Amarcord Loriga: Le Olimpiadi del 1960 a Roma
Roma 25 aprile 2020 Riprende oggi un appuntamento fisso con le storie raccontate da un grande amico della FIJLKAM, il giornalista Vanni Lòriga, uno dei massimi esperti di sport in Italia. Racconterà per inostri appassionati lettori dei campioni olimpici delle nostre discipline, ma anche le curiosità e gli aneddoti di personaggi famosi e a volte insospettabilmente legati ai nostri sport.
Nei giorni scorsi si è parlato della Lotta Olimpica 1960 e della Basilica di Massenzio. Vi proponiamo una fotografia d'epoca e raccontiamo qualcosa di quella Olimpiade romana.
Anzitutto la Basilica dovrebbe essere più propriamente chiamata di Costantino. Massenzio ne aveva iniziato la costruzione nel 303 d.C. ma fu Costantino, dopo la battaglia di Saxa Rubra, che la terminò nel 313. Chiamata anche Basilica Nova fu adibita ad ospitare le attività giudiziarie.Sole che sorgi libero e giocondo--
Considerate le sue caratteristiche fu scelta per ospitare i due tornei di lotta greco-romana e libera. Sotto le tre magnifiche volte alte 35 metri furono collocati tre tappeti quadrati ; sullo spazio antistante furono sistemati gli spettatori. Per la stampa un settore speciale con venti cabine telefoniche e servizi di ogni genere fra cui interpreti in molte lingue. Ambiente storicamente inimitabile, posizione invidiabile a pochi metri dal Colosseo. Tutto bene, anzi benissimo? No, perché purtroppo i tre tappeti di gara, esposti al sole romano, ben presto divennero quasi incandescenti ed erano impraticabili.
Si dimette il grande Emilio Izzo
Si decise di cambiare gli orari e venne posto sotto accusa il responsabile organizzativo. Il quale rispondeva al nome del Professor Emilio Izzo, fondatore nel 1946 del CUS Roma e lottatore mentre frequentava la Minerva. Laureatosi in medicina, nel 1952 si era trasferito in Finlandia specializzandosi in chirurgia plastica. Nel campo fu fra i migliori in Italia. Non aveva nessuna responsabilità nella determinazione degli orari indicati dalla Federazione Internazionale né nella scelta del luogo ma, uomo di onore quale era, si assunse ogni colpa e si dimise. Gli subentrò il genovese Anselmo Bafico, consigliere federale nel settore pesistico. I tornei di Lotta furono portati regolarmente a termine con il dominio assoluto degli atleti turchi.
Ignazio Fabra battuto " ai punti"
Gli Azzurri non salirono sul podio che venne sfiorato dal grecoromanista Umberto Trippa e nella libera da Gaetano De Vecchi e Pietro Marescalchi, tutti classicati al quarto posto. Commovente ed esaltante la prova di Ignazio Fabra alla terza delle sue quattro Olimpiadi. Dopo gli argenti di Helsinki e Melbourne a Roma è soltanto quinto. Partito con tre vittorie ai punti è, per il regolamento di allora, penalizzato di tre punti. unom per ogni vittoria che non sia prima del limite. Incappa poi in un pareggio (due punti...) ed al quinto turno è siperato, ai punti, dal fututo vincitore del titolo Dumitri Pirvulescu. Il grande e silenzioso palermitano è solo quinto...
Ignazio Fabra
Le ruspe tra i reperti romani...?
Ora la Basilica di Massenzio è pericolante. Le ultime ingiurie le sono state inferte dai lavori per la Linea C della Metropolitana. Che non manca di problemi sempre nuovi. Era attesa al Colosseo un paio di anni fa ma è ancora ferma a Porta Metronia: si dice che per collegarsi alla Linea B basterà attendere il 2024... intanto si sono fermati gli scavi che puntavano a Piazza Venezia, sfiorando la nostra Basilica. I lavori sono sospesi e ci sono problemi per recuperare le talpe escavatrici che sono ferme. Si è ipotizzato che vengano lì sotterrate.... Cosi magari fra mille anni i futuri archeologi potrebbero affermare. " Te lo avevo detto io che gli antichi Romani avevano già il Metro...". Speriano bene e ci acconteremo che la Basilica Nova resti lì in eterno.
