Amarcord Loriga: Primo Carnera, pugile o lottatore?
Roma 23 maggio 2020 Riprende anche questa settimana un appuntamento fisso con le storie raccontate da un grande amico della FIJLKAM, il giornalista Vanni Lòriga, uno dei massimi esperti di sport in Italia. Racconterà per inostri appassionati lettori dei campioni olimpici delle nostre discipline, ma anche le curiosità e gli aneddoti di personaggi famosi e a volte insospettabilmente legati ai nostri sport.
Trattando negli ultimi interventi dei famosi "Tre Moschettieri Bolognesi" ci siamo accorti che anche iun passato molto recente dei nostri sport è poco noto alle giovani generazioni e spesso è dimenticato anche dalle altre.
Spulciando fra quelle che Giacomo Leopardi definiva le "sudate carte" mi sono imbattuto in una ricerca sostanziata dal determinante contributo di LivioToschi e dedicata a Primo Carnera.
Tutti sanno che nel 1933 vinse il titolo mondiale fra i pesi massimi del pugilato, ma sono in molti ad ignorare che la sua carriera di sportivo ebbe inizio e termine come lottatore.
Primo Carnera nato nel 1906 a Sequals (originariamente Villa de Subcollis trovandosi ai piedi delle Dolomiti Friulane) all'età di 18 anni si trasferì in Francia per trovare lavoro. Alto 202 centimetri per 120 chili di peso, fu assunto in un circo come lottatore con il nome di Juan lo Spagnolo. Chiunque poteva sfidarlo per un premio in denaro. Furono molti i temerari a provarci, ma nessuno riuscì a batterlo: era il 1925. Nel 1957, cioè 32 anni dopo, sostenne a Melbourne il suo ultimo match di catch.
Noi ci limiteremo ad esaminare le gare che Carnera disputò come tesserato della nostra Federazione, allora FIAP (Atletica pesante cioè lotta e pesistica) che nel 1941 indisse, per volere di Giovanni Raicevich (allora DT), il Campionato di lotta per professionisti con la prima edizione disputata al Teatro Puccini di Milano.
Carnera si tesserò nel 1942 e vinse il titolo allo Stadio Nazionale del Partito in Roma (ora i resti del Flaminio....) battendo Salvatore Serafino in 3'25" per doppia presa di testa a terra. Grande il successo di pubblico che adorava Carnera, poi impegnato in una tournèe che lo vide acclamato vincitore a Napoli, a Torino, a Vienna, a Francoforte e finalmente a Le Mans dove risiedevano i parenti che da ragazzo lo avevano ospitato il Francia.
Questa la carriera di Primo come lottatore "italiano". Rientrato negli USA divenne un idolo degli appassionati di catch wrestling, la famosa lotta libera americana sulla quale potremmo magari ritornare in articoli futuri.
Per il momento ci siamo limitati al Carnera praticante della lotta olimpica.
Le antiche Olimpiadi (III)
Roma 21 maggio 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Atleti imbroglioni e venali
Il primo caso di deliberata scorrettezza nello sport è attribuito ad Antiloco, figlio di Nestore, che nella corsa dei carri ai giochi funebri in onore di Patroclo fece sbandare Menelao per superarlo [Iliade, libro XXIII]. Ovviamente si arrabbiò molto il re di Sparta, che già aveva i suoi guai coniugali da risolvere.
Neppure a Olimpia – nonostante il giuramento iniziale nel Bouleuterion – mancarono casi d’illecito, puniti con ammende utilizzate per erigere statue di Zeus in bronzo, che prendevano il nome di zanes. Collocate tra il Metroon e l’ingresso allo stadio, ai piedi dei Tesori, oggi sono tutte scomparse, ma ci restano 16 basi in pietra. L’iscrizione apposta su una di esse ammonisce che «a Olimpia si vince con la velocità dei piedi e con la forza del corpo, non con il denaro».
Il primo illecito di cui si ha notizia ai Giochi risale al 388 a.C. (XCVIII Olimpiade) e riguarda il pugile tessalo Eupolo, che pagò tre concorrenti per ottenere la vittoria. Nel 332 a.C. l’ateniese Callippo corruppe i suoi avversari nella gara di pentathlon, ma Atene – dimostrando poca sportività – per non pagare la multa fece intercedere, inutilmente, il celebre oratore Iperide. Sia Eupolo che Callippo, corruttori, vennero puniti con una multa salata (che colpì anche i corrotti), ma il loro nome rimase negli elenchi dei vincitori! Solo nel 68 a.C. Stratone di Alessandria ottenne la corona nella lotta per la squalifica di due avversari: Eudelo e Filostrato di Rodi. Nel 12 a.C. il padre di Polictore di Elide, che gareggiava nella lotta dei fanciulli, corruppe il padre di Sosandro, avversario di Polictore, ma il fatto trapelò e i due disonesti genitori vennero giustamente multati.
