Il Presidente Domenico Falcone: “È nata una Squadra! Grazie a tutti”
Ostia, 11 agosto 2016. La Nazionale del Judo è ritornata da Rio con il sorriso felice ed il cuore leggero. Tutti i nostri atleti infatti, hanno messo in mostra una condizione fisica e mentale impeccabile che li ha portati a disputare dei combattimenti straordinari: abbiamo fatto emozionare tutto il mondo! E non sto esagerando, perché ho ricevuto i complimenti sinceri da parte di Marius Vizer, il presidente del judo mondiale e di Thomas Bach, il presidente del Comitato Olimpico Internazionale. Il caso o il destino, forse entrambi, hanno fatto che sì che il Presidente Bach abbia presenziato al final block delle gare di judo proprio nella giornata in cui i nostri atleti hanno disputato entrambe le finali olimpiche previste dal programma. Ed è rimasto giustamente colpito ed affascinato da ciò che ha visto, chiedendo di conoscere il nostro Fabio Basile ed esprimendo tutta la sua soddisfazione al Presidente Vizer per l’entusiasmo e la partecipazione percepite nella Carioca Arena 2. In pratica un’approvazione preventiva sul Judo-sport, che il Presidente Vizer non ha nascosto di aver gradito molto. Sono state emozioni queste, condivise con il Presidente del Coni Giovanni Malagò, che hanno reso i risultati ottenuti dai nostri ragazzi ancora più dolci. E non faccio nomi nel ringraziare tutti, perché è proprio a tutti che penso, chi ha gareggiato, i partner, lo staff tecnico, lo staff sanitario, tutte le società sportive che in ogni modo hanno contribuito a costruire e realizzare quest’impresa. Mi sento di dire che è nata una Squadra. Una Squadra costruita anche grazie al supporto ed alla supervisione esperta del Vicepresidente Federale Franco Capelletti ed alla presenza costante del Segretario Generale Massimiliano Benucci. Una Squadra che, proprio grazie alla collaborazione di tutti, è arrivata a Rio in condizioni eccellenti, una Squadra in cui tutte le componenti hanno fatto corpo unico per esprimersi al massimo. Una Squadra che ha saputo trasformare energia e positività in azione efficacissima sul tatami. Ed i risultati sono stati straordinari, la medaglia di Fabio Basile, che è stata la quarta d’oro per il judo italiano, ma anche la duecentesima per il nostro Comitato Olimpico. Un passo per la storia. E poi la medaglia di Odette Giuffrida, anche in questo caso quarta d’argento e, complessivamente, la sedicesima alle Olimpiadi per il judo azzurro. Senza dimenticare la grande prestazione di Matteo Marconcini, arrivato ad un passo dal podio olimpico, ed anche le prove, più sfortunate ma comunque positive, di Gwend, Manzi e Moscatt. Insomma un altro progetto che la FIJLKAM ha portato a compimento. Ottimo lavoro, ragazzi! Ed ora si riparte, in direzione Tokio 2020.
Gli Olimpionici del Judo di rientro al Centro Federale di Ostia
Roma, 11 agosto 2016 - Il volo da Rio de Janeiro è atterrato presto stamane, tanto presto che la squadra olimpica del Judo è arrivata in tempo al Centro Federale di Ostia per essere festeggiata con applausi, baci ed il classico cappuccino e cornetto! Atleti, atlete e staff tecnico/sanitario sono stati accolti con grande gioia ed emozione, anche se Fabio Basile ed Odette Giuffrida (oro nei 66 chilogrammi e argento nei 52) non sono atterrati con gli altri. Il Campione Olimpico ha proseguito il suo viaggio fino in Calabria dove si godrà un periodo di meritate vacanze con la sua fidanzata Sofia Petitto, anche lei judoka e argento mondiale cadetto, mentre Odette è rimasta a Rio in veste di turista.
“Siamo molto felici per questa accoglienza - ha detto il tecnico Dario Romano - così come siamo soddisfatti di come ci siamo comportati in gara. Al di là delle medaglie conquistate - e un oro e un argento, più un quinto posto non sono pochi - tutta la squadra ha dimostrato lucidità, carattere e presenza di spirito. Nessuno ci ha fatto sconti e anche gli incontri più difficili sono stati affrontati con la massima maturità”.
