Le antiche Olimpiadi: i campioni (III)
Roma 2 giugno 2021 Riprende la nostra amata rubrica alla scoperta delle antiche Olimpiadi assieme all'Arch. Livio Toschi nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Pulidamo di Scotussa
Scotussa era una città della Tessaglia, confinante a est con Fere e a ovest con Cinocefale. Narra Pausania che nel 367 «Alessandro, il tiranno di Fere, la conquistò durante una tregua» e «massacrò tutti gli uomini adulti, mentre vendette donne e bambini per ricavarne denaro e pagare i mercenari». A Cinocefale, nel 197 a.C., Filippo V di Macedonia fu battuto dal console romano Tito Quinzio Flaminino, che l’anno seguente proclamò l’indipendenza della Grecia. Scotussa, che si era nel frattempo ripopolata, nel 191 dovette arrendersi al sovrano seleucide Antioco III, ma fu prontamente riconquistata da Manlio Acilio Glabrione, che sconfisse Antioco alle Termopili.
1.
Prima che tutto ciò accadesse, a Scotussa viveva Pulidamo (o Polidamo o Polidamante), che vinse il pancrazio nel 408 a.C. (XCIII Olimpiade). «Fra gli uomini del nostro tempo è lui il più grande», scrisse Pausania. La sua statura, secondo Galeno, superava quella di qualunque atleta dell’antichità. Fu famosissimo per aver ucciso, a mani nude, un leone sull’Olimpo, «spinto al cimento dal desiderio di emulare le imprese di Ercole». Inoltre fermò un cocchio in piena corsa, afferrandone la parte posteriore con una mano, e trattenne per lo zoccolo un toro infuriato, che riuscì a divincolarsi dalla ferrea presa solo lasciando lo zoccolo nella mano di Pulidamo (lo stesso si raccontava del pancraziaste Astianatte di Mileto, del lottatore Keras di Argo e del bovaro etolico Titormo). Colpito dalle sue gesta, Dario II di Persia lo invitò a Susa, promettendogli ricchi doni. Là Pulidamo affrontò e sconfisse, pur disarmato, tre delle guardie scelte del re, dette gli “Immortali”.
Sesto Giulio Africano afferma che durante il soggiorno in Persia Pulidamo «uccise dei leoni», quindi non un solo leone e non sull’Olimpo. Ma per la sua fama, comunque, cambierebbe poco.
Al ritorno in Grecia fu inaspettatamente sconfitto all’Olimpiade del 404 a.C. da Promaco di Pellene, il cui astuto allenatore (secondo Filostrato) lo spinse al successo con una bugia: la fanciulla amata non lo avrebbe respinto a condizione che fosse tornato in patria da vincitore. Soltanto l’amore, dunque, poté battere Pulidamo, anche se i Tessali non hanno mai riconosciuto la sconfitta del loro campione, definito “aniketos” (invitto).
2.
Diodoro Siculo e Pausania riferiscono che perì, «vittima del suo vigore», nel tentativo di sostenere la volta crollante di una grotta, mentre gli amici che vi erano entrati con lui si mettevano in salvo. A Olimpia gli fu innalzata una statua, opera di Lisippo e quindi molto posteriore alla morte di Pulidamo. Sui frammenti della base, divisa orizzontalmente in due (è conservata nel Museo di Olimpia), si vedono la lotta con il leone e il combattimento con gli “Immortali”. Nell’Assemblea degli dei, di Luciano di Samosata, si afferma che la statua poteva guarire i febbricitanti, come quella di Teogene a Taso.
Platone menziona Pulidamo nel dialogo tra Socrate e Trasimaco nel I libro della Repubblica.
Il campione tessalo fu raffigurato dal pittore francese Jean-Baptiste Tierce in un grande olio su tela del 1782-83, che si trova nella Stanza del Gladiatore alla Galleria Borghese di Roma, ove si custodisce un altro quadro di Tierce: Paesaggio con Milone di Crotone divorato da un leone.
3.