La compravendita delle vittorie crebbe con il passare degli anni (ma a Olimpia, tutto sommato, i casi rimasero limitati), anche per colpa dei cattivi allenatori, “mercanti dello sport”, come li definiva Filostrato.
1.
Oltre agli illeciti vanno ricordati anche i passaggi da una città all’altra per avidità di guadagno. Ogni concorrente, al momento dell’iscrizione, dichiarava liberamente la propria cittadinanza e i giudici (ellanodikai) si limitavano a prenderne atto. Astilo di Crotone (già primo nello stadion e nel diaulos nel 488 a.C.) per compiacere Gelone, tiranno di Siracusa, nel 484 e nel 480 vinse complessivamente cinque gare per la città siciliana. I Crotoniati lo considerarono un traditore: pertanto rovesciarono la statua eretta in suo onore nel santuario di Era Lacinia e trasformarono in una prigione la sua casa. Fallì, invece, il tentativo di Dionisio I nel 388 a.C.: sebbene con il denaro avesse convinto il padre del pugile Antipatro di Mileto, questi rifiutò di dichiararsi siracusano. Nel 380 a.C. fu il cretese Sotade, vincitore della corsa di resistenza per la seconda volta, a tradire la sua patria per denaro.
Un altro genere di multa toccò al pancraziaste Sarapione di Alessandria nella CCI Olimpiade: «Fu a tal punto preso dal timore dei suoi avversari che fuggì un giorno prima che il pancrazio fosse convocato». Venne perciò multato per codardia.
Nel 93 d.C. Eraclide di Alessandria vinse la gara di pugilato perché il concittadino Apollonio “Rhantes” fu squalificato per aver mentito sul suo arrivo in ritardo a Olimpia. Come rivelò ai giudici lo stesso Eraclide, l’avversario non era stato trattenuto nelle Cicladi dai venti contrari, ma si era attardato per vincere premi nelle ricche gare organizzate nella Ionia. Escluso dalla competizione per la menzogna, Apollonio si vendicò assalendo e picchiando Eraclide, appena quello fu incoronato dagli ellanodici.
2.
Conosciamo tutti il motto attribuito al barone de Coubertin: «Alle Olimpiadi ciò che importa non è vincere, ma partecipare». I giochi dell’antica Ellade erano ben lontani da questo spirito! Per i Greci non contava nulla piazzarsi e nemmeno arrivare secondi (che alcune città consideravano comunque come un’onta): era importante soltanto la vittoria, da ottenersi anche con l’astuzia (metis), ma per molti usando qualsiasi mezzo, quindi infischiandosene altamente del fair play. Persino gli dei intervenivano con ogni tipo di scorrettezza per favorire i propri beniamini: Atena, per esempio, fa scivolare Aiace Oileo presso il traguardo e consente a Ulisse di vincere la gara di corsa durante i giochi in onore di Patroclo [Iliade, libro XXIII].
Insomma, come ha con efficacia sintetizzato lo storico Karl-Wilhelm Weeber, «solo chi vince non perde». O, per citare il “Drake” Enzo Ferrari: «Il secondo è il primo degli ultimi». Gli atleti, d’altra parte, dopo il giuramento di lealtà pregavano Zeus perché concedesse loro la corona o la morte.
3.
Didascalie
1. Le basi delle statue di Zeus in bronzo (zanes) erette presso l’ingresso allo stadio (visibile sullo sfondo) con i denari delle multe pagate dagli atleti che truccavano le gare
2. Pancraziaste che si arrende. Sulla destra, munito di una sottile verga, si nota il giudice (chiamato “ellanodico”). Anfora del VI secolo a.C. – Museum of Fine Arts, Boston
3. Ciò che resta della tribuna dei giudici nello stadio di Olimpia
Il Manuale Operativo per la ripresa in sicurezza delle discipline FIJLKAM
Roma 20 maggio 2020 - Dopo la pubblicazione, delle “Linee-Guida per le modalità di svolgimento degli allenamenti per gli sport individuali”, l’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha pubblicato, oggi, anche le “Linee-Guida per l’esercizio fisico e lo sport”, volte a fornire le indicazioni generali e le azioni di mitigazione necessarie ad accompagnare la ripresa dello sport a partire dal prossimo 25 maggio.
