Super-Miceli a Tel Aviv, è quinto al suo primo Grand Slam
Il bel quinto posto nei 66 kg conquistato da Mattia Miceli nella prima giornata di Grand Slam a Tel Aviv sembra interpretare il sentimento dei giovani azzurri coinvolti in quest’occasione: “Grati per l’opportunità ricambiamo mettendoci il massimo impegno”. E se l’impegno di Miceli, che sabato compirà ventitre anni, ha letteralmente travolto atleti dello spessore di Vieru e Shikhalizada, gli altri cinque che hanno gareggiato oggi hanno contribuito allo stesso modo, mettendoci il massimo impegno.
La gran gara di Mattia Miceli è iniziata dedicando giustamente la massima attenzione a Diogo Cesar, 34enne portoghese passato alla Guinea Bissau e, dopo averlo messo schiena a terra dopo un minuto e trenta, con un wazari in controtecnica, ha gestito l’incontro senza esporsi a rischi gratuiti passando così il turno. Con il moldavo Denis Vieru, l’azzurro ha dato prova di grande solidità sotto ogni profilo conducendo un incontro senza errori e lasciando all’avversario dubbi e preoccupazioni crescenti, maturati con un golden score chiuso dopo 34” con un guizzo geniale. Ma un’altra prodezza era in arrivo da parte di Mattia che, nei quarti, ha affrontato e schiantato l’azero Nijat Shikhalizada a 35 secondi dal termine agganciando la gamba sul tentativo di azione dell’altro. La semifinale con Alberto Gaitero Martin è diventata subito problematica quando, sul primo attacco da lontano (ko uchi gari) di Miceli lo spagnolo ha replicato con de ashi barai. L’azzurro è caduto sul sedere, e l’appoggio delle mani dietro la schiena ha determinato il wazari da rimontare. Cosa che l’esperto spagnolo, ovviamente, non ha consentito. Gaitero Martin ha poi vinto l’oro, mentre Mattia è stato superato nettamente nella finale per il bronzo dall’uzbeko Sardor Nurillaev, che ha messo a segno due wazari sporchi, brutti e, purtroppo, corretti.
Nei 60 kg Angelo Pantano non è riuscito ad evitare il seoi del turco Miharc Akkus che lo ha sorpreso (wazari) già all’inizio, dopo venti secondi. L’azzurro ha aggiustato la guardia, ma inseguendo la rimonta si è aperto e ne ha incassato un altro poco prima di arrivare a metà incontro.
Nei 48 kg Assunta Scutto ha messo subito in mostra un atteggiamento aggressivo cercando la presa e l’azione. La prima occasione è arrivata sul bordo, allo scadere del primo minuto, ed Assunta ha afferrato, rovesciato ed immobilizzato la statunitense che non è riuscita nemmeno a muoversi. Assunta Scutto ha poi affrontato senza tentennamenti anche l’esperta portoghese Catarina Costa, con la quale ha condotto un incontro pregevole sul filo di un equilibrio infranto soltanto al golden score. Dopo 1’17” infatti, la Costa ha azzeccato un seoi reverse che ha chiuso la partita.
Francesca Giorda, a sua volta nei 48 kg, si è battuta allo stremo con la tedesca Katharina Menz, ha attaccato e proseguito a terra, in alcuni casi è sembrata anche essere vicina alla conclusione, mentre in altri è riuscita a salvarsi dagli attacchi della tedesca. Al golden score, con le sanzioni sul 2 a 2, si è proseguito per altri 7 minuti quando un attacco, reso impreciso dalla stanchezza dell’azzurra, è stato penalizzato con il terzo shido.
Nei 57 kg Veronica Toniolo ha iniziato il suo primo Grand Slam con prudenza, non ha rischiato, assaporando e fiutando il tatami dei senior con l’angolana Diassonema Mucungui e mettendola in condizione di passività fino a raggiungere la squalifica dopo 3 minuti. L’ungherese Hedvig Karakas invece, non ha concesso tempo e modo alla Toniolo di rendersi pericolosa, rintuzzando ogni iniziativa ed incalzandola poi con pericolosi attacchi a terra. Ed è stato proprio con uno di questi che l’incontro si è chiuso dopo 2’30” portando alla resa l’azzurra con un efficace juji gatame.