Didascalie:
In copertina: Anfora panatenaica a figure rosse, da Vulci: un pancraziaste è colpito da un “diretto” al mento (VI secolo a.C.) – Louvre, Parigi
1. Bronzetto con pancraziasti (II-I secolo a.C.) – Antikensammlungen, Monaco
2. Paesaggio con Polidamante che uccide il leone sull’Olimpo, olio su tela di Jean-Baptiste Tierce (1782-1783) – Galleria Borghese, Roma
3. Disegno di Lucio Trojano, che raffigura Pulidamo, dal libro C’era una volta Olimpia, di Livio Toschi
eKata 2021: Sogna in grande! Prende il via la nuova edizione
Prende il via l’eKata2021, con una nuova veste grafica e con nuovi premi!
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Dal 1° al 10 giugno 2021 carica il video di esecuzione del Kata seguendo le istruzioni che trovi sul regolamento dell’iniziativa.
I karateka più votati accederanno alla finale e potranno aggiudicarsi un fantastico premio!
La partecipazione al contest è gratuita ed è riservata a tutti gli atleti U13 non agonisti tesserati FIJLKAM.
Le antiche Olimpiadi: i campioni (II)
Roma 27 maggio 2021 Riprende la nostra amata rubrica alla scoperta delle antiche Olimpiadi assieme all'Arch. Livio Toschi nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Diagora di Rodi
Filostrato scrive che fu Onomasto di Smirne, il primo vincitore del pugilato a Olimpia (nel 688 a.C.), a dettarne le regole. Il mito attribuisce l’invenzione del pugilato (pygme o pygmachia) ora a Polluce, figlio di Zeus e di Leda, nonché fratello di Castore e di Elena, ora ad Apollo, che con i pugni sconfisse Ares, dio della guerra, ricevendo perciò l’appellativo di pyktes.
Il celebre pugile Diagora di Rodi, olimpionico nel 464 a.C., fu ritratto in una statua da Callicle di Megara. Pindaro lo definì euthymaches, ossia «buon combattente», e gli dedicò l’Olimpica VII, in cui elencava i suoi numerosi successi: oltre che a Olimpia si affermò a Delfi, 4 volte a Istmia, 2 a Nemea, 6 ad Argo, 2 a Rodi. E anche ad Atene, Egina, Megara, Pellene, Tebe, in Arcadia e in Beozia. Secondo lo storico Gorgone di Rodi l’epinicio di Pindaro fu trascritto in lettere d’oro nel tempio rodio di Atena Lindia. Diagora venne menzionato anche nella Retorica di Aristotele.
1.
L’isola di Rodi, «figlia di Afrodite e sposa del Sole» (Pindaro, Olimpica VII), è la più grande del Dodecanneso. Lì, nel 292 a.C., fu innalzato il Colosso, una statua del Sole alta 32 metri, considerata una delle sette meraviglie del mondo antico. Ne era autore Carete di Lindo, allievo di Lisippo, che lavorò all’opera per 12 anni.
Le gesta di alcuni olimpionici furono ripetute dai loro discendenti, ma i familiari di Diagora (i cosiddetti “Diagoridi”) si dimostrarono davvero eccezionali. Diagora ebbe tre figli maschi: Damageto vinse il pancrazio nel 452 e 448; Acusilao – il secondogenito – vinse il pugilato nel 448; Dorieo, il più giovane, fu tre volte olimpionico nel pancrazio (nel 432, 428 e 424 a.C.), oltre a conquistare 4 corone a Delfi, 8 a Istmia e 7 a Nemea, più 14 successi in altre competizioni. Nel 404 Eucle e Pisirodo, cugini e ambedue nipoti di Diagora, s’imposero nel pugilato e nel pugilato per giovani. Le statue di tutti loro sono vicine a quella di Diagora scolpita da Callicle.
Diagora era anche padre di Callipatira (o Ferenice), che si travestì da allenatore per essere vicina al proprio figlio Pisirodo, iscritto alla gara di pugilato nella XCIV Olimpiade. Rischiò così di essere condannata a morte e buttata giù dal monte Tipeo, perché le donne sposate non potevano nemmeno assistere ai Giochi. Esultando dalla gioia per la vittoria di Pisirodo, infatti, Callipatira fece scoprire il travestimento, ma non fu punita perché figlia, sorella e madre di campioni olimpici, i Diagoridi, che ottennero ben nove successi ai piedi della collina di Crono. Da allora, però, anche gli allenatori dovettero presentarsi nello stadio nudi come gli atleti. Questo ci narra Pausania, ma altri autori affermano che proprio per le vittorie dei suoi parenti, i giudici in via eccezionale acconsentirono a farla assistere alla gara del figlio.