La FIJLKAM ha ritenuto utile incaricare per tempo un apposito Gruppo di Lavoro per elaborare un Manuale Operativo per la ripresa in sicurezza delle nostre discipline, così come richiesto anche dal CONI e dal Ministero dello Sport.
Il Gruppo di Lavoro è coordinato dal Vicepresidente Federale Gianni Morsiani (Responsabile sicurezza – HSE) e composto da Nikita Taramelli (Responsabile sicurezza – HSE), dal Direttore Tecnico Nazionale di Karate prof. Pierluigi Aschieri, dal Medico Federale dott. Fabio Fanton e dal Responsabile Medicina di Base del Centro Olimpico dott. Stefano Bonagura. E' stato quindi predisposto il “Manuale Operativo per l’Esercizio Fisico e lo Sport in emergenza COVID-19” che fornisce alle Società Sportive affiliate indicazioni dettagliate in merito alla valutazione del rischio ed alle conseguenti misure di sicurezza preventive ed organizzative da adottare nelle palestre. E' bene evidenziare che il Manuale ha carattere temporaneo ed è strettamente legato all'emergenza quindi, potrà essere soggetto ad ulteriori aggiornamenti. Esso contiene allegati e check list utili a favorire la corretta applicazione di tutte le misure di sicurezza previste.
In collaborazione con il suddetto Gruppo di Lavoro, le varie Commissioni Tecniche di Settore hanno predisposto anche delle “Raccomandazioni da seguire” specifiche per le discipline del Judo, della Lotta, del Karate, del Ju Jitsu, dell’Aikido e del Sumo, in cui sono riportati esempi relativi a metodiche di allenamento nel rispetto delle misure di sicurezza, apposite modulistiche ed utili poster da affiggere in palestra. Tali Raccomandazioni specifiche completano ed integrano, quindi, i contenuti del Manuale Operativo che ha, invece, una connotazione di carattere più generale essendo focalizzato sulla valutazione del rischio e sulla sicurezza.
Il Manuale Operativo e le Raccomandazioni specifiche, così come lo spazio virtuale di “FIJKAM Cares”, sono strumenti che la Federazione sta adottando per dare supporto fattivo alle realtà territoriali che, sappiamo, stanno facendo del loro meglio per affrontare questa crisi con l’impegno e la passione che da sempre le contraddistinguono. A maggior supporto la Federazione ha sottoscritto una polizza integrativa volta a tutelare le nostre Società Sportive affiliate dai rischi legali connessi alla diffusione del Covid-19, prodotto assicurativo di cui sarà data notizia a breve.
Con l'obiettivo di spiegare ed illustrare l'applicabilità operativa del Manuale e delle Raccomandazioni La Federazione ha organizzato un webinar tenuto dal Vicepresidente Gianni Morsiani e da Nikita Taramelli, in programma il 23 maggio alle ore 15.00, sul canale YouTube Fijlkam Official Channel a questo link https://bit.ly/2LIYwsr
CIO: finanziamenti per un mondo migliore attraverso lo sport
Roma, 18 maggio 2020 – Il Comitato Internazionale Olimpico è un’organizzazione no-profit dedicata al riutilizzo degli introiti prodotti dai Giochi Olimpici, al fine di sviluppare lo sport in tutto il mondo.
Il risultato è stupefacente: ogni giorno il CIO ridistribuisce circa 3.4 milioni di dollari statunitensi per aiutare atleti e organizzazioni sportive di tutto il mondo.
I Giochi Olimpici producono un’enorme fonte di entrate. Ad esempio, nel triennio 2013-2016, che include i Giochi Olimpici Invernali di Sochi del 2014 e i Giochi di Rio del 2016, si stimano entrate per circa 5,7 miliardi di dollari derivanti perlopiù dai diritti di trasmissione e marketing.
A fronte di così tanti soldi messi in campo, è importante raccontare il ruolo e le modalità di azione del Comitato Olimpico Internazionale. Proprio in virtù del suo statuto di no-profit, il 90% degli introiti vengono immediatamente restituiti e redistribuiti con l’obiettivo di sviluppare e far crescere lo sport mondiale. All’incirca 2,5 miliardi di dollari vengono destinati per alleviare l’onere finanziario delle città ospitanti. Dal 2002 al 2018 il CIO ha addirittura incrementato del 60% il suo contributo, grazie alla crescita e al successo degli ultimi Giochi.
