Un grande Christian Parlati si ferma al quinto posto a Doha
Quinto posto a Doha per un grande Christian Parlati, che dopo l’argento a Tashkent 2022 si è conquistato un’altra finale ai campionati del mondo. Questa volta per il bronzo, che purtroppo è andato al collo dello svedese Marcus Nyman. Parlati è arrivato a Doha nonostante con i postumi di un infortunio recente che aveva messo in forse la partecipazione. Ma l’intervento chirurgico ed il recupero hanno fatto il miracolo e Christian non è tipo di tirarsi indietro. “…non ho preparato al meglio questa gara -ha detto Parlati alla vigilia- però ci sarò con la testa e con il cuore che, a volte, è sicuramente meglio che esserci fisicamente”.
E testa e cuore ce li ha messi tutti, tant’è che Christian Parlati ha fatto subito capire di avere sbloccato il freno a mano e che il recente infortunio al ginocchio, per lui, non era un problema. Se n’è accorto per primo il serbo Darko Brasnjovic, che è stato letteralmente malmenato con wazari di o soto gari e poi schiacciato a terra sull’accenno di attaccare con sumi gaeshi. Meno di due minuti per chiudere la prima partita. È toccato poi al bulgaro Ivaylo Ivanov, avversario tosto, al punto che è riuscito a superare il terzo minuto di combattimento prima crollare sull’azione di Christian: wazari ed immobilizzazione. Al cubano Ivan Felipe Silva Morales è andata anche peggio, se possibile, messo giù con due azioni imprevedibili e forse anche inimmaginabili, se non per il geniale uso che fa della sua fisicità Christian Parlati. Arrivato in semifinale con Luka Maisuradze e poi nella finale per il bronzo con Marcus Nyman, Christian ha spinto sempre, ha cercato insistentemente la soluzione con il suo istinto speciale, ma il georgiano prima e lo svedese poi hanno saputo imbrigliarlo ed in qualche modo, andare a segno con il punto ed i punti decisivi.
“È stata una gara dura, che ho iniziato bene vincendo con avversari tosti -ha detto Christian Parlati- e se penso che degli ultimi 40 giorni 30 li ho passati in fisioterapia e judo l’ho fatto negli ultimi dieci giorni dico la medaglia l’avrei meritata, ma purtroppo è andata così. Sicuramente ho la conferma di essere fra i primi al mondo, ma questo quinto posto non è facile da accettare”.
Oggi in gara nei 90 kg anche Nicholas Mungai che si è dimostrato nuovamente all’altezza della situazione mettendo sotto l’israeliano Li Kochman con due wazri di tomoe nage e rispondendo colpo su colpo a Marcus Nyman, salvo cedere poi nel golden score per immobilizzazione.
“Non è il risultato che mi aspettavo -ha detto Nicholas Mungai- però sono riuscito a sentirmi finalmente bene fisicamente e mentalmente sul tatami, per cui sono fiducioso. Purtroppo, non sono riuscito a portare a casa il secondo incontro per una distrazione che comunque si poteva fare, per cui il rammarico ce l’ho. Quel passaggio a terra Nyman lo fa molto bene e lo sapevo, ma se la prima volta sono riuscito a controllarlo, poi però con la stanchezza del golden score alla seconda è passato. Però sono riuscito ad avere delle buone sensazioni e sono convinto di poter ottenere ancora dei buoni risultati”.
Domani, nella sesta giornata dei campionati del mondo a Doha, ad essere impegnati sui tatami saranno Alice Bellandi e Giorgia Stangherlin nei 78 kg e Gennaro Pirelli nei 100 kg.
-> DIETRO LE QUINTE: Un quinto posto è sempre amaro: amarissimo, soprattutto per un campione vero come Christian. Un dato è certo: Christian è e si conferma uno dei migliori atleti del mondo nella sua categoria ed è proprio la gara di oggi a darne prova. Dietro a questa giornata c’è una quaresima che parte con l’infortunio occorso due mesi fa e che arriva ad oggi lungo un percorso in cui a fare la differenza è stata una grande resilienza: di Christian e di chi gli è stato vicino.