Nei 57 kg in gara anche Silvia Pellitteri che, purtroppo, non è riuscita ad evitare che la portoghese Wilsa Gomes infilasse il suo pericoloso seoi nage.
Domani, seconda giornata, e gli azzurri in gara saranno nuovamente sei, Nadia Simeoli (63), Alice Bellandi (70), Fabio Basile, Giovanni Esposito (73), Kenny Komi Bedel, Antonio Esposito (81).
Grand Slam a Tel Aviv, da giovedì 15 azzurri sul tatami
Comunque vada, il Grand Slam che inizierà giovedì a Tel Aviv sarà un capolavoro. O, per lo meno, un esempio straordinario di capacità nel tradurre la volontà in idea e l’idea in azione, in fatto concreto. I fatti: a tutela della popolazione, già ampiamente vaccinata, Israele aveva chiuso l’aeroporto ai voli provenienti dai paesi più ‘infettati’. La federazione judo israeliana però, non intendeva perdere l’occasione per far vedere di essere all’altezza della situazione. E l’idea? Semplice: far arrivare a Tel Aviv aerei riservati alle sole squadre di judoka e, con la collaborazione dell’IJF, l’idea è stata trasformata in quella ‘Judo Airlines’, sorta di compagnia aerea ‘a tiratura limitata’ che ha portato in gara 425 atleti da 61 paesi e 5 continenti. Per l’occasione gli azzurri sono presenti con una squadra allargata, 15 atleti, cinque della squadra olimpica e dieci giovani particolarmente promettenti. “È stato un viaggio molto lungo e complicato viste le tante restrizioni che ci sono in Israele, ma che siamo riusciti a compiere grazie agli enormi sforzi dell’IJF e della Federazione Israeliana, che hanno messo a disposizione charter da Parigi e Istanbul, ai quali dobbiamo davvero tantissimi complimenti per l’organizzazione. È stato anche molto bello e simpatico condividere un volo interamente comprato da judoka che arrivavano da diverse parti del mondo, sguardi, saluti e pensieri che, sin da subito, ci ha proiettato in quel clima di amicizia e sana rivalità che caratterizza questo bellissimo circuito. I nostri atleti sono in buone condizioni, la prima squadra ha sicuramente ritrovato lo stato di forma dopo la pausa invernale. Mancano all’appello alcuni dei nostri Alfieri: Lombardo, Parlati, Centracchio e Giuffrida, ma che stanno bene e stanno lavorando per essere pronti già nel prossimo torneo a Tashkent. Tanti gli inserimenti di giovani che esordiranno ai massimi livelli e che non vedono l’ora di confrontarsi con i grandi campioni, e che hanno sicuramente tutte le carte in regola per regalarci emozioni. Siamo, come sempre fiduciosi e convinti di essere una grande squadra, daremo battaglia”. Questa la squadra: Assunta Scutto, Francesca Giorda (48), Veronica Toniolo, Silvia Pellitteri (57), Nadia Simeoli (63), Alice Bellandi (70), Giorgia Stangherlin (78), Angelo Pantano (60), Mattia Miceli (66), Fabio Basile, Giovanni Esposito (73), Kenny Komi Bedel, Antonio Esposito (81), Nicholas Mungai (90), Sylvain Lorenzo Agro (+100), tecnici: Francesco Bruyere, Luca Poeta, Raffaele Toniolo, Covid-manager: Alessandro Comi, medico: Stefano Bonagura, fisioterapista: Giuseppe Faraso. Le gare potranno essere seguite in diretta su Sky Sport Arena (canale 204) dalle 16 alle 18.30 di giovedì e venerdì con il commento di Ivano Pasqualino con Ylenia Scapin, sabato stesso orario ma con Emanuele Di Feliciantonio.