Sorridente anche Edwige Gwend, dopo le lacrime di frustrazione viste in mondovisione al termine dell’incontro con la campionessa slovena Tina Trstenjak: “ci sono rimasta male e sono convinta che non doveva andare così, ma pazienza. So di non essermi risparmiata e, anche se avrebbe potuto esserci un altro finale, dico che va bene così”. Nessun rimpianto nemmeno nelle parole di Matteo Marconcini, reduce da una gara da grande guerriero (oltre 10 minuti effettivi la sua semifinale per il bronzo vinta contro il bulgaro Ivanov al golden score) conclusa con un quinto posto: “ci ho creduto fino alla fine, ma sono arrivato alla finale veramente stanco e ho pagato. Però sono sereno, so di aver fatto un percorso complicato e di aver dato il massimo. Alla fine anche un quinto posto per uno che fino a pochi mesi fa non era nemmeno in corsa per la qualificazione non è male, no?” Sono apparsi emozionati dall’accoglienza anche i più “leggeri” della compagnia, Velentina Moscatt e Elios Manzi: “è stata una grandissima emozione essere salita sul tatami olimpico, già questo è un traguardo importante per un atleta” ha detto Valentina, mentre il riservato Elios sorridendo assicura che “questo è stato per me un inizio, anche se non sono stato fortunato ad incontrare subito il numero uno della classifica mondiale, però non mi sono sentito intimorito. Ora lavorerò per il prossimo appuntamento olimpico”.
“I ragazzi sono stati eccezionali - commenta Ciccio Bianchessi - aver vissuto dall’angolo la gara dei nostri azzurri a Rio è stata un’emozione indescrivibile. Ci si emoziona molto di più come tecnico che come atleta, almeno per me è stato così, perché quando sei atleta sei teso fino al momento prima di salire sul tatami, ma poi quando sei su tutto passa e pensi solo a combattere. Come tecnico no, l’emozione e l’ansia non ti abbandonano mai, anche se devi essere bravo a controllarti per comunicare all’atleta in modo positivo”.
Abbracci e sorrisi anche per i partner degli Azzurri a Rio: Monica Iacorossi, Maria Centracchio, Valeria Ferrari, Carmine Di Loreto, Antonio Esposito e Salvatore Mingoia. “Vivere l’Olimpiade da partner è comunque una cosa grande - racconta Antonio Esposito, sparring e migliore amico di Fabio Basile - conosco Fabio da anni e da sempre siamo grandissimi amici. Sapevo che avrebbe portato a casa una medaglia, ma il suo oro ha sorpreso anche me come tutti gli altri. E’ stato perfetto, lucido e sicuro. E’ un vero campione e io sono molto orgoglioso di lui. Mi sono emozionato molto più per la sua medaglia che per il mio oro mondiale juniores!”.
Festa grande anche per il DT Kyoshi Murakami che non nasconde il suo orgoglio nel raccontare come il rispetto dell’ambiente judoistico internazionale nei confronti dell’Italia sia cambiato dopo la prestazione olimpica dei nostri Azzurri e delle nostre Azzurre: “abbiamo ricevuto tanti complimenti da grandi personalità del nostro ambiente per come i nostri si sono comportati in gara. Il Presidente della IJF, Marius Vizer, mi ha abbracciato con le lacrime agli occhi per l’emozione. Cosa dire, sono orgoglioso di tutti loro, faremo grandi cose ancora”.