Si può dire che la decisione di prendere effettivamente parte al Mondiale sia soltanto di pochi giorni fa, con il parere favorevole dei medici e della Direzione Tecnica Nazionale: in dubbio fino all’ultimo dopo aver subito un piccolo intervento al ginocchio destro a fine marzo, la sua preparazione è stato un capolavoro della fisioterapia. Christian è tornato sul tatami soltanto nel collegiale pre-gara dove si è testato appurando la buona condizione e le sensazioni positive in vista dell’imminente impresa: consapevole di essere ben lontano dalla preparazione ottimale, non si è tirato indietro e ha scelto di rimettersi in discussione. Il resto si è visto sul tatami dove il risultato ha il colore del legno ma la consistenza della prova ha la luce del metallo più prezioso.
Il Trofeo Italia si sdoppia-Dietro le quinte dei Mondiali a Doha
Non ci sono soltanto i campionati del mondo per i judoka d’Italia che, sabato e domenica prossimi, si apprestano ad affrontare un doppio appuntamento, che è quello riservato agli Esordienti B con il Trofeo Italia. Si tratta di due date contemporanee, nelle sedi a Montichiari (Brescia) ed a Rossano Stazione (Cosenza), una scelta che è stata proposta per la prima volta quest’anno ed è stata presentata con la pubblicazione sul Programma Attività Federale (qui l’estratto).
Si informa inoltre che sulla base del numero delle atlete iscritte alla gara, il peso del secondo blocco di domenica 14 maggio verrà anticipato di un’ora (11:00-11:30) per entrambe le manifestazioni. Questa informazione è stata trasmessa ieri e ribadita oggi sull’apposito canale Telegram FIJLKAM Judo – attività Nazionale.
Dietro le quinte
Da Dietro le quinte dei campionati del mondo, a catturare l’attenzione del corrispondente a Doha è stata una storia speciale di due fratelli speciali…
“Antonio e Giovanni. È impossibile non soffermarsi sul legame che li unisce: di sangue ma anche e soprattutto come compagni di viaggio. Non è un caso che l’uno ci sia per l’altro prima durante e dopo ogni gara e anche oggi la chimica che li unisce si è resa palpabile sul tatami dove Giovanni scaldava Antonio. È un’aura singolare quella che questi fratelli emanano quando sono l’uno per l’altro, accantonando se stessi, le proprie vicende delusioni incluse: oggi non c’era la gara di ieri per Giovanni, ma la gara di oggi di Antonio. Il loro viaggio olimpico sa di famiglia vera e verace e nella concretezza del tatami questo legame si sublima nel jita kyoei quotidiano. Trovarsi fratelli è normale, scegliersi fratelli è di più: il judo è anche questo”.
Azzurri senza medaglie nella quarta dei Mondiali a Doha
A Doha è stata la prima giornata senza conquistare medaglie per l’Italia, in questa quarta dei campionati del mondo. Dopo le gioie suscitate da Scutto, Giuffrida e Lombardo, per Flavia Favorini nei 63 kg ed Antonio Esposito negli 81 kg non è stato possibile allungare la striscia positiva. Entrambi, dopo una vittoria iniziale, si sono trovati di fronte ad avversari di altissimo livello.
Flavia Favorini ha avuto la meglio sulla statunitense Golden superandola per tre sanzioni al golden score ed è passata al turno successivo, ma la venezuelana Anriquelis Barrios, numero 8 del ranking, ha imposto il disco rosso al mondiale dell’azzurra con un harai maki komi messo a segno proprio allo scoccare dell’ultimo secondo.