2.
Nel 448 a.C. (LXXXIII Olimpiade) Damageto e Acusilao, appena proclamati vincitori, abbracciarono il padre e, tra le acclamazioni del pubblico, gli posero sul capo le corone conquistate. E Diagora – narra Aulo Gellio nelle Notti attiche – spirò felice tra le loro braccia. Sulla sua morte si veda anche Cicerone nelle Tuscolane. Diagora sulle spalle dei figli è raffigurato nei quadri di Thomas Degeorge (1814) e di Auguste Vinchon (1814), nel francobollo da 50 lepta del 1937, nella moneta da 500 dracme del 2000 e nel monumento bronzeo eretto nel 2004 sul lungomare della sua città.
All’antico campione, inoltre, sono intitolati lo stadio e l’aeroporto internazionale di Rodi.
3.
Didascalie:
In copertina: Diagora portato in trionfo dai suoi figli, di Thomas Degeorge (1814) – Musée d’art Roger-Quilliot, Clermont-Ferrand
1. Anfora a figure nere di Nicostene, che mostra due pugili, di cui uno sanguinante dal naso (550-525 a.C.) – British Museum, Londra
2. Diagora portato in trionfo dai suoi figli, di Auguste Vinchon, vincitore del Prix de Rome nel 1814 – École Nationale Supérieure des Beaux-Arts, Parigi
3. Monumento in bronzo sul lungomare di Rodi (2004), che mostra Diagora sulle spalle dei figli Damageto e Acusilao dopo il loro successo all’Olimpiade del 448 a.C.
Sport come strumento di istruzione e di educazione delle nuove generazioni: il webinar di Scuola dello Sport
Roma, 21 maggio 2021 – È in programma lunedì 24 maggio dalle 10:00, il webinar Sport strumento di istruzione e di educazione delle nuove generazioni, organizzato e promosso da Scuola dello Sport (Sport e Salute), dove interverranno professionisti e figure di rilievo nazionale nell’ambito sportivo come, tra gli altri, Marcello Lippi, Giovanni Maddaloni, Josefa Idem e Carlo Recalcati.
L’evento, aperto a tutti, ha l’obiettivo di sensibilizzare e di promuovere i “valori di protezione” alla base dello sport, quali trasparenza, correttezza, fair play, integrità del gioco, e si soffermerà in particolare anche sugli aspetti penalistici dei comportamenti scorretti e illegali in ambito sportivo. L’intento è di fornire ad atleti, allenatori e dirigenti gli strumenti necessari per comprendere e prevenire rischi e per promuovere comportamenti positivi e improntati al rispetto delle regole.
Ricordiamo che l’accesso al seminario on line è totalmente libero, basta registrarsi sul sito di Scuola dello Sport.
Le antiche Olimpiadi: i campioni (I)
Roma 18 maggio 2021 Riprende la nostra amata rubrica alla scoperta delle antiche Olimpiadi assieme all'Arch. Livio Toschi nella sua veste di storico della FIJLKAM. Buona lettura!
Tra aprile e novembre dello scorso anno ho scritto numerosi articoli, che sono stati lo stimolo e la base per il libro C’era una volta Olimpia, pubblicato da Efesto Edizioni. Ora che ci avviciniamo all’Olimpiade di Tokyo e speriamo in un successo dei nostri atleti, soprattutto di quelli che praticano gli sport di combattimento, mi pare opportuno ricordarne i massimi campioni dell’antichità. Riproporrò dunque alcuni personaggi, già trattati nel libro, ma ampliando la loro biografia con nuovi aneddoti.
Il più famoso è indubbiamente Milone di Crotone, che alle Olimpiadi vinse 7 volte la gara di lotta tra il 540 e il 512 a.C. Prima di lui due lottatori spartani, padre e figlio, avevano conquistato 11 corone di ulivo: 6 Ippostene (tra il 632 e il 608 a.C.) e 5 Etimocle (tra il 604 e il 588 a.C.). Voglio però inaugurare questa galleria di campioni antichi con Teogene (o Teagene) di Taso.