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Quinto posto di Matteo Marconcini, ma la favola è ugualmente a lieto fine
Ostia, 9 agosto 2016. La favola di Matteo Marconcini ha solo cambiato il lieto fine. Il quinto posto conquistato alle Olimpiadi a Rio dal 26enne di Arezzo, è in ogni caso un lieto fine. Comprensibili le sue parole al termine della finale con il moldavo che rappresenta gli Emirati Arabi Sergiu Toma: “Provo un grande rammarico – ha detto – ho pagato caro l’incontro precedente con Ivanov (finito al golden score e durato 8’17”, ndr), ma devo considerare anche che fino ad aprile scorso ero fuori dalle Olimpiadi”. E non solo, perché fino a febbraio Matteo non era nemmeno entrato in corsa per la qualificazione, che poi ha ottenuto con quattro medaglie in quattro gare. Una gara straordinaria, con sei dure battaglie non ha portato quella medaglia di bronzo che avrebbe reso la favola perfetta, ma quattro vittorie ottenute sul filippino Nakano, il belga Bottieau, il moldavo Duminica, il bulgaro Ivanov, ben raccontano di quale pasta sia fatto questo grande gladiatore, che si è battuto alla grande anche con l’imperatore (oggi decaduto) Tchirikishvili e poi, nell’ultima sfida, con Sergiu Toma. Il moldavo (con passaporto UAE) ha profittato della stanchezza dell’azzurro, già manifestata poco prima con un attacco di uchi mata con la testa a terra, azione molto a rischio. Rimane anche il rammarico di Edwige Gwend: “Mi sentivo davvero bene. Oggi avevo sensazioni positive e con la slovena ho gareggiato ad armi pari. Secondo me e secondo tanti altri atleti e tecnici ci doveva essere la squalifica per lei, così come era avvenuto nei 52 kg ai danni della francese Gneto, perché c’era una presa alle gambe. Ma accetto il verdetto anche se sono molto amareggiata in questo momento”. Per il team azzurro del judo, che domani riparte per l’Italia, si è conclusa un’Olimpiade eccezionale che ha visto tre dei suoi atleti disputare una finale olimpica per conquistare un oro con Fabio Basile, un argento con Odette Giuffrida ed un quinto posto con Matteo Marconcini, seconda migliore prestazione di sempre alle Olimpiadi dopo le 4 medaglie a Sydney 2000 e prima di Atlanta 1996, anche là due medaglie, ma un argento (Giovinazzo) ed un bronzo (Scapin), poi in tutte le altre edizioni a partire dal 1976 almeno un atleta è sempre salito sul podio (considerando il bronzo di Giungi nel 1988 a Seul, dove il judo femminile era presente come sport dimostrativo). A Rio hanno gareggiato anche Valentina Moscatt, Elios Manzi e la già citata Edwige Gwend, che hanno dimostrato sul tatami della Carioca Arena 2 il grande valore di una squadra ricca di risorse che ha coronato con successo il Progetto Rio 2016 e, dopo un po’ di meritato riposo, potrà dedicarsi ora a quello che guarda a Tokio 2020.
Gwend e Marconcini cedono solo ai leader mondiali, recuperi alle 20.30 per Matteo
Ostia, 9 agosto 2016. È un’altra giornata da sogno quella che ci stanno facendo vivere gli azzurri del judo. Quarta giornata di gare a Rio de Janeiro, in gara le categorie medie, 63 kg femminili con Edwige Gwend, 81 kg maschili con Matteo Marconcini, chiamato a disputare proprio il match di apertura con il filippino Nakano. L’azzurro si muove sicuro, una breve fase di studio per mettere a fuoco la situazione e dopo un minuto, poco più, si lavora a terra Nakano fino a blindarlo con tate shiho gatame. Giusto in tempo per volgere lo sguardo sull’altro tatami, dove Edwige Gwend affronta la svedese Hermansson. Edwige parte subito con un o uchi gari: yuko! E questo è soltanto il ‘buongiorno’, perché due minuti più tardi il match si chiude con un seoi nage che sorprende completamente la svedese, cade dalla parte opposta: ippon! Tocca nuovamente a Matteo Marconcini, secondo