L’Olimpiade di Tokyo 1964: arriva il Judo
Roma 23 aprile 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
La XVIII Olimpiade si disputò a Tokyo dal 10 al 24 ottobre 1964: 93 le nazioni partecipanti, 5.140 gli atleti (683 donne), 22 gli sport, 163 le gare. Cina e Corea del Nord non accettarono l’invito, mentre il Sudafrica fu escluso dal CIO a causa della sua politica di segregazione razziale. L’Italia, presente con 170 atleti, vinse 10 medaglie d’oro, 10 d’argento e 7 di bronzo, piazzandosi al 5° posto nella classifica per nazioni alle spalle di USA, URSS, Giappone e Germania, che per l’ultima volta fino al 1992 gareggiò sotto un’unica bandiera.
1.Alla cerimonia d’apertura, trasmessa in mondovisione, era presente l’imperatore Hirohito. Allorché la fiamma arse nel braciere olimpico diecimila tamburi iniziarono a rullare, migliaia di palloncini vennero liberati nell’aria e cinque jet con le loro scie di fumo disegnarono nel cielo gli anelli olimpici, mentre in tutto lo stadio si diffuse un intenso odore di crisantemo, il fiore nazionale del Giappone. L’ultimo tedoforo, Yoshinori Sakai, era nato a Hiroshima il 6 agosto 1945, un’ora esatta dopo il lancio della bomba atomica. Nulla si lasciò al caso: per impedire alle bandiere di afflosciarsi, per esempio, durante le premiazioni vennero utilizzati dei potenti ventilatori. L’asta su cui fu issata la bandiera con i cinque cerchi misurava 15 metri e 21 centimetri d’altezza, la stessa misura con cui all’Olimpiade di Amsterdam nel 1928 Mikio Oda aveva vinto nel salto triplo la prima medaglia d’oro giapponese.
Nel programma fecero il loro esordio sia la pallavolo che il judo, con 3 categorie di peso (-68, -80, +80 kg) più l’open. Nakatani, Okano e Inokuma vinsero le rispettive categorie, ma il gigante olandese Anton Geesink, imponendosi nella categoria open, gelò la Nippon Budokan Hall stipata da 15.000 spettatori. Geesink immobilizzò a terra il nipponico Akio Kaminaga, che sovrastava fisicamente: 20 cm in più di altezza e 20 chili in più di peso. Molti giapponesi piansero per la delusione, anche se la sconfitta non doveva risultare del tutto inaspettata, visto che l’olandese era campione mondiale ed europeo in carica. Nonostante il successo riscosso, il judo fu escluso dai Giochi del 1968 per rientrare definitivamente nel programma 4 anni dopo a Monaco.
I migliori risultati degli atleti FIAP, accompagnati dal segretario generale Livio Luigi Tedeschi, furono nella greco-romana il 4° posto di Ignazio Fabra (52 kg), alla sua quarta Olimpiade, e nei pesi il 5° di Sebastiano Mannironi (60 kg), che migliorò i primati italiani di distensione e totale nei 3 esercizi. In seguito all’insuccesso di Tokyo (era dal 1936 che non restavamo a secco di medaglie) il presidente Giovanni Valente si dimise.
Gli impianti più significativi utilizzati per i Giochi furono lo Stadio Nazionale (inaugurato nel 1958 e demolito nel 2015), di Mitsuo Katayama, il Nippon Budokan, di Mamoru Yamada, il Gymnasium a Komazawa, di Yoshinobu Ashihara, e quello ai margini del parco Yoyogi, capolavoro di Kenzo Tange. Nel 2021 il National Gymnasium a Yoyogi ospiterà la pallamano e il Budokan sarà utilizzato per le gare di judo (come nel 1964) e di karate, che esordirà alle Olimpiadi.
