Ad Orenburg applausi per Gamba (secondo) e Politi (terza)
Argento al collo di Giacomo Gamba negli 81 kg e bronzo nei 78 kg per Linda Politi, ma c’è anche il quinto posto di Matteo Piras nei 66 kg ed il settimo di Leonardo Casaglia negli 81 kg. È questo il risultato ottenuto dagli atleti italiani che hanno partecipato alla Senior European Judo Cup ad Orenburg, torneo con 197 atleti di 14 nazioni.
“Sono contento, -ha detto Giacomo Gamba- era tanto che non avevo sensazioni buone in gara. Anche perchè ne ho fatte soltanto due in un anno e mezzo e sempre a distanza di mesi e mesi. Speriamo di poter ritornare ad avere sempre un po’ più di continuità nell’allenamento e nelle gare come prima della pandemia”.
“Sono convinta di poter dare di più, -ha detto invece Linda Politi- ho commesso un errore al primo incontro per la troppa fretta di attaccare. Gli incontri dopo, sotto consiglio dell'allenatore, li ho affrontati con più lucidità e calma, infatti sono riuscita a portare a casa la medaglia. Queste prime gare post covid non sono semplici, bisogna ritrovare le vecchie sensazioni!”
Ad Orenburg, tutti seguiti da Matteo Marconcini, hanno gareggiato anche Luigi Brudetti e Mario Petrosino.
“La gara è stata tosta -ha detto il coach Matteo Marconcini- e chi ha commesso qualche errore come Casaglia, Brudetti e Petrosino non è stato possibile arrivare al final block, ma tutti hanno disputato qualche incontro in un periodo molto difficile e abbiamo raccolto molti dati su cui lavorare una volta arrivati a casa. Il quinto posto di Piras ci sta un po’ stretto, dato da qualche disattenzione e qualche azione dubbia in finale, ma in ogni caso ha disputato tutti incontri molto impegnativi e tirati.
Sono arrivate due medaglie, che fanno morale, il bronzo di Politi che nonostante l’inizio con qualche difficoltà ad entrare in gara, ha poi aggiustato il tiro e combattuto come sa fare. L’argento di Gamba è arrivato con una gara molto buona e tanti incontri disputati, anche con avversari più esperti, nei quali ha saputo gestire le difficoltà in modo eccellente.
Nel complesso sono molto soddisfatto perché i ragazzi hanno combattuto da guerrieri ed ora abbiamo molti spunti nuovi sui quali lavorare dopo il piccolo break estivo!”
Qui i risultati ->->-> RISULTATI
Carnà d’oro nell’European Cup junior a Bucarest, terze Scutto e Silveri
Giulia Carnà ha conquistato la medaglia d’oro nei 52 kg a Bucarest nella seconda giornata dell’European Cup juniores e, con lei, sono salite sul podio anche Assunta Scutto nei 48 e Federica Silveri nei 52 kg, entrambe al terzo posto. buoni piazzamento sono stati ottenuti da Carlotta Avanzato e Daniele Accogli, quinti nei 57 kg e 100 kg e poi Giulia Ghiglione, Giulia Giorgi (48) e Veronica Toniolo (57) setttimi.
“Questa European Cup ha visto la presenza di diverse forti rappresentative nazionali -ha commentato il tecnico Monica Barbieri- tra cui Francia, Turchia particolarmente numerose e ben rappresentate, che hanno portato la competizione ad un livello in generale alto, con dei picchi in alcune categorie. Un oro (Carnà -52 kg) e due bronzi (Scutto -48kg e Silveri-52kg), dopo i due bronzi (Lisciani -63 kg e Simonetti +78 kg) ed un settimo posto di ieri, oltre ad altri due quinti e tre settimi posti, sono il resoconto della spedizione italiana che nei numeri non rende piena giustizia ai nostri ragazzi, e se l'inno di Mameli è risuonato solamente una volta grazie alla bella vittoria di Giulia Carnà, ciò che si è visto dà comunque la certezza che i nostri ragazzi ci sono e sapranno esserci ancor di più ai prossimi importanti appuntamenti di questa classe, il Campionato d'Europa del prossimo settembre in Lussemburgo ed ancor di più il Campionato del Mondo che si disputerà in ottobre proprio in Italia. È evidente come il circuito stia ripartendo a tutti i livelli e ci sia la voglia ed il bisogno di competere e recuperare il tempo perduto”.