Bravo è stato Antonio Esposito, certamente per la vittoria ottenuta per ippon di sode tsuri komi goshi sull’argentino Agustin Gil, ma senza dubbio anche per essere andato vicino ad un ‘colpaccio’ con Matthias Casse, belga di bronzo a Tokyo 2021 e finalista ai mondiali 2019, 2021 (quando ha vinto) e 2022. L’azzurro è riuscito ad anticipare sempre l’iniziativa del campione belga, fino a portarlo al golden score con due shido a carico. Ma il carattere e la lucidità di Casse hanno estratto dal cilindro un sasae tsuri komi ashi che ha chiuso il mondiale di Antonio. Casse è poi approdato alla sua quarta finale mondiale, terza consecutiva, mentre Clarisse Agbegnenou, ritornata a gareggiare dopo la gravidanza, ha messo al collo il suo sesto oro mondiale.
Giovedì, quinta giornata, riservata alle categorie 70 kg femminili e 90 kg maschili. Ed è proprio in quest’ultima che siamo chiamati a sostenere i nostri portacolori, Nicholas Mungai e Christian Parlati.
Dietro le quinte... di una finale ai Mondiali di judo a Doha
A Doha siamo arrivati alla terza giornata dei campionati del mondo di judo e sul tatami della Ali Bin Hamad Al Attiyah Arena si è conclusa da poco la finale dei 73 kg fra Manuel Lombardo e Nils Stump. E non poteva mancare il punto di vista che accompagna queste giornate mondiali… da dietro le quinte
L’incontro stava andando come doveva. Stump stava calando e Manuel stava crescendo ed è qui che sono usciti i due tiri, uranage quasi a punto e il seoinage della tragedia: nettamente wazari se non fosse per la regola nata nel contesto del cosiddetto “safe-judo”.
Di cosa si tratta? L’idea della Federazione Internazionale è quella di evitare infortuni seri bandendo quei movimenti che possono mettere a rischio se stessi o i propri avversari.
È stato questo il caso: la regola vieta di impattare direttamente sul tatami con la testa durante l’esecuzione di una tecnica di proiezione: se succede, anche accidentalmente, scatta ineluttabile la squalifica.
La regola oggi è stata applicata alla lettera, fine dei giochi.
Qui però comincia la mia polemica, perché di polemica si tratta.
Personalmente comprendo e condivido il concetto e le norme nate per il “safe-judo” ma entro certi limiti.
Le trovo inevitabili e senza troppe eccezioni nelle classi giovanili, al contrario ritengo che siano controproducenti, anacronistiche, un’ammazza-show per il mondo dei Top Players.
L’alto livello d’altronde non è per tutti, non è per i bambini, non è per gli amatori: l’alto livello è per i super atleti.
Penso che in virtù di questo le maglie del “safe-judo” nell’alto livello siano strette al punto da essere castranti, del tutto inadatte ad atleti con doti e preparazione fuori dal comune, che possono fare scelte tecnicamente e motoriamente ardue che sono tra l’altro quelle che valgono il prezzo del biglietto…
perché tutto questo è e deve essere anche un grande spettacolo.
Non così, non come oggi e mi spiace tanto: per Manuel e per il mio sport.
La sintesi perfetta l’ha fatta mia madre in un breve messaggio -ha concluso la sua analisi Alessandro Comi- lei non ha mai messo piede sul tatami, segue lo sport da appassionata e non si perde un evento del World Judo Tour: “È vero che non ci capisco però arrivo a capire che le regole di gara prevalgono sulla preparazione fisica e mentale.” Colpito e affondato.
Manuel Lombardo è argento a Doha! Terza medaglia per l’Italia ed è record
Un grandissimo Manuel Lombardo ha conquistato la medaglia d’argento ai campionati del mondo a Doha. È la seconda volta. Dopo l’argento nei 66 kg al mondiale a Budapest nel 2021, oggi, 23 mesi dopo, Manuel è sullo stesso gradino del podio mondiale, ma nella categoria dei 73 kg. Nella quale ha saputo dimostrare la stessa autorevolezza disarmante (per gli altri) che stupì il mondo anche allora.
