sono altre opportunità! I will be strong… tornerò più forte!”.
Giovanni Esposito: “Mi sentivo veramente in forma, peccato un piccolo errore che non mi ha lasciato andare avanti e divertirmi”.
63
Edwige Gwend: “C'è poco da commentare, perchè non riuscire ad esprimersi minimamente è un gran dispiacere... Peccato chiudere l'anno così…”.
Maria Centracchio: “A freddo posso dire che è stato bello sentire le sensazioni di gara dopo tanto tempo, sicuramente non ne è venuto fuori quello che volevo e per cui lavoro ogni giorno, ma fa parte del gioco. Non vedo l’ora di gareggiare di nuovo”.
81
Antonio Esposito: “Nonostante sia stata una gara particolare e difficile da preparare per i tanti motivi che in questi mesi mi hanno colpito, ero andato lì con la testa di voler fare bene… ci sono rimasto male e tutta questa rabbia la trasformerò in forza sul tatami per allenarmi e recuperare la preparazione persa in questi mesi per arrivare al master al top!”.
Christian Parlati: “Purtroppo la gara non è andata bene, avevo tanta voglia di combattere ma purtroppo 9 mesi senza gare si son fatti sentire. Contento comunque di essere tornato a gareggiare, ora si lavora guardando i prossimi obiettivi”.
70
Alice Bellandi: “Questa volta il dispiacere è veramente grande, perché la medaglia la sentivo già in mano. Avevo immaginato tanto questo momento, con la medaglia al collo proprio nel giorno del mio compleanno, poi vederla sfumare così… sono abbastanza dura con me stessa, quindi il dispiacere e la frustrazione sono grandi. È un boccone molto duro da ingoiare, sicuramente nei prossimi giorni andrà meglio e riuscirò ad essere un po' più obiettiva ed apprezzare la prestazione ed altre cose che sicuramente ci sono state, ma adesso, ancora no!”.
90
Nicholas Mungai: “Avrei voluto fare di più. A parte le prime azioni del primo incontro, in cui ancora mi sono sentito un pochino bloccato, poi ho avuto delle buone sensazioni. Mi è mancato forse quell’allenamento in più che non è stato possibile fare, ma anche un po' di grinta per portare a casa l'incontro con l'azero. Sicuramente le settimane in cui sono dovuto rimanere in quarantena non hanno aiutato, però sono contento di aver potuto combattere nuovamente a questi livelli, in particolare dopo i problemi fisici vari avuti lo scorso anno”.
78
Giorgia Stangherlin: “Che dire? Ero pronta a tutto!! Mi dispiace, perché mi meritavo quella medaglia. Ho passato un periodo difficilissimo, ma avevo voglia di tornare in gara e dimostrare a me stessa e agli altri che volere è potere. Volevo ringraziare i tecnici dei carabinieri Matteo Marconcini e Alessio Mascetti che mi hanno aiutato molto in questi mesi difficili e mi sono sempre vicini. Ringrazio tutto lo staff della nazionale che ci ha seguito in questo europeo”.
I tecnici
Francesco Bruyere: Nel complesso ho visto una Grande italia, veniamo da un periodo complicato in cui abbiamo dovuto restare in quarantena isolata, chi fiduciaria e chi per contagio, perdendo 10 giorni importanti nel mezzo della preparazione per questo Campionato Europeo. Successivamente siamo rimasti in bolla al centro federale senza poter svolgere un volume adeguato di judo a causa del numero ridotto di atleti. Abbiamo avuto atleti che si sono allenati per giorni in stanze di 3 mt x 3 e interi giorni persi per tutte le visite di idoneità post covid. Penso che dati i presupposti quello che ci hanno regalato questi fantastici campioni sia incredibile... Abbiamo visto una squadra unita e grintosa. Dei veri guerrieri che, per inseguire i propri sogni, ci hanno messa testa e cuore là dove forse non arrivavano le gambe. Non hanno regalato niente a nessuno e hanno dato spettacolo. I miei complimenti vanno a tutti, i complimenti di questa squadra di cui sono fiero e orgoglioso di farne parte. Un ringraziamento speciale a tutto il nostro staff medico sanitario per l’aiuto e il supporto costante”.