Il manifesto con il sole rosso che sormonta gli anelli olimpici e la scritta Tokyo 1964, tutta color oro (55x101 cm), fu realizzato da Yusaku Kamekura (vincitore di un apposito concorso) e interruppe la tradizione stilistica figurativa del poster olimpico. A partire dalla XVIII Olimpiade, inoltre, i Comitati Organizzatori non si limitarono più a un solo manifesto ufficiale: per Tokyo ne furono elaborati quattro. Gli altri tre Kamekura li disegnò in collaborazione con i fotografi Osamu Hayasaki e Jo Murakoshi. Raffiguravano la partenza di una corsa veloce (The Start of Sprinters Dash), un nuotatore (A Butterfly-Swimmer) e un tedoforo (An Olympic Torch Runner). Per la prima volta fu utilizzata la fotografia nei manifesti delle Olimpiadi.
Il primo, ancor grezzo, tentativo di produrre dei pittogrammi risaliva ai Giochi di Londra 1948, ma solo a Tokyo si concretizzò una moderna serie di simboli, sia per rappresentare i diversi sport, sia per offrire informazioni generali al pubblico attraverso un linguaggio universalmente compreso. Da allora i pittogrammi accompagnano immancabilmente ogni Olimpiade. Per i Giochi del 1964 Masaru Katzumie, direttore artistico, e Yoshiro Yamashita, grafico, realizzarono una sessantina di simboli.
2.3.
Dall’ottobre 1961 al settembre 1964 il Giappone emise 25 francobolli, di cui 20 (tutti da 5+5 yen) raffiguravano gli sport, uno la fiamma olimpica e 4 i principali impianti di gara.
La medaglia per i vincitori dal 1928 doveva uniformarsi al modello di Giuseppe Cassioli, quindi non variò, mentre il dritto di quella in bronzo per i partecipanti (Ø 61 mm) venne modellato dal famoso artista Taro Okamoto (vi si notano 4 atleti e un ramo di ulivo) e il rovescio da Kazumitsu Tanaka. La città natale di Okamoto, Kawasaki, nel 1999 ha aperto un museo a lui dedicato.
Anche a Tokyo, seguendo la tradizione iniziata nel 1952 a Helsinki, furono coniate delle monete: da 100 yen (argento 600/1000, Ø 22,5 mm) e da 1000 yen (argento 925/1000, Ø 35 mm), che sul recto raffigura il Fujiyama, montagna sacra del Giappone, nel 2013 inclusa dall’UNESCO nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
4.
Didascalie:
In copertina: Il Nippon Budokan
1. Uno dei manifesti dei Giochi di Tokyo 1964 (The Start)
2. Il pittogramma del Judo
3. Il francobollo del Judo
4. La medaglia per i partecipanti
Clic, la foto racconta… #2
Roma, 22 aprile 2020 – Europei di Lisbona del 2008, Ylenia Scapin e Gévrise Émane hanno appena combattuto per accedere alla finale. Sembrano esauste, capelli arruffati, back number scuciti, fiato ancora in gola, le due atlete si ritrovano fronte contro fronte, con le mani intrecciate, in segno di rispetto e di ringraziamento, l’una verso l’altra.
Il judo, nel saluto, mostra la sua essenza. In questo gesto, in questo inchino, c’è la forza e la filosofia del judo. È così per i bambini di qualsiasi scuola del mondo, è così per gli atleti olimpici. C’è il profondo rispetto dell’avversario e dei compagni, c’è l’amicizia e c’è il controllo di sé.
Ylenia ha avuto la meglio e finalmente potrà andare a vincere la sua prima medaglia d’oro europea, dopo una carriera di grandissimi risultati. Ma non è ancora quel momento. Le due atlete, in questa foto, sono ancora pienamente dentro all’incontro, non inteso soltanto come combattimento, ma come avvicinamento e scambio. Perché in fondo il judo permette ed auspica l’incontro. Fra i ragazzi della scuola, fra gli atleti, fra i campioni. Il judo, in questa foto, diventa l’arte dell’incontro e l’occasione di un rapporto. Rapporto che, fra Ylenia e Gévrise, al momento della foto, non si è ancora concluso, ma anzi, forse, si trova al suo apice.