Dopo tre vittorie entusiasmanti su Daniyar Shamshayev (Kaz), Akil Gjakova (Kos), Messaoud Redouane Dris (Alg) e quella su Hidayat Heydarov (Aze), ottenuta con la stessa sanzione che poi è costata la finale a Manuel, la finale con Nils Stump è stata una vera sofferenza. Lo svizzero è stato bravo a contenere Manuel, bloccando la presa principale che ha limitato la sua azione dirompente, costringendolo così a fare un incontro diverso da quello che probabilmente aveva previsto. Forse per questo, nel momento in cui Manuel ha trovato lo spazio per l’attacco ha spinto a più non posso, sentendo anche che Stump si stava sollevando. Ed era già il settimo minuto di golden score. “Ecco che ci siamo” deve aver percepito il cuore di Lombardo che, quando lo svizzero già era in fase di scarico, ha proseguito la sua traiettoria con la testa verso il tatami. Non c’era uno scopo, né tantomeno una volontà, semplicemente era l’inerzia dell’azione. Che le immagini hanno mostrato chiaramente, coerenti con le regole scritte, ma obiettivamente distanti da qualsiasi forma di buon senso.
“Oggi mi sentivo bene -ha detto Manuel- si poteva fare di più sicuramente. Non è il metallo per cui sono venuto. Perdere la finale così è veramente devastante! Quindi adesso ritorno a casa con qualche cosa in più su cui dovrò lavorare e preparerò il prossimo appuntamento”.
“Descrivere la delusione di Manuel oggi non è possibile -ha detto pochi minuti dopo l’epilogo della finale il coach azzurro Raffaele Toniolo- soprattutto perché, fino alla finale, ha fatto la gara perfetta. Io lo conosco bene e so che il lavoro, la dedizione e la famiglia lo hanno portato ad essere l'uomo e l'atleta che è. Sono certo che continuerà a lavorare sodo per migliorare e presentarsi al massimo all'appuntamento più importante. Come coach posso dire che oggi ha fatto molto bene e l'ho visto migliorato da molti punti di vista”
Dal canto suo Giovanni Esposito nei 73 kg ha superato il sudcoreano Eunkyun Lee ed è stato poi eliminato da Behruzi Khojazoda (Tjk), mentre nei 57 kg Veronica Toniolo, ha superato Altantsetseg Batsukh, mongola che gareggia per Gli Emirati Arabi Uniti ed è stata eliminata da Jessica Klimkait (Can), che ha concluso poi al terzo posto. Thauany Capanni invece, ha superato il primo turno con l’inglese Lele Nairne ed è stata sconfitta poi da Nora Gjakova, kosovara campionessa olimpica in carica. Domani è la volta dei 63 kg con Flavia Favorini e degli 81 kg che vedranno impegnato Antonio Esposito.
“Questa è la Nazionale più forte di sempre -ha aggiunto Raffaele Toniolo- e tutti i ragazzi che ne fanno parte hanno enormi possibilità. Tre medaglie ad un Mondiale non mi sembra fosse mai successo e questo è l'ennesimo record di questa Direzione Tecnica”.
BronzOdette! È arrivata la prima medaglia mondiale della Giuffrida
Odette Giuffrida ha conquistato la medaglia di bronzo nei 52 kg a Doha, in occasione della seconda giornata dei campionati del mondo.
Ed è una medaglia speciale per diversi motivi. Perché dopo quella di Assunta Scutto è la seconda per l’Italia in questo mondiale, ma anche perché è stata conquistata in maniera entusiasmante ed appena più avanti è proprio il coach Francesco Bruyere che lo descrive che meglio non si può. Ma è speciale soprattutto perché per Odette Giuffrida è la prima medaglia ai mondiali.