“Sono molto soddisfatta della prestazione e del judo che ho espresso oggi, -ha detto Giulia Carnà- considerando anche che è la mia prima European Cup Junior. Sapevo di poter venire qui e fare bene ma fare suonare l’inno di Mameli è un’emozione unica. Sono ancora più contenta di aver condiviso questa medaglia d’oro con il mio maestro Fabrizio Fantauzzo che finalmente era qui con me a seguirmi. Adesso testa ai Campionati Europei Cadetti. Ringrazio anche il mio Maestro Marco, la mia famiglia ed i compagni del mio club: la Judo Virtus”.
“In settimana mi sono infortunata ad una caviglia e sono arrivata qui che non ero al massimo -ha detto Assunta Scutto- sono contenta di aver portato a casa un’altra medaglia e tanta esperienza nonostante tutto. Ringrazio come sempre Antonio Ciano che è venuto qui: gli devo davvero tanto perché senza di lui oggi non penso sarei riuscita a fare quello che ho fatto… questo è un periodo di carico per poi fermarmi e pensare all’obiettivo principale che sono europei e mondiali proprio in Italia. È evidente come il circuito stia ripartendo a tutti i livelli e ci sia la voglia ed il bisogno di competere e recuperare il tempo perduto”.
“Sono molto felice per la gara di oggi -ha commentato infine Federica Silveri- ho ritrovato me stessa e soprattutto ho ritrovato la guerriera di un tempo. Torno da un brutto infortunio, e questa medaglia è la conferma che posso fare tutto. Ovviamente sono dispiaciuta per la semifinale, ma sono convinta che mi aspettano cose più grosse. Ringrazio il mio coach di oggi Andrea e tutto lo staff del Banzai Cortina”.
Bronzo in European Cup junior a Bucarest per Sara Lisciani ed Erica Simonetti
Due medaglie di bronzo sono andate al collo di Sara Lisciani ed Erica Simonetti a Bucarest nella prima giornata dell’European Cup juniores che registra la presenza di trecento atleti provenienti da 29 nazioni. La rappresentativa italiana composta da venticinque atleti e seguita dai tecnici Monica Barbieri, Alessandro Comi ed Elio Verde, oltre i terzi posti di Sara Lisciani nei 63 kg ed Erica Simonetti nei +78 kg, un quinto posto nei 66 kg con Alexandru Comerzan ed un settimo nei 78 kg con Carolina Mengucci.
“Due medaglie ed un quinto posto è il meglio che l'Italia è riuscita a portare a casa oggi -ha commentato Alessandro Comi- i valori in gara erano nettamente superiori all’effettivo bottino raccolto, ma complice il periodo ed il fatto che per diversi atleti questa sia la primissima prova internazionale dopo lo stop forzato causato dal COVID, diversi dei nostri non sono riusciti ad esprimere tutto il loro valore. Come sempre è uno spunto per crescere e per migliorare! Un plauso a Sara ed Erica che con grande determinazione sono salite sul terzo gradino del podio. Per Sara è la seconda medaglia in due gare, segno di un’ottima condizione che le consente di confrontarsi con le migliori colleghe sulla piazza. Erica è uscita da un periodo in cui esprimere il proprio judo sembrava difficile, ma oggi ha detto la sua ritornando sul podio. Un’ottima prova anche quella di Alexandru, che alla sua primissima col dorsale italiano, ha combattuto con grande determinazione fermandosi purtroppo al quinto posto. Domani ci attende una nuova giornata di gara con alcune delle nostre giovani promesse più quotate... e staremo a vedere!”.
“Sono contenta per questa medaglia -ha detto Sara Lisciani- anche perché avere solo due possibilità per poter far risultato non è facile e sono riuscita a centrarle entrambe. L’oro a Praga e questo bronzo in Romania mi fanno esser ancor più motivata per appuntamenti più prestigiosi.