La foto è di Emanuele Di Feliciantonio, fotografo ufficiale FIJLKAM.
CIO: revisione sui principi di qualificazione olimpica
Martedì, 21 aprile 2020 – Nei giorni scorsi il CIO ha fatto sapere di aver apportato una serie di modifiche al Sistema di Principi di Qualificazione a Tokyo 2020. Modifiche necessarie vista la pandemia di Covid-19 in corso e la conseguente scelta delle nuove date olimpiche.
Specifichiamo subito che i Principi di Qualificazione sono il riferimento per tutti i sistemi di qualificazione, regolati e stabiliti dalle Federazioni Internazionali, ognuna nel suo sport o disciplina. Questi sistemi consistono nell’insieme di regole, procedure e criteri per la partecipazione ai Giochi Olimpici.
Di seguito, i punti chiave della suddetta revisione ai Principi di Qualificazione, approvati dal CIO nel luglio 2017 e ora rivisti.
Per quanto riguarda il periodo di qualificazione, la sua estensione era inevitabile. Il 29 giugno 2021 è la nuova scadenza finale, termine ultimo, per portare un atleta a Tokyo. Il termine ultimo per le iscrizioni sportive è stato invece spostato al 5 luglio 2021, mentre i sistemi di qualificazione delle singole Federazioni Internazionali verranno visionate e finalizzate il prima possibile.
Per quanto riguarda l’assegnazione delle quote, gli atleti che hanno già ne hanno già ottenuta una la manterranno, nonostante il rinvio. Il 57% del totale delle quote sono già state assegnate e ne mancano circa 5.000. I Comitati Olimpici Nazionali, che selezionano alcuni atleti e ottengono per loro una quota di partecipazione, mantengono tale diritto.
Il principio che dovrà guidare le Federazioni Internazionali è quello di rispettare, il più possibile, i metodi e i percorsi dei sistemi di qualificazione originali, cercando dunque di mantenere lo stesso numero di eventi previsti prima delle cancellazioni e sospensioni necessarie.
Lo scenario delle qualificazioni basate sul Ranking è molto delicato ed il CIO ha deciso di lasciare piena discrezionalità alle Federazioni Internazionali nel definire le nuove scadenze e i nuovi percorsi delle classifiche. Un buon equilibrio, consiglia comunque il CIO, può essere trovato fra il proteggere gli atleti che erano molto vicini alla qualificazione in base alle scadenze del 2020 e, insieme, l’assicurare la partecipazione dei migliori atleti, permettendo di continuare il percorso nel 2021.
Le Federazioni Internazionali sono inoltre invitate a confrontarsi con le rispettive Federazioni Nazionali per giungere a una decisione giusta e trasparente.
In ultima analisi, i criteri di eleggibilità. Nel rispetto del principio per cui gli atleti già qualificati sono a tutti gli effetti confermati, è possibile per le Federazioni Internazionali estendere l’età massima. Dunque, chi era eleggibile nel 2020 lo sarà anche nel 2021, a meno che questo non comporti un rischio per la salute dell’atleta. Per quanto riguarda l’età minima, essa verrà abbassata e chi non era eleggibile a luglio 2020 lo sarà invece a luglio 2021.
Il CIO ci tiene a ricordare che la salute degli atleti deve essere il principio guida nella calendarizzazione degli eventi di qualificazione da recuperare. Esorta, dunque, a confermare tali eventi soltanto una volta che gli effetti del Covid-19 siano accertati e controllabili.
Amarcord Loriga: Nerone, il più olimpionico degli Italiani
Roma 18 aprile 2020 Riprende oggi un appuntamento fisso con le storie raccontate da un grande amico della FIJLKAM, il giornalista Vanni Lòriga, uno dei massimi esperti di sport in Italia. Racconterà per inostri appassionati lettori dei campioni olimpici delle nostre discipline, ma anche le curiosità e gli aneddoti di personaggi famosi e a volte insospettabilmente legati ai nostri sport.
Questa è la prima puntata, buona lettura!