Buona parte degli introiti sono anche destinati alla realizzazione degli Youth Olimpic Games, ogni due anni. Inoltre, durante i Giochi Olimpici, è a spese del CIO tutto ciò che riguarda i viaggi e le sistemazioni degli atleti durante i 17 giorni della competizione.
Parte dei fondi vengono anche utilizzati per potenziare e promuovere la rete degli atleti, per far sì che la loro voce possa essere ascoltata. Inoltre, poiché la protezione e salvaguardia degli atleti è di importanza primaria, ben il 50% dei fondi della World Anti-Doping Agency viene dal CIO, mentre il restante 50% viene dai governi nazionali.
Anche i Comitati Olimpici Nazionali beneficiano di una porzione sostanziale dei profitti derivanti dai Giochi, al fine di aiutare direttamente atleti e allenatori del proprio paese. Nello sport moderno è assolutamente necessario che i Comitati Nazionali abbiano la possibilità di finanziare poiché, per gli atleti il talento e la determinazione non sono più sufficienti ad una preparazione di livello massimo: c’è invece bisogno di moltissimo allenamento, preparazione e lavoro. I soldi destinati ai Comitati Nazionali fanno parte del Programma di Solidarietà Olimpica, che ha l’obiettivo di rendere i Giochi il più accessibili possibile in tutto il mondo. Ragione per cui vengono anche finanziati programmi per preparare gli atleti e i coach all’esperienza olimpica. A Rio, ben 101 atleti che hanno vinto la medaglia avevano partecipato al programma di preparazione alle Olimpiadi.
Ma non è tutto. Il CIO cura anche un programma di Supporto Atleti Rifugiati, che approvvigiona i NOCs con risorse per supportare un determinato numero di atleti rifugiati che vivono in quei paesi e per prepararli alle competizioni internazionali. A Tokyo 2020, dopo la positiva esperienza di Rio 2016, si andrà a formare una Squadra Olimpica di Rifugiati.
È stato infine creato anche il Canale Olimpico, in funzione 24 ore al giorno, 7 giorni a settimana, 365 giorni l’anno. Gli atleti sono al centro del programma e possono raccontare le proprie storie e rimanere in contatto con i propri fan.
Una missione, quella del CIO, votata a costruire un mondo migliore, più solidale e accessibile, attraverso lo sport.
Fonte: www.olimpyc.org
Amarcord Loriga: Federico Malossi, lottatore e gentiluomo
Roma 16 maggio 2020 Il comunicato del Club Atletico Bologna 1948 che recentemente abbiamo pubblicato non ha mancato di interessare i lettori che ci hanno chiesto maggiori informazioni sui famosi "Tre Moschettieri Bolognesi".
Confermiamo che si trattava di Aleandro Donati (30 presenze in Nazionale, 19 titoli italiani consecutivi, 4 partecipazioni ai Giochi); di Mario Gruppioni e di Federico Malossi.
Soprattutto Malossi entusiasmava i tifosi, anche perché era soprannominato il "Campione Ribelle", dichiaratamente antifascista e salvato dalla fucilazione da Leandro Arpinati, uomo inizialmente assai vicino a Mussolini.
Nato nel quartiere popolare di via del Piombo era ritenuto (a quanto testimonia lo storico Claudio Evangelisti) la "bandiera dello sport petroniano". Oltre ad essere, come già ricordato, il preferito dal Premio Nobel Giosuè Carducci, fu anche il modello preferito dello scultore Pasquale Rizzoli, direttore della Accademia delle Belle Arti. Ma la vera consacrazione a campioni di livello mondiale avvenne nel 1928 quando i "Tre" furono invitati ad una serie di gare di Svezia. Lottarono in tante città, sempre ammirati protagonisti. E trovandosi in Svezia il grande Malossi divenne ambasciatore di pace.