Un ringraziamento va alla mia società Banzai Cortina Roma e alla mia famiglia!”.
“Nonostante puntassi ad una medaglia diversa -ha detto infine Erica Simonetti- sono felice del risultato ottenuto oggi, soprattutto dal momento che nelle ultime competizioni non ho avuto la migliore versione del mio judo. Ora occhi puntati sulle prossime gare”.
Domenica seconda giornata con le categorie più pesanti maschili (81: Andrea Raffaeli, Francesco Ceglie, 100: Daniele Accogli) e le più leggere femminili (48: Assunta Scutto, Giulia Ghiglione, Giulia Giorgi, Giulia Italia De Luca, 52: Federica Silveri, Alessia Tortorici, Giulia Carna, 57: Veronica Toniolo, Carlotta Avanzato, Mjriam Castagnino).
Squadre miste a Tokyo: passa Israele, ma l’Italia regala emozioni e riscatti
La gara a squadre miste alle Olimpiadi Tokyo 2020 è in corso nel Nippon Budokan. L’Italia è salita per prima sul tatami ed al termine di un incontro altalenante ed avvincente, è stata superata dopo lo spareggio.
Ha vinto Israele dunque, 4 a 3, ma la partita giocata dall’Italia è stata bella e ha regalato emozioni positive.
Il commento
Che bella la gara a squadre miste! E che bella squadra questa Italia che riesce a battersi con sei atleti ed un’anima soltanto. Un’anima che combatte, soffre, lotta e gioisce come fosse un solo judoka.
Nicholas Mungai, Odette Giuffrida, Fabio Basile, Maria Centracchio, Christian Parlati, Alice Bellandi e nuovamente Maria Centracchio, citati rigorosamente in ordine di apparizione si sono avvicendati, uno dopo l’altro, sul tatami del Nippon Budokan per affrontare Israele e, solo dopo lo spareggio, hanno ceduto il passo ai forti rivali.
Spiace perdere, sempre! E questo 3 a 4 che ha eliminato gli azzurri nel primo Mixed-Teams Event della storia olimpica non è meno spiacevole di altre sconfitte, ma è altrettanto vero che le emozioni regalate e le sensazioni suscitate da questa squadra sono tutte belle e solo positive.
Dalla voglia di battersi, al desiderio di riscatto, alla voglia ed il piacere di essere "insieme" e vivere “insieme” quest’esperienza nuova e bellissima senza dover rimpiangere nulla… e tutto questo è stato estremamente chiaro, esplicito, percepito.
Non solo nessuno si è tirato indietro, ma tutti si sono fatti avanti, spingendo per sé e per gli altri.
E che Odette Giuffrida metta segno uchi mata chiudendo il golden score con Timna Nelson Levy, settima nei 57 kg cinque giorni prima…
E che Fabio Basile piazzi ko uchi gari wazari e porti a casa il punto con Tohar Butbul, settimo anche lui pochi giorni fa…
E che Christian Parlati fulmini Li Kochman, uno che nei 90 kg è stato fermato solo da Lasha Bekauri, con wazari del suo o uchi in ginocchio e ippon con la ‘presa dell’orso’…
E poi Nicholas Mungai con il 100 kg Peter Paltchik, Alice Bellandi con la +78 kg Raz Hershko e Maria Centracchio, che con Gili Sharir è stata richiamata anche per lo spareggio-golden score…
E poi ancora Francesca Milani e Manuel Lombardo, che erano lì, pronti e trepidanti, ma ancora “insieme”, sempre “insieme”…
Questa Italia è stata ed è davvero una gran bella squadra. Atleti, tecnici, medici, tutti! E questo Mixed Teams Event è stato un momento speciale che ha portato colore e calore in più a quell’avventura meravigliosa che sono le Olimpiadi.