Taso è la più settentrionale tra le isole dell’Egeo, ha forma pressoché circolare e dista 10 chilometri dalle rive della Tracia. L’isola era famosa per le cave di marmo bianchissimo e per le miniere d’oro, d’argento e di zinco. La città principale, Taso (oggi Limenas), si affacciava sulla costa nord.
1.
Pausania narra che a soli nove anni, uscito da scuola, Teogene vide nell’agorà la statua in bronzo di una divinità, che gli piacque molto. Perciò, senza pensarci un attimo, se la caricò sulle spalle e la portò a casa. Minacciato di morte dai concittadini infuriati, fu costretto a rimetterla al suo posto, ma quella giovanile esibizione di forza gli assicurò grande fama in tutta la Grecia.
Figlio di Timosseno, sacerdote di Ercole (o figlio di Ercole stesso), nei sacri Giochi del “circuito” Teogene colse complessivamente 24 vittorie: due a Olimpia, nel pugilato (480 a.C.) e nel pancrazio (476 a.C.), 3 a Delfi, 9 a Nemea, 10 a Istmia. Ricordo che il pancrazio era una combinazione di lotta e pugilato, insomma una gara “tosta” e senza esclusione di colpi. Oltre a rimanere imbattuto per 22 anni come pugile, fu il primo atleta a vincere pugilato e pancrazio alle Olimpiadi, nonché il primo a vincere pugilato e pancrazio nello stesso giorno ai Giochi Istmici del 486 a.C.
2.
Nel 480 a.C. a Olimpia si era iscritto anche alla gara di pancrazio, ma non poté partecipare perché esausto dopo la vittoria nel pugilato contro il forte Eutimo di Locri (affermatosi 4 anni prima), consentendo così al suo avversario – il pancraziaste Dromeo di Mantinea – di cogliere il successo akoniti (senza impolverarsi, ossia senza combattere). Pausania scrive che «i giudici di gara imposero a Teogene un talento di multa da consacrare a Zeus e un talento per il danno arrecato a Eutimo, in quanto pareva loro che avesse scelto la gara del pugilato per recargli ingiuria (impedendogli di vincere nuovamente), e per questo lo condannarono anche a un risarcimento personale». Si trattava indubbiamente di un discutibile processo alle intenzioni, che comportò una multa assai salata, considerato che due talenti corrispondevano a 33 anni di reddito di una famiglia di lavoratori (secondo lo storico tedesco Karl-Wilhelm Weeber).
Nelle iscrizioni sulle basi delle statue erettegli a Delfi e a Olimpia (quest’ultima scolpita da Glaucia di Egina) si legge che ottenne ben 1.300 successi nella sua ultraventennale e intensissima carriera (Pausania dice addirittura 1.400). Sebbene a volte potrebbe aver partecipato sia al pugilato che al pancrazio, non è credibile il numero di vittorie riportate, una ogni settimana, e in un’epoca in cui spostarsi da una sede di gara all’altra non era facile né veloce.
Pur escludendo le competizioni che concedevano in premio solo corone, cioè i Giochi Olimpici, Pitici, Istmici e Nemei, Teogene deve comunque aver guadagnato un bel gruzzolo, tanto che poté pagare una multa di due talenti senza battere ciglio. Probabilmente, per mantenersi in forma e continuare a vincere senza sosta, aveva un allenatore personale. Insomma, oggi non esiteremmo a definirlo un “professionista”.
Abbandonato l’agonismo, secondo Dione Crisostomo si dedicò all’attività politica tra il 458 e il 450. Come il suo rivale Eutimo di Locri, anche Teogene fu eroizzato e alle sue statue vennero attribuiti poteri magici.
3.
Pausania racconta che dopo la morte di Teogene un concittadino fustigò per tutta la notte la sua statua in bronzo nell’agorà di Taso, ma quella a un certo punto gli cadde addosso e l’uccise. I figli del morto accusarono la statua di omicidio (!) e i Tasi, applicando la severa legge dell’ateniese Dracone (che non faceva differenza tra esseri umani e oggetti, se si procurava la morte di qualcuno), condannarono la statua all’esilio gettandola in mare. Da quel momento, però, la terra smise di dare frutti e l’oracolo di Delfi, interpellato in proposito, invitò gli abitanti a rimettere al suo posto la statua per porre fine alla carestia. Dopo averla ripescata e ricollocata nell’agorà, per espiare la loro colpa «i Tasi offrirono sacrifici a Teogene come a un dio».