Come tutti sanno i Giochi Olimpici 2020 sono rinviati al prossimo anno e sono state già rese note le date di svolgimento delle gare. Si ricorda sempre che è la prima volta che una edizione dei Giochi non si disputa nell’anno olimpico. Il che è vero per i Giochi moderni ma esiste un interessante precedente in quelli antichi.
La 211a edizione, che avrebbe dovuto svolgersi nel 65 d.C. , si tenne invece nel 67 dopo Cristo. Chi lo decise? Semplicemente l’imperatore Claudio Cesare Augusto Germanico, al secolo Nerone.
L’Imperatore si era regolarmente iscritto a quei Giochi e si stava trasferendo in Grecia quando, giunto a Benevento, gli giunse voce che a Roma i Senatori stavano tramando contro di lui. Dietrofront, rientro nella Capitale e Giochi rinviati di due anni.
Nerone fu il dominatore di quelle Olimpiadi affermandosi in sei gare, molte delle quali da lui inventate. Alle stranissime corse di cavalli aggiunse le gare per drammaturghi e citaredi. E di cetre lui se ne intendeva.
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Lucio Domizio Enobarbo , il vero nome originario di Nerone, è quindi l'Italiano (era nativo di Anzio) ad aver vinto sei titoli in una sola edizione olimpica, superando Nedo Nadi che per cinque volte si affermò in quelli moderni del 1920.
Nei Giochi disputati nella antica Olimpia il lottatore più volte vittorioso fu Milone da Crotone, ben sette titoli ma in edizioni differenti fra cui una giovanile.
Quanto agli sport che interessano la nostra Federazione va ricordato che il vincitore del pancrazio in quella Olimpiade “neroniana” fu Xenodamo di Antiochia. Ma il più famoso dei pancrazisti antichi fu Polidamante da Scotus, lo cita Platone ne “La Repubblica” raccontando il confronto tra Socrate ed il sofista Trasimaco il quale asseriva che la “Giustia"è ciò che giova al più forte. Socrate gli fece osservare come notoriamente il più forte di quei tempi fosse il pancrazista Polidamante al quale giovava la carne di bue. Conclusione inevitabile: la Giustizia altro non è che la carne bovina...
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Di Polidamante, che aveva vinto i Giochi della 93a Olimpiade, parla anche Pausania. La sua incredibile forza (fra l'altro uccise a mani nude un leone) fu apprezzata da Dario il Grande. Alle sue dipendenze affrontò disarmato i tre più validi soldati armati della guardia imperiale: superfluo precisare che li fece fuori tutti...
Preso atto che per oltre un anno non potremo trattare dei Giochi Moderni, getteremo ulteriori sguardi su quelli antichi.
…segue…
Didascalie:
In copertina: Nerone
1. Milone da Crotone
2. Platone
3. Socrate
Clic, la foto racconta...
Roma, 17 aprile 2020 - Siamo a Tampere, in Finlandia, ed è il 2006. Luca Valdesi è appena stato incoronato campione del mondo per la seconda volta. Replica esatta di ciò che accadeva soltanto due anni prima a Monterrey, in Messico.
In questo abbraccio vediamo Andrea Valdesi, il padre di Luca che lo ha cresciuto come uomo e come sportivo, anche lui maestro di karate.
Andrea, orgoglioso e presente, lo seguiva ovunque e a sue spese. Non importava che le gare fossero in Messico, piuttosto che in Europa, in Brasile o in Giappone: il papà di Luca Valdesi c’era sempre.
È un abbraccio liberatorio. Per tutti i sacrifici e gli allenamenti, per la cura dei particolari e dei minimi dettagli che tanto caratterizzano il kata. Un abbraccio liberatorio, dunque, e uno sfogo. Uno sfogo pieno di gioia che, oltre alla tensione e alle pressioni dello sport, racconta l’amore fra un padre ed un figlio.
Andrea, stretto tra le braccia del figlio, entrambi avvolti da una rassicurante bandiera italiana, si lascia andare alla contemplazione dell’energia di Luca, con gli occhi chiusi, in un abbraccio che libera e giustifica i sacrifici dei grandi atleti e dei grandi campioni.