"Oggi è stata una giornata bellissima da ricordare per sempre -è stato il commento di Francesco Bruyere, uno dei tecnici della squadra- una squadra mista fatta di tante diversità ha combattuto, unità come mai, sotto i colori della nostra bandiera animata da un sogno comune. I nostri ragazzi hanno lottato come leoni l’uno per l’altro, hanno difeso i nostri colori con onore e rispetto dando il massimo e sostenendosi a vicenda, questa per noi è un’immensa vittoria. Di se e di ma non si vive ma di emozioni si e per questo oggi non possiamo valutare la prestazione in base al risultato ma dobbiamo solo applaudire, ringraziare ed essere orgogliosi di questi grandi campioni".
Krpalek nella storia, azzurri pronti per la gara a squadre
Dopo l’oro a Rio nei 100 kg Lukas Krpalek ha riconquistato il titolo olimpico anche a Tokyo, ma in questo caso nei +100 kg ed affianca così l’impresa del polacco Waldemar Legien, fino ad oggi l’unico ad aver conquistato due titoli in due categorie diverse, nei 78 kg a Seul 1988 e negli 86 kg a Barcellona 1992.
Teddy Riner invece, sconfitto dal russo Tamerlan Bashaev, si è dovuto accontentare (si fa per dire) della medaglia di bronzo che, a prescindere dal colore, è la sua quarta medaglia olimpica.
Al termine delle sette giornate individuali il medagliere esprime la superiorità assoluta del Giappone con undici medaglie, di cui nove d’oro. Le altre cinque sono state conquistate dal Kosovo (2), Francia, Georgia, Repubblica Ceka.
Sono state venticinque le nazioni a medaglia a Tokyo 2020, un risultato che riconosce l’impegno IJF nella promozione e diffusione del judo. A Seul 1988 infatti sono state soltanto 13, nel 1992 a Barcellona 19, Atlanta 1996: 17, Sydney 2000: 25, Atene 2004: 24, Pechino 2008: 25, Londra 2012: 23, Rio 2016: 26.
Le classifiche della settima giornata
+78: 1. Akira Sone (Jpn), 2. Idalys Ortiz (Cub), 3. Iryna Kindzerska (Aze) e Romane Dicko (Fra)
+100: 1. Lukas Krpalek (Cze), 2. Guram Tushishvili (Geo), 3. Teddy Riner (Fra) e Tamerlan Bashaev (Rus)
Dopo l’odioso episodio di lunedì scorso, quando l’algerino Fethi Nourine ed il sudanese Mohamed Abdalrasool non si sono presentati sul tatami dei 73 kg per non dover incontrare nel turno successivo l’israeliano Butbul, oggi c’è stata invece Tahani Alqahtani, un’atleta dell’Arabia Saudita che non solo ha combattuto nei +78 kg con l’israeliana Raz Hershko, ma dopo la sconfitta ha corrisposto l’abbraccio della rivale che l’ha ringraziata alzandole il braccio al centro del tatami.
“Un notevole passo avanti -è stato giustamente sottolineato dall’IJF- nel segno del rispetto e dell’amicizia a dimostrazione di come lo sport possa andare oltre ogni influenza politica o estranea ai valori olimpici”.
A questo punto, l’Olimpiade del judo si concluderà domani con l’ultima prova, il Mixed Teams Event, la gara a squadre miste.
Dodici le squadre ammesse, in pratica si tratta delle nazioni che hanno qualificato il numero sufficiente di atleti nell’individuale per coprire le sei categorie stabilite (-57, -70, +70, -73, -90, +90).
L’Italia è fra le dieci nazioni che hanno centrato l’obiettivo, cui si aggiunge il Giappone quale paese ospitante e la squadra dei rifugiati.
Così ha presentato la squadra azzurra Francesco Bruyere, a nome dello staff tecnico.
“Non partiamo come favoriti, perché le categorie di questa gara a squadre non sono le nostre categorie di qualificazione.
Nei +70 e +90 dobbiamo far scalare i ragazzi, così come nei 57 kg potranno combattere sia Odette che Francesca, ma questo non ci spaventa perché in questi anni più di una squadra si è creata una vera e propria famiglia, nella quale ciascuno di noi ha fiducia nell’altro, nel compagno ed in quello che gli sta accanto.