Didascalie
In copertina: Copertina del libro C’era una volta Olimpia, con presentazione di Domenico Falcone e postfazione di Vanni Lòriga
1. Anfora a figure rosse del pittore Pitocle (V secolo a.C.) – Museo Archeologico Nazionale di Atene. Raffigura un pugile che si arrende alzando l’indice della mano destra
2. Pancraziasti, copia romana in marmo (originale greco del III secolo a.C.), con rifacimenti – Galleria degli Uffizi, Firenze
3. Disegno di Lucio Trojano, che raffigura la “statua assassina” di Teogene
Lutto in casa FIJLKAM: ci ha lasciato Riccardo Sangiuolo
Roma, 13 maggio 2021 – E' venuto a mancare nella sua residenza di Napoli, Riccardo Sangiuolo, Presidente della Corte Sportiva e Federale d'Appello.
Classe 1930, laurea in giurisprudenza e magistrato, ha esercitato la carica di Presidente di sezione della Corte di Cassazione. In Federazione ha ricoperto ruoli dirigenziali fin dal 1972 e risale al 1982 la prima elezione a Presidente della CAF.
Personaggio di grande carattere, grande competenza giuridica e legislativa era anche appassionato di storia, in particolare del periodo dei Borbone a Napoli e della Grande Guerra; era esperto di armi da fuoco e appassionato di pistole.
Ci lascia, purtroppo, una grande persona le cui capacità sono state riconosciute anche attraverso le onorificenze della Stella d'Oro al Merito Sportivo CONI e della Medaglia d'Onore FIJLKAM.
Il Webinar “Fall to play”, imparare a cadere
Roma, 13 maggio 2021 – È sabato 15 maggio alle 14:00 il primo appuntamento del progetto Fall to play, organizzato dalla FIJLKAM in collaborazione con la FISR e la ASD Dojo Karate Pyros. Un progetto multidisciplinare in cui le tecniche di caduta del judo sarnno studiate e apprese al fine di salvaguardare gli atleti degli sport rotellistici.
Sabato, gli insegnanti tecnici della FIJLKAM (Cinzia Cavazzuti, Riccardo Caldarelli, Donata Burgatta e Maurizio Innella) illustreranno il percorso che la FIJLKAM propone come Propedeutica dell’insegnamento delle cadute del Judo adattata agli sport rotellistici per la prevenzione ed il contenimento degli infortuni.
L’obiettivo generale del progetto Fall to play è quello di elaborare, attraverso il bagaglio tecnico-motorio del judo, una strategia che protegga l'integrità fisica degli atleti di pattinaggio, soggetti a cadute che possono avere conseguenze molto importanti. I giovani atleti, soprattutto principianti, saranno preparati ad affrontare adeguatamente le cadute in ogni loro fase, allenando le capacità e le competenze necessarie per apprendere nuovi gesti tecnici e renderli propri.
L’iniziativa prevede la formazione dei tecnici e degli atleti di pattinaggio attraverso la sperimentazione delle tecniche di caduta del judo, che si propongono come la soluzione più efficace per evitare fratture e tutelare gli atleti.
Oltre ai partner italiani, il progetto coinvolge anche la Spagna, con la Real Federación Española de Patinaje e il Club Deportivo Virgen de Europa, e il Portogallo, con l’ENSILIS - Educação e Formação, e l’Unipessoal, Lda, ed il tutto è co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Erasmus+.
Il webinar è totalmente gratuito e per seguirlo basta collegarsi alla pagina YouTube Webinar Fall to Play.
Per info e contatti è invece possibile scrivere ai seguenti indirizzi email: valenzano.grazia@fijlkam.it, valenzano.grazia@fijlkam.it.
Formazione referenti regionali Covid, primo passo per ripartire
Con oltre ottanta partecipanti al primo corso di formazione referenti regionali Covid, organizzato con due riunioni zoom il 21-22 aprile scorsi, si è compiuto il primo indispensabile passo verso la possibile ripresa degli eventi a livello regionale. Sulla base dell’esempio positivo riscontrato dalle attività svolte a livello internazionale, è stato dunque avviato un processo culturale e di sensibilizzazione utile a fare sistema per applicare anche sul territorio tutte le misure preventive previste dalle normative. E per analogia con il Covid Manager efficacemente introdotto nelle attività internazionali, è stato sostenuto questo primo corso di formazione per i referenti regionali Covid, del quale di seguito si rende conto.