La foto è di Emanuele Di Feliciantonio, fotografo ufficiale FIJLKAM.
La mancata Olimpiade del 1944: Londra batte Roma 20 a 11
Roma 16 aprile 2020 Pubblichiamo oggi un nuovo avvincente racconto storico narrato dall’arch. Livio Toschi, nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
In due precedenti articoli ho sinteticamente raccontato le vicende che spinsero il CIO ad assegnare la XII Olimpiade a Tokyo, che dovette rinunciarvi in seguito alla decisione presa dal governo nipponico il 16 luglio 1938. L’arduo compito toccò quindi a Helsinki. Nemmeno un anno dopo fu necessario assegnare la XIII Olimpiade.
Dal 5 al 10 giugno 1939 il CIO si riunì a Londra e l’argomento principale all’ordine del giorno fu la scelta della sede per i Giochi del 1944. Vennero presentate le candidature di Atene, Detroit, Losanna, Roma e Londra. È curioso trovare Detroit tra le città candidate. Il Comitato Organizzatore era formato dalle case automobilistiche General Motors, Ford e Crysler. La Camera di commercio di Detroit si dichiarò pronta a mettere a disposizione degli organizzatori una somma di 300 milioni sia per l’organizzazione dei Giochi, sia per la costruzione di uno stadio da 110.000 posti e di un villaggio olimpico.
Assieme a tutta la stampa nazionale anche il CONI nel 1939 sostenne la candidatura della Città Eterna pubblicando un opuscolo intitolato, come nel 1935, Roma Olimpiaca. Alla sessione di Londra la nostra causa fu perorata dal conte Alberto Bonacossa, membro della Commissione Esecutiva del CIO, e va pure ricordato che l’Italia schierava ben tre delegati: Bonacossa, Paolo Thaon de Revel e Giorgio Vaccaro. Inoltre, il 21 aprile 1942, Roma avrebbe inaugurato l’Esposizione Universale, definita “Olimpiade della Civiltà”: un bel viatico per ottenere anche i Giochi del 1944.
Tuttavia, il 9 giugno 1939, Londra ebbe la meglio su Roma con 20 voti contro 11. La delusione italiana fu notevole e l’insuccesso contro la “perfida Albione” va certamente ascritto alla nostra aggressiva politica internazionale, che ci aveva spinti a occupare l’Albania in aprile e a stringere il Patto d’Acciaio con Hitler il 22 maggio. Quale magra consolazione l’Olimpiade invernale venne assegnata a Cortina d’Ampezzo, che prevalse su Montreal e Oslo. All’inizio di settembre, tuttavia, ebbe inizio la seconda guerra mondiale e pertanto anche i Giochi del 1944 furono annullati, ma Londra si rifece nel 1948. Solo molti anni più tardi, invece, Roma (nel 1960) e Tokyo (nel 1964) riuscirono a ospitare la XVII e la XVIII Olimpiade.1.
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3.
Non possiamo dimenticare, però, che Roma ha inanellato un’incredibile serie di fallimenti quale candidata ai Giochi: dopo aver rinunciato all’Olimpiade del 1908, non ricevette il sostegno del governo per quella del 1920, fu superata da Parigi nel 1924 e da Berlino nel 1936, rinunciò all’Olimpiade del 1940 e venne sconfitta da Londra per quella del 1944. Infine, dopo l’indimenticabile esperienza del 1960, fummo battuti da Atene per i Giochi del 2004 e ci siamo chiamati fuori da quelli del 2020 e 2024.
Molti, a causa della rinuncia del 1940 e del recente rinvio al 2021, hanno scritto che le Olimpiadi sono maledette per il Giappone! E per noi, allora?