Ognuno di loro sono certo che combatterà al 100% per sé, per la squadra e per quello che sta rappresentando oggi qui, in queste Olimpiadi, il nostro Paese, l’Italia.
Tutti sono ugualmente motivati, anche chi ha perso è ritornato in pista, c’è la voglia di rifarsi dalla delusione per chi l’ha avuta e di ritrovare le motivazioni giuste.
Non dubito che le troveranno tutti e combatteranno con tutte le forze per fare la storia anche in questo caso.
È la prima volta che si fa la gara a squadre alle Olimpiadi, solo dodici squadre hanno avuto i requisiti per partecipare ed è un grande orgoglio esserci, l’evento è percepito in tutta la sua grandezza e nessuno si tirerà indietro quando sarà necessario salire nella categoria superiore, in tutti i casi ognuno esprimerà il massimo possibile.
Questa nostra grande squadra ha già dimostrato più volte che nessun risultato le è precluso.
Siamo pronti!”
57: Francesca Milani e Odette Giuffrida
70: Maria Centracchio
+70: Alice Bellandi
73: Manuel Lombardo e Fabio Basile
90: Christian Parlati
+90: Nicholas Mungai
Falcone: bilancio olimpico positivo per noi! Giappone 6 ori in 6 giorni
Oggi è stata la sesta giornata di gare olimpiche nel Nippon Budokan a Tokyo ed è stata anche la prima senza gli azzurri sul tatami. Fino a domani, infatti, c’è il tempo ed il modo per tirare il fiato e fare un punto sulla situazione, inattesa dell’appuntamento con la gara a squadre miste, in programma per sabato 31 luglio, giornata conclusiva per le Olimpiadi del judo.
Un primo bilancio ‘a caldo’ sull’Olimpiade individuale dei nostri ‘magnifici otto’ è quello fatto dal Presidente Domenico Falcone, che si riporta di seguito, mentre con i risultati delle gare di domani si presenteranno i preparativi della squadra azzurra per la gara di sabato.
“Sono estremamente soddisfatto per il risultato che i nostri atleti hanno ottenuto, sia per le medaglie straordinarie di Odette Giuffrida e Maria Centracchio, sia perché sul tatami tutti hanno saputo dare una risposta di spessore esprimendosi al massimo, che è quello che viene chiesto agli atleti.
E loro lo hanno fatto anche in questa gara così speciale, oltre ad averlo fatto nel percorso lunghissimo di una qualificazione estremamente particolare e difficile sotto ogni punto di vista.
C’è stato chi ha maturato la certezza del pass olimpico con anticipo, chi invece ha tribolato fino all’ultimo, ma il bilancio è di segno ampiamente positivo.
Non c’è dubbio che io sia dispiaciuto per chi non ha ottenuto tutto quello che meritava o, per i più diversi motivi, non è riuscito ad esprimersi al meglio, ma sono felice per aver visto a Tokyo quattro ragazze e quattro ragazzi sereni, gareggiare in un clima tranquillo, in un ambiente bello assieme agli staff dei tecnici e dei sanitari, che sono stati eccezionali.
Li voglio ringraziare tutti, perché sono e sono sempre stati presenti, disponibili, professionali.
A Francesca, Odette, Maria, Alice ed a Manuel, Fabio, Christian e Nicholas, senza entrare nel dettaglio, lavoro che lascio fare ai tecnici, dico semplicemente grazie per quello che avete fatto in questi giorni e per quello che saprete fare sabato, in una gara a squadre miste che rappresenta un momento storico per il judo alle Olimpiadi e per noi, presenti fra le dodici squadre che hanno il diritto di esserci”.
Il Giappone, intanto, ha arricchito il suo medagliere olimpico anche con le due medaglie d’oro in palio oggi, con Shori Hamada nei 78 kg ed Aaron Wolf nei 100 kg.
“Mi sono trovata molto bene con le prese in finale e prima dei Giochi mi sono allenata molto con la lotta a terra. -ha detto Shori Hamada- Non ho dimenticato la mia sconfitta con Malonga di due anni fa, quindi l’obiettivo è stato soprattutto non commettere lo stesso errore. Era necessario avvicinarsi e lottare a terra il prima possibile, perché sapevo che sarebbe stato il suo punto debole".