La prima serata è stata aperta dal Segretario Generale Massimiliano Benucci che ha sottolineato l’importante numero dei partecipanti al corso, superiore alle ottanta unità. Al primo corso ne seguiranno altri in quanto l’intento è fare cultura, sensibilizzare piuttosto che selezionare. Sicuramente tra i partecipanti ci sono anche molte eccellenze dei nostri sport, in ambito medico e aziendale.
È poi intervenuto il Presidente Domenico Falcone che ha ringraziato i numerosi partecipanti a questo corso, che è il primo tassello per la ripartenza. Un percorso che ci vedrà coinvolti tutti, ma vede nella figura del referente Covid regionale un tassello di una rete nazionale più ampia. Una persona a disposizione del comitato regionale affinché ogni iniziativa Fijlkam regionale si svolga nel rispetto del protocollo specifico. Il protocollo per gli eventi regionali Fijlkam è stato in sviscerato nel corso della seconda serata e sarà pubblicato a breve.
Chiarissimo il messaggio del dott. Fabio Fanton che ha invitato a mettere sempre la salute al primo posto. A fare “muro” al Covid, a fare amicizia per costruire insieme. Questo si può fare solo se tra centro e periferia si farà sistema.
Il Vicepresidente Gianni Morsiani ha spiegato al meglio il compito del referente Covid che non è solo applicare il protocollo, ma anche fornire anche al gruppo di lavoro nazionale Covid, presieduto dallo stesso Morsiani, dati utili ad operare tutti per il meglio. Portare il rischio contagio a zero è impossibile, ma il compito è minimizzare il rischio e per riuscirci è necessario impegno e rispetto delle normative e dei protocolli. L’obiettivo non è ripartire a tutti i costi, ma fare squadra in modo da non farci trovare impreparati. Un percorso arduo dove ogni iniziativa organizzata deve insegnare qualcosa.
Al dott. Stefano Bonagura è stato affidato poi il compito di spiegare con sintesi ed efficacia il pericolo Covid. Un virus subdolo, dalle mille sfaccettature. Un pericolo reale che è obbligatorio affrontare con serietà. Non sempre il virus lascia illesi i suoi ospiti, neppure se giovani atleti. Fondamentale è sensibilizzare le regioni, i tecnici, i presidenti di club affinchè siano diligenti nel pretendere il certificato “return to play”.
Alessandro Comi, Covid manager nazionale in ambito IJF, ha illustrato il protocollo per l’alto livello, il sistema della ‘bolla’, i principi di corresponsabilità e universalità. Ognuno di noi è responsabile per l’altro e questo vale per tutti, nessuno escluso. Per quanto possa essere irripetibile la “bolla IJF” in ambito regionale, resta in ogni caso l’esempio cui fare riferimento. Importante l’accento sullo staff Covid che aiuterà i nostri eventi ad essere sicuri, e noi tutti a rispettare le regole.
Nella seconda serata l’RSPP della Federazione, Nikita Taramelli, è entrato nel vivo dei compiti del referente e nell’importanza che interagisca con tutti gli attori dell’iniziativa. Di fondamentale importanza è imparare a valutare i rischi, utilizzare i siti ufficiali nella ricerca delle normative, delle linee guida, dei protocolli. È necessario imparare a calare il protocollo nell’evento per minimizzare il rischio. L’ascolto dei docenti e la lettura del protocollo degli eventi regionali hanno suscitato pensieri e domande. Molte delle quali hanno trovato risposta ed altre ne troveranno in questi giorni. Ogni organizzatore è fanatico nel suo modo di pianificare e anticipare i problemi, ma in questo frangente il problema è serio e comune, fare sistema migliorerà tutti. Nessuno escluso.
Interessanti le proposte dei partecipanti. Chi ha proposto una chat per i referenti che includa anche soluzioni spicce, chi ha proposto una sezione Faq nel sito federale, sempre operativa, e che ad ogni nuova domanda proponga la risposta. Non si sta uscendo dal tunnel, è piuttosto corretto dire che si sta entrando in un laboratorio di idee, le teste sono tante e l’obiettivo unico. A qualcuno la ripartenza pare lenta o incerta, forse intermittente, ma di certo ripartire a tutti i costi pare essere l’unica cosa da non fare.