Didascalie:
In Copertina: La copertina di Roma Olimpiaca
1. Il Villaggio Olimpico progettato per l’Olimpiade 1944 a Roma
2. Il manifesto dell’Esposizione Universale di Roma 1942 (E42)
3. Il conte Henri de Baillet-Latour, presidente del CIO dal 1925 al 1942
Lotta al Covid-19: la UWW dona le mascherine
Roma, 14 aprile 2020 – La United World Wrestling, nella persona del presidente Nenad Lalovic, e la Chinese Wrestling Federation hanno donato mascherine mediche, molto utili nella prevenzione e nella lotta contro la pandemia di Covid-19, ad alcuni centri di allenamento e federazioni nazionali, tra cui quella italiana. La FIJLKAM ha ringraziato calorosamente per il bel gesto di solidarietà.
Gli auguri del Presidente Falcone: "la storia ci insegna che dopo una Caporetto c’è sempre una Vittorio Veneto"
Cari Amici,
non è passato molto tempo dal mio precedente editoriale eppure molte cose sono accadute.
Il trasformarsi dell’epidemia di covid-19 in pandemia ha bloccato quasi completamente ogni attività umana mentre ha fermato del tutto l’attività sportiva nel mondo. I Giochi Olimpici di Tokyo sono stati posticipati di un anno, per la prima volta nella loro storia e tutti noi stiamo vivendo un periodo di grande incertezza.
Accanto all’ansia per il futuro incerto dei nostri atleti di alto livello c’è un mondo, il nostro mondo fatto di piccole e grandi realtà associative, che sta giustamente vivendo con grande preoccupazione l’evolversi degli eventi, dal momento che questa “vita sospesa” porta con sé grandi difficoltà, anche a livello di sopravvivenza.
Il blocco totale delle attività sportive e motorie svolte nelle palestre e voluto dal Governo a tutela della salute pubblica è condivisibile ed è oltremodo necessario per poter fronteggiare con speranza di risultato positivo il grande pericolo che incombe sulla salute di noi tutti. Purtroppo il rovescio della medaglia è la grande crisi economica che porta con sé, crisi che si inizia a sentire in modo forte soprattutto nelle realtà più piccole.
Ho incontrato in videoconferenza tutte le Strutture Territoriali condividendo strategie e percorsi che sono stati recepiti dai Consigli di Settore nel Comunicato n. 12 del 6 aprile scorso.
Nel prossimo Consiglio Federale adotteremo, inoltre, delle misure che riguardano la revisione delle quote di affiliazione del 2021 e della cancellazione delle quote di iscrizione alle Finali Nazionali dei Campionati Italiani 2020, misure peraltro già da me anticipate nell’intervista pubblicata sul sito della Gazzetta dello Sport. Inoltre, come concordato con le rispettive Commissioni Nazionali Insegnanti tecnici, sarà ratificato dal Consiglio Federale l’accordo di collaborazione con la Scuola dello Sport per la realizzazione dei Corsi on line (parte generale) e dei Corsi regionali per Aspiranti Allenatori di 1° livello, oltre che dei Corsi Nazionali di 2°, 3° e 4° livello nonché dei Corsi Regionali obbligatori.
Su richiesta del CONI abbiamo svolto una rilevazione presso le nostre ASD con l’obiettivo di raccogliere una serie di informazioni e dati utili a definire l’entità delle ricadute economici e sociali dell’emergenza in atto sul tessuto associativo. Ringrazio le tante Associazioni Sportive ed i Comitati Regionali che hanno risposto alla nostra iniziativa. Il Presidente Malagò - e colgo qui l’occasione per ringraziarlo per l’appassionato lavoro che sta svolgendo quale figura di raccordo fra il mondo dello sport e il Ministro Spadafora - ha trasmesso al Governo tutti i dati e i numeri inviati dalle FFSSNN al riguardo.
Il Governo ha messo in campo recentemente le prime risorse importanti che posso così riassumere:
- i collaboratori sportivi titolari di un rapporto di collaborazione con le ASD iscritte al Registro del CONI possono chiedere un bonus di 600 euro attraverso la piattaforma on line di Sporte e Salute. Lo stanziamento del Governo è di 50 milioni di euro;
- tutte le ASD appartenenti al mondo sportivo sono state equiparate alle piccole e medie imprese, con la possibilità di accedere al Fondo istituito presso il Credito Sportivo con un importo di 100 milioni di euro a tasso zero.