Come tutti sanno si era da poco verificata la tragedia del Dirigibile Italia comandato dal Generale Nobile, una vicenda eternata dal famoso film "La Tenda Rossa". A bordo del Dirigibile Italia era imbarcato anche il meteorologo ed esploratore svedese Finn Malmgren, il quale si era avventurato a piedi, insieme a due ufficiali italiani, verso la Baia del Re per chiedere soccorso. Già ferito non resse alla fatica: il suo corpo non fu mai ritrovato mentre i due alpini italiani furono portati in salvo dal rompighiaccio sovietico Krassin. Ci fu una coda di polemiche anche severissime e l’attento Malossi pensò che fosse doveroso rendere omaggio da parte degli Italiani alla vedova Malmgren. Si presentò con un mazzo di fiori. " Fu un gesto distensivo - racconta Evangelisti - che consentì all'Italia di stemperare un clima di tensione che si era creato fra i due Paesi"-
Gli Uomini Forti, come al solito, sono proprio capaci dei gesti più gentili ed appropriati.
Trent’anni fa si realizzò un sogno: il 25 aprile 1990 s’inaugurava il Palazzetto di Ostia
Roma 14 maggio 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Il 21 aprile 1986, in occasione del Natale di Roma, si svolse al Lido di Ostia la cerimonia ufficiale della consegna del terreno comunale (15.809 mq.) su cui costruire il Palazzetto FILPJ, di fronte al lungomare Lutazio Catulo e con la pineta di Castelfusano alle spalle. Intervennero, oltre al presidente Pellicone, il sindaco di Roma Nicola Signorello, l’assessore al Demanio Siro Castrucci e l’assessore allo Sport Carlo Pelonzi.
Grande soddisfazione, senza dubbio, ma già si guardava oltre, verso un traguardo ancora più prestigioso. Con legittimo entusiasmo Pellicone annunciò che nel frattempo erano state avviate le procedure per la concessione, da parte del Comune, anche dell’area adiacente (21.449 mq.) per dare vita a un Centro di Preparazione Olimpica come quelli di Coverciano per il calcio e di Formia per l’atletica leggera.
Il presidente «riteneva necessario disporre al più presto del Palazzetto»: fino allora, infatti, «le discipline federali erano state costrette a chiedere ospitalità un po’ in tutta la penisola per svolgere la loro attività. Ciò non sarebbe più accaduto, con innegabili vantaggi economici e logistici per tutte le società». Si realizzava, finalmente, un sogno cullato da molti anni.
Il PalaFilpj fu inaugurato il 25 aprile 1990 alla presenza di 2.000 spettatori, tra i quali il sindaco di Roma Franco Carraro (subentrato a Signorello) e il presidente del CONI Arrigo Gattai. Era il primo grande impianto sportivo costruito a Roma dopo l’Olimpiade del 1960, magnificamente ubicato e perfettamente integrato nell’ambiente circostante, tanto che persino Italia Nostra espresse un giudizio assai positivo.
Orazio La Rocca (Athlon, giugno 1990) definì il Palazzetto un triplo “miracolo”: «Di tempo, perché la struttura è stata costruita in poco meno di diciotto mesi; di perfetta intesa tra la FILPJ, il CONI e l’amministrazione comunale di Roma; di progettazione, che ha regalato a Ostia un impianto dalle linee architettoniche uniche, eleganti».
Nel gennaio 1991 Remo Musumeci scrisse su Athlon:
«A Ostia è nato un Palazzetto che Matteo Pellicone ha voluto fortemente.
Possiamo dire che l’impianto di Ostia sia nato dalla cocciutaggine di Matteo Pellicone, che un giorno decise che la FILPJ doveva avere il suo Palazzetto. E doveva essere bello. L’opera è – senza dubbio – il prodotto della cocciutaggine di un uomo che ci ha sempre creduto e non si è mai arreso nemmeno al cospetto delle trappole più insidiose della burocrazia.
L’impianto ha messo d’accordo tutti, perfino i verdi, che hanno applaudito con sincera ammirazione. Sarà un punto d’incontro in riva al mare: una somma di palestre, un albergo, un centro studi.
Ho detto cocciutaggine e ripeto cocciutaggine. E credo che sia l’elogio migliore che Pellicone potesse desiderare. Sono convinto che l’impegno non sarebbe bastato per realizzare quel che è nato. Ci voleva qualcosa di più.
Quel Palazzetto è come una medaglia».
1.
Nel numero di dicembre 1992 il direttore di Athlon, Giorgio Sozzi, ricordava la genesi dell’edificio:
«Ormai da molto tempo la crisi degli impianti si faceva sempre più acuta. Roma era intasata di manifestazioni e trovare un posto adeguato era di fatto impraticabile.