Preparando Tel Aviv! In collegiale a Ostia per il Grand Slam
È iniziato oggi il raduno collegiale nel Centro Olimpico a Ostia in preparazione del Grand Slam che si terrà fra una settimana, dal 18 al 20 febbraio, a Tel Aviv. In questo caso la partecipazione della squadra olimpica alla manifestazione in Israele è stata allargata anche agli atleti con recente riscontro internazionale di rilievo. Si tratta di Assunta Scutto, Francesca Giorda (48), Veronica Toniolo, Silvia Pellitteri (57), Nadia Simeoli (63), Alice Bellandi (70), Giorgia Stangherlin (78), Angelo Pantano (60), Mattia Miceli (66), Fabio Basile, Giovanni Esposito (73), Kenny Komi Bedel, Antonio Esposito (81), Nicholas Mungai (90), Sylvain Lorenzo Agro (+100). Presenti in collegiale da questa mattina anche atleti convocati a supporto della squadra, ovvero Alessia Ritieni (48), Ylenia Monacò, Kenya Perna (52), Chiara Cacchione (63), Linda Politi, Alessandra Prosdocimo (78), Diego Cressi, Davide Domenico Nuzzo (73), Tiziano Falcone, Ermes Tosolini (81), Enrico Bergamelli (100). Diversi gli infortuni che hanno ridimensionato le partenze per Tel Aviv, da Manuel Lombardo, Christian Parlati, Edwige Gwend, Maria Centracchio e Odette Giuffrida nella squadra olimpica, ma anche Andrea Carlino, Carmine Di Loreto, Vincenzo D’Arco, fra gli altri convocati. “Purtroppo lo scorso ritiro durante un allenamento -ha detto Odette Giuffrida- sono caduta e ho lesionato il legamento posteriore e lacerato la capsula della spalla già operata. Tutto qui. Adesso sono a lavoro per recuperare al meglio. Mentalmente non è mai facile farsi male ma sono sempre dell'idea che alla fine avrà tutto un senso. Mi dispiace non essere con la mia squadra a Tel Aviv ma li seguirò e manderò tutta la mia energia da qui”. Sfortunato Carmine Di Loreto che: “…nonostante la situazione Covid avevo raggiunto una forma ottimale, ero pronto a ricominciare con le gare e aspettavo da tempo questa bella notizia. -ha detto- Purtroppo in allenamento mi sono procurato una lesione meniscale, inconveniente che non ci voleva proprio in questo momento e mi ha un po’ destabilizzato”. Il lavoro per la preparazione della squadra all’importante appuntamento è dunque iniziato con i tecnici Francesco Bruyere, Luca Poeta, Raffaele Toniolo, nel rispetto dei parametri di sicurezza ed oltre l’attenzione, anche la motivazione di tutti è come sempre al massimo. Con la squadra ci sono il Covid Manager Alessandro Comi, il dottore Stefano Bonagura ed il fisioterapista Giuseppe Faraso.
Cinque azzurri ad Antalya, Antonio Esposito: “Ci voleva!”