Ylenia Scapin: “Essere coach a questi Europei è stata una grande sorpresa per me. Ma ho dovuto mettere subito i piedi a terra e prendere decisioni difficili in pochissimo tempo, alla fine ce l’ho fatta e ho vissuto così il primo Europeo senior da tecnico. È stato come risalire in bicicletta dopo tanto tempo, un brivido e poi via, a testa bassa per rendermi utile per una causa comune. È stato davvero bello e poi, proprio questa volta è successo di riascoltare l’inno. Mi sono commossa, lo ammetto. Dodici anni fa a Lisbona ebbi un pianto liberatorio, avevo 33 anni e la mia ultima chance per conquistare il titolo. Qui mi sono commossa ugualmente, ma per la gioia di capire l’emozione che Odette stava vivendo in quel momento. Contenta per lei dal profondo. So cosa significa desiderare qualcosa e vederla sfuggire ogni volta d’un soffio, la frustrazione del lavorare tanto e dover aspettare ancora. Ma poi arriva il momento ed è gioia pura! Proprio quella che ho visto negli occhi di Odette”.
Alessandro Comi: “Il mio è stato un lavoro dietro le quinte: combattere in piena epidemia d’altronde non è semplice... la consapevolezza del rischio è presente, così come la percezione del necessario senso di responsabilità da parte di tutti. Non è mai stato possibile abbassare la guardia ma la discrezione per me è stata centrale: è stato necessario creare le condizioni per cui la preoccupazione dell’epidemia potesse passare per un momento in secondo piano e tutte le energie fossero riposte sull’obiettivo. Siamo riusciti a tenere alta l’attenzione su tutti i protocolli di sicurezza con grande collaborazione da parte di tutta la squadra: è uno stress continuo che si aggiunge alla inevitabile tensione che una gara come questa porta con sé, ma ciascuno ha preso molto seriamente il problema... abbiamo vissuto in una “bolla” per evitare ogni possibilità di contagio e ci siamo sottoposti a ripetuti test di controllo: sani siamo partiti e sani siamo tornati. Penso che questa modalità ci accompagnerà per un po’ di tempo: è un adattamento inevitabile se si vuole guardare con fiducia a Tokyo”.
Il Presidente
Domenico Falcone: “È un successo davvero speciale questo che abbiamo ottenuto a Praga. E dire brava a Odette Giuffrida non è abbastanza. Grazie grandissima Odette e grazie a tutta la squadra azzurra, atleti, tecnici, staff medico, covid manager. E grazie a chi doveva partire, ma è stato costretto a casa purtroppo, in quarantena. Grazie ai numerosissimi sostenitori che hanno espresso vicinanza ai nostri campioni, e con loro hanno condiviso, davanti ad uno schermo, gioie e sofferenze. Grazie davvero a tutti, nessuno escluso”.
Europei, una bella Italia chiude con Stangherlin quinta nei 78
Giorgia Stangherlin si è classificata al quinto posto nei 78 kg a Praga, concludendo così con un altro piazzamento ai piedi del podio il campionato d’Europa senior dell’Italia. Una gara, quella dell’azzurra 24enne, molto positiva nella quale ha sconfitto per differenza di sanzioni al golden score la tedesca Anna Maria Wagner e, dopo essere incappata nell’o soto gari di Karla Prodan (Cro) anche in questo caso nel golden score, ha messo a segno un ‘super ippon’ sulla russa Antonina Shmeleva. Straordinariamente equilibrata poi la finale per la medaglia di bronzo disputata con la kossovara Loriana Kuka, la quale è stata premiata (è il caso di dirlo) da una sanzione all’azzurra dopo 2’06” di golden score. Con una situazione di due sanzioni per parte, Stangherlin ha ricevuto la terza e decisiva sanzione per aver fatto due prese sullo stesso lato. L’attacco portato purtroppo non è stato preso in considerazione. “Giorgia è una lavoratrice infaticabile, - ha detto il tecnico federale Luigi Guido - paradossalmente con lei abbiamo problemi a non