E dunque ecco il Presidente mettere mano ad un progetto tale da far paura anche al più sognatore: costruire un impianto FILPJ! Facile a dirsi, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare...
Già, proprio quest’ultima idea del mare spinse Matteo Pellicone, una domenica mattina, a Ostia.
Fermò la macchina nei pressi della stazione di Castelfusano per una boccata d’ossigeno nella splendida pineta: fu il colpo di fulmine!».
2.
Il progetto è opera degli ingegneri Renato Papagni e Paolo Morelli. L’immagine dell’impianto è insolita e suggestiva: il giornalista Pietro Trivelli ha paragonato il Palazzetto a un gigantesco elmo da samurai (Il Messaggero, 18 agosto 1989), altri a una grande vela oppure a un disco volante.
In un primo tempo si era ipotizzata una “classica” copertura a cupola, poi scartata a causa del forte impatto ambientale. La sinuosa copertura realizzata (di colore verde per mimetizzarsi con la retrostante pineta) offre il migliore scorcio prospettico se la guardiamo dal litorale, seguendo l’asse sud-ovest / nord-est.
L’impianto, si legge nella relazione tecnica dell’Ing. Papagni, ha forma circolare, altezza di 16 metri e diametro di 60, quindi occupa una superficie di oltre 2.800 mq. Il parterre misura 44x33 m. e consente l’utilizzo contemporaneo di sei tappeti di gara. Nelle sue tribune a crescent (mezzaluna) il Palazzetto ha una capienza di 1.300 spettatori. La struttura portante è costituita da 30 pilastri curvi in cemento armato e dalle nervature del soffitto, in legno lamellare, provenienti da Bressanone. Altri materiali usati sono: mattoni a vista per i muri perimetrali, peperino per le soglie e le zoccolature, alluminio anodizzato di colore nero per gli infissi, selciato di cls per la pavimentazione esterna. Nella costruzione sono stati impiegati 400 mc. di legno lamellare, 1.500 mc. di calcestruzzo e 200.000 kg. di acciaio.3.
Il Palazzetto (nel 2014 doverosamente intitolato a Pellicone) ospitò la prima gara dieci giorni dopo l’inaugurazione, il 5 maggio: era la finale del campionato juniores maschile e femminile di judo. Il 2-3 giugno sulle sue materassine si affrontarono i partecipanti al X Trofeo internazionale Milone di lotta GR e SL, ottimo rodaggio in vista del Mondiale di lotta greco-romana, disputato nell’ottobre 1990.
4.
Didascalie:
In copertina: Foto aerea del Palazzetto in costruzione
1. Plastico del progetto preliminare, con la copertura a cupola
2. Planimetria del primo progetto del Centro Olimpico (il Palazzetto ha la copertura definitiva)
3. Il Palazzetto in costruzione
4. La signora Marina Pellicone taglia il nastro durante la cerimonia inaugurale. Al suo fianco è il sindaco Carraro
Webinar gratuito riservato agli Insegnanti Tecnici 15 maggio ore 17
Roma, 13 maggio 2020 - “La Periodizzazione negli Sport di Combattimento", è questo il titolo del Webinar che si terrà venerdì 15 maggio 2020, alle ore 17.00, a firma del Prof. Renato Manno, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico della Scuola Nazionale Federale.
Come di consueto, in apertura del seminario ci sarà il saluto del Presidente Falcone, che introdurrà il Professor Manno e questa nuova modalità di fruizione dei corsi.
A questa iniziativa, infatti, riservata agli Insegnanti Tecnici Federali, seguiranno altre attività di formazione a distanza che sono in fase di elaborazione.
Le antiche Olimpiadi (II)
Roma 7 maggio 2020 Di antiche Olimpiadi mi sono ripetutamente occupato ed è in corso di stampa un mio libro proprio su questo argomento. Sfrutterò quindi le ricerche compiute per scrivere una serie di articoli nelle News della FIJLKAM. Buona lettura
Livio Toschi
I premi alle Olimpiadi
Vennero chiamati agones stephanitai o “coronali” i giochi che premiavano la vittoria con una corona: di ulivo selvatico (kotinos) a Olimpia, di alloro (daphne) a Delfi, di pino (pitus) a Istmia, di sedano selvatico o apio (selinon) a Nemea. Le corone olimpiche erano intrecciate con i rami dell’ulivo sacro che cresceva presso l’opistodomo – ossia la parte posteriore – del tempio di Zeus, tagliati con un falcetto d’oro, in una notte di plenilunio, da un fanciullo figlio di genitori greci ancora in vita.