Manuel Lombardo, Fabio Basile, Giovanni Esposito, Antonio Esposito e Nicholas Mungai sono ad Antalya dove stanno sostenendo il programmato training camp che si protrarrà fino a domenica 7. Assieme agli atleti ci sono il fisio Valerio Piepoli ed il tecnico Francesco Bruyere. “Inizialmente l’aeroporto di Antalya aveva chiuso le frontiere con Brasile, Gran Bretagna ed altri paesi, - ha detto il coach azzurro - ponendo delle riserve sull’emissione dei biglietti che poi, per l’Italia, sono state sciolte e siamo potuti partire per questo training camp”. “Qua ci stiamo allenando bene – ha detto Giovanni Esposito – ci voleva un bel carico di lavoro prima della gara a Tel Aviv, quindi questi allenamenti ci serviranno molto come rifinitura”. “Sono molto felice di essere qua in Turchia ad allenarmi – ha detto Antonio Esposito – era più di un anno che non facevo un carico di lavoro del genere all’estero con partner diversi e mi serviva tanto poterlo fare, soprattutto in preparazione alle prossime gare alle quali dovrò farmi trovare al meglio”. “Qui tutto bene – ha concluso Nicholas Mungai – anzi sono molto contento di essere qua perché posso confrontarmi con molti partner ‘grossi’, cosa non è sempre facile per uno del mio peso e sicuramente mi serve per preparare Tel Aviv e le prossime gare”.,
Training camp irraggiungibili, ed il collegiale si fa nel Centro Olimpico
Sempre pronti a cambiare il programma, anche all’ultimo momento, come la situazione continua a chiedere. Ed è così che oggi è iniziato nel centro olimpico a Ostia un collegiale per la squadra olimpica allargato per l’occasione ad alcuni giovani fra i più promettenti. Il raduno, in origine, sarebbe stato di qualche giorno soltanto, per partire poi per la Turchia con il gruppo maschile e per Israele con quello femminile, dov’erano in programma i training camp ad Antalya ed a Netanya. Ma la situazione pandemica continua a condizionare qualsiasi programma che, in questo caso, è stato compromesso dalla chiusura dell’Aeroporto di Tel Aviv almeno fino al 31 gennaio ed all’impossibilità di conferma dalle compagnie aeree di offrire un volo certo per Antalya. Le trasferte in Israele ed in Turchia sono state pertanto annullate. Meglio così, verrebbe da dire, se si pensa a quei duecento atleti da tredici nazioni che sono stati rispediti indietro dopo una giornata di training camp a Mittersill per l’intervento delle forze dell’ordine austriache. Ma non per questo si annulla tutto e quindi il raduno collegiale, rigorosamente in un regime di “bolla” nel Centro Olimpico FIJLKAM, è iniziato e proseguirà fino a domenica 7 febbraio, per concludere dopo l’allenamento mattutino. Questi i convocati. Tecnici: Francesco Bruyere, Raffaele Toniolo, Atleti: Fabio Basile (73), Kenny Bedel (81), Andrea Carlino (60), Giovanni Esposito (73), Antonio Esposito (81), Manuel Lombardo (66), Edoardo Mella (73), Mattia Miceli (66), Nicholas Mungai (90), Angelo Pantano (60), Christian Parlati (81), Gennaro Pirelli (90); Tecnici: Luca Poeta, Dario Romano, Atlete: Alice Bellandi (70), Giulia Carnà (48), Francesca Giorda (48), Odette Giuffrida (52), Edwige Gwend (63), Silvia Pellitteri (57), Assunta Scutto (48), Giorgia Stangherlin (78), Veronica Toniolo (57). A questo elenco fanno eccezione gli atleti che hanno preso parte al consueto allenamento intercentro a Napoli (aperto per l'occasione anche alle Fiamme Gialle) che, su indicazione dello Staff Sanitario Federale, si aggregheranno nel pomeriggio di domenica prossima con tampone effettuato al massimo 48 ore prima.
Il Judo a Cavallo: webinar FIJLKAM-FISE
Roma, 25 gennaio 2021 – È oggi pomeriggio alle 15:00 l’appuntamento con il webinar gratuito “Il Judo a Cavallo”, nato dalla collaborazione tra la FIJLKAM e la FISE (Federazione Italiana Sport Equestri). Finalizzato alla prevenzione e al contenimento degli infortuni, il webinar si propone come propedeutica dell’insegnamento delle cadute del Judo applicabile agli Sport Equestri, e non solo.
Il webinar prevede l’intervento di cinque relatori. Giuseppe Ferrarini, insegnante tecnico di judo 2° Dan, è l’ideatore del progetto “Il Judo a Cavallo” e ci spiegherà lo sviluppo del progetto. Prevedendo una stretta collaborazione tra FIJLKAM e FISE sia a livello nazionale che a livello di comitati regionali, il progetto si svilupperà sul territorio e via web. Gli insegnamenti di judo verranno impartiti sia presso i Centri ippici che presso i Dojo delle Società che aderiscono all’iniziativa.