turno con il tostissimo Bottieau, n. 7 nel ranking, ma il forte aretino non è da meno e lo dimostra sul tatami anticipando ogni intenzione del belga. Alla fine si arriva con il tabellone senza punteggi e Bottieau paga pegno per l’unica penalità assegnata, a lui per passività. Gran bel match. Siamo quindi agli ottavi nei 63 kg, ecco il match clou per Edwige con Tina Trstenjak, la slovena che domina il ranking mondiale ormai da qualche anno. Entrambe si conoscono alla perfezione, cinque i precedenti, tutti a favore di Trstenjak, ma Gwend dimostra di non tenerne conto e ribatte colpo su colpo, anche se la prevalenza della slovena è dettata da due sanzioni all’azzurra. Manca una manciata di secondi quando Trstenjak scende in ginocchio, Gwend schiaccia e avanza. Il braccio sinistro della slovena tocca la gamba dell’azzurra. Braccio che spinge o gamba che avanza? Passa la seconda ipotesi e Gwend è fuori, mentre la slovena prosegue la sua corsa ed è in semifinale. Come a Londra, Gwend perse al secondo turno con la cinese Xu Lili, che poi arrivò in fondo, seconda. Ma è già il turno di Matteo Marconcini, chiamato a disputare l’ottavo di finale con il moldavo Duminica. Matteo ha una marcia in più e dopo un paio di sanzioni, una ciascuno, parte un seoi nage dell’azzurro: waza ari. Si va avanti senza preoccupazioni, ma ad una manciata di secondi dal termine arriva la doccia fredda, sumi gaeshi del moldavo: waza ari. Si va al golden score, dove l’azzurro sfodera il guizzo giusto, yoko tomoe nage: ippon! E si va ai quarti con sua maestà Tchirikishvili. È una battaglia, il georgiano prevale, ma l’azzurro non si inchina all’imperatore e combatte fino la fine. Sul tabellone yuko e waza ari indicano la vittoria di Tchirikishvili, e Matteo si prepara per il recupero che lo vedrà impegnato alle 20.30 con il bulgaro Ivaylo Ivanov, numero 4 del ranking, classe 1994 come Basile e Giuffrida.
Oro Basile, argento Giuffrida ed il sogno è diventato vita reale
Rio de Janeiro, 7 agosto 2016. È arrivata la prima medaglia d’oro per l’Italia alle Olimpiadi di Rio, è la numero 200 della storia olimpica azzurra. E l’ha vinta Fabio Basile, nei 66 kg. Ma non è tutto, perché sempre oggi, è arrivata anche la medaglia d’argento di Odette Giuffrida nei 52 kg. E con questa, l’Italia è oggi al primo posto nel medagliere olimpico del judo. Domani si vedrà, ma oggi è così. “Questa è la vittoria del gruppo, della gioventù, del judo positivo, della progettualità, del futuro. – ha detto il DTN Kyoshi Murakami - Sono stati stupendi. Sono due ragazzi d'oro!!! Mi hanno commosso”. E si sono commossi in tanti nel veder lottare e battersi questi due immensi talenti, entrambi classe 1994 che compiranno 22 anni in ottobre (il 7 Fabio, il 12 Odette). Due felini, abili e astuti, guizzanti e imprevedibili che hanno saputo sorprendere e sconfiggere i più forti al mondo. Fabio Basile, che ha vinto per ippon quattro incontri su cinque, ha sconfitto nell’ordine Seidl (GER) n. 16 nel ranking mondiale, Shikhalizada (AZE) n. 9, Davaadori (MGL) n. 2, Adrian Gomboc (SLO) n. 18, An Baul (KOR) n. 1 e campione del mondo in carica ed è salito sul podio più alto, con tre asiatici sotto di lui. Odette Giuffrida ha sconfitto invece Kraeh (GER) n. 13, Chitu (ROU) n. 2, Ma (CHN) n. 9 e ha ceduto lo scettro di campionessa olimpica soltanto alla n. 1 Majlinda Kelmendi, kossovara fortissima, per uno yuko. È un grande giorno per l’Italia del judo, che dopo Sydney 2000 (4 medaglie) era sempre riuscita a salire sul podio, ma con un solo atleta, sempre donna (Morico 2004, Quintavalle 2008, Forciniti 2012). Il sogno oggi è diventato vita reale per due ragazzi italiani, Fabio e Odette. Talenti immensi.
Foto: Vanda Biffani
Giuffrida e Basile in semifinale, tutto è possibile!