“Questa per me è senza dubbio la sua medaglia più bella, quella che mi ha emozionato più di tutte. È una medaglia simbolica fatta con la sabbia del Qatar: a guardarla da lontano si vede una bellissima spiaggia, ma a guardarla da vicino si vede che è composta da tantissimi granelli che rappresentano i sacrifici, i pianti, le gioie, i successi, i dubbi, le certezze, le paure e il coraggio di questa grande campionessa. Quel Seoi Nage in finale per me racconta tutta questa storia e vi assicuro che è una storia fantastica. Di quello che è successo tecnicamente oggi non voglio parlarne, vorrei solo invitarvi a vedere la gara e a gioire insieme a noi. Grazie Ody”.
Quattro le vittorie ottenute da Odette Giuffrida, nell’ordine sull’azera Valiyeva, sulla marocchina Iraoui e, dopo la sconfitta ai quarti con Reka Pupp (Hun), sull’israeliana Primo e, per il terzo posto, sulla kossovara Krasniqi. Tutte diverse le tecniche con le quali Odette ha messo a segno i punti, sempre intuizioni da campionessa vera, che sa colpire duro anche dopo lunghissimi golden score. Ed il morote seoi nage che le ha messo il bronzo al collo, su Distria Krasniqi, è da incorniciare.
L’intervista a caldo a Odette Giuffrida: “Che il primo mondiale l’abbia fatto dieci anni fa non me lo ricordo, ma so per certo che questa è la prima medaglia al mondiale che è sempre stato stregato per questioni personali. Ci tenevo talmente tanto, che mi bloccavo sempre. Oggi ero qua per una medaglia di un altro colore, però sono veramente orgogliosa per come ho reagito all’incontro perso e sono felice perché in finale ho battuto un’atleta molto forte con la quale ultimamente non riuscivo a trovare soluzioni. Adesso sono ancora in un altro modo, ma avrò il tempo per realizzare tutto, sono davvero felice e orgogliosa di me. È stata una giornata dura, soprattutto a livello psicologico dopo aver perso a un passo dalla semifinale con un’atleta con la quale avevo sempre vinto. Ed è stato difficile l’incontro di recupero perché fino poco prima di salire ero ancora con la testa sull’incontro precedente, ma poi sono salita sul tatami e ho buttato il cuore là sopra ed è quello che poi ho fatto anche in finale. A chi dedico questa medaglia? A mia nonna ed a me stessa”.
Dietro le quinte…
“Dio solo sa.” Tre parole fanno la sintesi di quanto pesa la medaglia di oggi. Tre parole ripetute tra le lacrime lungo il tragitto che l’ha portata fuori dal tatami. “Dio solo sa cosa significa questa medaglia per me”, la medaglia arrivata a 28 anni, dieci anni dopo il primo mondiale seniores. “Dio solo sa cosa c’è dentro” - cosa c’è dietro: il dietro le quinte di questa medaglia è una lunga storia fatta di resistenza e resilienza. Oggi Odette non era al top, dopo l’incontro con Pupp men che meno, eppure…. donna cocciutaggine - lo sanno bene i suoi coach, Romano ieri, Bruyere oggi - poco prima del ripescaggio si è come risvegliata ed ha risposto coi fatti a sé stessa: perché il mondiale per lei è sempre stato una gara contro se stessa, nonostante le due medaglie olimpiche, un titolo europeo e molto, molto altro. Quella di oggi non è solo una medaglia: è un enorme passo avanti, un salto umano e sportivo che forse come dice lei “Dio solo sa.”