Giancarlo Peloso, Maestro di Judo 8° Dan, farà un’introduzione al judo, raccontandoci la storia, i valori e le tecniche principali, in particolare gli Ukemi. La sua introduzione sarà poi proseguita da Riccardo Caldarelli, Presidente della Commissione Nazionale Insegnanti Tecnici Judo, che entrerà nello specifico della metodologia didattica degli Ukemi, come fondamentale tecnico e come metodo di riscaldamento.
Cinzia Cavazzuti, campionessa europea nel 2002 e Vicepresidente del Comitato Regionale Judo Lombardia, racconterà l’esperienza FIJLKAM “Safe Fall – Safe School”, un progetto di prevenzione degli incidenti negli scolari.
Infine, Donata Burgatta, vice campionessa europea nel 1996, ci spiegherà il progetto da lei creato e curato, “Judo-Rugby: Equilibrio e Sicurezza”. Ci sono molti profili comuni nella dinamica della caduta: nel rugby, nel football americano, nella pallavolo, ad esempio, e chiaramente negli sport equestri.
Per accedere al webinar gratuito e imparare tutto sugli Ukemi, letteralmente “ricevere il corpo”, e imparare come cadere e prevenire infortuni grazie alle tecniche fondamentali del judo, basta seguire questo link e collegarsi alle 15:00 di oggi pomeriggio. Attraverso la chat di YouTube, sarà anche possibile interagire e proporre domande ai relatori.
La nascita dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo - parte 2
Roma 21 gennaio 2020 Pubblichiamo oggi il secondo episodio a cura di Rodoolfo Saraceni in cui ripercorriamo la storia dell'Accademia Nazionale Italiana di Judo. Buona lettura!
Vorrei ripercorrere con la mente gli eventi e le circostanze che portarono, alla fine degli anni ‘60, alla trasformazione della Federazione in una “Confederazione” di discipline, con cambio della denominazione da F.I.A.P. (Federazione Italiana Atletica Pesante) in F.I.L.P.J. (Federazione Italiana Lotta, pesi, Judo).
Con le dimissioni del presidente Valente nel 1965(fu Presidente dal ’52 al ’65), il presidente della Società Ginnastica Savonese - già consigliere federale - Carlo Zanelli, fu nominato dal C.O.N.I. Commissario Straordinario della Federazione.
Con questa carica, risolti in due anni i problemi che vessavano la Federazione, si candidò alla Presidenza al Congresso di Bologna Nel 1967 e venne eletto.
In quella occasione risultò eletto in Consiglio Federale, per la prima volta, il dott. Matteo Pellicone proveniente dalla disciplina della Lotta.
L’Avv. Ceracchini che al Congresso di Aosta del 1962 aveva guidato la fronda che richiedeva la scissione della Federazione in tre distinte organizzazioni, competeva per la Presidenza federale e con 102 voti contro 196, risultò escluso.
Per la prima volta, in quel congresso, grazie alle modifiche regolamentari apportate dal Commissario Straordinario Zanelli, in attuazione di una mozione espressa dall’ Assemblea Federale di Aosta del 1962 (mozione resasi necessaria per placare le spinte secessioniste), il Consiglio Federale si mostrava pariteticamente composto da tre Consiglieri per ciascun settore di attività. Per il Judo i rappresentanti furono Giusto Panichelli – presidente della società Fiamma Yamato di Roma - , Alessandro Chieco Bianchi (cooptato dalla “lotta”) e Giancarlo Zannier che tutti conosciamo.
Per completare la trasformazione della Federazione in una “Confederazione” di tre settori autonomi si dovrà attendere il 1968 quando fu convocata un’assemblea federale per le modifiche statutarie che prevedevano una piena autonomia gestionale dei tre settori di attività.