Erodoto narra che Tritantacme, uno dei generali di Serse, si meravigliò che i Greci gareggiassero a Olimpia per una semplice corona di ulivo, non per denaro. Né nascondeva il suo stupore lo scita Anacarsi nell’omonimo dialogo di Luciano di Samosata. Il premio simbolico era tuttavia integrato da grandi onori e da cospicue ricompense o rendite periodiche offerte dalle città di provenienza, orgogliose della fama così conquistata. Per contrastare i successi sportivi di Sparta il legislatore Solone fissò a 100 dracme il premio per gli Ateniesi affermatisi ai Giochi Istmici, mentre addirittura 500 dracme, con cui si potevano comprare 500 pecore o 100 buoi, erano l’incentivo per un successo alle Olimpiadi.
1.
I vincitori di uno dei giochi del “circuito” – afferma Vitruvio nel suo trattato Sull’Architettura – godevano per tutta la vita di sussidi pubblici e avevano il diritto di entrare in trionfo nella propria città su una quadriga. Nel 412 a.C. Agrigento addirittura fece scortare Esseneto, per la seconda volta vincitore della corsa veloce a Olimpia, da trecento bighe tirate da cavalli bianchi. Gli olimpionici, inoltre, ricevevano quotidianamente pasti gratuiti e talvolta erano persino mantenuti in perpetuo a spese dello stato, venivano esentati dalle tasse, sedevano nei posti d’onore agli spettacoli e potevano essere immortalati con una statua nel recinto sacro di Olimpia, oltre che nella loro città. Avevano addirittura il diritto di vendere o trasmettere in eredità le “pensioni” ricevute. Insomma, in quanto a concedere gratificazioni e privilegi ai campioni dello sport, gli antichi Greci non erano secondi a nessuno!
E non dimentichiamo l’aumento di prestigio sociale, che si concretizzava con incarichi diplomatici o politici e con la concessione di combattere in battaglia al fianco del re, onore sommo per gli Spartani, come ci riferisce Plutarco. Con un’iperbole Platone afferma che i custodi del suo utopico stato «condurranno un’esistenza tanto felice quanto quella degli atleti vincitori a Olimpia», i quali – secondo Pindaro – «per il resto dei loro giorni assaporano serenità di miele». Luciano sintetizza bene il sentimento popolare, affermando che «il vincitore è paragonato a un dio». Insomma, veniva largamente appagato il desiderio di gloria (philotimia) degli atleti, che stimavano la corona di ulivo – e i cospicui benefici che ne derivavano – più della vita, come affermò Dione di Prusa, detto Crisostomo.
La gloria di un vincitore, inoltre, si riverberava sulla famiglia e sulla città di origine, che attendevano perciò con ansia i risultati delle gare. Per informare il padre del proprio successo a Olimpia, il lottatore Taurostene di Egina nel 444 a.C. si servì del sistema più veloce dell’epoca: una colomba, alla quale aveva legato un nastro di porpora intorno al collo, il segno convenuto della sua vittoria.
2.
Si chiamavano agones chrematitai i giochi di minor prestigio, in cui venivano concessi premi in denaro o in oggetti di valore (anfore d’olio, vino, animali, tripodi, armi, ecc.) per assicurarsi la partecipazione di atleti affermati, magari proprio dei vincitori di giochi coronali, che non disdegnavano di essere lautamente remunerati, alla faccia del presunto dilettantismo del buon tempo antico. Un ideale, questo, a lungo sbandierato in netta contraddizione con la realtà storica. In origine tutti gli agoni furono chrematitai, come vediamo in Omero, il quale racconta che persino i re si contendevano a brutto muso i ricchi premi in palio.
Didascalie
1. Cratere lucano con incoronazione, del Pittore di Amykos (420 a.C.) – Museo Olimpico, Losanna
2. Atleta che s’incorona o Atleta di Fano, bronzo forse di Lisippo (IV-II secolo a.C.) – Getty Villa, Malibù
Chiarimenti su elenco atleti e manuale operativo
Roma 7 maggio 2020 - Ai fini di un maggiore chiarimento precisiamo che l'elenco pubblicato sul Sito Federale degli Atleti aventi diritto alla ripresa degli allenamenti individuali, così come disposto dall'Art. 1 comma g. del DPCM del 26 aprile u.s., ha una durata temporale limitata.