Rio de Janeiro, 7 agosto 2016. Odette Giuffrida e Fabio Basile sono in semifinale alle Olimpiadi a Rio. Nei 52 kg Odette si è imposta sulla tedesca Kraeh con uno yuko di sukui nage e sulla rumena Chitu, n. 2 del ranking mondiale, sempre con uno yuko messo a segno con uno splendido de ashi barai. In semifinale affronterà la cinese Ma Yingnan, che la Giuffrida ha già affrontato due volte in finale all’Open di Roma. Perse nel 2014, ma ha vinto lo scorso febbraio. È un Fabio Basile travolgente, quello che si è visto fin’ora nella Carioca Arena 2, nessuno degli avversari incontrati è riuscito ad arrivare alla fine del match, ippon di sode tsuri komi goshi al tedesco Seidl, waza ari e poi ippon di shime waza all’azero Shikhalizada per ripetere la formula con il mongolo Davaadorj, piazzandogli un waza ari nei primi secondi del match per chiudere la partita con un de ashi barai che ha annichilito il n. 2 della classifica mondiale. In semifinale Basile incontrerà lo sloveno Gomboc, 21enne molto insidioso che al primo round ha liquidato in un minuto il georgiano Margvelashvili e poi ha trovato la strada in discesa grazie agli exploit di Punza (Zambia) e Bouchard (Canada), che hanno fatto fuori Pollack (Israele) e Puliaev (Russia). Basile e Gomboc si sono incontrati il 25 marzo scorso, nel Grand Prix a Tbilisi e vinse l’azzurro… Durante la telecronaca Rai di oggi, prima del match Basile-Shikhalizada, il cronista Fabrizio Tumbarello ha detto: “L’azero è molto forte, ma può essere alla portata di Fabio”. Francesco Bruyere, coach azzurro e commentatore tecnico in questi giorni, ha replicato immediatamente: “Tutti sono alla portata di Fabio”. Poi si è visto. Di fatto, per Fabio Basile e Odette Giuffrida tutto è possibile.
Foto: Vanda Biffani
Nessun miracolo da Moscatt e Manzi a Rio, ma quando ci si batte così nessun rimpianto
Rio de Janeiro, 6 agosto 2016. Valentina Moscatt ed Elios Manzi sono rimasti entrambi al palo nella prima giornata di gare olimpiche a Rio de Janeiro. Nei 48 kg la 29enne azzurra si è arenata sul primo scoglio, la vietnamita Ngoc Tu Van, anche se fra le due atlete non si è colta alcuna differenza, che è stata determinata tuttavia dalle sanzioni, due a Valentina, una sola all’asiatica. Elios Manzi nei 60 kg ha affrontato Kim Won Jin, il numero uno della categoria e della classifica mondiale. Ci sarebbe voluto un miracolo per portare a casa il match, ma pur rimanendo sconfitto per uno yuko (o soto gari), il ventenne siciliano ha dimostrato di essere già all’altezza dei più forti, lottando alla pari e mettendo in difficoltà il 24enne coreano, costretto a battere in ritirata nell’ultimo minuto, al punto da essere penalizzato per tre volte. Ciononostante c’è qualche muso lungo nello staff azzurro, ma è il DTN Kyoshi Murakami a scuotere atleti e tecnici con poche parole obiettive, che puntano lo sguardo più avanti: “Moscatt ha trovato un’avversaria piú complicata del previsto. – ha detto - La seconda sanzione è un pò dubbia, ma l'incontro è stato equilibrato. Manzi aveva un incontro proibitivo con il numero 1, ma sul tatami la differenza non si è notata. Ha combattuto ad armi pari e con un pò più di fortuna avrebbe potuto superarlo. Elios non deve abbattersi perché il futuro è dalla sua parte e potrebbe essere uno dei big della prossima Olimpiade. Adesso concentrazione sulle gare di domani”. Nei 60 kg sono in semifinale Mudranov (Rus)-Papinashvili (Geo) e Safarov (Aze)-Smetov (Kaz), mentre nei 48 kg Jeong (Kor)-Mestre Alvarez (Cub) e Pareto (Arg)-Kondo (Jpn). Domani altre due categorie ed altri due azzurri impegnati, con Odette Giuffrida nei 52 kg che attende la vincente fra Skrypnik (Blr) e Kraeh (Ger) e con Fabio Basile nei 66 kg che se la vedrà con il tedesco Sebastian Seidl.