Come ho già detto recentemente nella citata intervista, ribadisco che gli interventi governativi vanno nella giusta direzione, ma sono insufficienti e limitati. Ho inviato il 23 marzo al Presidente Malagò una lettera nella quale suggerivo alcune proposte tese a salvaguardare quelle ASD che hanno in locazione impianti o strutture private e che non possono far fronte ai costi di affitto in assenza di ricavi. Ho condiviso con altri Presidenti Federali delle proposte emendative al Decreto “Cura Italia” contenenti idee e progetti per sostenere e supportare il nostro movimento sportivo.
Auspico che le Autorità di Governo ed il Ministro Spadafora, al quale va il mio compiacimento per la disponibilità e l’impegno profuso per i provvedimenti ad oggi emanati, adottino, anche sulla base delle indicazioni contenute nelle citate proposte, con un prossimo Decreto nuovi e più incisivi interventi. Contributi o finanziamenti sarebbero ovviamente molto graditi, ma in alternativa si rileverebbero assolutamente necessarie decise misure di sostegno alle ASD attraverso agevolazioni fiscali o altre forme di supporto (quale, ad esempio, la riduzione delle bollette energetiche) che possano accompagnare una celere ripresa dell’attività.
Nel frattempo siamo massimamente impegnati a dare supporto alle nostre Società Sportive con le quali, voglio sottolineare, i rapporti reciproci non si sono mai interrotti. Infatti la Segreteria Federale non ha mai smesso di lavorare e sta operando in modalità smart working essendo – come tutti ben sappiamo – il Centro Olimpico chiuso. Colgo qui l’occasione per ringraziare tutti i funzionari che con la massima disponibilità stanno operando dalle proprie abitazioni per far si che le varie attività federali non subiscano ripercussioni negative.
E per rendere ancora più fattivo il nostro supporto a tutte le realtà sportive del nostro mondo abbiamo realizzato una piattaforma web dedicata e accessibile dalla home del sito federale che è già visibile online ed è denominata “FIJKAM Cares”. Si tratta di una sorta di sportello informativo per tutto il mondo FIJLKAM e consente di accedere tempestivamente ai diversi documenti normativi approfondendone i riflessi per il sistema sportivo. Inoltre in “FIJLKAM Cares” si trova la modulistica predisposta in collaborazione con i nostri consulenti legali e fiscali ed è attiva una sezione con le FAQ ritenute di maggiore interesse per la nostra grande famiglia federale.
Cari amici,
la situazione è difficile e di non breve soluzione, ma noi non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla gravità del momento. Dobbiamo continuare a nutrire la nostra creatività e il nostro entusiasmo e mantenere viva la passione per le discipline federali che tanto amiamo. Pertanto vi invito ad interagire in “FIJKAM Cares” che sarà anche uno spazio di incontro virtuale, una piazza elettronica dove condividere le tante iniziative svolte nelle nostre realtà territoriali.
Concludo questo mio breve intervento rassicurandovi del fatto che la Federazione e il Consiglio, che ringrazio per la sua fattiva attività e supporto, stanno facendo del proprio meglio per reagire a questa crisi e per superarla nel modo migliore possibile.
Vi esorto a non mollare e a sentirvi Comunità perché noi siamo una Comunità e chiamare noi stessi “Famiglia FIJLKAM” non è solo un modo di dire retorico. E non dimentichiamo che la storia ci insegna che dopo una Caporetto c’è sempre una Vittorio Veneto.
Vi auguro una Santa Pasqua rammentandovi che il vero significato della Pasqua è la rinascita e pertanto prepariamoci ad accogliere questo messaggio rivoluzionario della nostra religione e a predisporci ad essa.
Domenico Falcone
Delibere d'urgenza per i procedimenti di giustizia sportiva
Roma, 10 aprile 2020 – Viste le disposizioni contenute nel D.L. 23 dello scorso 8 aprile, la Federazione, con Delibera d'Urgenza (link) del Presidente Federale nr. 8 2020, ha disposto di prorogare all'11 maggio 2020 la sospensione dei termini relativi ai procedimenti di Giustizia Sportiva.