Gran bella gara anche quella di Elios Manzi che, nei 66 kg, ha meritato un settimo posto che vale molto per il ranking ed evidenzia lo spessore di un atleta che in quest’occasione ha sconfitto il bulgaro Yanislav Gerchev, ha schiantato l’azero Orkhan Safarov, ottavo nel ranking, per arrendersi poi nei quarti con il mongolo Baskhuu Yondonperenlei e, nel recupero, con An Baul (Kor). Dal canto suo, Matteo Piras ha fatto il possibile nei 66 kg e dopo aver vinto bene con il nigeriano Ismael Alhassane, si è trovato subito con Hifumi Abe che gli ha sbarrato la strada andando poi a conquistare il suo quarto titolo mondiale.
Domani è la terza giornata e l’Italia schiera un poker di atleti con Giovanni Esposito e Manuel Lombardo nei 73 kg, Thauany Capanni e Veronica Toniolo nei 57 kg.
Susi Scutto! A Doha il piccolo gigante del tatami è ancora bronzo mondiale
Susi Scutto ha ri-conquistato la medaglia di bronzo nei campionati del mondo di judo. Dopo il bronzo a Tashkent 2022 ecco che quella stessa medaglia ha trovato piena conferma a Doha 2023, vincendo fra l’altro in finale per il bronzo con la stessa kazaka che l’anno scorso condivise con lei il terzo posto. Ma alzi la mano chi aveva considerato la promessa di Assunta Scutto un po’ azzardata. Ebbene quel “L’anno scorso ho fatto terza e spero che quest’anno vinco il titolo” che l’azzurra ventunenne ha pronunciato alla vigilia, più che una speranza è stato un monito per le sue avversarie, attraverso il quale avrebbero potuto capire quanto Susi potesse essere consapevole e determinata. E per spiegarlo si parta pure dalla finale per il bronzo dei 48 kg con la kazaka Abiba Abuzhakynova, messa sotto al primo errore con un wazari di uchi mata che ha risposto ad un attacco, e poi portato al termine continuando a cercare la soluzione definitiva. Il suo sguardo è sempre stato lucido, concentrato e determinato, al punto che mai ha tradito il dubbio che non ci credesse e/o non ce la facesse. Assunta Scutto ce l’ha fatta, ha sconfitto Abiba Abuzhakynova e, prima di lei, la spagnola Mireia Lapuerta Comas, la slovena Marusa Stangar e, dopo la sconfitta con la giapponese Natsumi Tsunoda, che poi si è aggiudicata il titolo mondiale dei 48 kg, la napoletana ha messo sotto con doppio wazari la brasiliana Amanda Lima, approdando così alla finale per il bronzo di cui abbiamo detto. Brava Susi Scutto!
“Sono molto emozionata per questa medaglia -ha detto Assunta Scutto- ancora più emozionata rispetto quella dell’anno scorso, perchè risalire sul podio dopo 8 mesi è qualcosa di indescrivibile, una conferma del lavoro che sto facendo con Antonio Ciano e di quanto valgo. Oggi mi sentivo all’altezza di vincere il titolo… oggi ero rivestita dall’armatura di Dio e sentivo la sua potenza sopra di me, mi sentivo intoccabile. Ringrazio il mio gruppo sportivo Fiamme Gialle che mi sostengono tutti i giorni e non mi fanno mancare mai nulla dallo staff tecnico e i preparatori. Ci tenevo a ringraziare Andrea Palloni e Fabrizio e Salvatore Ferro, la nazionale e Bruyere, che mi hanno seguito in gara e la FIJLKAM che mi sta sempre vicino, la mia famiglia. Dedico la mia medaglia al mio ragazzo Kevyn Perna”.
“Che spettacolo ragazzi… dire che una medaglia mondiale ci va stretta sembra assurdo ma oggi è così. -è stato il commento di Francesco Bruyere mentre Susy faceva la premiazione- Susy è stata piccola e grande allo stesso tempo, è salita su quel tatami mostrando la maturità di una veterana e allo stesso tempo la spensieratezza di una giovane atleta, la grinta di un toro e un cuore grande come una casa. Oggi ha fatto tutto in maniera perfetta, un unico errore sulla perdita di posizione con la forte giapponese l’ha privata di quell’oro che si meritava, ma sono assolutamente convinto che presto arriverà anche quello. Due medaglie mondiali in 8 mesi sembrano qualcosa di impossibile, ma queste sono il frutto di un grande lavoro per il quale ci tengo a ringraziare tutto il Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, i suoi allenatori, i preparatori atletici e in particolare Coach Antonio Ciano sempre presente. I miei più grandi complimenti sono per Susetta, un’incredibile atleta, campionessa di vita”.