Fra le proposte raccolte si segnalano quelle di aggiornamenti periodici per consentire ai referenti di essere pronti sulle continue novità e protocolli, ma interessante è stata anche la proposta di sensibilizzare (ove necessario) ogni singola società ad avere un referente o, comunque, una persona informata che possa rispondere in tempo reale alle problematiche specifiche del territorio. Fino ad ora, è stato osservato, tutti hanno fatto i Covid manager della propria società, tenendo chiuso quando non si poteva aprire ed aprendo informandosi sulle stesse regole dpcm ed informative emanate. Il sentimento generale dei partecipanti è apparso chiaramente orientato sul punto che la regola del buon senso rimane la misura di prevenzione più importante, ed i docenti in questo senso sono stati particolarmente cauti ed attenti a non sbilanciarsi sull’idea di ripartenza affrettata.
Quando si avrà il protocollo in mano, è stato detto in conclusione, sarà fondamentale valutare con cura la fattibilità degli eventi, calare il protocollo nell’evento e concordare con il gestore una check-list per valutare rischi e criticità. Al gestore/organizzatore spetta in ogni caso l’onere della responsabilità effettiva dell’evento, al referente invece, come detto più volte, spetta l’onere di consulente formato sui protocolli disponendo fra l’altro di un canale di confronto privilegiato con chi lo ha redatto.
Sondaggio per contrastare la violenza nello sport (entro mercoledì 28 aprile)
Contrastare la violenza nello sport nei confronti dei bambini, è questo l’obiettivo di un progetto biennale cui FIJLKAM ha aderito facendo squadra con Slovenia, Croazia, Bosnia e Erzegovina, Bulgaria, Romania, Turchia e Portogallo.
L’obiettivo di Sonkei, questo il nome del progetto, è intervenire sulla prevenzione della violenza e delle diverse forme di intolleranza nello sport, attraverso l'educazione e la promozione di valori quali rispetto, coraggio, uguaglianza di genere, inclusione e non violenza, in modo da concorrere ad un vero e proprio cambiamento sociale per costruire un ambiente più sicuro per tutti.
Il seguente sondaggio è il primo passo di questo percorso per il quale è gradito il contributo di tutti, società sportive, insegnanti tecnici, atleti e genitori di tutte le discipline sportive.
Tutti i questionari compilati entro mercoledì 28 aprile saranno elaborati per la relazione attesa nella call-Sonkei di venerdì 30. Si precisa che il compilatore, il cui anonimato è garantito, può rappresentare più ruoli ed essere, per esempio, genitore, allenatore e atleta allo stesso tempo.
Domani il convegno “Il diritto della donna di difendersi”
Roma, 23 Aprile 2021 - Legittima difesa, sicurezza delle donne e diritto di difendersi.
Continua il virtuoso connubio tra la Fijlkam e “Difesa Legittima Sicura” dopo il convegno dello scorso novembre presso il Senato della Repubblica in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Difatti sabato 24 aprile alle ore 16 avrà luogo un convegno on-line dal titolo “Il diritto della donna di difendersi”, a cui sarà possibile partecipare cliccando qui, iniziativa che vede schierata la nostra Federazione insieme agli avvocati penalisti e ai professionisti di “Difesa Legittima Sicura”, per la presentazione ufficiale nazionale del progetto in difesa delle donne.
Oltre alla presenza dei vertici nazionali Federali e le campionesse Lucia Morico, Rosalba Forciniti e Viviana Bottaro, testimonial del progetto, presenzieranno per un saluto a suggellare una concreta vicinanza delle istituzioni, anche i senatori Maurizio Gasparri (Forza Italia) e Daniela Sbrollini (Italia Viva), a dimostrazione che la lotta contro la violenza sulle donne non ha colori politici. Appuntamento dunque a sabato ore 16 sulla piattaforma Zoom Fijlkam cliccando qui.
Si ricorda infine che per aderire gratuitamente a “Difesa Legittima Sicura” le società sportive possono accedere direttamente al seguente link: https://www.difesalegittimasicura.it/le-palestre/adesione-palestre