Difatti, come indicato dagli Organi di informazione, il 18 maggio molto probabilmente è prevista la ripresa generalizzata di tutti gli Sport con il conseguente venir meno della validità di detto elenco.
Ricordiamo che i criteri selettivi di individuazione degli Atleti di cui sopra, concordati con il Presidente del CONI Giovanni Malagò, rispondono a criteri di prudenza e buon senso, tenuto conto della provvisorietà e dell'incertezza di questa prima fase.
Resta inteso che rimane intatta la validità degli elenchi degli Atleti di Interesse Nazionale così come deliberati dai rispettivi Consigli di Settore secondo criteri che, ovviamente, esulano dal contesto epidemiologico che contraddistingue l’attuale situazione.
Inoltre, in relazione alla prossima probabile apertura generalizzata di tutti gli Sport, abbiamo appreso dagli Organi di Stampa e dall'Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio che saranno conseguentemente emanate, a partire dal 18 maggio p.v., nuove Linee Guida che regoleranno le modalità di svolgimento delle attività sportive. Pertanto, riteniamo opportuno differire la pubblicazione del Manuale Operativo per l'attività sportiva predisposto dalla Federazione con l'obiettivo di integrarlo ed aggiornarlo recependo le disposizioni che saranno a breve emanate.
ICS - Erogazione mutui destinati alla base del mondo sportivo
Roma 6 maggio 2020 - A seguito dell’emanazione del D.L. 8 aprile 2020 n. 23, il Governo ha creato e finanziato il Comparto Liquidità del Fondo di Garanzia e del Fondo Contributi Interessi in gestione all’Istituto per il Credito Sportivo (articolo 14 del summenzionato decreto), che consente di erogare mutui – senza garanzie e a tasso 0 - destinati alla base del mondo sportivo, duramente colpito dalle conseguenze dell’emergenza sanitaria ed economica in atto.
In questo contesto, l’Istituto per il Credito Sportivo ha attivato tutte le procedure necessarie per offrire questo tipo di servizio, collaborando con l’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio, con il comune obiettivo di rendere accessibile l’opportunità ai soggetti interessati nel più breve tempo possibile.
L’Istituto, pertanto, ha previsto in favore delle Associazioni Sportive Dilettantistiche e delle Società Sportive Dilettantistiche iscritte al registro CONI da almeno un anno - ai sensi del decreto - la concessione di finanziamenti, destinati a far fronte alle esigenze di liquidità correlate all’emergenza COVID-19, con le seguenti caratteristiche:
- importo: da un minimo di 3.000 Euro a un massimo di 25.000 Euro, nella misura massima consentita del 25% del fatturato dell’ultimo bilancio o delle entrate dell’ultimo rendiconto (in entrambe i casi, almeno 2018), regolarmente approvati dalla società o dalla associazione;
- durata: 6 anni, dei quali 2 di preammortamento e 4 di ammortamento;
- pagamento prima rata: dopo i 2 anni di preammortamento;
- tasso d’interesse: totale abbattimento degli interessi per l’intera durata del finanziamento, da parte del Fondo Contributi Interessi - Comparto Liquidità;
- garanzia: 100 % del finanziamento da parte del Fondo di Garanzia - Comparto Liquidità.
Il prodotto, unitamente a tutte le specifiche ed alla documentazione necessaria, sarà reso disponibile non appena concluso l’iter formale del Decreto Ministeriale, già sottoscritto dal Ministro Spadafora, che definisce i criteri di funzionamento del Fondo di Garanzia – Comparto Liquidità, ai sensi dell’art.14 del Decreto Liquidità.
Nei prossimi giorni, quindi, le Società ed Associazioni Sportive potranno accedere alla richiesta di finanziamento collegandosi all’homepage del sito www.creditosportivo.it nella sezione dedicata alle misure di sostegno collegate all'emergenza epidemiologica Covid-19, compilando il modulo online.
Tra i documenti da allegare è prevista una lettera di attestazione da parte della Federazione che certifichi che la Società Sportiva è affiliata da almeno 1 anno ed è in regola con i pagamenti degli impegni associativi.
L’Istituto per il Credito Sportivo metterà a disposizione a breve il numero verde 800 608 398 e la mail infoemergenzacovid19@creditosportivo.it appositamente dedicati all’iniziativa, per fornire le necessarie informazioni e gli adeguati supporti ai soggetti interessati.