-78 kg
1. HAMADA Shori (JPN)
2. MALONGA Madeleine (FRA)
3. AGUIAR Mayra (BRA)
3. WAGNER Anna-Maria (GER)
“La mia condizione fisica non era buona oggi -ha detto invece Aaron Wolf- ma sono felice perché è il primo titolo per il Giappone in questa categoria dopo Sensei Inoue e sono doppiamente felice perché è stato anche l’ultimo titolo importante da ottenere nella mia carriera, dopo i mondiali, il titolo asiatico e quello nazionale giapponese. Ed è proprio per queste ragioni che ho pianto sul tatami”.
-100 kg
1. WOLF Aaron (JPN)
2. CHO Guham (KOR)
3. ILIASOV Niiaz (ROC)
3. FONSECA Jorge (POR)
Olimpiadi, brava Bellandi settima nei 70 kg, Mungai lotta ma non passa
C’è un altro nobile piazzamento a premiare la squadra azzurra in questa Olimpiade nel Nippon Budokan ed è arrivato nella quinta giornata di gare con il settimo posto nei 70 kg della bresciana Alice Bellandi.
Nonostante l’ansia superata il mese scorso nella stressante attesa di sapere se la ‘returned quota’ (in pratica la quota che recupera i migliori fra i non qualificati) la promuoveva a Tokyo o meno, Alice Bellandi non riesce a gioire per questo piazzamento.
Le ragioni sono presto dette in quanto nel corso dell’incontro che avrebbe promosso in semifinale la vincente fra Alice Bellandi e Sanne Van Dijke, si è creata una situazione incomprensibile che ha condizionato di fatto il risultato.
“Per quello che ci ha fatto vedere oggi Alice, questa sarebbe dovuta essere una giornata a lieto fine, ed invece è una giornata amara ma pur sempre una grande giornata. -è stato il commento di Francesco Bruyere- Una giornata amara perché abbiamo annusato il profumo di una medaglia che ci è sparita da davanti agli occhi, una grande giornata perché abbiamo visto un’Alice motivata e spensierata fare quello che sa fare meglio: judo. Chi non conosce Alice può pensare che in finale fosse stanca, ma non è così, i mille pensieri che ti entrano in testa in un incontro come questo le hanno sicuramente giocato un brutto scherzo… purtroppo questo fa parte del gioco, dello sport e della vita. Noi ringraziamo Alice per le emozioni e tutti quelli che hanno contributo ad accompagnarla in questo eccezionale percorso che l’ha portata al settimo posto olimpico”.
Non è consolante per Alice Bellandi il terzo posto conquistato poi dall’olandese Sanne van Djike, così come non stempera il dispiacere di Nicholas Mungai aver contrastato da pari a pari Davlat Bobonov, uzbeko che alla fine ha messo al collo la medaglia di bronzo nei 90 kg.
“Fra l’altro oggi stavo bene -ha detto Nicholas Mungai- purtroppo ho preso quel wazari alla prima azione, ho fatto di tutto per recuperare ma non ci sono proprio riuscito”.
A questo punto il team Italia può dedicarsi al recupero delle energie fisiche e mentali in quanto domani nei 100 kg e 78 kg e venerdì nei +100 kg e +78 kg nessun azzurro sarà impegnato, il grande appuntamento è quindi per sabato con la gara a squadre miste, primo appuntamento olimpico per il judo a squadre e l’Italia è fra le dodici nazioni che hanno acquisito il diritto attraverso il merito individuale di essere presente in quest’occasione storica.
Bellandi ed il mistero del wazari fantasma… “inutile pensarci ora, rimaniamo motivati”
Quinta giornata di Olimpiade nel Nippon Budokan a Tokyo ed è l’ultima di gare individuali per l’Italia impegnata con Alice Bellandi e Nicholas Mungai. Nei 70 kg Alice Bellandi va alla grande e supera la marocchina Assmaa Niang, wazari al golden score, quindi la svedese Anna Berholm, numero 12 nella classifica mondiale, con wazari a pochi secondi dal termine. Nei quarti di finale si trova di fronte l’olandese Sanne Van Dijke (n. 3 nel ranking) ed Alice è carica e motivata.