farla allenare, e questo succede quando rientra da un infortunio, piuttosto che quando c’è bisogno di un periodo di riposo. È ostinata, caparbia, ma è anche una che ha le idee molto chiare, una che vuole arrivare. Lo sta dimostrando in questo periodo, ma è già un po' di tempo che sta dimostrando il suo valore. Ricordo un episodio di qualche anno fa, eravamo agli Europei junior 2016, perse proprio dalla tedesca Wagner, che poi vinse la gara. Ci confrontammo a lungo dopo quell’incontro, fino allo sfinimento, finchè non si sentì convinta di aver capito come risolvere il problema. Ebbene, oggi è stata la prima che ha ritrovato la Wagner da quella volta, ma ha fatto tutto come concordammo quel giorno di quattro anni fa”. Due incontri molto positivi sono stati anche quelli fatti da Nicholas Mungai nei 90 kg, che dopo Budapest è stato costretto ad osservare la quarantena in attesa di un tampone negativo. Nel primo incontro ha sconfitto il tedesco Eduard Trippel con ippon di sankaku jime e poi ha lottato da pari a pari fino a 1’49” di golden score con l’azero Mammadali Mehdiyev, poi salito sul terzo gradino del podio. “Avrei voluto fare di più. -ha detto Nicholas Mungai poco dopo esser sceso dal tatami- A parte le prime azioni del primo incontro, in cui ancora mi sono sentito un pochino bloccato, poi ho avuto delle buone sensazioni. Mi è mancato forse quell’allenamento in più che non è stato possibile fare, ma anche un po' di grinta per portare a casa l'incontro con l'azero. Sicuramente le settimane in cui sono dovuto rimanere in quarantena non hanno aiutato, però sono contento di aver potuto combattere nuovamente a questi livelli, in particolare dopo i problemi fisici vari avuti lo scorso anno”. L’Italia chiude questo campionato d’Europa con un settimo posto che premia la meravigliosa medaglia d’oro di Odette Giuffrida, che ha fatto commuovere anche Ylenia Scapin, protagonista nel 2008 a Lisbona del precedente successo azzurro (nei 70 kg) agli Europei. “Mi sono commossa, lo ammetto -ha detto Ylenia Scapin, coach azzurro a Praga- 12 anni fa a Lisbona ebbi un pianto liberatorio. Avevo 33 anni ed era la mia ultima chance per conquistare il titolo. E per Odette ho riprovato la stessa commozione di allora, con la felicità per lei e per quello che sono certa stesse provando ascoltando l’inno”.
Risultati terza giornata
90: 1. Mikhail Igolnikov (Rus), 2. Nemanja Majdov (Srb), 3. Beka Gviniashvili (Geo) e Mammadali Mehdiyev (Aze)
100: 1. Peter Paltchik (Isr), 2. Arman Adamian (Rus), 3. Zelym Kotsoiev (Aze) e Jorge Fonseca (Por)
+100: 1. Tamerlan Bashaev (Rus), 2. Inal Tasoev (Rus), 3. Guram Tushishvili (Geo) e Levani Matiashvili (Geo)
78: 1. Madeleine Malonga (Fra), 2. Luise Malzahn (Ger), 3. Loriana Kuka (Kos) e Karla Prodan (Cro)
+78: 1. Romane Dicko (Fra), 2. Iryna Kindzerska (Aze), 3. Rochele Nunes (Por) e Yelyzaveta Kalanina (Ukr)
Europei a Praga, Basile e Bellandi quinti
Ci sono ancora i riflessi del fantastico oro di Odette quando inizia la seconda giornata del campionato d’Europa a Praga. E c’è ancora l’entusiasmo di quell’impresa fantastica, costruita con la contraddizione in termini di una forza interiore che è visibile a tutti. Non sfugge più a nessuno che le promesse di Odette Giuffrida diventano realtà. Un entusiasmo che ovviamente ha sostenuto anche gli azzurri in gara oggi, ben sette! E per Fabio Basile ed Alice Bellandi, arrivati in fondo, fino alla sfida per la medaglia di bronzo, il quinto posto è stato un risultato ingrato! Così prezioso per il percorso con il quale è stato costruito e realizzato, ma anche così duro da accettare da un punto di vista emotivo. Due quinti posti, quelli di Fabio Basile nei 73 kg e di Alice Bellandi nei 70 kg che valgono tanto e fanno soffrire altrettanto.