A breve distanza fu convocata l’Assemblea quadriennale elettiva. Candidati alla carica presidenziale, ancora una volta il Presidente uscente Zanelli e Ceracchini – reduce dai successi organizzativi del Campionato Europeo dei Roma -, cui si aggiunse, una settimana prima del Congresso, quella del di Pellicone.
Tre candidati FORMIDABILI per una federazione rinnovata e proiettata al futuro ma, soprattutto, tre veri uomini di sport che seppero mettere da parte le rivalità elettive e, in un decennio, riuscirono a tracciare la strada che ancora oggi la Federazione percorre.
L’assemblea si concluse con la rielezione di Zanelli, la conferma della Vice presidenza del settore lotta a Pellicone e la vice presidenza del settore judo assegnata a Ceracchini che ricorì anche l’incarico di Vice presidente “in sede”
Uno degli argomenti trattati nella “notte beneventana” che particolarmente ci interessa, era stato quello della istituzione dell’ Accademia Nazionale Italiana di Judo organismo cui sarebbe stata affidata la missione di formare i futuri quadri tecnici federali.
Il 30 aprile del 1971 questo “progetto” si concretizzo in una delibera attuativa “dell’autonomo Consiglio di Settore Judo” e il 12 settembre di quell’anno i 14 accademisti del Corso ALFA”, varcarono la soglia dell’Accademia in Viale della Tecnica 180 a Roma.
Nel frattempo si procedeva speditamente alla strutturazione dei “quadri federali” tra Dirigenti, Tecnici e Ufficiali di gara che venivano inquadrati in specifici ruoli e si istituivano i Corsi annuali di aggiornamento per i Tecnici.
Sempre in quegl’anni, anche la struttura delle squadre nazionali veniva rivoluzionata. Le squadre venivano azzerate; la presenza italiana alle attività internazionali congelata per un anno; e fu creato, sempre presso la struttura di via della Tecnica, il Centro di Preparazione Olimpica.
Masami Matsushita, già tecnico della società romana Fiamma Yamato veniva incaricato della gestione tecnica e il prof. Alvaro Villani, in seguito sostituito dal gen. Pignatti, per la preparazione fisica.
Faceva quindi l’ingresso al Centro il primo gruppo di atleti P.O. : Felice Mariani, Sandro Rosati, Ezio Gamba, Mario Vecchi, Giorgio Majorana, Mario Daminelli, Gino Pacitti . Dopo alcuni mesi Pacitti e Majorana abbandonarono il Centro. Con gli anni a venire, al gruppo iniziale si aggiunsero, sino a completare l’organico, Nicolangelo Fetto, Lorenzo Sedona, Luigi Nasti, Marcello Landi, MaRDO Mastroddi e Marino Beccacece.
Da Allora ad oggi, fu TUTTA UN’ALTRA STORIA.
Odette Giuffrida: “A Tokyo voglio vincere e scrivere un’altra pagina della mia storia”
Roma, 20 gennaio 2021 – Odette Giuffrida, judoka italiana classe ’94 che ha conquistato il bellissimo oro degli Europei di novembre a Praga, ha parlato un po’ con noi, raccontandoci di sé e dei suoi impegni futuri.
Candidata ai Gazzetta Sport Awards come sportiva dell’anno (2020), abbiamo fatto un veloce tuffo nel recente passato, proprio sugli Europei di Praga: “L’Europeo è stato qualcosa di speciale per me. Non semplicemente per il titolo vinto ma per tutto quello che c'è stato prima e che c'era dietro. È stata un’emozione forte e speciale che mi sono proprio meritata. Ad oggi però è già un ricordo. Devo essere sincera, non ci penso più ma se qualcuno mi fa qualche domanda a riguardo, automaticamente sorrido di cuore.”.