Oggi ha gareggiato anche un’eccellente Francesca Milani che, nei 48 kg, ha ottenuto due brillanti vittorie su Virginia Aymard del Gabon, ovviamente blindata con sankaku e la belga Ellen Salens, schiantata con ashi guruma, ma non c’è stato niente da fare di fronte al tai otoshi di Wakana Koga (JPN), poi terza assieme a Scutto. E niente da fare purtroppo, anche per Angelo Pantano, fermato nei 60 kg dallo spagnolo Francisco Garrigos arrivato poi alla conquista del titolo mondiale.
Da dietro le quinte... "“Di questa ragazza ti colpisce la serenità fuori da comune. Oggi nella pausa che precede il final Block - oggi lunga, lunghissima - mi sono fermato ad osservarla camminare imperturbabile per il tatami: musica nelle orecchie (la sua, musica, quella che ti aspetteresti da chi si gode la pace a bordo oceano), passo lento, quasi marziale, sguardo oltre. L’ho vista passare all’impeto delle botte vere (le sue, quelle che però non ti aspetti da una ragazza di 1 metro e 50) nel riscaldamento, per tornare alla calma più quieta appena prima di salire sul tatami della finale. È una piccola donna speciale, che quando sale serena sul tatami è capace - in solo otto mesi - di raccogliere i risultati che si raccolgono in anni di carriera: perché è serena ma con un carattere forgiato sull’incudine della determinazione, rara quanto la sua quiete. Che donna!”
Doppio oro e primato per le siciliane della Judo Virtus nella A2 junior a Napoli
Le siciliane della Judo Virtus Villabate hanno centrato la prima coppia d’oro di questo campionato italiano juniores A2 e, nel PalaVesuvio a Napoli, sono salite sul gradino più alto del podio nella classifica per società femminili.
“Sono contento del risultato conseguito quest’oggi -ha detto il tecnico della Virtus Fabrizio Fantauzzo- ma soprattutto sono soddisfatto della prestazione delle ragazze. Il primo posto per società testimonia che il gruppo della Virtus é coeso e determinato nel raggiungere obiettivi prestigiosi attraverso un costante lavoro quotidiano. Sono ancor più contento del fatto che queste medaglie d’oro, insieme alle altre conquistate, confermano che il Judo siciliano è vivo ed ambizioso. Un grazie ai tecnici, Davide e Vincenzo, che hanno seguito i ragazzi in gara”.
Queste le campionesse d’Italia A2 2023: Giusy Analfitano (Ischia Judo, 44), Elena Storione (Ippon Club Messina, 48), Chiara Antonina Dispenza (Judo Virtus, 52), Sara Cardella (Airon Judo 90, 57), Dounia Slimani (Fitness Nuova Florida, 63), Sofia Manca (La Palestra Taranto, 70), Cinzia Caponetto (Judo Virtus, 78), Lucia Magli (San Mamolo Bologna, +78). Classifica Società: 1. Judo Virtus Villabate, 20; 2. Budo Semmon Gakko Genova, 16; 3. Fitness Nuova Florida, 14
Mondiali al via con Milani, Scutto e Pantano sul tatami a Doha dalle 10
Al via questa mattina alle 10 i campionati del mondo a Doha con le prime due categorie che assegneranno la medaglia d’oro, 48 kg femminili e 60 kg maschili. Tre gli azzurri che saliranno per primi sui tatami dell’ABHA Arena: Francesca Milani, Assunta Scutto ed Angelo Pantano. Queste le schede con i commenti dei tre atleti ed i commenti dei tecnici azzurri.