“Alice ha disputato un ottimo incontro ai quarti di finale -è la sintesi fatta dal tecnico azzurro Francesco Bruyere- è riuscita ad infilare un bel o uchi gari a pochi secondi dalla fine valutato wazari e pensavamo davvero che fosse fatta… purtroppo, riguardando le immagini, la giuria esterna si è accorta in ritardo di un wazari portato a segno dall’olandese qualche azione prima e hanno rimesso l’incontro in parità. Questo sicuramente ha destabilizzato un po’ la concentrazione di Alice che ha pagato poi l’unico errore commesso al golden score. Ora è inutile pensare a quello che poteva essere, raccogliamo i cocci e saliamo sul tatami motivati per quello che sarà. Forza Alice!”
Nei 90 kg Nicholas Mungai ha fatto un ottimo incontro con l’uzbeko vicecampione del mondo 2021 pur senza riuscire a riscuotere la posta in palio.
“Bell'incontro condotto sempre attaccando -ha detto il tecnico azzurro Raffaele Toniolo- Ci credevamo perché Nick aveva battuto il vice campione del mondo a fine marzo a Tbilisi. Purtroppo il waza ari incassato dopo 20" ha fatto la differenza così come il cambio dei tempi per le sanzioni di passività. Infatti, è palese come a queste Olimpiadi siano stati allungati i tempi della passività”.
Appuntamento alle 10 per il blocco delle finali e, per accedere alla finale per il bronzo, Alice affronta il recupero con la croata Barbara Matic.
È Super-Maria nel Nippon Budokan, Centracchio bronzo olimpico
Maria Centracchio ha messo al collo la medaglia di bronzo dei 63 kg alle Olimpiadi Tokyo 2020 al termine di una gara che è stata semplicemente straordinaria. Sarà stato anche per il riscaldamento pre-gara che Maria ha fatto con Fabio Basile a fargli da partner, che ha aggiunto quel pizzico del ‘L’impossibile non esiste’ che serviva a completare un capolavoro unico. Iniziato nel gennaio 2019, con quel primo posto in un Grand Prix che Maria andò a prendere con la forza a Tel Aviv. Fu il trampolino per una carta olimpica, che Maria ha trasformato oggi in medaglia.
Dopo le tre vittorie ottenute su Damiella Nomenjanahary del Madagascar, sull’ungherese Szofi Ozbas e sulla polacca Agata Ozdoba-Blach, Maria si è fermata in semifinale di fronte a Tina Trstenjak, oro a Rio ed argento oggi. La finale per il bronzo Maria Centracchio se l’è aggiudicata annullando l’olandese due volte bronzo mondiale Juul Franssen.
“Non sto ancora realizzando quello che è successo -ha detto Maria Centracchio prima di ricevere la medaglia di bronzo olimpica dei 63 kg- ma ci tengo tantissimo a ringraziare la mia famiglia, il mio fidanzato, i miei amici, le persone che sanno quello che c’è dietro, perché c’è tantissimo dietro a questa medaglia. E poi c’è Fabio (Basile, ndr) che mi ha fatto scaldare oggi e ci teneva tantissimo!”
“Oggi Maria ha dato una bella lezione a tutti -ha detto il tecnico azzurro e delle Fiamme Oro Dario Romano- perché ha dimostrato al mondo che il duro lavoro viene sempre ripagato. Tutto il merito a lei, al suo crederci sempre e al suo modo di essere sul tatami e fuori dal tatami. Una vera professionista con tanto tanto cuore. Maria si commenta da sola, a me ed a tutti noi non rimane che ringraziarla”.