Giustamente, lo sguardo di Odette è proiettato in avanti, verso le Olimpiadi, che lei conosce già molto bene, visto l’argento conquistato a Rio de Janeiro nel 2016: “I miei prossimi mesi saranno come sempre puntati nel dare tutta me stessa per arrivare perfettamente a Tokyo, dove voglio e ho intenzione di vincere e scrivere un'altra pagina della mia storia. Voglio regalare emozioni speciali a me stessa, al mio Paese ma soprattutto alla mia famiglia. Ancora non so quale sarà la prossima gara. Questo sarà un periodo di carico di lavoro e allenamenti per me.”.
Agli Europei, così come alle Olimpiadi e in tutta la sua carriera, Odette ha rappresentato e rappresenterà la Nazionale Italiana con orgoglio e con una forza che non ha mai nascosto: “Far parte della Nazionale Italiana per me è davvero un grande orgoglio. Sapere di rappresentare il mio Paese mi dà una grandissima forza. È come se ogni volta che salgo su quel tatami non sono sola ma accompagnata da tutti gli italiani che tifano da casa per me. Oggi più che mai, dopo tutto quello che abbiamo passato, è davvero una grande motivazione per me cercare di cantare il nostro inno e vedere la nostra bandiera sventolare in cima a tutto.”.
Ma ciò che traspare di più, in Odette, è la sua passione. È una donna e un’atleta appassionata. Il judo non è soltanto qualcosa in cui è brava, ma è molto di più: “Cosa è per me il judo? Credo che questa sia una delle domande dove potrei parlare, parlare senza mai fermarmi. Non credo di essere capace di spiegare a parole cosa sia il judo per me. Adesso che sto rispondendo, ho gli occhi lucidi solo al pensiero. Sì, sono una persona emotiva (ride, ndr). Mi verrebbe da dire che il judo per me è pura felicità, è vita, è divertimento, è il mio ‘posto sicuro’, quella cosa che mi fa dimenticare tutto e mi fa stare bene. Mi verrebbe da dire che il modo più bello che ho trovato per ripagare la mia famiglia di tutti i sacrifici fatti per me e tutto l'amore che mi hanno sempre dato. La mia famiglia. La mia famiglia viene assolutamente prima di tutto per me.”.
Per Odette c’è il judo, c’è la Nazionale, c’è, soprattutto, la famiglia e c’è la fede: “Sì è vero, sono una persona con molta fede, ma non credo sia questo il segreto per diventare campionessa. Questo va al di là dello sport. Fa parte della mia vita di tutti i giorni. Forse questo è il segreto della persona che sono.".
Insomma, Odette Giuffrida è una judoka fenomenale e una donna sincera, orgoglio della Nazionale Italiana. Le facciamo un grande in bocca al lupo per i mesi a venire, aspettando di vederla sul tatami giapponese, per coronare il suo sogno.
Doha? Una spinta nella corsa per Tokyo
Doha ha lasciato un segno positivo sulla corsa degli azzurri per Tokyo. E se state pensando “com’è possibile visto che le medaglie al World Judo Masters 2021 le hanno vinte gli altri?”, probabilmente avete dimenticato che le dinamiche della World Ranking List sono particolari e possono anche produrre meccanismi inaspettati per l’osservatore distratto. Certamente non stupirà il fatto che Manuel Lombardo abbia mantenuto il primato della classifica nei 66 kg con 5598 punti, nonostante a Doha ne abbia aggiunti “soltanto” 200, ma potrebbe sorprendere invece il fatto che il suo vantaggio sul secondo in classifica sia incrementato, passando dai 448 punti più di Maruyama ai 491 in più rispetto Margvelashivili, che ha scavalcato il giapponese. Andiamo con ordine e vediamo che nulla è cambiato per Odette Giuffrida: uguale la posizione in classifica, quarta nei 52 kg, uguale anche il punteggio, 5670 punti, che non è stato intaccato dai 200 ottenuti a Doha per la regola dei migliori 5 punteggi (+1). Anche per Antonio Esposito nulla è cambiato, era 31° con 1808 e 31° è rimasto anche se con 1984. E se le posizioni in classifica di Fabio Basile, Giovanni Esposito, Edwige Gwend ed Alice Bellandi sono arretrate, anche se di poco, quelle di Christian Parlati, Nicholas Mungai e Maria Centracchio sono migliorate. In sostanza tutti i nostri atleti hanno incassato 200 o 288 punti, aggiungendo parzialmente, totalmente o per niente al totale precedente in rapporto, come si è detto, dell’entità del quinto miglior punteggio. Nel dettaglio Fabio Basile (73) è passato dal 18° posto con 2703 al 22° con 2831, Giovanni Esposito (73) da 30° con 1884 a 32° con 1964, Edwige Gwend (63) da 30esima con 1648 a 32esima con 1728, Alice Bellandi (70) da 26esima con 2203 a 28esima con 2331. È migliorata invece la classifica di Christian Parlati (81), che era 20° con 2346 ed ora è 18° con 2614, di Nicholas Mungai (90), che era 33° con 1713 ed ora è salito al 28° posto con 1991, così com’è migliorata anche la classifica di Maria Centracchio (63), era 26esima con 1881 ed ora è 25esima con 2159. Il percorso per quest’Olimpiade è indubbiamente complicato, e non soltanto perché i concorrenti sono tanti e competitivi, ma anche per quelle difficoltà oggettive che affliggono tutti e sono anche davanti agli occhi di tutti. Ed è un motivo in più per dire che Doha ha lasciato un segno positivo sulla corsa degli azzurri per Tokyo.
Bravo Mungai a Doha, ma l’Italia rimane senza medaglie
13 gennaio 2021 Giornata conclusiva a Doha per il World Judo Masters che, per il Team Italia, ha visto impegnato il solo Nicholas Mungai nei 90 kg. E’ stato detto anche alla vigilia del torneo che il sorteggio,
in questa specifica gara, non può essere buono o cattivo perché chiunque ti capiti a tiro è uno fra i 36 più forti al mondo.
E l’avversario capitato al primo turno a Nicholas Mungai è stato il coreano del sud Donghan Gwak, nono nella classifica mondiale oltre ad aver vinto l’oro iridato nel 2015 ad Astana ed il bronzo nel 2017 a Budapest.
Come sorteggio, a grandi linee, lo si potrebbe definire ‘cattivo’ ed in effetti così è stato, ma per Gwak che si è ritrovato steso con un de ashi barai (wazari) dopo un minuto e mezzo e
poi incapace a trovare il modo per rimontare.
Una bella prova quella di Mungai, anche nel match con il mongolo Altanbagana Gantulga che è riuscito ad avere la meglio sull’azzurro al golden score,
messo giù sorprendendolo sul tempo proprio sul suo de ashi barai. “Nicolas è in continua crescita e questo ci fa ben sperare per il futuro imminente. – ha detto il coach Francesco Bruyere -
Oggi si è espresso molto bene battendo l’ex campione del mondo koreano.
Un incontro difficile sulla carta che è riuscito a risolvere in maniera egregia. Peccato per il match con Gantulga,
aveva applicato in maniera corretta il lavoro tattico predefinito e dopo poco tempo è riuscito a chiuderlo a terra in sankaku, una sua delle sue specialità... sinceramente, conoscendo le qualità di Nic,
mi sto ancora chiedendo come abbia fatto l’avversario a resistere e a non cedere.
Purtroppo, al Golden Score ha pagato un piccolo errore, commesso ingenuamente.
La vittoria, assolutamente alla portata, avrebbe aperto la gara, ma resta comunque un’ottima prestazione con ottime prospettive future”.
L’Italia chiude quest’edizione del Masters senza la soddisfazione della medaglia, un fatto questo accaduto soltanto quattro volte nelle dieci edizioni fin quì disputate,
Lombardo (oro 2019), Giuffrida (bronzo 2015 e 2016), Moretti (bronzo 2012), cui vale la pena aggiungere anche i quinti posti ottenuti da Gwend (2013 e 2014), Bruyere (2012) e Ciano (2010).