Francesca Milani –48 kg. Nata a Roma il 25/09/1993, società di provenienza Banzai Cortina Roma, attuale Fiamme Oro, tecnici di riferimento Gianluca Accogli, Diego Frustaci, Francesco Bruyere, Dario Romano; Doha è il suo quinto mondiale. Il commento di Francesca: “Sono molto contenta di partecipare un’altra volta al mondiale, Forza Italia Forza Franci Milani”.
Assunta Scutto –48 kg. Nata a Napoli il 17/01/2002, società di provenienza Star Judo Club Maddaloni, attuale Fiamme Gialle, tecnici di riferimento Antonio Ciano, Francesco Bruyere; Doha è il suo secondo mondiale ed a Tashkent 2022 si è classificata al terzo posto. Il commento di Susi: “L’anno scorso ho fatto terza e spero che quest’anno vinco il titolo”
Angelo Pantano –60 kg. Nato a Messina il 03/07/1997, società di provenienza Airon Judo 90, attuale Fiamme Gialle Roma; tecnico di riferimento Corrado Bongiorno; Doha è il suo secondo mondiale; il commento di Angelo: “L’Italia aspetta il primo campione del mondo e saremo tutti a Doha per provare ad entrare nella storia”.
Francesco Bruyere: “Percepisco buone vibrazioni nella squadra femminile le ragazze sono serene e consapevoli di aver svolto un ottimo lavoro di preparazione per questo mondiale. Anche se la gara si avvicina e inizia a farsi sentire, noi cerchiamo di alleggerire la pressione e di mantenere la positività fino al momento opportuno. Penso che tra maschi e femmine questa sia una delle squadre italiane più forti di sempre, questo fa sì che tutti traggano forza dal gruppo e sono convinto che possano ottenere qualsiasi risultato. Facciamo un grosso in bocca al lupo ai nostri atleti e uno ancora più grande ai nostri avversari”.
Raffaele Parlati: “Affrontiamo questo Mondiale con la consapevolezza di essere una squadra importante tutti i ragazzi, nessuno escluso, hanno possibilità di medaglia, ragazzi che mi sento di elogiare già da adesso per lo spirito di sacrificio, per l'impegno e per la dedizione che ci mettono quotidianamente negli allenamenti”.
Raffaele Toniolo: “Le due squadre si sono preparate bene per questo Mondiale in Qatar. Tutti i nostri atleti sono consapevoli del loro valore e di dove possono puntare. Questo evento è sicuramente una tappa importante per la qualificazione olimpica ma non sarà l'ultimo e i conti si chiuderanno più avanti. Ora gli ultimi giorni prima della partenza devono servire a non tralasciare nessun dettaglio”.
Nippon Napoli fa gli onori di casa e vince la classifica maschile nel PalaVesuvio
Con una medaglia d’oro, una d’argento e due di bronzo la Nippon Napoli ha fatto gli onori di casa, ma anche dominato la classifica delle società che hanno partecipato nel PalaVesuvio alla giornata riservata alle categorie maschili dei campionati italiani A2 della classe juniores.
Gli otto titoli tricolori sono stati conquistati da atleti di otto società diverse e, più precisamente, Matteo Lovati (Kumiai) nei 55 kg, Dario Di Donato (Star Judo Club) nei 60 kg, Edoardo Omede (Accademia Torino) nei 66 kg, Davide Esposito (Nippon Napoli) nei 73 kg, Nicola Chiari (Ksdk Parma) negli 81 kg, Cristiano Mincinesi (Judo Preneste Castello) nei 90 kg, Samuel Gros (Crs Akiyama) nei 100 kg e Gabriele Di Giuseppe (Pol. Yubikai) nei +100 kg.
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