Foto: Vanda Biffani
Murakami, Bianchessi, Giuffrida, Gwend e Marconcini pronti a sfilare
Rio de Janeiro, 5 agosto 2016. È una giornata speciale questa, si respira un’aria elettrica e rilassata al tempo stesso, perché la cerimonia di apertura non è ancora “gara”, ma la preparazione e l’attesa sono le stesse. “I nostri non vogliono parlare dei sorteggi – ha detto Massimiliano Benucci - sono concentrati solo sulla preparazione della gara e stasera, alla cerimonia, sfileranno Murakami, Bianchessi, Giuffrida, Gwend e Marconcini”. Francesco Bruyere e Roberto Meloni sono rimasti all’esterno del villaggio olimpico assieme agli sparring e con loro trascorrono una giornata di relax: “I ragazzi sono al villaggio, mentre io con Roby ed i partner siamo rimasti a Borabora – ha detto Francesco - oggi hanno chiuso tutte le strade per la cerimonia e non possiamo muoverci, così ci prendiamo un giorno di riposo prima della battaglia. Ieri abbiamo parlato con i ragazzi delle poule – ha aggiunto - ma molti di loro non vogliono vederle fino al giorno della gara e così abbiamo fatto valutazioni tecniche tra noi. Ogni ragazzo vive la vigilia a modo suo, qualcuno spavaldo, qualcun’altro molto concentrato, c'è chi ride, chi è pensieroso e chi fa il pazzo. E vi lascio immaginare chi è. Ma è normale che sia così. Qualcuno è capitato meglio di altri, almeno sulla carta, ma siamo alle Olimpiadi e per arrivare in fondo bisogna battere tutti”. In un clima di questo tipo le cose curiose accadono di continuo, anzi la normalità è composta prevalentemente da cose curiose che, in un altro contesto, sarebbero prontamente celebrate con selfie e dirette. “Qui a Borabora transitano tutti gli atleti italiani prima di andare al villaggio, c'è una mensa solo per noi con Giovanni, il cuoco italiano che ci vizia. – è sempre Francesco che racconta - C'è la palestra, dove al pomeriggio ci si allena tutti insieme, c’è il barbiere, il bar e un bazar a disposizione ed è bello vedere come tutti gli atleti abbiano le proprie abitudini. C'è anche una piscina gigante con un campo da beach, dove qualcuno si riposa tra un allenamento e un altro. Oggi però c'erano Cagnotto e Dallapè e, scherzando, ci siamo chiesti se non stancano mai di stare qui. Come se noi andassimo a riposare sul tatami”. Da domani dunque, iniziano le gare, sul tatami subito Elios Manzi nei 60 kg e Valentina Moscatt nei 48 kg, mentre il commento tecnico di Francesco Bruyere affiancherà la cronaca di Fabrizio Tumbarello nella diretta Rai.