“Sono dispiaciuto per l’esito della gara di Christian Parlati -ha aggiunto Dario Romano- perché lui è un atleta straordinario dal quale ci si può attendere qualsiasi risultato, ha dimostrato in questi ultimi due anni di essere cresciuto in maniera esponenziale, facendo piangere tantissimi campioni, compreso Takanori Nagase, che oggi ha vinto il titolo olimpico. Purtroppo oggi è stata la giornata di Nagase e lo applaudiamo, ma a Christian va tutta la mia stima ed il rispetto per l’uomo e l’atleta che è diventato e tanto ha ancora da dare al judo italiano”.
"Giornata da incorniciare -ha detto infine il Presidente Domenico Falcone- Maria Centracchio ha regalato allo sport ed al judo italiano, con una superba prestazione, una medaglia meritatissima. Fin dal primo incontro ha lasciato intravedere che la giornata fosse quella giusta. Sicura e determinata, ha mantenuto alta la concentrazione nei rimanenti incontri seguendo i preziosi suggerimenti dei tecnici federali Francesco Bruyere e Dario Romano. Non ha sbagliato nulla. Questa medaglia, mi piace sottolineare è il frutto dell umiltà e della determinazione di Maria, elementi che non possono mancare per raggiungere risultati di alto livello. A Cristian Parlati il sorteggio non è stato benevolo, al secondo turno il giapponese Nagase, vincitore poi della medaglia d'oro, ha dovuto faticare non poco per aggiudicarsi l'incontro. Cristian ha combattuto da par suo dimostrando le sue riconosciute qualità tecniche. Sono certo che superata la comprensibile amarezza lavorerà ancor di più per Parigi dove troverà la sua naturale consacrazione".
Maria Centracchio è nella semifinale dei 63 kg alle Olimpiadi a Tokyo
Maria Centracchio ha scalato l’Olimpo ed è nella semifinale dei 63 kg nel Nippon Budokan. “Maria oggi è molto lucida e determinata, -ha detto il coach azzurro Francesco Bruyere- ha studiato e lavorato tanto sugli incontri che sta disputando e si vede. Sa quello che deve fare e oggi può fare tutto. Forza Maria!”.
Tre vittorie limpide, per ippon su Damiella Nomenjanahary del Madagascar, wazari e ippon su Szofi Ozbas, l’ungherese che aveva eliminato la tedesca Trajdos (n. 9 del ranking), infine ippon nel golden score ad Agata Ozdoba-Blach, la polacca che ha ammutolito il Nippon Budokan eliminando a sorpresa Miku Tashiro, non solo la n. 3 del ranking, ma a questo punto anche la prima del team nipponico a non salire sul podio olimpico di Tokyo 2020.
Nel blocco delle finali, che inizierà alle 10, la prima semifinale propone Clarisse Agbegnenou (Fra) opposta a Catherine Beauchemin-Pinard (Can) e, nell’altra, la slovena Tina Trstenjak, oro a Rio e Maria Centracchio.
“La tenacia di Maria è la sua caratteristica principale -ha detto un’entusiasta Edwige Gwend, che con la Centracchio ha condiviso gran parte del percorso di qualificazione- e l’ha fatta approdare in semifinale! Mary mi sembra davvero sul pezzo!! Speriamo nella seconda medaglia per il judo italiano!!!”
Non ce l’ha fatta invece Christian Parlati che, negli 81 kg, è partito alla grande piazzando prima wazari e poi ippon all’egiziano Mohamed Abdelaal, ma poi non è riuscito a ripetere l’impresa del 6 marzo scorso a Tashkent, quando liquidò Takanori Nagase in semifinale. Questa volta invece ha avuto la meglio il nipponico e, purtroppo, Christian non va nemmeno ai recuperi.
“Christian a mio parere ha disputato un grande incontro con l’ostico egiziano, dimostrando di essere in gran forma e tra i più forti della categoria -ha detto Antonio Esposito, compagno di squadra di Christian e nella corsa per qualificarsi per Tokyo- alla fine si è arreso al fortissimo Nagase, tenendogli testa fino a pochi secondi dalla fine e non è cosa da poco. È mancata un po’ di fortuna nel sorteggio e nell’incontro stesso, comunque sono orgoglioso per il modo in cui ha combattuto. Christian, come Fabio ieri, ha combattuto da vero guerriero dando tutto, ed è questo ciò che conta”.