Fabio Basile ha faticato con lo scorbutico spagnolo Salvador Cases Roca, ma all’inizio del golden score (13”) l’ha steso con una spazzata di piede. Analoga è stata la musica con il greco Georgios Azoidis, incontro con una parità protratta fino ai tempi supplementari, quando (55”) è stata infranta da un’altra tecnica di piede, spazzata interna ed Azoidis è andato lungo. Con l’israeliano Tohar Butbul è stata un’altra battaglia, ma un lampo di genialità di Fabio ha chiuso il conto senza la necessità di prolunghe varie, wazari di uchi mata con passo incrociato. Fabio è stato fermato in semifinale dal georgiano Lasha Shavdatuashvili, oro olimpico nei 66 kg 4 anni prima di Fabio ed uno di fronte l’altro a Praga, nei 73 kg. Su un attacco di Fabio, Shavdatuashvili praticamente si è sdraiato e lo ha ribaltato, wazari con immobilizzazione a seguire. La finale per il bronzo purtroppo, è stata vinta dallo svedese Tommy Macias con un’azione alla Fabio Basile, una magia con il piede che ha rotto l’equilibrio dell’azzurro e lo ha messo schiena a terra.
Alice Bellandi è partita a razzo, lanciando in due minuti la spagnola Ai Tsunoda Roustant con un seoi nage di quelli bassi che sembrano impossibili per una con il fisicone della bresciana. È seguita poi la vittoria sulla vicecampionessa del mondo 2019, la portoghese Barbara Timo penalizzata con la squalifica per lo stesso tipo di azione che ha escluso ieri Manuel Lombardo, mentre con la forte slovena Anka Pogacnik è stato un wazari a promuovere Alice in semifinale. La francese Margaux Pinot, bronzo mondiale a Tokyo, è riuscita invece ad avere la meglio sull’azzurra dopo un’aspra sfida che si è conclusa dopo 1’54” di golden score. Un altro golden score, lunghissimo, sofferto ed alla fine anche doloroso, è stato quello con il quale Alice ha dovuto lasciare la medaglia di bronzo nella mani della russa Madina Taimazova che, dopo 6 minuti e 20 secondi, ha trovato un rocambolesco punto che è valso la medaglia.
Bravissimo è stato Giovanni Esposito che, nei 73 kg, ha messo fuori gioco dopo 10” di golden score l’armeno Ferdinand Karapetian, campione d’Europa 2018. Purtroppo il percorso dell’azzurro si è fermato con lo svizzero Nils Stump, che poi ha dato anche dispiaceri ad altri arrivando a giocarsi il bronzo. Negli 81 kg Antonio Esposito si è battuto come sempre come un leone, ma dopo la vittoria sul solido tedesco Tim Gramkow, è stato inchiodato a terra dall’olandese Frank De Wit. Non sono riusciti ad avanzare nel tabellone di gara invece, Christian Parlati sconfitto negli 81 kg dal georgiano Tato Grigalashvili che poi ha vinto il titolo e, nei 63 kg, sia Maria Centracchio, superata dalla polacca Angelika Szymanska, che Edwige Gwend che è stata fermata dalla tedesca Martyna Trajdos. Szymanska e Trajdos si sono poi contese una delle due medaglie di bronzo della categoria
Domani terza ed ultima giornata con due azzurri in gara, Nicholas Mungai (90) e Giorgia Stangherlin (78).
Classifiche seconda giornata
63: 1. Clarisse Agbegnenou (Fra), 2. Magdalena Krssakova (Aut), 3. Martyna Trajdos (Ger) e Juul Franssen (Ned)
73: 1. Victor Sterpu (Mda), 2. Lasha Shavdatuashvili (Geo), 3. Rustam Orujov (Aze) e Tommy Macias (Swe)
70: 1. Margaux Pinot (Fra), 2. Sanne Van Dijke (Ned), 3. Madina Taimazova (Rus) e Marie Eve Gahie (Fra)
81: 1. Tato Grigalashvili (Geo), 2. Ivaylo Ivanov (Bul), 3. Luka Maisuradze (Geo) e Matthias Casse (Bel)