Sorteggi complicati per gli azzurri a Rio, Romano: “Pronti a sovvertire i pronostici”
Rio de Janeiro, 4 agosto 2016. “I sorteggi nella media sono complicati, ma non proibitivi. Speriamo comunque che nel caso di quelli piú difficili i nostri atleti sappiano sovvertire i pronostici", è questo il commento del coach azzurro Dario Romano al termine del sorteggio per le gare olimpiche che, a partire da sabato, vedranno impegnati 390 atleti di 136 nazioni, 237 uomini, 153 donne. Questa la sostanza per quanto riguarda i nostri sei azzurri, nei 48 kg Valentina Moscatt affronta al primo turno la vietnamita Van, n. 53 WRL e se la supera trova Jeong (Kor) n. 8 WRL. Nei 52 kg Odette Giuffrida passa e attende la vincente fra Skrypnik (BLR)-Kraeh (Ger), rispettivamente n. 20 e 13 WRL, mentre nei 63 kg Edwige Gwend affronta il primo turno con Hermansson (Swe), n. 17 WRL, subito dopo c’è Trstenjak (Slo), n. 1 WRL. Nei 60 kg Elios Manzi apre la gara ed il primo incontro del tabellone è con Kim (Kor), n. 1 WRL, per Fabio Basile nei 66 kg invece il primo turno è con il tedesco Seidl, n. 16 WRL. Infine Matteo Marconcini, che negli 81 kg affronta il il filippino Nakano prima del belga Bottieau (Bel), n. 7 WRL. Un’iniezione di energia è quella che si coglie nelle parole degli sparring partner dei tre atleti maschi, da Salvatore Mingoia, che ha detto: “Sensazioni positive per quanto riguarda gli atleti, sono tranquilli e hanno voglia di fare bene questa Olimpiade. Sono stato tanto con Matteo (Marconcini, ndr) e posso dire che lo vedo carico. Si è allenato molto bene quest’ultimo periodo e non vede l’ora di salire sul tatami per dimostrare a tutti la sua forza”. Carmine Di Loreto: “Ormai manca poco alla gara di Manzi... che dire?!? Che viene da un percorso un pò difficile dopo l'infortunio alla caviglia, ma ora ha recuperato alla grande e può fare veramente bene!! Ha fame di salire su quel tatami e giocarsi tutte le sue carte per far capire agli altri quanto vale”. Antonio Esposito: “Sono stato con Fabio tutto il quadriennio e stargli vicino anche qui è una bella emozione, perché è come un fratello. L'ho aiutato nella sua preparazione e sta’ davvero bene, è in formissima. Ha le carte in regola per giocarsela con tutti”.
Giochi di Rio al via, Benucci: “Stiamo andando ad assistere al sorteggio!”
Rio de Janeiro, 4 agosto 2016. Il conto alla rovescia sta esaurendo le ultime ore e l’inizio dei Giochi Olimpici a Rio de Janeiro è alle porte. La cerimonia di apertura è per domani, ma ancora pochissime ore soltanto e si conosceranno già gli avversari che i nostri sei azzurri del judo dovranno affrontare al primo turno. “Ieri sera siamo entrati ufficialmente al Villaggio Olimpico – ha detto il Segretario Generale Massimiliano Benucci – e poco fa si è svolta la cerimonia dell’alzabandiera italiana sotto la nostra palazzina, mentre fra qualche ora (alle 21 italiane) il Presidente, con Murakami, Dario Romano e me assisteremo al sorteggio”. Facendo quattro passi all’esterno del Villaggio Olimpico con il coach Francesco Bruyere abbiamo incontrato Monica Iacorossi, Maria Centracchio e Valeria Ferrari, sparring partner scelte rispettivamente da Odette Giuffrida, Valentina Moscatt e Edwige Gwned, che ci hanno confessato: “Vale sarà la prima ad entrare in gara e dopo quello che ha passato non vedo l’ora di vederla su quel tatami! – ha detto Monica Iacorossi - è stata un'esperienza molto bella e sono felice di aver avuto l'opportunità di viverla con loro! Ho visto persone forti, unite, allegre e determinate! In bocca al lupo!”. Emozioni molto intense anche quelle di Maria Centracchio, che ha detto: “Alla viglia di un giorno così importante posso dire di ritenermi onorata di essere qui per sostenere Odette. Sono quasi più ansiosa di quando sono io a dover gareggiare, ma allo stesso tempo credo al 100% nel lavoro fatto e nel carattere della mia amica”. Per Valeria Ferrari infine: “Essere qui è emozionante e strano allo stesso tempo! Strano, perché non facciamo la gara e quindi non dobbiamo controllare il peso, ma ugualmente si sente un’adrenalina nell'aria che è difficile da spiegare! Sono tesissima per la gara dei ragazzi e spero con tutto il cuore che facciano bene. Nelle giornate di gara credo che morirò di infarto! Perché questi sei ragazzi ormai li chiamo e sono una famiglia!! Sono davvero felice di essere quì con loro!”.